L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

TESTO INTEGRALE DELLO STATUTO

IL NUOVO SITO INFORMATIVO




ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011



Volatino 2

SETTEMBRE . . . . NON E’ TEMPO DI MIGRARE
STOP ALL’ESODO PREVISTO PER L’AUTUNNO
MODULI REMOVIBILI E CASE IN LEGNO SUBITO


La situazione prevista per settembre 2009 è questa:
35.000 persone senza casa - 4.500 posti letto disponibili nel Progetto C.A.S.E.

I Comitati cittadini continuano a denunciare gli effetti machiavellici, complicati, spesso contradditori e soprattutto antidemocratici che la grande macchina per la ricostruzione dell’Aquila, messa in piedi dal Governo e Protezione Civile, ha stabilito sopra la testa degli abitanti di questo territorio.
Da tempo i comitati denunciano l’aspetto fallimentare della ricostruzione attraverso il piano C.A.S.E. perché:
 Insufficiente a dare un tetto da settembre a tutti coloro che non hanno la propria casa agibile;
 Disgregante dal punto di vista sociale, visto che la popolazione si troverà ad essere deportata su lotti sparsi sul territorio, periferie anonime lontane dal contesto urbano originario, fatte di cemento e ferro, architetture sicuramente antisismiche ma estranee ai propri luoghi, culture e tradizioni.
 Costoso visto che il piano C.A.S.E. costa 530.000.000 di Euro (escluso espropri, spese tecniche, urbanizzazioni e arredi) per realizzare circa 4.900 alloggi e coprire in totale soltanto 16.000 posti letto; con la stessa spesa si potevano prevedere 8.000 Moduli removibili ad alto contenuto tecnologico (di costo circa 65.000 Euro l’uno) per coprire un totale di circa 26.000 posti letto.
I Comitati chiedono da tempo la possibilità di installare Moduli removibili ad alto contenuto tecnologico e Case in legno, così come è stato chiesto anche dai comitati genitori per le scuole.
Bisogna dare la possibilità a tutti gli aquilani di tornare a vivere nella propria città.
Non spendere altri soldi per affitti e alberghi e liberare risorse economiche per iniziare subito la fase di ricostruzione dei centri storici e delle zone rosse.
Conferenza Comitati Cittadini
L’Aquila, 28 agosto 2009, 144 giorni dal sisma


Vi aspettiamo ai prossimi appuntamenti:
5 sett Villa Comunale: Assemblea cittadina – a seguire Fiaccolata
26 sett L’Aquila: Manifestazione Nazionale

Lettera sindaco Roio


fonte Il capoluogo.it

L'Aquila, 26 ago - Il Presidente della Circoscrizione di Roio, Stefano Palumbo, scrive una lettera aperta al Commissario delegato, Sottosegretario Dott. Guido Bertolaso,e Sindaco dell'Aquila, dott. Massimo Cialente.

Riportiamo integralmente il testo della missiva

"Vi scrivo questa lettera per condividere con voi alcune riflessioni sulla ormai imminente assegnazione degli appartamenti realizzati nell’ambito del piano C.A.S.E..

Come rappresentante della Circoscrizione di Roio, con questa lettera, è mia intenzione sottoporvi il quadro delle problematiche legate al fabbisogno abitativo delle quattro frazioni di Roio emerso nelle assemblee pubbliche promosse dalla Circoscrizione nelle varie tendopoli.

Al momento l’unico dato certo è che nella frazione di Roio Poggio sono in fase di realizzazione 2 lotti del piano C.A.S.E., denominati come “Roio Poggio” e “Roio 2”, in grado di ospitare circa 500 persone ciascuno. Due insediamenti che fanno storia a se poichè, al contrario di tutti gli altri, sono nati da una richiesta degli abitanti di Roio Poggio che tramite una petizione popolare chiedevano l’individuazione di un’area nella propria frazione ad integrazione di quella prevista originariamente nei pressi della frazione di S.Rufina. Del resto, all’epoca della richiesta, si confidava nella semplice attuazione del decreto nel quale si fa esplicitamente riferimento all’individuazione di aree in prossimità dei luoghi di provenienza delle persone la cui casa risulti inagibile, con la fondata speranza che l’obiettivo implicito fosse quello di salvaguardare l’identità delle singole comunità.

Ad oggi, purtroppo, lo scenario sembra essere del tutto diverso: l’insediamento previsto nel primo decreto a S.Rufina è stato cancellato mentre a Roio Poggio, dove ne era stato richiesto uno, ne sono stati realizzati due creando malcontento da entrambe le parti. Il vero problema è che in base ai criteri di assegnazione stabiliti necessariamente su ambito comunale, gli abitanti di Roio, come quelli di moltre altre frazioni, non hanno alcuna garanzia di essere tra i beneficiari di quegli appartamenti costruiti sui propri terreni. Persone che si sentono tradite per aver in buona fede indicato la disponibilità di un’area senza avere in cambio alcuna garanzia sull’assegnazione degli appartamenti realizzati. In virtù di questo scenario vorrei, in modo propositivo, suggerire una serie di suggerimenti finalizzati a garantire un tetto a tutti quegli abitanti delle quattro frazioni di Roio che hanno la propria abitazione inagibile.

Per quanto riguarda la frazione di S.Rufina è in atto una donazione del comune di Verona che prevede la realizzazione di casette in un numero sufficiente per coprire il fabbisogno degli abitanti.

Stessa soluzione abitativa potrebbe essere trovata per Colle di Roio dove circa 15 famiglie hanno espressamente richiesto di non volersi allontanare dalla propria frazione e hanno già individuato un’area dove poter collocare dei Moduli Abitativi Provvisori così come sta avvenendo in altre frazioni del comune dell’Aquila. In questo modo circa 50 famiglie sarebbero sistemate senza allontanarsi dal proprio paese e altrettanti appartamenti sarebbero liberati nei due insediamenti del piano C.A.S.E. previsti a Roio. La situazione risulta più complessa per le frazioni di Roio Poggio e Roio Piano: qui il numero di edifici inagibili è molto più consistente degli altri due paesi. In questo caso garantendo la sistemazione nelle due aree del piano C.A.S.E. previste a Roio, gli abitanti delle due frazioni non supererebbero neanchè la metà dei 1000 posti disponibili. Un ulteriore intervento che contribuirebbe a colmare la carenza di alloggi su tutto il territorio comunale, potrebbe derivare dal completamento dell’edificio a Roio Piano di proprietà comunale destinato a Casa dello Studente dove sono previsti 24 mini-appartamenti da destinare temporaneamente all’emergenza post-terrremoto.

Dott. Bertolaso, durante la sua visita presso la tendopoli di Roio Poggio di qualche mese fa, ha rassicurato la popolazione promettendo case per gli abitanti di Roio, Sig. Sindaco nell’incontro fatto con i miei colleghi presidenti di Circoscrizione ha ricevuto da noi il mandato di trovare una soluzione abitativa temporanea anche per gli abitanti delle frazioni escluse dal Piano C.A.S.E..

Nella convinzione che in una situazione così difficoltosa, in cui moltissime persone hanno preferito trascorrere 5 mesi di dura permanenza nelle tendopoli piuttosto che allontanarsi dalla propria terra e dalle proprie radici, smembrare le comunità sarebbe un ulteriore trauma, vi chiedo di mantenere gli impegni presi e di dare seguito alle mie richieste."

Il Presidente della Circoscrizione di Roio

Stefano Palumbo

Verbale Conferenza dei Comitati del 24 Agosto.


Verbale dell’ assemblea di coordinamento dei comitati del 24-08-2009

Precedenti assemblee
• azioni per il rilancio del centro storico
• gruppo di lavoro dei comitati tecnici per un master plan propositivo che renda L’Aquila una città attraente.
• comunicazione con le amministrazioni locali
• sit-in con fiaccolata. Evento da organizzare mensilmente la notte tra il 5 e il 6
• manifestazione nazionale prevista per il 26/09

I comitati si sono riuniti oggi alle ore 20:00 al parco Unicef.
Mattia Lolli ha aperto l’assemblea ricordando l’incontro che si terrà a Montesilvano al Serena Magestic domani alle ore 21:00.
Ha inoltre informato gli altri comitati sulle iniziative previste per il 30-08-2009; In concreto verrà presentato “il Cratere” e verrà visionato il video-documentario “yes we camp” fatto da Alberto Puliafito sul quale vi sarà un dibattito. L’iniziativa si svolgerà presso la Villa Comunale alle 21:00.

Elisa Cerasoli (giornalista)
Dopo aver rimarcato l’urgenza che si avverte di comunicazione e di coinvolgimento dei cittadini ha esposto in assemblea le decisioni e le iniziative prese in argomento:
• Creazione di un portale web
• Creazione del giornale informativo“Il Cratere”.
Caratteristiche de “ Il Cratere”:
• Sarà un giornale autonomo rispetto ad autore e direttore
• Sarà un giornale settimanale
Struttura de “Il Cratere”:
• Una parte sarà dedicata a opinioni e pareri espressi da aquilani
• È previsto un approfondimento dalle ordinanze o comunque di tutti gli strumenti decisionali
• Focus sulle realtà dei paesi (nel primo numero si parlerà di Pescomaggiore)
• Editoriale ( nel primo numero si affronterà il tema del dubbio )
• Interviste
• Salute e ambiente
• Lavoro
• Spazio dedicato all’informazione relativa alle iniziative proposte organizzate dai comitati
• Box dedicato al fenomeno del momento “dice che..”
• Good news (nel primo numero la good news è la creazione del giornale stesso )
• Calendario eventi
• Inchieste
Diffusione:
• A livello locale è prevista la diffusione in luoghi pubblici, negli uffici e nelle tendopoli
• Diffusione sulla costa eventualmente previa delineazione di responsabili di zona per facilitare la distribuzione

Ettore Mata (reteaq )
data la probabile decisione della protezione civile di “dirottare” parte della popolazione a Teramo predisponendo dei bus-navetta gratuiti giornalieri, organizzare delle azioni “simbolo” che rimarchino gli errori strategici fatti dai centri decisionali sia per ciò che riguarda i costi, che per ciò che riguarda i dannosi effetti di un trasferimento massiccio di cittadini fuori dalla città.
In particolare si è parlato di richiedere con forza case removibili; organizzare azioni provocatorie nei confronti della cittadinanza; predisporre azioni che denotino il fatto che gli aquilani non hanno bisogno della protezione civile per risolvere le loro esigenze abitative- portare all’interno di un campo una casa removibile da sistemare al posto di alcune tende.
Messaggi da lanciare ai cittadini:
• il piano C.A.S.E. rallenta di fatto la ristrutturazione delle case
• da un lato c’è il colosso del piano C.A.S.E. e dall’altro ancora non vengono rimosse le macerie

Cristiana (ciudad)ha proposto un’azione simbolica nel centro storico per denunciare l’immobilità rispetto alla rimozione delle macerie. L’idea è quella di organizzare una mobilitazione di studenti vestiti di bianco con pale, caschetti, ” annessi e connessi”.

Piero De Santis (ARA)
ha rimarcato l’esigenza di bloccare l’ampliamento del 30 per cento del progetto C.A.S.E. dopo aver informato l’assemblea che sono stati destinati ulteriori 30 ettari al progetto stesso.
Ha delineato come obbiettivo urgente quello di risvegliare le coscienze degli aquilani
• Occupare edifici E nel centro storico in modo simbolico.

Mattia Lolli (3e32)
• Fare uno schema comparativo sulle spese ad oggi sostenute rispetto ai costi che si sarebbe dovuto affrontare nel caso si fosse provveduto alla consegna di moduli abitativi removibili-
• Rimarcare la circostanza che gran parte delle donazioni saranno utilizzate per il finanziamento del piano C.A.S.E.
• Intensificare le assemblee nei campi e organizzarne sulla costa
• Organizzare un’eventuale manifestazione nazionale a Roma dopo quella del 26/09
• Previsione di una esposizione fotografica il 05/09 che avrà come tematica il progressivo peggioramento degli edifici del centro storico

Enza Blundo (cittadinixcittadini)
• Premanifestazione sulla costa in previsione della manifestazione del 26/09
• Richiedere una copertura degli edifici nel centro storico onde evitarne il deterioramento a causa delle intemperie
• Richiedere controlli agli edifici siti in prossimità di scuole rese agibili.

Nicola Propersi (3e32)
• Delineare un bacino di cittadini ai quali proporre alternative al piano C.A.S.E.
• Proposta di fare l’azione del modulo simbolo in uno spazio pubblico in alternativa alla tendopoli. Trovare delle famiglie disposte a vivere per un po’ di giorni nel modulo simbolo

Valentina (epicentro solidale )
• comunicato stampa : fallimento del piano C.A.S.E.
posizione ambigua del presidente della regione.
reazione inadeguata delle amministrazioni locali in genere.
• Assemblee nei campi
organizzare una presentazione in power point con degli schemi sulle spese e sui numeri delle reali esigenze abitative.
rimarcare la poca trasparenza sulla destinazione dei fondi.
spiegare dettagliatamente il perché viene contestato il piano C.A.S.E. e mostrare esempi di moduli abitativi temporanei di nuova generazione.
Occupare le case per le quali è stato richiesto un affitto troppo alto.
• Bloccare il Traforo come azione di contrasto allo spostamento di parte della popolazione in alberghi o case del teramano.

I successivi interventi sono stati integrativi ai precedenti ed hanno portato alla elaborazione di due volantini e di un comunicato stampa



Leggi il volatino distribuito durante la Perdonanza

Storia di L'Aquila.


L'Aquila, città fondata dai suoi futuri abitanti.
«La Grande Aquila fu un’operazione rozza».

L'Aquila, città fondata dai suoi futuri abitanti.


Un’appassionata testimonianza dell’Aquila, la città d’origine di Marcello Vittorini, ingegnere e urbanista, professore all’Università della Sapienza

L'Aquila è la città del “novantanove”. Novantanove rintocchi, ogni sera, dalla campana della Torre di Palazzo. Le canzoni che parlano di 99 case, 99 piazze, 99 chiese, 99 cannelle. Una città dalla toponomastica affascinante che ricordava paesi tuttora esistenti e paesi ormai scomparsi. Qui sono nato – 82 anni orsono - e qui sono sempre tornato dalle mie continue peregrinazioni. Qui ho vissuto negli anni belli dell'infanzia e della giovinezza, nei quali il tempo è riempito da scoperte sempre più ricche ed affascinanti, che lo dilatano a dismisura e che, nel mio caso, hanno avuto per oggetto soprattutto la città ed il luogo in cui essa è collocata. L'Aquila, allora, era per me una città meravigliosa. Una città fatta di piazze più che di strade, di palazzi e di chiese più che di case, all'interno di una cinta murata ancora pressoché integra. Una città affacciata su una conca amplissima, dominata da montagne maestose che sembrava di poter toccare, soprattutto nella luce rosata del tramonto. Ed essa era per me anche città misteriosa, nelle strade e nei "vicoli" che costituiscono il suo tessuto compatto, nei cortili raffinati dei suoi palazzi, nella sapiente distribuzione delle attività e delle funzioni che, al tempo della mia infanzia, ancora manteneva i suoi caratteri originari.

Indubbiamente le peregrinazioni infinite, nella città e poi nei paesi circostanti, ad ogni ora del giorno e della notte, alla continua scoperta - e riscoperta - di piazzette, "chiassetti", "sdruccioli", fontane, decorazioni scultoree e pittoriche che riemergevano con prepotenza dalle successive "passate" di tinta e di intonaco, hanno determinato la scelta fondamentale della mia vita: quella di occuparmi della città e del territorio, intesi non come semplici "fatti fisici", ma come sede delle comunità, delle loro relazioni sociali, della loro storia, della loro capacità di autogoverno. Partendo da queste curiosità ho assimilato, negli anni, la straordinaria vicenda dell’Aquila, della sua fondazione e della sua ricostruzione, mantenendo lo stesso carattere, dopo le cicliche e ripetute distruzioni per guerre e per terremoti. La fondazione era allora per lo più attribuita ad una "decisione esterna" - papale o imperiale - alla quale le popolazioni locali si sarebbero dovute necessariamente piegare. La realtà è più semplice e, nello stesso tempo, di gran lunga più affascinante: L'Aquila fu fondata dai suoi futuri cittadini, cioè dagli abitanti di un centinaio di paesi circostanti che formavano il “Comitatus Aquilanus”. Di qui il ricorrente "novantanove".

L'ampia conca solcata dall'Aterno, delimitata dalle pendici del Gran Sasso e del Velino-Sirente, al centro della quale sorge L'Aquila, è stata percorsa fin dai tempi antichissimi da raccoglitori e cacciatori, i quali seguivano le valli incassate che prolungano la conca fino alla montagna ed allo spartiacque del Velino ad Ovest e del Vomano a Nord. In epoca pre-romana, nella conca si insediano Sabini e Vestini, separati da uno stretto ed allungato colle, sulla sommità pianeggiante del quale, molti secoli dopo, sarà costruita L'Aquila. Qui certamente c'era un luogo di scambio, di culto, di presidio, nel quale convenivano gli abitanti dei centri distribuiti nella pianura e sulle pendici montane. Nel periodo romano, il sistema insediativo si consolida e registra un deciso sviluppo economico, con l'apertura della Via Claudia Nova e con la protezione garantita ai pastori che la percorrono, con le loro greggi. Nasce così la pastorizia transumante, che condizionerà in maniera determinante lo sviluppo della conca. I "castelli" esistenti si consolidano ed altri ne sorgono lungo la nuova strada. Con la caduta dell'Impero romano l'intero sistema - economico ed insediativo - entra in crisi. La pastorizia transumante non è più possibile. La povera agricoltura di montagna non basta ad assicurare la sopravvivenza. I castelli e i casali si spopolano.

Solo dopo molti secoli i pochi e miseri abitanti della conca cominciano a raccogliersi intorno ai monasteri benedettini dipendenti dalla Abbazia di Farfa e, successivamente, intorno alle pievi. La situazione cambia intorno al 1050, nel momento in cui, con i Normanni, che unificano tutto il Mezzogiorno, diventa possibile la ripresa della pastorizia transumante e quindi la integrazione della povera agricoltura montana con le sterminate risorse dei pascoli montani - utilizzabili solo d'estate - e di quelli delle pianure costiere, soprattutto pugliesi, utilizzabili solo d'inverno. Si innesca così un processo di sviluppo rapidissimo ed imponente. Vengono costruiti nuovi centri abitati, talvolta sul luogo dei preesistenti vici e pagi, si arricchisce il sistema dei collegamenti e si consolidano i percorsi principali della transumanza, i tratturi, che scavalcano fiumi e montagne e che sono punteggiati dai "riposi", cioè dagli spazi in cui, ogni sera, il gregge deve fermarsi e che, in alcuni casi, diventeranno in futuro nuovi centri artigianali e commerciali, di servizio.

Durante la transumanza si sposta una complessa ed articolata organizzazione, che, lungo il viaggio, seguita a produrre ed a commercializzare i prodotti. Il pastore transumante è una figura decisamente nuova, rivoluzionaria, nel rigido mondo medievale. Egli infatti conosce il mondo ed è libero, non asservito alla gleba e al feudatario. La sua vita è fatta di rinunce e sacrifici, ma l'abitudine alla meditazione ed alla contemplazione lo rende particolarmente sensibile alla bellezza in tutte le sue manifestazioni. Può portare con sé solo l'essenziale, ma il bastone al quale si appoggia e lo sgabello che usa per mungere le pecore sono finemente intagliati e la scodella in cui consuma il suo pasto è di ceramica artisticamente decorata. Inoltre, a conclusione della lunga, forzata, lontananza egli riporta - alla casa, al paese, alla sua donna - le conoscenze raccolte, i merletti più fini ed i gioielli più ricchi, i cui "modelli figurativi" sono gli stessi di quelli dei rosoni e dei portali delle chiese. Così la struttura culturale ed economica della conca si evolve e nasce la necessità di più efficaci sistemi di organizzazione commerciale, di governo, di rappresentanza collettiva. Nasce, in una parola, il bisogno di città e gli abitanti dei centri della conca decidono, collettivamente, nella prima metà del XIII secolo, di fondare L'Aquila, sulla collina che separa la parte vestina da quella sabina, nell'antico luogo di culto, di scambio, di presidio, che forse coincideva con quello della successiva Piazza Grande. Ovviamente, la fondazione della nuova città deve essere approvata da una superiore autorità, cioè dal Papa o dall'Imperatore. Tanto più che gli abitanti dei centri fondatori hanno idee molto chiare ed avanzano pretese che, all'epoca, appaiono addirittura eversive. Essi, infatti, pretendono di avere la "doppia cittadinanza" - quella del paese originario e quella della nuova città - pagando le tasse - il focatico - una volta sola e pretendono di assicurare alla città la rappresentanza dei castelli e casali fondatori, nonché l'uso collettivo, libero ed esclusivo dei pascoli sterminati delle montagne.

Un primo assenso viene concesso, dietro pagamento di un congruo compenso, dal Papa Gregorio IX nel 1229 ed uno successivo dall'Imperatore Corrado IV, con un diploma del 1254, quattro anni dopo la morte di Federico II. Su queste basi gli abitanti dei centri fondatori avviano la costruzione della nuova città. Ma le opere realizzate vengono distrutte, nel 1259, da Manfredi che intende così punire gli aquilani per l'aiuto da essi portato a Carlo d'Angiò. Nel 1266 la città viene rifondata dallo stesso Carlo d'Angiò, secondo gli indirizzi culturali maturati nei monasteri benedettini e cistercensi. La città è cinta da mura che hanno 86 torrioni e 12 porte e lo spazio da esse delimitato (ben 167 ettari) è diviso "in croce", cioè in quattro "quarti", articolati in 54 "locali": spazi destinati all'insediamento degli abitanti provenienti dai centri fondatori, dimensionati secondo la loro consistenza demografica. Secondo gli "Statuti" della nuova città, gli abitanti possono insediarsi "uti singuli" nei locali, solo dopo aver realizzato collettivamente, "uti socii", la piazza, la chiesa, la fontana. Cioè, all'epoca, le opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Tuttavia i rapporti della nuova città con Carlo d'Angiò non sono buoni perché gli aquilani hanno scacciato i feudatari fedeli all'Imperatore che ne condizionavano la crescita ed hanno disobbedito all'ordine di reintegrarli nei loro feudi.

Questo conflitto viene superato con il determinante contributo di Celestino V, il Papa eremita che decide di essere incoronato all'Aquila città a lui "più cara fra tucte le terre", nella basilica di Collemaggio, da lui fondata 20 anni prima. Celestino entra all'Aquila il 27 luglio 1294, su un'asina bianca, tenuta per le briglie dall'Imperatore e da suo figlio Carlo Martello, re d'Ungheria. L’Aquila si presenta ai visitatori esterni come una grande “città pianificata”, come la “capitale” di un territorio vasto e ben organizzato in fase di grande sviluppo. Per i dignitari della Curia papale il confronto con la Roma di allora appare evidente. La “capitale del mondo” è ridotta a pochi nuclei edificati, circondati dalle magnifiche rovine di un passato imperiale, concentrati lungo le rive del Tevere, ormai scavalcato solo da Ponte Milvio, da Ponte S. Angelo e dagli antichi ponti Cestio e Fabricio. Il debole, informe, organismo urbano è dominato dalle residenze fortificate dei patrizi, continuamente in lotta fra loro per il dominio della città e del papato, all’interno della ormai lontanissima cerchia delle mura Aureliane, isolata nel deserto della campagna romana. Nonostante gli interventi di nuova edificazione e di abbellimento realizzati dagli ultimi Pontefici, Roma mostra con tutta evidenza la urgente, assoluta necessità di un “piano” adeguato. Ma per averlo dovrà aspettare Sisto IV e Sisto V.

Il corteo papale aveva risalito la valle dell’Aterno, seguendo la vecchia strada intagliata nella roccia delle Gole di S. Venanzio, con due soste una a Castelvecchio Subequo (nel convento Francescano) e l’altra, presumibilmente ad Acciano, dove l’ordine dei benedettini di S. Spirito aveva la Chiesa di S. Corinzio. In queste occasioni Pietro aveva operato due miracoli: quello dell’asinello (sulla cui sella era stato collocato un bimbo paralitico, che risanato, camminò) e quello del malato di “mal caduco”, certo Dorricello di Gordiano. Lungo tutto il percorso le popolazioni dei centri vicini accorrevano a vedere il monaco divenuto Papa, per implorare benedizione, perdono, miracoli. Pietro da Morrone aveva accolto la notizia della sua elezione con ansia e perplessità – cum tremore et timore divino – ma avvicinandosi all’Aquila, città che, come detto prima, amava più ..... fra tucte le terre – ed alla sua basilica di Collemaggio, scelta per l’incoronazione, ritrovava serenità e fiducia. Forse ricordava la notte passata in preghiera sul Colle circa 20 anni prima, la visione della Madonna che gli chiedeva di costruire in quel luogo una chiesa ad essa dedicata e la successiva costruzione della basilica che aveva impegnato per tanti anni i suoi monaci di Santo Spirito a Maiella e la popolazione della nuova città. Ormai la basilica, anche se non definitivamente ultimata, era pronta ad accogliere il suo fondatore. Ed era pronta ad accoglierlo la nuova città con tutti i suoi castelli. Infatti L’Aquila era in quei giorni un gigantesco cantiere: le mura, iniziate da Lucchesino da Firenze, capitano della città nel 1272 e poi ultimate dal “cavalero del popolo” Nicolò dell’Isola, sono in larga misura erette e il piano della città è sostanzialmente definito, con l’attribuzione ai Castelli fondatori dei Locali e dei Quarti.

Il Papa viene solennemente incoronato il 29 agosto1294, alla presenza di una folla sterminata, alla quale partecipa la città, 30 anni dopo la sua rifondazione angioina. Il cardinale Stefaneschi, che guida la delegazione inviata dalla Curia di Roma, la definisce "non plenam civibus urbem sed spatiis certis signatam ob spemque futuram". Il suo impianto forte e regolare è infatti chiaramente leggibile non solo nel disegno ippodameo della maglia stradale, ma anche nei limiti e nel sistema di piazze che rappresenta efficacemente i rapporti della nuova città con i centri fondatori. Infatti la costruzione della nuova città, seguendo le regole fissate dagli Statuti, è cominciata dalla costruzione della Chiesa e della Fontana, per poi passare alla edificazione delle case degli abitanti. Alla cerimonia di incoronazione partecipano circa 200 mila persone convenute da ogni dove (.... fuerunt in sua coronatione ducentum milia et ego interfui). Nello stesso giorno il Papa concede alla Basilica di Collemaggio la Perdonanza, con la bolla dell'Indulgenza - con una cerimonia che da allora si ripete ogni anno - e circa un mese dopo, il 28 settembre 1294, Carlo II d'Angiò con la Concessio Castrorum et Casalium, ratifica la nascita della città e del Comitatus aquilanus.

Come già accennato, il disegno della città ha un carattere ben definito e non è riconducibile all'impianto cardo-decumanico di derivazione romana. Esso è tutto impostato sulla centrale, dominante, Piazza Grande, della Cattedrale e del Mercato, ed è caratterizzato da un tessuto ortogonale, minuto, che garantisce una grande "permeabilità" ed una grande libertà di spostamento. Il "sistema dei luoghi centrali" è costituito, sul culmine pianeggiante del colle, dalla Piazza Grande, che occupa ben 12 isolati (e che anticipa di oltre 3 secoli dimensioni e caratteri delle piazze barocche) e dalla Piazza Palazzo, su cui si affaccia il Municipio. Le due piazze sono collegate da quattro strade che accolgono attività artigianali e di servizio, lambite dalle strade di penetrazione dalle porte principali. Nel tessuto urbano è mantenuto il tracciato curvilineo della antica via di salita al colle da Oriente, in corrispondenza del quale è collocata la Porta Bazzano. Il piano dell’Aquila è schematicamente ma efficacemente riportato dalla pianta schematica eseguita da Pico Fonticulano nel 1575. Questo impianto, urbano-territoriale resiste nei secoli, fino all'ultimo dopoguerra. La città, dopo aver resistito vittoriosamente per 10 anni a Braccio da Montone, viene conquistata da Carlo V, che la punisce con grandi distruzioni e con l'obbligo di finanziare la costruzione del Castello - mirabile esempio di architettura militare - destinato "ad reprimendam audaciam aquilanorum".

Tuttavia anche la realizzazione del nuovo castello e la costruzione di nuove, meravigliose, opere di architettura, si collocano coerentemente nel disegno urbano originario. Il quale sopravvive anche alle distruzioni provocate dal disastroso terremoto del 1703 - che ridusse la popolazione della città a soli 2000 abitanti. Infatti la ricostruzione è rapida ed altamente qualificata. Anche le trasformazioni ottocentesche, che adeguano la città alle nuove esigenze sociali ed economiche della "città borghese" rispettano la coerenza dell'impianto urbano, realizzando un nuovo "sistema dei luoghi centrali", con il corso porticato che collega direttamente la Piazza Grande e la Piazza Palazzo, rafforzandone immagine e funzioni. Nell'ultimo dopoguerra, a partire dagli anni '70 l'espansione urbana dilaga fuori dalle mura, in maniera casuale e disordinata, senza tener alcun conto dello straordinario, plurisecolare, insegnamento condensato nella città storica e nei centri minori del "Comitatus aquilanus". Un insegnamento che sarà comunque indispensabile e prezioso, nel momento in cui si deciderà di porre mano alla faticosa - e necessariamente lunga - opera di recupero e di ricostruzione del centro storico e di riqualificazione della degradata periferia recente, dopo il terremoto disastroso del 6 aprile 2009.

(Nota biografica a cura di Goffredo Palmerini)
* MARCELLO VITTORINI è nato all’Aquila e vive tra Roma e la città natale. Professore emerito dell'Università di Roma "La Sapienza", ingegnere e urbanista, ha curato la progettazione urbana ed il restauro di grandi città, in Italia ed all’estero. Ha svolto una intensa attività professionale e di ricerca con numerose pubblicazioni che affrontano anche i temi sviluppati in questo articolo. Fra queste ultime si ricordano: "Ricerca interdisciplinare per il recupero e riqualificazione dei Centri storici del Comitatus Aquilanus (1999); Saggio nel volume Il Papa Eremita "Celestino V e la Perdonanza all'Aquila" (1996); "L'Aquila la città borghese: nuove istituzioni e nuove centralità" - nel volume L'Aquila e la provincia aquilana dal 1859 al 1920, a cura di F. Sabatini (1993); "Struttura dell'Appennino Abruzzese - La provincia dell'Aquila e le comunicazioni dell'800", nel volume suddetto (1993).

«La Grande Aquila fu un’operazione rozza»



da "Il Centro" del 31 Luglio.

Ottanta anni fa furono soppressi otto Comuni. L’analisi di Raffaele Colapietra.

Sono passati 80 anni dalla “creazione” della “ Grande Aquila”, un’operazione decisa a livello nazionale durante il ventennio fascista. Si trattò di una sorta di rimaneggiamento delle circoscrizioni, che privò della propria autonomia i comuni di Paganica, Camarda, Bagno, Sassa, Preturo, Arischia, Roio e Lucoli (il solo che riuscì a tornare Comune). Il decreto è del 29 luglio 1927.

La decisione, presa dai vertici del regime fascista, fu aspramente contestata dalle popolazioni dei Comuni soppressi. Degli avvenimenti del lontano 1927, che cambiarono la geografia politica del territorio aquilano, parliamo con il professor Raffaele Colapietra, storico di levatura nazionale e profondo conoscitore delle problematiche socio economiche dell’Abruzzo.

Professor Colapietra, cosa rappresentò la “Grande Aquila”?

«Nel 1927, in ambito nazionale, fu deciso un rimaneggiamento delle circoscrizioni amministrative. Furono creati 15 capoluoghi di provincia. In Abruzzo fu istituito quello di Pescara che dal punto di vista territoriale entrò nella Valle Peligna, con l’annessione di Popoli, e nella Valle del Tirino, con Bussi. Dall’altra parte, con l’istituzione della provincia di Rieti, L’Aquila perdeva Cittaducale e Amatrice. Il ridimensionamento della struttura provinciale fu compensato, quindi, con il concetto di “Grande Aquila” inteso come la creazione di grosso comune di circa 50 mila abitanti».

Come reagì la classe politica locale a quello che oggi sembra solo un tatticismo studiato solo per garantire una certa consistenza demografica?

«Adelchi Serena, aquilano, era agli inizi della sua scalata politica e fu costretto a misurarsi con altri gerarchi fascisti come Alessandro Sardi e Giacomo Acerbo che, all’epoca, era già in stretto contatto con Mussolini. I comuni resistettero con estrema energia. Nemmeno uno accettò di buon animo questa decisione. Bagno e Sassa erano considerati una sorta di roccaforte socialista per via di Emilio Lopardi. A Paganica, invece, la resistenza venne dagli stessi fascisti. Il podestà di Paganica era il nazionalista Alessandro Vivio. Interessarono della vicenda anche lo storico Gioacchino Volpe, che era in auge presso il regime, e che tuttavia non potè modificare le decisioni prese in alto loco».

Che rapporto c’era fra L’Aquila e i Comuni soppressi, e come cambiò in seguito?

«Il rapporto fra la città ed il territorio divenne inesistente. Quel rapporto che naturalmente c’era stato per anni, magari legato al mercato che rappresentava un aspetto importante nella vita sociale di questi paesi, venne a decadere. Anche gli aspetti strutturali della vita delle frazioni, come la viabilità, furono tenuti in scarsissima considerazione».

Come giudica questa modificazione di equilibri territoriali che certamente, per i territori “annessi” non rappresentò un vantaggio?

«Fu un’operazione rozza, un argomento deciso dalla sera alla mattina».

E la protesta delle popolazioni fu solo un fatto politico?

«Rappresentò un fatto culturale e anche civile. L’acqua, ad esempio, di cui erano dotati alcuni territori, era un fattore determinante».

Da un punto di vista strettamente politico ed economico, quali furono gli equilibri trasformati?

«Il collegio uninominale dell’Aquila che esprimeva il parlamentare comprendeva solo la parte nord, nord-ovest. Paganica e Bazzano, ad esempio, facevano riferimento ad un altro collegio elettorale, quello di San Demetrio. C’era una netta differenza tra la città che guardava alla montagna e un centro con un notevole senso commerciale come San Demetrio. La perdita di Popoli e Bussi, inoltre, aveva privato la provincia di un importante centro industriale, dove tra l’altro era stata istituita la prima Camera italiana del Lavoro».

Si tentava, quindi, di compensare queste perdite con un approccio “agrario”?

«Il fascismo tendeva molto alla ruralizzazione, ma in questo caso il tentativo di creare un rapporto tra la città ed il territorio fu del tutto inesistente». Angela Baglioni
(31 luglio 2007)

Quattro mesi dopo. Molti dubbi e poche certezze.



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A tre settimane da Settembre.


di Cittadini per i cittadini

Riportiamo in questo spazio l'articolo uscito sulla rivista della Protezione Civile "L'Abruzzo e noi" (edizione del 24 Agosto), articolo che in un primo momento non ci era stato pubblicato, nel quale esprimiamo con chiarezza i dubbi sul Censimento del fabbisogno abitativo. Lo pubblichiamo nella versione definitiva.

La nostra popolazione, che versa in condizioni di disagio, ha vissuto la definizione di due atti regolativi importanti e impellenti: il censimento e la definizione dei criteri di assegnazione .Le rilevazioni già effettuate in precedenza sono state insufficienti e lacunose, nonostante il grande apparato messo in campo, e questo censimento non ha assicurato “la più ampia partecipazione dei cittadini” come previsto dall’art.18 c. 1 della legge n. 225 del 1992, istitutiva della Protezione Civile. In particolare ha escluso i diversi diritti che quell’articolo è teso a garantire:
1) il diritto all’informazione preventiva e tempestiva di tutti gli interventi di ricostruzione;
2) il diritto all’esame, preventivo e tempestivo, delle varie opzioni che si prospettano;
3) il diritto di presentare proposte alternative a quelle indicate dalla Protezione Civile e l’obbligo di quest’ultima di tenerne conto;

Al contrario, bisogna denunciare il fatto che:
1) si è dato ai cittadini ed in particolare ai numerosi studenti e lavoratori residenti fuori regione, un tempo troppo breve (10 giorni), per riflettere su tutte le implicazioni prima di fare le proprie scelte;
2) la “dichiarazione sostitutiva” è stata presentata come una decisione personale irrevocabile. In realtà è uno strumento attraverso cui decisioni di vertice potrebbero essere fatte passare per scelte ”plebiscitarie”dei cittadini, in particolare per il progetto C.A.S.E. e prepara ad un ampliamento dello stesso.
3) Non è stata prevista l’opzione “altro” e solo l’opzione C.A.S.E. risultava appetibile; gli appartamenti in affitto hanno presentato grosse incognite, mentre l’ultima opzione del contributo aumentato, è sembrata una vaga promessa, dato che l’erogazione prevista finora è stata carente. Si sono presentate varie situazioni di proprietà e di condizione, non contemplate nel modulo,ad esempio chi non risulterà tra gli aventi bisogno solo perchè la proprietà certificata da atti pubblici (con la finestra temporale di 6 mesi prevista) non è ancora stata registrata dall’anagrafe dell’ufficio comunale. Ufficio questo che, di fatto, utilizzava i messi comunali per gestire le pratiche, perlopiù in modo cartaceo e non elettronico.
Dai risultati emersi sono 36.352 persone gli abitanti con esigenza abitative,senza contare i numerosi abitanti in case B e C., dunque è evidente che, come sostenuto dalla conferenza dei comitati, a settembre gli alloggi previsti non basteranno e si prospetta un nuovo esodo inaccettabile soprattutto in riferimento ai costi altissimi che ha avuto ed ha l’intera operazione: piattaforme antisismiche da 600mila euro ciascuna,165 milioni di euro per le spese degli alberghi e costi elevati e non ancora definiti anche per le tendopoli.

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Programma festa della creatività


ore 9:00 - 10:00
Interventi delle autorità (Sindaco di L'Aquila Massimo Cialente, Presidente Provincia L'Aquila Stefania Pezzopane, Sottosegretario Direttore Dip. Protez. Civ. Guido Bertolaso, Direttore Generale ASL 4 Roberto Marzetti, Comitato 3.32)
Intervento del direttore del DSM ASL 4 L'Aquila Vittorio Sconci e del Responsabile del Centro Diurno Alessandro Sirolli

ore 10.00 – 10.05
Ventidue secondi di silenzio.

ore 10.05 – 10.15
Coro delle Tendopolimpiadi (scritto e interpretato dai ragazzi delle tendopoli aquilane).

Ore 10.15 – 10.30
Lettura della storia “Coniglia rosa brillante”, di Patrizia Angelozzi (tratta dal libro “Ti racconto una storia”). Legge l’attrice Patrizia Bellezza con accompagnamento musicale di Antonello Carusi

ore 10:30 - 10:45
“Io. Melania, bambina dislessica” (lettura di brani dal libro omonimo. Legge la madre Sabrina Di Tullio con l’accompagnamento musicale di Antonello Carusi)

Ore 10.45 – 11.30
Happening musicale “La Terra dei suoni” a cura del maestro Renato De Michele (Coop. L’Aquilone, Napoli).

ore 11:30 - 11:40
Intervento del presidente dell'Associazione Italiana per la Creatività Vittorio Cei

ore 12.00 – 12.30
Spettacolo Tamorra napoletano (elaborato per il terremoto dell’Irpinia), scritto e interpretato da Loredana Russo e Bruno Senese.

Ore 12.30 – 13.00
“La creatività che diventa realtà: Decrescitasostenibile & Sobrietà Felice”. A cura di Alberto Mazza.

ore 13:00
Laboratorio creativo "L'Aquilone: L’Aquila torna a volare”.
Spettacolo di aquilone acrobatico a cura di Michele Martone.
Volo di aquiloni auto costruiti da bambini e utenti del Centro Diurno di L’Aquila
Nel corso della mattinata:

ore 9:00-11:00
(Villa comunale, lateralmente al palco) Laboratorio creativo di pittura "La mia Guernica" (pazienti psichiatrici e giovani aquilani dipingono pannelli con immagini del terremoto vissuto)

ore 13:00 - 14:30 Pausa pranzo

A testimonianza del progetto di Bibliobus che il Circolo Arci Querencia sta portando avanti grazie anche alla collaborazione del punto Einaudi dell’Aquila, di Radio 3 e dell’Ama, sarà presente un punto di lettura affiancato dal Bibliobus che quotidianamente gira per i Campi di Accoglienza dell’Aquila.
Punto Informativo sul Servizio Civile Nazionale in occasione del Bando indetto il 26 Giugno a cura di Arci Servizio Civile L’Aquila, Centro di Servizio per il Volontariato della provincia dell’Aquila e Caritas Diocesana Abruzzo-Molise


Ore 14:30 - 16:00
(Tenda in Villa Comunale)
Tavola rotonda "Immaginare è già domani. Il futuro nella creatività di oggi" (psichiatri, psicologi, insegnanti, imprenditori, artisti, designer)

Ore 14:30 - 16:00
(Tenda in Villa Comunale)
Proiezione di filmati e DVD musicali prodotti da servizi di riabilitazione psicosociale, artisti, aziende.

Ore 14:30 - 16:00
(Villa comunale lateralmente al palco).
Laboratorio di scultura creativa "Sassi vivaci" con la guida del maestro scultore Giuseppe Colangelo e la partecipazione di giovani aquilani e di pazienti psichiatrici.

Ore 14:30 - 16:00
(Villa comunale lateralmente al palco)
Laboratorio musicale (a cura di “L'Arte Aiuta – ONLUS”).
Laboratorio teatrale (a cura di “L'Arte Aiuta – ONLUS”).

Ore 14.45 – 15.00
Libere emozioni in versi e musica. Legge Anthony Molino (antropologo, psicanalista) con accompagnamento musicale di Antonello Carusi.

Ore 15.00 – 15.20
Spettacolo-laboratorio teatrale di strada “Storie di Pace” a cura dell’Associazione Culturale Teatrabile. Spettacolo teatrale per la promozione del Servizio Civile Nazionale e della cittadinanza attiva realizzato grazie alla Regione Abruzzo. Ispirato liberamente alle storiche figure di Don Milani e Pietro Pinna.

Ore 15.20 – 15.35
Lettura del brano di Fulvio Giuliani “Ju Tarramutu”. Legge l’attore Franco Villani (compagnia “Il gruppo dell’Aquila”).
Lettura di una poesia di Modesto della Porta. Legge l’attrice Rosanna Crisi (compagnia “Il gruppo dell’Aquila”) con accompagnamento musicale di Antonello Carusi.

Ore 15.35 – 16.00
Spettacolo Associazione Alchimia’ sband (Frascati).

Ore 16.00 – 16.10
Intervista al Sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso e al direttore del DSM della ASL Roma H Dott. Leccisi.

Ore 16.10 – 16.40
Spettacolo teatrale “Prima, attraverso, dopo” (un dialogo teatrale dalle tendopoli) di Artisti Aquilani Onlus.

Ore 16.40 – 17.10
Spettacolo di danza (a cura di “L'Arte Aiuta – ONLUS”).

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Parte 19


LA POLITICA DELLA LUNGIMIRANZA A PARTIRE DALLE BUONE PRATICHE.

16 Luglio.

Nell’iniziale programma della Festa della Creatività, era stato proposto un incontro diretto con il dott. G.Bertolaso poiché poteva essere una buona occasione per un confronto aperto tra il potere governativo e quello locale, nella cornice di una tematica particolare, ma impegni improrogabili non avevano consentito la sua presenza.
Ho insistito e ottenuto la sua presenza nelle ore serali, anche se limitata di tempo.
Si è così svolto un dialogo alla presenza del sindaco Cialente e del dott.Vittorio Sconci finchè l’affermazione inopportuna di Bertolaso “siamo stati creativi” ha innervosito ulteriormente il portavoce dei comitati di quell’occasione che ha usato toni di scarso dialogo. Verso il Sottosegretario si sono aggiunti i fischi e gli insulti di una parte dei cittadini (esasperati da mesi per le situazioni di disagio e di poca chiarezza, sia nelle normative che nelle procedure burocratiche del comune) tanto che Guido Bertolaso si è allontanato innervosito.
Osservando una unilaterale presa di posizione verso l’amministrazione locale, ugualmente responsabile nella gestione, ho fatto presente la necessità di un serio intervento rivolto all’amministrazione locale, per trovare una strategia alternativa e per comunicare a nostra volta le istanze che ci interessano.
Prima della successiva conferenza dei comitati avevo fatto girare sulla mailing list il documento della Partecipazione, documento che poi fu messo al primo punto dell'ordine del giorno della riunione di tutti i comitati cittadini. Nonostante ciò nella conferenza è stato inserito il punto "zero" ovvero quali proposte ci sono tra i comitati per le azioni da fare e così la discussione si è protratta fino le ore 19.30, poco prima dell’orario di chiusura dell’Accademia delle Belle Arti, luogo ospitante. Ho chiesto comunque di prendere una decisione in merito al documento di Partecipazione Trasparenza e Ricostruzione, continuando la discussione fuori e nei giorni successivi ho fatto girare nuovamente una bozza del documento.
Con la collaborazione di tutti è diventato un buon documento da presentare e ci ha permesso di apparire non politicizzati ma propositivi.


Enza Blundo

Il programma della "festa della creatività": leggi.

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Parte 11, Versione Integrale Documento x Bertolaso


RICHIESTE OPERATIVE DEI COMITATI CITTADINI ALLA PROTEZIONE CIVILE

RAPPRESENTIAMO I COMITATI DEI CITTADINI CHE, ALL’INDOMANI DEL SISMA, HANNO LANCIATO LA CAMPAGNA 100%.
100% RICOSTRUZIONE - TRASPARENZA - PARTECIPAZIONE E CHE HANNO ORGANIZZATO LA MANIFESTAZIONE DAVANTI A MONTECITORIO MARTEDÌ 16 GIUGNO.

CONSAPEVOLI DELLO SFORZO E DELL’IMPEGNO PROFUSO DALL’INTERA STRUTTURA DELLA PROTEZIONE CIVILE NELLA FASE DI PRIMA EMERGENZA SUCCESSIVA IL TRAGICO EVENTO DEL 6 APRILE, CONSIDERATA PERO’ L’INADEGUATEZZA DEL DECRETO PER LA RICOSTRUZIONE IN APPROVAZIONE IN PARLAMENTO, VOGLIAMO SOTTOPORLE UNA SERIE DI PROBLEMATICHE CHE NECESSITANO DI UNA IMMEDIATA SOLUZIONE.

DOPO MESI DI ANNUNCI E DI PROMESSE DALLE PAROLE SI È PASSATI AI FATTI, AI PROVVEDIMENTI SCRITTI E VOTATI CHE NON GARANTISCONO AI CITTADINI AQUILANI GLI STESSI DIRITTI RICONOSCIUTI IN CATASTROFI ANALOGHE. RIVENDICHIAMO QUINDI IL DIRITTO ALLA PARITA’ DI TRATTAMENTO,
IN RELAZIONE AL DECRETO UMBRIA, COME RIFERIMENTO AD UN RISULTATO ESEMPLARE ED ALLA TASSA DI SCOPO COME PRECONDIZIONE NECESSARIA A TAL FINE.

ESIGIAMO IL 100% DELLA RICOSTRUZIONE, E CHIEDIAMO UNA COPERTURA FINANZIARIA CREDIBILE PER NON ESSERE TRATTATI DA TERREMOTATI DI SERIE B.

MA AL DI LÀ DELLA PREDETTA COMPLESSIVA INSODDISFAZIONE, OGGI, IN QUESTA SEDE, VORREMMO AVANZARE RICHIESTE SEMPLICI E FACILMENTE VERIFICABILI NELLA LORO ATTUAZIONE LE CUI RISPOSTE NON DOVRANNO QUINDI ESSERE AFFIDATE ALLE PAROLE MA AI FATTI. IN QUANTO DI DIRETTA COMPETENZA DELLA PROTEZIONE CIVILE.

1. 100% DIRITTI.

DENUNCIAMO CON FORZA LA RIDUZIONE DEGLI SPAZI DI LIBERTÀ E DEGLI ELEMENTARI DIRITTI COSTITUZIONALI NEI CAMPI.
IN QUESTI MESI CI È STATO PIÙ VOLTE IMPEDITO DI SVOLGERE ASSEMBLEE NEI CAMPI, DI INFORMARE, DI DISTRIBUIRE VOLANTINI PER DIFFONDERE LE INIZIATIVE, DI UTILIZZARE IL MEGAFONO ANCHE AL DI FUORI DEI CAMPI.

L’EMERGENZA NON PUÒ ESSERE LA SCUSA PER LEDERE I BASILARI ELEMENTI DI UNA DEMOCRAZIA DI DIRITTO: IL DIRITTO DI RIUNIONE, DI ASSEMBLEA E DI INFORMAZIONE.
PER QUESTO CHIEDIAMO CHE CI SIANO IN OGNI CAMPO SPAZI PER LE ASSEMBLEE, BACHECHE A DISPOSIZIONE DEI CITTADINI, POSSIBILITÀ DI DISTRIBUIRE VOLANTINI E PROPAGANDARE INIZIATIVE.

NON AVREMMO MAI CREDUTO , IN ITALIA, DI DOVER FARE QUESTE RICHIESTE! NON OCCORRONO PIÙ DI 24H PER IL RIPRISTINO DI QUESTI ELEMENTARI DIRITTI, IL TEMPO NECESSARIO PER FIRMARE UNA CIRCOLARE PER I RESPONSABILI DEI CAMPI.

CHIEDIAMO INOLTRE LO SPAZIO DI UNA PAGINA ALL’INTERNO DI OGNI USCITA SUL PERIODICO DI INFORMAZIONE “L’ABRUZZO E NOI”. EDITO DAL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE CONSIDERATA LA FINALITA ’ CHE SI PROPONE.

CHIEDIAMO CHE LE NECESSITA’ DI CONTROLLO E SICUREZZA NON DIVENTINO MAI STRUMENTO DI COERCIZIONE E LIMITAZIONE DELLE LIBERTA’ PERSONALI.

TUTTI DEBBONO POTER ACCEDERE NEI CAMPI PER INCONTRARE PARENTI E CONOSCENTI SENZA SUBIRE INTERROGATORI.

CHIEDIAMO CHE SIANO ATTIVATI E RESI FRUIBILI, ENTRO 7 GIORNI, COLLEGAMENTI SENZA FILI (WIRELESS) E INTERNET LIBERI E GRATUITI. DENUNCIAMO INFATTI CHE IN ALCUNI CAMPI È STATA IMPEDITA L’INSTALLAZIONE DI RETI.

2. 100% AQUILANI A L’AQUILA E FUORI DALLE TENDE.

CHIEDIAMO CHE SIA PREDISPOSTO IMMEDIATAMENTE UN PIANO CHE CONSENTA DA SUBITO SISTEMAZIONI DIGNITOSE PER LA POPOLAZIONE E CHE PERMETTA A CHI È FUORI CITTÀ DI RITORNARE.

RITENIAMO INFATTI CHE LA SCELTA DI DISGREGAZIONE E DIVISIONE GEOGRAFICA E SOCIALE ATTUATA CON I PROVVEDIMENTI PER LA SISTEMAZIONE DELLA POPOLAZIONE COLPITA DAL SISMA, UNITAMENTE A QUELLA DI FAR RIMANERE LE PERSONE 8/10 MESI NELLE TENDE SI È RIVELATA UN FATTORE DI LIMITAZIONE DELL’AUTONOMIA DEI CITTADINI, DI RIDUZIONE ALLO STATO DI NECESSITA’ E DI PROSCIUGAMENTO DEL TESSUTO ECONOMICO DELLA CITTA’.

NEGLI ULTIMI EVENTI SISMICI DOPO DUE MESI LE POPOLAZIONI ERANO GIÀ ALLOGGIATE IN SISTEMAZIONI DIGNITOSE.

CHIEDIAMO QUINDI L’ADOZIONE DI UN PIANO CONCORDATO CHE PREVEDA L’IMPIEGO DI SISTEMAZIONI ABITATIVE TEMPORANEE REMOVIBILI CHE SOSTITUISCANO LE TENDE. SI UTILIZZINO IN TAL SENSO MODULI ABITATIVI TEMPORANEI, APPARTAMENTI SFITTI E INVENDUTI O CASE DI LEGNO.

AVREMMO PIACERE DI DISCUTERE CON LEI IL PIANO “FUORI DALLE TENDE”, SABATO 27 GIUGNO IN OCCASIONE DELLA MANIFESTAZIONE CITTADINA.

CHIEDIAMO ALTRESÌ CHE POSSANO ESSERE RIVISTE LE SCELTE RELATIVE ALLA LOCALIZZAZIONE E REALIZZAZIONE DEL PIANO C.A.S.E. CIO’ LADDOVE RISULTA PALESE UNA INCOMPATIBILITA’ TERRITORIALE PROCEDENDO IN QUESTI CASI AD UNA RICOLLOCAZIONE PENSATA IN BASE A CRITERI DI MASSIMIZZAZIONE DELLA PROSSIMITA’ AI LIMITI DELLA PERIFERIA URBANA.

CHIEDIAMO ALTRESI’ DI RICONSIDERARE LA DETERMINAZIONE DELL ’INDENNIZZO DEL TERRENO OGGETTO DI ESPROPRIO IN BASE AL VALORE DI DESTINAZIONE D’USO FINALE COME PREVISTO DALLA GIURISPRUNDENZA.

3. 100% TRASPARENZA.

CHIEDIAMO CHE LA PROTEZIONE CIVILE PUBBLICHI SUL PROPRIO SITO WEB NEL DETTAGLIO IL RESOCONTO DELLE ENTRATE E DELLE USCITE CON IL MASSIMO DETTAGLIO.

UN PROVVEDIMENTO DI TRASPARENZA CHE È DOVUTO AGLI AQUILANI E A TUTTI GLI ITALIANI CHE HANNO PAGATO LE TASSE E DONATO GENEROSAMENTE IMPORTANTI RISORSE PER LA NOSTRA TRAGEDIA.

4. 100% TEMPISTICA.

L’INCOMPRENSIBILE RITARDO NELLA EMANAZIONE DELLE ORDINANZE PER IL RIPRISTINO DELLA AGIBILITA’ DEGLI EDIFICI (PERALTRO DI SOLA CLASSIFICAZIONE A, B, C), LA ASSENZA DI CHIAREZZA DI APPLICAZIONE DELLE PROCEDURE E L’ASSENZA REALE DEI FONDI NECESSARI STA DETERMINANDO LA CONCRETA IMPOSSIBILITA ’ DI DARE AVVIO AI LAVORI, IL CONSEGUENTE DISPENDIO DI RISORSE PUBBLICHE E IL PROTRARSI DEI DISAGI DELLA POPOLAZIONE COSTRETTA A SISTEMAZIONI PRECARIE.

DENUNCIAMO INOLTRE L’INACCETTABILE RITARDO NELLA MESSA IN SICUREZZA DELLE ABITAZIONI E DEI PALAZZI DEL CENTRO STORICO E NON CHE NECESSITANO DI TALE URGENTE INTERVENTO E CHE HANNO SUBITO, DA QUEL TRAGICO 6 APRILE, ULTERIORI E GRAVI DANNI DOVUTI A SCOSSE DI ASSESTAMENTO E MALTEMPO CON UN SENSIBILE AUMENTO DELLE RISORSE NECESSARIE ALL LORO RIPRISTINO E RECUPERO.
CHIEDIAMO QUINDI:
- L’EMANAZIONE DI UNA ORDINANZA IMMEDIATA CHE CHIARISCA TALI PROCEDURE AL FINE DI RENDERE EFFETTIVAMENTE DISPONIBILI I FONDI.
-L’EMANAZIONE DI UNA ORDINANZA IMMEDIATA CHE DISCIPLINI DA SUBITO LA RICOSTRUZIONE DEI FABBRICATI CON CLASSIFICAZIONE D – E
- UN IMMEDIATO PIANO DI MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI DEL CENTRO STORICO DELLA CITTA’, DEI COMUNI LIMITROFI E DI TUTTE LE ABITAZIONI CHE DI TALE INTERVENTO NECESSITANO.

5. 100% SOSTEGNO ECONOMICO.

A RIPRISTINO DEL TESSUTO SOCIO-ECONOMICO, CHIEDIAMO CHE VENGANO UTILIZZATI FORNITORI LOCALI DI PRODOTTI E SERVIZI.

CHIEDIAMO CHE VENGANO GARANTITI I PASTI A TUTTA LA POPOLAZIONE COLPITA DAL SISMA CON CRITERI DI EQUITA’ E MODIFICATE LE MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE DEGLI STESSI UTILIZZANDO MENSE E SERVIZI DI RISTORAZIONE A GESTIONE LOCALE MEDIANTE L’EROGAZIONE DI APPOSITI BUONI PASTO.
ESIGIAMO L’IMMEDIATA EROGAZIONE DEI DOVUTI CONTRIBUTI PER AUTONOMA SISTEMAZIONE ADEGUANDONE GLI IMPORTI A GARANZIA DELL’EQUIITA’ DI TRATTAMENTO DI TUTTA LA POPOLAZIONE DIVERSAMENTE SISTEMATA.

L’ATTUAZIONE DEI CINQUE PUNTI PRESENTATI, ATTRAVERSO ORDINANZE E PROVVEDIMENTI TEMPESTIVI, È IL PREREQUISITO INDISPENSABILE PER TENTARE DI AVVIARE UN DIALOGO TRA PARI CHE SI BASI SUL RISPETTO RECIPROCO.

PER QUESTO MOTIVO, PERCHÉ CREDIAMO CHE IL CONFRONTO SIA INDISPENSABILE PER LA RINASCITA DELLA NOSTRA TERRA CHE AMIAMO E DI CUI SIAMO ORGOGLIOSI, ALL’ATTUAZIONE DI QUESTI PRIMI QUATTRO PUNTI, LE PRESENTEREMO, PER DISCUTERNE CON LEI, UN DOCUMENTO CHE CODIFICHI E REGOLAMENTI LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLE SCELTE, COME LE ORDINANZE DELLA PROTEZIONE CIVILE, CHE DECIDONO OGNI GIORNO DEL NOSTRO FUTURO E DELLA NOSTRA VITA.

QUESTO PER SUPERARE LA POLITICA DEL FATTO COMPIUTO ED IN PARTICOLAR MODO IL PRINCIPIO AUTORITARIO PER IL QUALE NON SI ACCETTANO NÉ SI ASCOLTANO LE CRITICHE.

LA RICOSTRUZIONE DELLA NOSTRA CITTÀ È UN DIRITTO, NON UN REGALO CHE QUALCUNO CI STA CONCEDENDO CARITATEVOLMENTE.

PERCHÉ IL NOSTRO IRRINUNCIABILE PUNTO È 100% PARTECIPAZIONE, LE NOSTRE CITTÀ, I NOSTRI PAESI, IL NOSTRO FUTURO LI COSTRUIAMO NOI

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Parte 7, Convegno ARA sul futuro dell'Aquila.


Si è tenuto a L’Aquila, il 10 Giugno, l'incontro dibattito “Città policentrica o città compatta è questo il momento della scelta", organizzato dall’A.R.A. l'Associazione per la Ricostruzione di Aquila. Erano presenti il Vice-Presidente del consiglio Regionale Abruzzo Giorgio De Matteis, il consigliere regionale Luca Ricciuti, i consiglieri comunali Enzo Lombardi, Maurizio Capri, Enrico Perilli, rappresentanti delle associazioni cittadine che si occupano delle conseguenze successive al sisma, riunite in coordinamento (Centro Storico, Comitatus Aquilanus, Collettivo 99, Colta, Idea AQ, Rete AQ, 3 e 32).

Grandi nomi dell'urbanistica come Francesco Karrer, docente di architettura alla Sapienza di Roma, e tanti professionisti aquilani, hanno sottoposto ad un serrato esame il Piano case, ovvero la realizzazione in corso d'opera di moduli in cemento prefabbricato antisismici da posizionarsi in venti aree circostanti la Città di Aquila.

Vai al Video e l'articolo dell'incontro-dibattito sul sito di Abruzzo24ore.

< parte 6 - HOME STORIA - parte 8 >

Voto provocatorio chiesto ai consiglieri sul decreto n39.


Voto dei consiglieri comunali in merito al decreto n.39
Durante l’intervento della conferenza dei comitati cittadini al Consiglio Comunale aperto del 17/07/2009 abbiamo consegnato in modo provocatorio delle schede fac-simile di votazione chiedendo ai consiglieri presenti di esprimersi sul decreto 39. Sentiamo la necessità di verificare come la pensano i nostri rappresentanti sul futuro del territorio.

Forza Italia
Franco Mucciante, consigliere (capogruppo). Contrario
Adriano Perrotti, consigliere. Astenuto
Enzo Lombardi, consigliere. Astenuto

Alleanza Nazionale
Vito Colonna, consigliere (capogruppo). Astenuto
Nicola Iovenitti, consigliere. Astenuto

Unione Democratici per l’EURopa
Giampaolo Arduini, consigliere (capogruppo). Contrario

Consigliere Straniero – Lista “Un Mondo per tutti”
Roland Vide, consigliere. Contrario

Movimento per le autonomie
Emanuele Imprudente, consigliere. Contrario
Luigi Di Luzio, consigliere (capogruppo). Astenuto
Marco Tiberio, consigliere. Assente

Democrazia Cristiana per le Autonomie
Roberto Tinari, consigliere (capogruppo). Astenuto

UDC
Maurizio Leopardi, consigliere. Astenuto
Angelo Corrado Sciomenta, consigliere. Assente

Impegno per L’Aquila
Franco-Maria Colonna, consigliere (capogruppo) Scheda nulla

Italia dei Valori
Angelo Mancini, consigliere (capogruppo). Contrario

Socialisti Riformisti
Giancarlo Vicini, consigliere (capogruppo). Astenuto
Gianni Padovani, consigliere. Contrario

L’Aquila Città Unita
Luigi Faccia consigliere (capogruppo). Contrario

Sinistra Democratica
Giustino Masciocco, consigliere (capogruppo). Contrario
Giuseppe Bernardi, consigliere. Contrario

Rifondazione Comunista
Enrico Perilli, consigliere (capogruppo). Contrario

Comunisti Italiani
Carlo Benedetti consigliere (capogruppo). Astenuto

Democrazia Cristiana
Giuseppe Ludovici, consigliere (capogruppo). Astenuto

Liberal Democratico
Alfonso Tiberi, consigliere. Astenuto
Enrico Verini, consigliere (capogruppo). Astenuto

La Destra
Luigi D’Eramo, consigliere (capogruppo). Contrario

Partito Democratico
Francesco Pistoia, consigliere. Astenuto
Angelo Orsini, consigliere. Contrario
Piero Di Piero, consigliere. Contrario
Francesco Valentini, consigliere. Astenuto
Antonello Bernardi, consigliere. Astenuto
Pietro Di Stefano, consigliere (capogruppo). Contrario
Antonella Santilli, consigliere. Astenuto
Maurizio Capri, consigliere. Contrario
Pierluigi Mancini, consigliere. Astenuto
Vincenzo Rivera, consigliere. Contrario
Vito Albano, consigliere. Contrario
Abruzzo Democratico
Pasquale Corriere, consigliere. Contrario
Adriano Durante, consigliere. Contrario
Gino Di Carlo, consigliere. Astenuto

Popolo delle Libertà
Pierluigi Tancredi,consigliere. Astenuto
Voto dei consiglieri comunali in merito al decreto n.39
Durante l’intervento della conferenza dei comitati cittadini al Consiglio Comunale aperto del 17/07/2009 abbiamo consegnato in modo provocatorio delle schede fac-simile di votazione chiedendo ai consiglieri presenti di esprimersi sul decreto 39. Sentiamo la necessità di verificare come la pensano i nostri rappresentanti sul futuro del territorio.

Forza Italia
Franco Mucciante consigliere (capogruppo) contrario
Adriano Perrotti consigliere astenuto
Enzo Lombardi consigliere astenuto

Alleanza NazionaleVito Colonna consigliere (capogruppo) astenuto
Nicola Iovenitti consigliere astenuto

Unione Democratici per l’EURopa
Giampaolo Arduini
consigliere (capogruppo) contrario
Consigliere Straniero – Lista “Un Mondo per tutti”
Roland Vide
consigliere contrario
Movimento per le autonomie
Emanuele Imprudente
consigliere contrario
Luigi Di Luzio
consigliere (capogruppo) astenuto
Marco Tiberio
consigliere (capogruppo) assente
Democrazia Cristiana per le Autonomie
Roberto Tinari
consigliere (capogruppo) /astenuto
UDC
Maurizio Leopardi
consigliere astenuto
Angelo Corrado Sciomenta
consigliere assente
Impegno per L’Aquila
Franco-Maria Colonna
consigliere (capogruppo) Scheda nulla
Italia dei Valori
Angelo Mancini
consigliere (capogruppo) contrario
Socialisti Riformisti
Giancarlo Vicini
consigliere (capogruppo) astenuto
Gianni Padovani
consigliere contrario
L’Aquila Città Unita
Luigi Faccia
consigliere (capogruppo) contrario
Sinistra Democratica
Giustino Masciocco
consigliere (capogruppo) contrario
Giuseppe Bernardi
consigliere contrario
Rifondazione Comunista
Enrico Perilli
consigliere (capogruppo) contrario
Comunisti Italiani
Carlo Benedetti
consigliere (capogruppo) astenuto
Democrazia Cristiana
Giuseppe Ludovici
consigliere (capogruppo) astenuto
Liberal Democratico
Alfonso Tiberi
consigliere astenuto
Enrico Verini
consigliere (capogruppo) astenuto
La Destra
Luigi D’Eramo
consigliere (capogruppo) contrario
Partito Democratico
Francesco Pistoia
consigliere astenuto
Angelo Orsini
consigliere contrario
Piero Di Piero
consigliere contrario
Francesco Valentini
consigliere astenuto
Antonello Bernardi
consigliere astenuto
Pietro Di Stefano
consigliere (capogruppo) contrario
Antonella Santilli
consigliere astenuto
Maurizio Capri
consigliere contrario
Pierluigi Mancini
consigliere astenuto
Vincenzo Rivera
consigliere contrario
Vito Albano
consigliere contrario
Popolo delle Libertà
Pierluigi Tancredi
consigliere astenuto
Abruzzo Democratico
Pasquale Corriere
consigliere contrario
Adriano Durante
consigliere contrario
Gino Di Carlo
consigliere astenuto

Partecipazione: Incontro fra i comitati ed alcuni consiglieri comunali

DEFINIZIONE DELLE LINEE GUIDA SULLE PROCEDURE PER LA TRASPARENZA E L’INFORMAZIONE

Premessa
Nelle linee guida sulla partecipazione e' prevista l'emanazione di un regolamento della partecipazione diviso in due blocchi:
Procedure per un'informazione trasparente e tempestiva
Procedure per la partecipazione dei cittadini.
Il documento che segue si riferisce unicamente al primo blocco.
Il presente documento è la bozza del regolamento tipo che Comune, Provincia e Regione dovrebbero adottare al fine di dare un'opportuna formalizzazione al funzionamento e alla gestione delle procedure di informazione verso in cittadini, con particolare riferimento al proprio sito internet. Si tratta di un insieme di regole minime, che hanno lo scopo di dare concreta attuazione ai diritti di informazione, trasparenza e partecipazione democratica dei cittadini attraverso la rete internet e ai corrispondenti obblighi, previsti dal nostro ordinamento, per tutte pubbliche amministrazioni. Le formulazioni proposte per i vari articoli intendono definire i ruoli e le responsabilità da una parte e precisare i diritti dei cittadini dall'altra, nell'intento di disegnare un quadro di regole che possa dare luogo anche ad azioni in caso di mancato rispetto delle regole stesse.
Nel testo viene indicato un "ufficio ..." generico come responsabile principale delle attività di aggiornamento e gestione dei contenuti del sito istituzionale. Sarà compito della singola istituzione (comune, provincia, regione) individuare tale ufficio e specificare i compiti relativi.
Bozza di Regolamento per un'informazione trasparente e tempestiva

Art. 1 - Oggetto del regolamento
Il presente regolamento disciplina le procedure informative dell'ente verso i cittadini e fornisce indicazioni per migliorare la qualità delle attività d'informazione e di comunicazione nel rispetto delle disposizioni di legge riportate nel successivo articolo 8.

Art 2 - Obiettivi e finalità
Contribuire a dare concreta attuazione ai principi di trasparenza, semplificazione, efficienza dell'attività amministrativa e garantire al contempo i diritti all'uso delle tecnologie dell'informazione, della comunicazione e la partecipazione democratica dei cittadini.
Promuovere attraverso la rete la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e ambientale del territorio.
Promuovere attraverso la creazione di info-point territoriali l'informazione e la relazione con la cittadinanza.
Promuovere l'accesso libero e gratuito alla rete internet per tutta la popolazione come diritto base di cittadinanza.
Favorire le relazioni e la collaborazione tra la Pubblica Amministrazione e la collettività allo scopo di innovare e migliorare la qualità dei servizi offerti e contribuire allo sviluppo socio-economico della comunità.

Art. 3 - Funzioni
Ogni ufficio ha accesso riservato alle aree e sezioni del sito istituzionale di propria competenza con l'obbligo di pubblicare e aggiornare le informazioni, gli atti ed i documenti che hanno rilevanza pubblica, nel rispetto della normativa sulla riservatezza dei dati personali.
L'Ufficio … svolge funzioni di coordinamento e supervisione di tutte le attività di pubblicazione e aggiornamento del sito istituzionale.
L'Ufficio ... svolge in particolare le seguenti funzioni:
a) promuove la piena integrazione del sito Internet comunale con la rete interna (intranet) degli uffici e con gli uffici stessi allo scopo di favorire l'aggiornamento costante di dati e informazioni;
b) promuove l'integrazione del sito internet del Comune con quelli degli altri Enti istituzionali territoriali (comuni, comunità Montana, Provincia, Regione) e dei soggetti della società civile al fine di condividere dati e informazioni e quindi partecipare al meglio alle opportunità di comunicazione offerte dalla rete;
c) diffonde e sostiene l'uso consapevole, da parte del personale degli uffici comunali, delle opportunità e degli strumenti offerti dalle tecnologie dell'informazione.

Art. 4 - Contenuti informativi essenziali
1. Attraverso il sito internet vengono pubblicati e costantemente aggiornati gli atti e le informazioni di seguito elencati che costituiscono i contenuti minimi essenziali al rispetto degli obblighi di informazione, comunicazione, trasparenza e partecipazione democratica del Comune nei riguardi della collettività.
2. Gli atti e le disposizioni da rendere accessibili sul sito sono:
a) tutte le deliberazioni e gli altri atti del Consiglio Comunale;
b) tutti i documenti di programmazione economica (PEG, Bilancio annuale e pluriennale, etc);
c) tutti i documenti di programmazione urbanistica (PRG, particolareggiati, varianti, Piani di ricostruzione e recupero etc.);
d) tutte le deliberazioni e gli altri atti della Giunta Comunale;
e) le ordinanze;
f) i bandi di gara e i concorsi con i rispettivi esiti (soggetti aggiudicatari, progetti vincitori, etc.);
g) le determinazioni dirigenziali;
h) la nomina, la designazione e la revoca di rappresentanti dell'ente presso altri enti, aziende, istituzioni,
i) i regolamenti comunali.
l) i documenti di bilancio delle aziende, istituzioni, dei soggetti pubblici e privati che gestiscono servizi pubblici comunali (provinciale, regionali)
m) tutti gli affidamenti/appalti a soggetti esterni, pubblici e privati, per importi superiori ai 10.000 euro (descrizione fornitura, importo, dati del fornitore, data, durata del contratto …)
3. I dati e le informazioni da rendere accessibili sul sito sono:
a) informazioni relative ai lavori di Giunta e Consiglio: Calendario dei lavori (Aula e commissioni), Resoconto stenografico delle sedute (Aula e Commissioni), diretta audio/video online e registrazione delle sedute (Aula e Commissioni), presenze e votazioni espresse alle sedute (Aula e Commissioni), informazioni relative a Sindaco, Giunta e Consiglio: dati personali, incarichi, curriculum, date di inizio e fine mandato, recapiti;
b) informazioni relative agli uffici: l'organigramma, l'articolazione degli uffici, le attribuzioni e l'organizzazione di ciascun ufficio, nonché il settore riferibile all'attività da essi svolta, corredati dai documenti anche normativi di riferimento;
c) informazioni relative ai procedimenti: l'elenco delle tipologie di procedimento svolte da ciascun ufficio, le scadenze e le modalità di adempimento dei procedimenti, il termine per la conclusione di ciascun procedimento ed ogni altro termine procedimentale, il nome del responsabile e l'unità organizzativa responsabile dell'istruttoria e di ogni altro adempimento procedimentale, nonché dell'adozione del provvedimento finale, come individuati ai sensi degli articoli 2, 4 e 5 della legge 7 agosto 1990, n. 241;
d) l'elenco completo delle caselle di posta elettronica istituzionali attive, specificando anche se si tratta di una casella di posta elettronica certificata di cui al decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 2005, n. 68;
e) le pubblicazioni di cui all'articolo 26 della legge 7 agosto 1990, n. 241, nonché i messaggi di informazione e di comunicazione previsti dalla legge 7 giugno 2000, n. 150;
f) l'elenco dei servizi forniti in rete già disponibili e dei servizi di futura attivazione, indicando i tempi previsti per l'attivazione medesima;
g) le dichiarazioni patrimoniali (dichiarazione di redditi e patrimoni) comunicate annualmente da rappresentanti politici e dirigenti previste dalla Legge 5 luglio 1982, n. 441;
h) il programma elettorale - se disponibile - con cui il Sindaco in carica è stato eletto.
4. I dati pubblici, di cui sopra, sono fruibili in rete gratuitamente e senza necessità di autenticazione informatica.
5. Gli atti e le informazioni di cui sopra sono pubblicati sul sito internet dell'ente contestualmente alla loro emanazione da parte dell'organo competente e comunque non oltre le 12 (dodici) ore successive alla loro emanazione o pubblicazione ufficiale in formati (o registri o canali) tradizionali.
6. Il Responsabile dell'Ufficio … garantirà che le informazioni contenute nel sito web siano conformi e corrispondenti alle informazioni contenute nei provvedimenti amministrativi originali dei quali si fornisce comunicazione tramite il sito Internet.
7. L'Ufficio ... provvederà ad assicurare che il sito Internet istituzionale, rispetti i principi di accessibilità, nonché di elevata usabilità e reperibilità, anche da parte delle persone disabili, completezza di informazione, chiarezza di linguaggio, affidabilità, semplicità dì consultazione, qualità, omogeneità ed interoperabilità.
8. Inoltre, ai fini di monitorare e migliorare nel tempo la qualità dei servizi offerti l'Ufficio ... provvede a realizzare periodiche rilevazioni del gradimento dei cittadini, delle famiglie, delle imprese e degli altri utilizzatori dei servizi on-line attraverso differenti strumenti e canali:
a) questionari da erogare in modalità multicanale tramite sito web, uffici, sportelli, posta, fax, e-mail, etc.
b) analisi, continua nel tempo, delle statistiche e dei dati relativi ai comportamenti di navigazione degli utenti del sito istituzionale;
c) raccolta di commenti, suggerimenti e opinioni tramite e-mail sondaggi online, etc.

Art. 5 - Utilizzo della posta elettronica istituzionale.
1. I Dirigenti dei singoli uffici provvedono a dotare tutti i dipendenti di una casella di posta elettronica istituzionale e ad attivare apposite caselle di Posta Elettronica Certificata (PEC) istituzionali affidate ai responsabili degli uffici.
2. Gli uffici e i singoli dipendenti devono procedere alla lettura, almeno una volta al giorno, della corrispondenza elettronica e rispondere ai messaggi di propria competenza entro e non oltre sette giorni dalla ricezione, adottando gli opportuni metodi di conservazione della stessa.
3. Ai fini della comunicazione interna, si raccomanda l'utilizzo in modo prevalente della posta elettronica, quale mezzo di trasmissione sostitutivo o integrativo di quelli già ordinariamente utilizzati, secondo quanto previsto dall'articolo 14 del "Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa", approvato con D.P.R. 28/12/2000, n. 445.

Art. 6 - Sicurezza di dati e informazioni
1. Ai fini e per gli obiettivi del presente regolamento, l'Ufficio ... provvede all'acquisizione ed alla gestione di apparati e/o servizi informatici e telematici rivolti all'adozione di idonee e preventive misure di sicurezza del sistema informativo utilizzato per la gestione del sito Internet istituzionale.
2. I documenti informatici e/o le informazioni trattate con strumenti informatici e relative al sito web istituzionale, devono essere custoditi e controllati con modalità tali da ridurre al minimo i rischi di distruzione, perdita, accesso non autorizzato o non consentito o non conforme alle finalità dell'Ente. Inoltre, il patrimonio informativo, presente nel sito Internet istituzionale, deve essere efficacemente protetto e tutelato al fine di prevenire possibili alterazioni sul significato intrinseco delle informazioni stesse.
3. Le misure di sicurezza vengono individuate alla luce delle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, in relazione alla natura dei dati da proteggere ed alle specifiche caratteristiche delle informazioni stesse, in grado di ridurre al minimo i rischi.

Art. 7 - Spese di gestione
La Giunta Comunale, annualmente, valuta la determinazione degli oneri per sostenere la creazione, il mantenimento, la gestione, il potenziamento del sito Web e la funzionalità degli info-point.

Art. 8 - Riferimenti normativi
Legge 7 agosto 1990, n. 241 "Nuove norme sul procedimento amministrativo" (modificato dalla Legge 11 febbraio 2005, n. 15);
Legge 7 giugno 2000, n. 150 "Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni" e successivi regolamenti attuativi;
DPR 28 dicembre 2000, n. 445 "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa";
Direttiva 16 gennaio 2002 "Sicurezza informatica e delle telecomunicazioni nelle pubbliche amministrazioni". (G.U. 22 marzo 2002, n. 69) Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie;
Direttiva del 7 Febbraio 2002 - "Direttiva sulle attività di comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni" - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Funzione Pubblica (G.U. n° 74 del 28 marzo 2002);
Direttiva del 27 novembre 2003 "Direttiva per l'impiego della posta elettronica nelle pubbliche amministrazioni" - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie;
Direttiva 27 luglio 2005 "qualità dei servizi on line e misurazione della soddisfazione degli utenti" - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie;
Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 - Codice in materia di protezione dei dati personali;
Legge 9 gennaio 2004, n. 4 Pubblicata in G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004 (Accessibilità siti web);
DPR 2 marzo 2004, n. 117 "Regolamento concernente la diffusione della carta nazionale dei servizi, a norma dell'articolo 27, comma 8, lettera b), della legge 16 gennaio 2003, n. 3" - (G.U. 6 maggio 2004, n. 105);
DM 8 luglio 2005 "Requisiti tecnici e i diversi livelli per l'accessibilità agli strumenti informatici" (G.U. 8 agosto 2005, n. 183);
Decreto Legislativo del 7 marzo 2005, n. 82 - "Codice dell'amministrazione digitale" - (G.U. n. 112 del 16-5-2005 - Suppl. Ordinario n. 93.);
Decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 159 - (G.U. del 29 aprile 2006, n. 99 - SO n. 105).

Linee guida della Partecipazione. Parte 3.


Le linee guida
Tutta l'informazione possibile il prima possibile, senza limitazioni: non c'è partecipazione senza informazione
1. Non è possibile parlare di partecipazione se non viene innanzitutto garantita l'informazione su quanto le istituzioni fanno, progettano e decidono nel presente e per il futuro. Le nostre popolazioni sono disperse in un'area di centinaia di chilometri e la difficoltà di reperire informazioni affidabili e tempestive aggrava il disagio, le paure e il distacco.
2. Ricominciare a tessere le trame di un disegno collettivo portando, con il corpo e la voce, il racconto di quello che accade e sta per accedere, direttamente nei luoghi dove gli abitanti sono dispersi. Le istituzioni debbono concordare un calendario di incontri da organizzare nelle tendopoli e negli alberghi e negli altri luoghi di raccolta per informare periodicamente, per ascoltare e per rendere conto dello stato di attuazione degli impegni assunti.
3. Fare della rete internet la struttura portante per l'informazione e la partecipazione degli abitanti alla ri-costituzione del tessuto sociale lacerato come condizione per la ri-costruzione del tessuto urbano. Assicurare l'accesso gratuito e illimitato di tutti gli abitanti alla rete dovunque essi si trovino, come servizio essenziale per l'esercizio dei diritti di cittadinanza di persone che vivono disperse, lontane dalle loro case e distanti tra di loro.
4. Ogni istituzione adotti un regolamento specifico che disponga in maniera chiara il diritto dei cittadini di essere informati tempestivamente su ogni atto, fatto e procedimento (leggi, delibere di giunta e consiglio, nomine, bandi, spese, retribuzioni, valutazioni dei danni, erogazioni dei finanziamenti, etc.) di loro competenza, attraverso il sito internet dell'istituzione stessa.
5. Nel regolamento di cui sopra siano definiti procedure, responsabili dei procedimenti e scadenze entro le quali l'amministrazione è tenuta a pubblicare e aggiornare le apposite sezioni del sito internet e siano anche previste le procedure attraverso cui i cittadini possano agire in caso di inadempienza.
6. Le istituzioni avviino immediatamente un gruppo di lavoro con la partecipazione dei cittadini per concertare l'adozione di questi regolamenti in modo che non vi siano disparità di trattamenti o procedure tra una istituzione e l'altra.

Coinvolgimento e partecipazione, pratiche ordinarie per far fronte ad un compito straordinario: non c'e ri-costruzione senza partecipazione.
1. Chiediamo alle istituzioni che adottino un regolamento specifico attraverso il quale garantire il diritto degli abitanti, come singoli e in associazione tra loro, a partecipare a tutte le decisioni che riguardino la gestione dell'emergenza e della ricostruzione.
2. Nel regolamento il diritto alla partecipazione deve articolarsi mediante: - il diritto alla informazione preventiva e tempestiva sulle decisioni di rilievo che l'istituzione intende adottare nel futuro, - il diritto all'esame pubblico e al dibattito preventivi e tempestivi delle soluzioni che l'istituzione intende adottare, - l'indicazione di procedure attraverso cui gli abitanti possano presentare osservazioni e proposte alternative a quelle indicate dall'istituzione; - l'obbligo delle istituzioni di tenere conto delle suddette osservazioni e proposte e l'obbligo di motivare le ragioni per cui eventualmente vengano adottate scelte diverse; - l'obbligo delle istituzioni a rendere conto dello stato di attuazione delle soluzioni adottate.
3. Le istituzioni avviino immediatamente un gruppo di lavoro con la partecipazione dei cittadini per concertare l'adozione di questi regolamenti in modo che non vi siano disparità di trattamenti o procedure tra una istituzione e l'altra.
4. Nel regolamento di cui sopra siano definiti procedure, responsabili dei procedimenti e scadenze entro le quali l'amministrazione è tenuta a pubblicare e aggiornare le informazioni e a convocare le assemblee pubbliche e siano anche previste le procedure attraverso cui i cittadini possano agire in caso di inadempienza.
5. Le istituzioni avviino immediatamente un gruppo di lavoro con la partecipazione dei cittadini per concertare l'adozione di questi regolamenti in modo che non vi siano disparità di trattamenti o procedure tra una istituzione e l'altra.

(Parte 1 - Parte 2)

Linee guida della Partecipazione. Parte 2.

(Torna alla parte 1) Tutte queste storie hanno in comune, oltre all'insipienza e spesso alla criminalità dei poteri politici ed economici, anche, sempre e comunque, l'esclusione delle persone dalle decisioni sul loro futuro. Le storie col finale lieto o perlomeno aperto, sono, invece, quelle dove le persone hanno potuto e saputo prendere parte. Gli abitanti hanno avuto parola, pensiero e immaginazione sull'abitare. Gli studenti sull'educare, i lavoratori sul lavorare, i pazienti sul curare, i cittadini e le cittadine sulle città.
La frattura che si è aperta il 6 aprile consegna a tutti noi responsabilità che, nelle nostre terre, si distribuiscono con drammatica cadenza nei secoli. Allo stesso tempo, ne siamo certi, le nostre generazioni hanno nelle proprie mani opportunità altrettanto rare nella storia: quelle di chi è chiamato a ri-fondare e ri-costituire una città, prima di ri-costrurla. Perché non si può ri-costruire senza re-inventare la città: il suo significato dopo il trauma, la sua cultura e il suo posto nel mondo. Non si può ri-costruire senza prima e insieme re-immaginare la proiezione della città nel suo futuro: il suo modo di produrre, di consumare, di spostarsi, di comunicare, di divertirsi e socializzare, insomma di essere. Non si può essere all'altezza di queste responsabilità e opportunità senza avere il coraggio di re-inventare anche i modi e le forme della politica.
Alle istituzioni chiediamo di condividere la consapevolezza che una situazione così eccezionale debba essere affrontata con sforzi e soluzioni nuovi, che abbiano l'ambizione di ricostruire una città più bella e migliore di quella che avevamo e che tutto questo è possibile solo grazie ad un coinvolgimento straordinario di tutti gli abitanti. Tutte le energie, le capacità e le fantasie che normalmente restano ai margini dei processi collettivi, vanno mobilitate. Tutti si devono sentire incoraggiati e accolti in un grande processo collettivo. Di qui, dal centro del cratere deve originarsi un'energia vitale e creativa più forte del terremoto, capace di scacciare gli spettri della diaspora e del declino e di attrarre i contribuiti di tutti per una grande narrazione collettiva della rinascita.
Alle istituzioni chiediamo di fare la loro parte e di condividere la consapevolezza che l'informazione, il coinvolgimento e la partecipazione degli abitanti assumono in questo scenario significati e valore che non possono essere racchiusi nella retorica consueta dei comizi pre e post-elettorali. Chiediamo loro di riconoscere che la partecipazione delle persone, in questa fase storica, ha un ruolo fondante. Che non ambisce, né ha interesse, a sostituire funzioni e prerogative delle istituzioni rappresentative, ma che deve trovare modalità nuove per inserirsi nei processi istituzionali. Per dare alle decisioni, che andranno prese nel corso dell'emergenza e della ricostruzione, quella forza e quella legittimità, che oggi sono indispensabili per far rinascere paesi e città, e che solo possono venire da una ricerca collettiva e diffusa delle soluzioni possibili.
Di seguito indichiamo una serie di proposte in forma di linee guida che proponiamo alle istituzioni rappresentative delle nostre comunità, al Comune e alla Provincia dell'Aquila e alla Regione Abruzzo (indicate come istituzioni), per avviare un confronto immediato sui temi della partecipazione e individuare soluzioni tempestive. Continua nella parte 3.

LINEE GUIDA PER LA RICOSTRUZIONE/RICONVERSIONE DELLA CITTA’ DELL’AQUILA a cura di Collettivo 99 - Ideaq - Un Manifesto per L' Aquila - Ideas for A


La città-territorio può ritrovarsi in un progetto partecipato di processo che le consenta fin da subito di essere vissuta verso uno scenario di rinnovata bellezza e qualità urbana, sicurezza costruttiva, autosufficienza, ecocompatibilità, efficienza ed efficacia economica, fermento creativo che le consentano di adattarsi alle sfide del III millennio.

Essa dovrà costituire un modello di “riconversione” per le città del pianeta ed assolvere alle necessità dell’intera collettività secondo parametri di valutazione globale della qualità.


1. La ricostruzione deve essere raccolta in un grande documento strategico di sintesi capace di indirizzare ed ottimizzare ciascuna singola azione ricostruttiva/trasformtiva con la convergenza di tutti gli attori istituzionali secondo una strategia per “innesti” urbani ed architettonici e l’adeguamento alle prerogative ed alle normative vigenti.. Tale documento dovrà essere concepito in un luogo specifico di discussione, comunicazione ed elaborazione, depositario della stratificazione dei saperi.

2. La ricostruzione urbana deve coincidere con un grande atto collettivo capace di coinvolgere tutti i gruppi sociali interessati mediante fasi di costruzione del consenso e procedure partecipative con particolare attenzione al rapporto diretto e continuativo nelle fasi decisionali con le associazioni ed i singoli cittadini con centralità rivolta agli abitanti, al territorio, alle conoscenze ed al potenziale creativo locali.

3. Il processo di ricostruzione deve garantire fin da oggi, e per tutto il suo percorso, requisiti minimi di urbanità sia attraverso una programmazione virtuosa per comparti e per fasi, quanto mediante l’installazione reversibile di attrezzature di servizi essenziali per una piena qualità della vita e delle attività lavorative, in modo da contrastare la diaspora insediativa, con la finalità di invertire la tendenza in attrattività.
Qualunque intervento dovrà seguire il principio di non snaturature l’identità storica della città-territorio.
Nei centri storici la graduale riapertura di determinate porzioni opportunamente messe in sicurezza dovrà essere accompagnata dall’installazione temporanea di strutture puntuali dalle spiccate qualità architettoniche e spaziali, destinate a contenere attività commerciali, servizi, spazi collettivi, ecc a cui si accompagni una pianificazione dei percorsi pedonali sicuri.
L’extra-moenia va ripensato nel suo assetto spaziale per poter garantire prerogative di “città” mediante innesti urbani che con le loro qualità spaziali e funzionali possano fungere da “luoghi” dalle flessibili peculiarità in adattamento alle evoluzioni sociali ed insediative.

4. La tragica necessità della ricostruzione deve essere concepita come virtuosa opportunità di riconversione dell’intero organismo territoriale ai princìpi di sostenibilità mediante riduzione dei consumi, salvaguardia del territorio, ricorso a tecnologie a basso impatto, autosufficienza energetica e filiera corta alimentare, sistemi alternativi di mobilità no-cars in grado di conciliare il diritto alla mobilità ed alla accessibilità con l'esigenza di ridurre l'inquinamento e le esternalità negative, messa a reddito del territorio, smart grid energetica, riduzione delle emissioni di gas serra, risparmio ed uso responsabile delle risorse naturali locali che non compromettano la fruizione per le generazioni future e che inneschino processi economici e culturali virtuosi prioritari nelle scelte amministrative della città-territorio.

5. Nella consapevolezza che l’importanza delle devastazioni provocate dal sisma è dovuta all’inadeguatezza di parte del patrimonio edilizio storico aquilano nei confronti dell’evento sismico, la ricostruzione degli edifici non può prescindere da un profondo ripensamento delle tecniche e metodologie costruttive da accettarsi come requisiti minimi per garantire un futuro alla città-territorio. E’ necessario quindi che questi princìpi di sicurezza antisismica vengano considerati prioritari tanto nelle nuove edificazioni quanto nelle operazioni di restauro e recupero, facendo una attenta e profonda riflessione su quelli che sono i caratteri storici degli edifici, evitando museificazioni, falsificazioni e scimmiottamenti (no al falso storico, no al com’era-dov’era indifferenziato), nella volontà di estetiche della contemporaneità attente al contesto.
Il restauro ed il recupero vanno interpretati come “atto critico di progetto” dunque, che parta da una profonda conoscenza del tessuto storico della città-territorio e dei singoli elementi che lo compongono. Il primo passo verso la conservazione sta nella ri-conversione e nel ri-uso del patrimonio edilizio storico nel rispetto della loro identità, senza rinunciare all’integrazione con sistemi attivi e passivi per l’accumulo e la conversione delle energie rinnovabili da valutarsi caso per caso.

6. La ricostruzione andrà sostenuta da una infrastruttura tecnologica comunitaria e aperta (open source) progettata con la partecipazione dei cittadini basata sulle più avanzate tecnologie informatiche e di comunicazione nella direzione di una città intelligente (smart city) che oltre a facilitare tutte le attività ed i processi urbani ottimizzandoli nel segno della sostenibilita’ (energia, acqua, trasporti, gestione differenziata dei rifiuti, etc.) consenta la realizzazione e la fruibilita’ di servizi innovativi per il cittadino. Tali servizi coprono tutte le dimensioni di vita, da quella privata a quelle pubblica, economica, sociale, culturale ed artistica.

7. La riconversione del territorio dovrà essere intesa come occasione per un nuovo modello di sviluppo socio-economico. Improntare la fase della ricostruzione verso una green town del terzo milennio può voler dire, soprattutto, occasione per rilanciare un’economia in crisi da anni.
La presenza di fattori ambientali e sociali unici, di una istituzione universitaria votata alla ricerca e di laboratori di ricerca applicata, la particolare attenzione rivolta a livello internazionale alla tematica delle energie rinnovabili (giustificata dalle performances di settore) e la loro profittabilità in specie in territori montani, rappresentano, in questo contesto storico, una opportunità unica per la provincia aquilana.

Si può, a ragione, ritenere che la fase della (non facile) transizione verso un nuovo modello di sviluppo socio-economico locale potrà essere, nel breve termine, sostenuta dall'indotto che verrà a crearsi per effetto della ricostruzione post-sisma. Nel medio-lungo periodo, tuttavia, le scelte che la politica locale prenderà oggi, se orientate verso la green economy, potranno determinare effetti positivi in numerosi settori economici (edilizio, turistico, culturale, agricolo etc...).

Attenzione dovrà essere posta, a questo punto, nell'attrazione di investimenti privati diretti dall'esterno (il territorio come fattore di competitività per le imprese e destinatario di investimenti pubblici) improntati sui principi della responsabilità sociale d'impresa (ad esempio Bilancio Sociale Territoriale), nella creazione di un circolo virtuoso dell’innovazione ("incubatore d'impresa" - incentivi a "start-up"), in più mirate politiche di marketing territoriale, con l'obiettivo di rilanciare L'Aquila come centro politico ed economico della Regione Abruzzo.


Il presente documento verrà in futuro ampliato, dettagliato e consegnato di volta in volta a codesto Consiglio affinché sia stringente ed in nessun modo aggirabile, al fine di evitare interventi che non tengano conto del progetto generale della città-territorio e che vadano a perpetrare modalità costruttive inadeguate ed inaccettabili.

Linee guida della Partecipazione.

Il giorno 27 luglio in sede di Consiglio Comunale la Conferenza dei Comitati ha presentato Le linee guida per il coinvolgimento PARTECIPAZIONE dei cittadini nelle scelte sul futuro dei territori dell’aquilano, unitamente alle Linee guida per la RICOSTRUZIONE/RICONVERSIONE della città di L’Aquila. Lo statuto del comune già fa riferimento ad una partecipazione che di fatto non ancora è stata realizzata. La delega è stata data a Lattanzi Antonio che, nell’incontro con la Conferenza dei Comitati del 3 agosto insieme a Bernardi Giuseppe, Bernardi Antonello, Luigi D’Eramo e Stefano Tinari, ha offerto la disponibilità a creare un gruppo di lavoro per portare la proposta definita in Consiglio Comunale.

Premessa

Il terremoto ha sconvolto tutto. Ognuno di noi vive una frattura netta, tra il prima e dopo. Ognuno di noi, in fondo, sa che nulla sarà più come prima. Appena il tempo di scrollarsi la polvere di dosso e subito ci siamo resi conto che il dopo avrebbe potuto essere non solo diverso, inevitabilmente più sofferente e complicato del prima, ma anche più brutto addirittura spaventoso. Stavano decidendo tutto e subito, senza di noi.
Questo per molti è stato il punto di inizio. La molla che ci ha cavato fuori dalle tende, dalle camere d'albergo e dagli alloggi per sfollati. La sensazione di assistere ad un brutto film visto tante volte in Italia. Storie di ricostruzioni che non finiscono mai. Di nuovi quartieri e città che spuntano qui e là, un pò per caso, un pò per torbide convenienze. Piani tanto avveniristici sulle carte dei progettisti, quanto desolati nella realtà di chi, poi, li vive. Storie di gente che non ce la fa più e va a cercare futuro altrove. Di gente che resta, solo perché non ha altre possibilità. Storie di città che si spezzano e non riescono più a trovare il modo di ricomporsi. Continua nella parte 2.

Documento della Conferenza Comitati Cittadini


Documento della CONFERENZA COMITATI CITTADINI
presentato al Consiglio Comunale di L’Aquila e al Parlamento della Regione Abruzzo.


I COMITATI DEI CITTADINI NEL PREMETTERE LA TOTALE INSODDISFAZIONE IN MERITO AL COMPORTAMENTO ED ALLE CONSEGUENTI AZIONI PRODOTTE DALLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE, PROVINCIALE E REGIONALE MEDIANTE I PROPRI ORGANI DELIBERATIVI SIA NELLA PRIMISSIMA FASE DI EMERGENZA CHE PER TUTTA LA SUCCESSIVA FASE DI GESTIONE DELLE ATTIVITA’ POST EVENTO, ESPRIMONO LA CONVINZIONE CHE TALI AZIONI AVREBBERO DOVUTO INVECE OPPORSI CON MAGGIORE DETERMINAZIONE, EFFICACIA E PRONTEZZA E MINORE AMBIGUITA’ ALL’INCOMPRENSIBILE E FALLIMENTARE MODELLO DI RICOSTRUZIONE ATTUATO SUL NOSTRO TERRITORIO DAL GOVERNO CENTRALE E DALLA PROTEZIONE CIVILE MEDIANTE TUTTI GLI ATTI ED I PROVVEDIMENTI ATTUATIVI SINO AD ORA RESI ESECUTIVI GARANTENDO COSI’
• IL REALE SODDISFACIMENTO DEI FABBISOGNI E DELLE ESIGENZE DELLA POPOLAZIONE COLPITA DAL SISMA;
• L’ATTUAZIONE PARTECIPATA E CONDIVISA DI EFFICACI E MODERNI MODELLI DI RICOSTRUZIONE URBANISTICA, SOCIALE E DI SVILUPPO ADEGUATI AL NOSTRO TERRITORIO;
• LA DIFESA E TUTELA DEL CAPOLUOGO DA POSSIBILI STRATEGIE RIVENDICATIVE, DISGREGATIVE E SPECULATIVE ATTUATE DALL’ESTERNO CON IL CONTRIBUTO ANCHE DI ISTITUZIONI DI GOVERNO LOCALE;
RITIENGONO PER QUANTO SU ESPOSTO NON PIU’ RINVIABILE UNA RISPOSTA CHIARA, NETTA ED IMMEDIATA ALLE SEGUENTI ISTANZE:
1. APPROVAZIONE, RICONOSCIMENTO E RECEPIMENTO FORMALE DEL DOCUMENTO DI PARTECIPAZIONE ALLEGATO (LINEE PROGRAMMATICHE), QUALE RIFERIMENTO PER IL COINVOLGIMENTO REALE DEI CITTADINI IN TUTTE LE DETERMINAZIONI, PROCEDURE E ATTIVITA’ FINALIZZATE ALLA DEFINIZIONE E ATTUAZIONE DEI MODELLI DI RICOSTRUZIONE URBANISTICA, SOCIALE, CULTURALE E DI SVILUPPO DEL TERRITORIO COLPITO DAL SISMA, SECONDO LE INDICAZIONI CONTENUTE NEL DOCUMENTO DI PARTECIPAZIONE ALLEGATO ED I SUCCESSIVI E CONSEGUENTI REGOLAMENTI ATTUATIVI.
A TAL FINE SI EVIDENZIA LA NECESSITA’ DI PROCEDERE ALLA IMMEDIATA CONVOCAZIONE DI UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE COSTITUITO DA UN GRUPPO DI LAVORO MISTO PER LA DEFINIZIONE DEL PREDETTO DOCUMENTO DI PARTECIPAZIONE DA CONCLUDERSI ENTRO E NON OLTRE 7 GIORNI DALLA DATA ODIERNA.
1. ADOZIONE DI UN PIANO CASA PER UNA IMMEDIATA ED ADEGUATA SISTEMAZIONE DELLE POPOLAZIONE ATTUALMENTE ASSISTITA NELLE TENDOPOLI CHE PONGA FINE ALLE SOFFERENZE ED UMILIAZIONI CHE QUESTI NOSTRI CONCITTADINI HANNO DOVUTO, CONTINUANO E DOVRANNO ANCORA SUBIRE A CAUSA DELLA FALLIMENTARE SCELTA STRATEGICA DELLA PROTEZIONE CIVILE E DEL GOVERNO DI ADOTTARE QUALE SOLUZIONE DEFINITIVA QUELLA DEL PIANO C.A.S.E. CHE SI STA OGGI RIVELANDO IN TUTTA LA SUA INEFFICACIA IN TERMINI QUANTITATIVI, TEMPORALI’, QUALITATIVI, ECONOMICI E SOCIALI.
PIANO CASA CHE TENGA CONTO:
• DELLA CONDIZIONE IRRINUNCIABILE DI RICOLLOCAZIONE DEL 100% DELLA POPOLAZIONE NEL COMUNE DI APPARTENENZA;
• DELLE ORMAI NOTE SOLUZIONI ALTERNATIVE QUALI LA REQUISIZIONE DEGLI ALLOGGI LIBERI CLASSIFICATI “A”, L’ISTALLAZIONE DI IDONEI MODULI ABITATIVI REMOVIBILI ANCHE NELLE AREE DEL PIANO C.A.S.E.;
• DELLA NECESSITA’ DI IMPORRE O FAR IMPORRE IMMEDIATAMENTE UN TARIFFARIO DI “EQUO CANONE” CHE ABBIA A RIFERIMENTO IL MERCATO DEGLI AFFITTI RESIDENZIALI E COMMERCIALI ANTECEDENTE IL SISMA DEL 6 APRILE ALLO SCOPO DI PORRE FINE ALL’IMMORALE E VERGOGNOSO SCIACALLAGGIO SPECULATIVO ATTUATO DA ALCUNI PROPRIETARI E OPERATORI IMMOBILIARI.
• DELLA NECESSITA’ DI REALIZZAZIONE DI INSEDIAMENTI CON MODULI ABITATIVI REMOVIBILI (TIPO ALTRI COMUNI DEL CRATERE) PER TUTTE LE FRAZIONI DEL COMUNE DELL’AQUILA DA REALIZZARSI IN PROSSIMITA’ DELLE STESSE FRAZIONI GARANTENDO LA RICOSTITUZIONE DELLE COMUNITA’ PREESISTENTI.
• DELLA OBBLIGATORIETA’ DI AVVIARE IMMEDIATAMENTE GLI INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA E PROTEZIONE DI TUTTO IL PATRIMONIO EDILIZIO CHE NE NECESSITA PONENDO FINE AL DEGRADO CAUSATO DAL RITARDO DI TALI INTERVENTI E DALL’ESPOSIZIONE DEL PATRIMONIO STESSO, GIA’ GRAVEMENTE DANNEGGIATO, SIA AI CONTINUI E SIGNIFICATIVI EVENTI SISMICI CHE AGLI EVENTI METEREOLOGICI;
TUTTO QUESTO SECONDO LE INDICAZIONI CONTENUTE NEL DOCUMENTO DI PARTECIPAZIONE E NEI REGOLAMENTI SPECIFICI CONSEGUENTI;
1. IMMEDIATA EMANAZIONE DI UN ATTO AMMINISTRATIVO IN GRADO DI CONSENTIRE IL LIBERO ACCESSO NEI CAMPI DI TUTTI I CITTADINI.
1. ADOZIONE DI UN IMMEDIATO PIANO LAVORO PER IL SOSTEGNO E RILANCIO DI TUTTO IL TESSUTO PRODUTTIVO TERRITORIALE E LA DIFESA E TUTELA DEL DIRITTO AL LAVORO DELLA POPOLAZIONE COLPITA DAL SISMA QUALE PRIMA FONTE DI AUTOSOSTENTAMENTO E RINASCITA SOCIALE.
PIANO LAVORO CHE PREVEDA, TRA L’ALTRO, :
• DELLA NECESSITA’ DI REDIGERE UN NUOVO DECRETO CHE RECEPISCA LA CONDIZIONE ESSENZIALE DI RIMBORSO DEL 100% DEL DANNO SUBITO DALLE REALTA’ COSTITUENTI IL TESSUTO PRODUTTIVO LOCALE (AZIENDE INDUSTRIALI, AZIENDE PRODUTTRICI, SOCIETA’ COMMERCIALI, ARTIGIANI, AZIENDE AGRICOLE, STUDI PROFESSIONALI, etc.)
• DELLA IRRINUNCIABILE MODIFICA AL DECRETO VOTATO CON L’APPOSIZIONE DELLA FIDUCIA DAL GOVERNO CHE PENALIZZA ANCORA UNA VOLTA LA POPOLAZIONE E L’INTERO SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE DISTRUTTO DAL SISMA DISCRIMINANDOLO RISPETTO A TUTTE LE ALTRE REALTA’ TERRITORIALI CHE HANNO SUBITO IN PASSATO EVENTI DI TALE GRAVITA’ E RILEVANZA;
• DELLA TUTELA DEL LIVELLO DI OCCUPAZIONE PREESISTENTE AL SISMA EVITANDO STRATEGIE IMPRENDITORIALI IMMORALI E SPECULATIVE;
• DELLA NECESSITA’ DI FAVORIRE O IMPORRE LA RICERCA QUALE PRIORITA’ E POSSIBILE FONDAMENTO DI UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO PROPULSIVO CHE DETERMINEREBBE LA NASCITA DI NUOVE E DIVERSIFICATE REALTA’ IMPRENDITORIALI;
TUTTO QUESTO SECONDO LE INDICAZIONI CONCERTATE IN SEDE DI CONFERENZA PERMANENTE COMUNE – CITTADINI;
1. ADOZIONE DI UN PIANO DEL DIRITTO ALLO STUDIO CHE GARANTISCA IMMEDIATA CHIAREZZA AI CITTADINI SULLA ORGANIZZAZIONE IN TERMINI LOGISTICI E AMMINISTRATIVI DEL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO E FORNISCA CERTEZZE ALLE FAMIGLIE CHE STANNO ASSUMENDO SCELTE DI VITA ANCHE DEFINITIVE PROPRIO IN PENDENZA DI TALI DETERMINAZIONI.
PIANO DEL DIRITTO ALLO STUDIO CHE TENGA CONTO:
• DELLA NECESSITA’ DI GARANTIRE EDIFICI E SISTEMAZIONI PROVVISORIE SICURE E TECNOLOGICAMENTE IDONEE AD AFFRONTARE L’ANNO SCOLASTICO;
• DELLA NECESSITA’ DI FAVORIRE IL RIENTRO NEL TERRITORIO DI STUDENTI E FAMIGLIE MEDIANTE IL MASSIMO SOSTEGNO E PRIORITA’ NELLE PROCEDURE CHE SONO FINALIZZATE A GARANTIRE LA RISISTEMAZIONE;
• DELLA NECESSITA’ FAVORIRE IL RIENTRO NEL TERRITORIO DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI FUORI SEDE MEDIANTE IL MASSIMO SOSTEGNO E PRIORITA’ NELLE PROCEDURE CHE SONO FINALIZZATE A GARANTIRE L’INDIVIDAZIONE DELLE NUOVE SOLUZIONI LOGISTICHE DI SISTEMAZIONE;
TUTTO QUESTO SECONDO LE INDICAZIONI CONCERTATE IN SEDE DI CONFERENZA PERMANENTE COMUNE – CITTADINI;
1. ADOZIONE DI UN PIANO DEL DIRITTO ALLA SALUTE CHE GARANTISCA IL PIENO E TOTALE RIPRISTINO DELLE PRESTAZIONI, FUNZIONI E SERVIZI ASSEGNATI, SVOLTI E GARANTITI DALL’AZIENDA SANITARIA LOCALE DELL’AQUILA PRIMA DELL’EVENTO SISMICO DEL 6 APRILE.
PIANO DEL DIRITTO ALLA SALUTE CHE TENGA CONTO:
• DELLA NECESSITA’ DI GARANTIRE LO STESSO, ADEGUATO O MIGLIORE LIVELLO QUALITATIVO DELLE PRESTAZIONI MEDICHE E DEI SERVIZI FORNITI ANTECEDENTI IL SISMA;
• DELLA NECESSITA’ DI GARANTIRE IL LIVELLO OCCUPAZIONALE PREESISTENTE;
TUTTO QUESTO SECONDO LE INDICAZIONI CONCERTATE IN SEDE DI CONFERENZA PERMANENTE COMUNE – CITTADINI;
1. OBBLIGO DI FORNIRE, PUBBLICARE E RENDERE DISPONIBILI IN RETE, SECONDO IL PIU’ELEMENTARE PRINCIPIO DELLA TRASPARENZA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, TUTTI GLI ATTI, I DATI, GLI ELEMENTI, LE PROCEDURE E LE PROPOSTE INERENTI LA GESTIONE DELLE ATTIVITA’ AMMINISTRATIVE POST SISMA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI RESOCONTI DETTAGLIATI DI TUTTE LE ENTRATE E LE USCITE REGISTRATE E CONSEGUENTE PUBBLICAZIONE DEL BILANCIO PREVENTIVO E CONSUNTIVO DI TUTTI I PEG ATTINENTI ALLA PREDETTA GESTIONE POST SISMA.
1. IMMEDIATA ELABORAZIONE DI UN NUOVO TESTO DEL DECRETO (INTEGRAZIONE O NOVAZIONE) CHE RECEPISCA IL PRINCIPIO DELLA RICOSTRUZIONE VERA, OVVERO:
• IL CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO DEL 100% DEL DANNO SUBITO INDIPENDENTEMENTE DALLA CLASSIFICAZIONE E STATO …. DEL BENE CON LA CONSEGUENTE AUMENTO DELLE OFFENSIVE ED INSUFFICIENTI SOMME MESSE A DISPOSIZIONE DELLA RICOSTRUZIONE, NONCHE’ LA MODIFICA DELLE INACCETTABILI ED INEFFICACI ORDINANZE ATTUATIVE DEL DECRETO PER RISPONDERE TEMPESTIVAMENTE AL CONSISTENTE E CRESCENTE VOLONTA’ DELLA POPOLAZIONE COLPITA DI FAR RIENTRO NELLE PROPRIE ABITAZIONI OVE POSSIBILE E COMUNQUE NEL PROPRIO TERRITORIO;
• L’OBBLIGO DI PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI IN TUTTE LE FASI, LE PROCEDURE E LE ATTIVITA’ FINALIZZATE AD OPERARE SCELTE DI QUALSIASI NATURA E CONSISTENZA SUL TERRITORIO;
• L’OBBLIGO DI TRASPARENZA MEDIANTE PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE IN RETE DI TUTTE GLI ATTI ED I PROCEDIMENTI ESECUTIVI NONCHE’ IL DETTAGLIO DI TUTTI I COSTI E LE LE SPESE SOSTENUTI NELLA GESTIONE DELLE ATTIVITA’ POST SISMA;
TUTTO QUESTO SECONDO LE INDICAZIONI CONCERTATE IN SEDE DI CONFERENZA PERMANENTE COMUNE – CITTADINI.