Linee guida della Partecipazione.
Il giorno 27 luglio in sede di Consiglio Comunale la Conferenza dei Comitati ha presentato Le linee guida per il coinvolgimento PARTECIPAZIONE dei cittadini nelle scelte sul futuro dei territori dell’aquilano, unitamente alle Linee guida per la RICOSTRUZIONE/RICONVERSIONE della città di L’Aquila. Lo statuto del comune già fa riferimento ad una partecipazione che di fatto non ancora è stata realizzata. La delega è stata data a Lattanzi Antonio che, nell’incontro con la Conferenza dei Comitati del 3 agosto insieme a Bernardi Giuseppe, Bernardi Antonello, Luigi D’Eramo e Stefano Tinari, ha offerto la disponibilità a creare un gruppo di lavoro per portare la proposta definita in Consiglio Comunale.
Premessa
Il terremoto ha sconvolto tutto. Ognuno di noi vive una frattura netta, tra il prima e dopo. Ognuno di noi, in fondo, sa che nulla sarà più come prima. Appena il tempo di scrollarsi la polvere di dosso e subito ci siamo resi conto che il dopo avrebbe potuto essere non solo diverso, inevitabilmente più sofferente e complicato del prima, ma anche più brutto addirittura spaventoso. Stavano decidendo tutto e subito, senza di noi.
Questo per molti è stato il punto di inizio. La molla che ci ha cavato fuori dalle tende, dalle camere d'albergo e dagli alloggi per sfollati. La sensazione di assistere ad un brutto film visto tante volte in Italia. Storie di ricostruzioni che non finiscono mai. Di nuovi quartieri e città che spuntano qui e là, un pò per caso, un pò per torbide convenienze. Piani tanto avveniristici sulle carte dei progettisti, quanto desolati nella realtà di chi, poi, li vive. Storie di gente che non ce la fa più e va a cercare futuro altrove. Di gente che resta, solo perché non ha altre possibilità. Storie di città che si spezzano e non riescono più a trovare il modo di ricomporsi. Continua nella parte 2.
Premessa
Il terremoto ha sconvolto tutto. Ognuno di noi vive una frattura netta, tra il prima e dopo. Ognuno di noi, in fondo, sa che nulla sarà più come prima. Appena il tempo di scrollarsi la polvere di dosso e subito ci siamo resi conto che il dopo avrebbe potuto essere non solo diverso, inevitabilmente più sofferente e complicato del prima, ma anche più brutto addirittura spaventoso. Stavano decidendo tutto e subito, senza di noi.
Questo per molti è stato il punto di inizio. La molla che ci ha cavato fuori dalle tende, dalle camere d'albergo e dagli alloggi per sfollati. La sensazione di assistere ad un brutto film visto tante volte in Italia. Storie di ricostruzioni che non finiscono mai. Di nuovi quartieri e città che spuntano qui e là, un pò per caso, un pò per torbide convenienze. Piani tanto avveniristici sulle carte dei progettisti, quanto desolati nella realtà di chi, poi, li vive. Storie di gente che non ce la fa più e va a cercare futuro altrove. Di gente che resta, solo perché non ha altre possibilità. Storie di città che si spezzano e non riescono più a trovare il modo di ricomporsi. Continua nella parte 2.
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