L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

TESTO INTEGRALE DELLO STATUTO

IL NUOVO SITO INFORMATIVO




ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011



Assemblea di Piazza d'Armi


Eravamo pochissimi forse per il freddo o perchè poco pubblicizzato, cmq le persone del campo sono state coinvolte anche se erano dispiaciute di non vedere gente degli altri campi. Si è deciso di scrivere un documento anche per loro sulla base di ciò che avevano scritto già su di un foglio raccogliendo firme nei giorni precedenti. Si è deciso anche di presentare tutte le firme ed i documenti sia al sindaco che alla Protezione civile nella mattina di Martedì 29.

"Campo di Piazza d'Armi: Rimasto abbandonato a se stesso,alla piccola comunità aquilana, composta di decine di persone, senza mangiare e con servizi igienici funzionanti ma sporchi; come se vivessimo in un degrado del terzo mondo, senza fare una vita dignitosa che comporta a vivere un disagio che non si può descrivere."
Pertanto i residenti rimasti nel campo richiedono un'immediata sistemazione abitativa nel territorio del comune di L'Aquila, sia essa in appartamenti sfitti requisiti o moduli removibili da collocare anche nella stessa Piazza d'Armi in luogo delle tende.
La principale motivazione per la quale chiedono di non essere allontanati da L'Aquila è mantenere il proprio posto di lavoro in città.

Assemblea tendopoli di Acquasanta


Report

Documento approvato nell'assemblea:

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SILVIO BERLUSCONI
AL COMMISSARIO BERTOLASO
AL PRESIDENTE DELLA REGIONE
AL SINDACO DEL COMUNE DI L’AQUILA

Esposto-Diffida

I sottoscritti cittadini del comune di L’Aquila,attualmente accolti nei campi di accoglienza, fanno presente di aver fatto questa scelta per non essere deportati e soprattutto per garantire una presenza vigile e fattiva nel processo di ricostruzione della nostra città.
A quasi sei mesi dalla data del sisma e dopo reiterati censimenti non riusciamo ancora ad avere un’organica visione delle questioni organizzative e quindi dello scenario nel quale delineare il nostro futuro.
Pensiamo che non possano essere fatte graduatorie ( magari sulla base di un censimento “aleatorio” fatto ad altro fine !) per l’assegnazione degli alloggi del Piano C.A.S.E. senza un Bando effettivo che espliciti punteggi e parametri.
Riteniamo inoltre che debbano immediatamente essere assunte decisioni per il rilancio economico del Comprensorio aquilano e per un conseguente ritorno di tutti i nostri concittadini “deportati”.
Stigmatizzano il trattamento che è stato riservato loro in quanto, come oggetti nel giro di 24 ore, dovrebbero trasferirsi in località distanti, della provincia aquilana, nonostante problemi di lavoro o di salute.

Pertanto vengono perciò a richiedere:
1) Il blocco della variante in ampliamento del Piano c.a.s.e. concentrando i fondi sulla soluzione case provvisorie (ricordiamo che con il costo a mq di un alloggio “ c.a.s.e.” se ne fanno tre provvisori e di buona qualità !!) ;
2) L’adozione di un Bando organico con relativi punteggi per l’assegnazione degli alloggi del Piano C.A.S.E.
3) Il blocco del processo di smantellamento delle tendopoli per avviare un processo concertato e condiviso con i cittadini dei Campi;
4) La requisizione di tutti gli alloggi invenduti agibili nel comune di L’Aquila;
5) La istallazione articolata di Moduli Abitativi Provvisori sulla base delle effettive esigenze espresse dagli stessi cittadini nel territorio.

Ritenendo vitale mantenere più gente possibile a L’Aquila o comunque nel nostro comune,
vi diffidiamo dall’intraprendere azioni tese a costringerci a fantomatici trasferimenti e in particolare chiediamo la trasformazione del Campo di Aquasanta in un Villaggio di moduli provvisori.
Siamo solidali con i cittadini delle altre tendopoli ed in particolare con le persone di Piazza d’Armi che sono stati abbandonati poiché non hanno accettato di allontanarsi dal proprio territorio.
L’Aquila 25 settembre 2009

SEMINARIO del 28 settembre


LUOGO:
Salone CARISPAQ via Pescara AQ
Ore 15.30
TEMA:
PER UNA RICOSTRUZIONE FINALIZZATA AL RILANCIO ECONOMICO DEL COMPRENSORIO AQUILANO

Coordina i lavori
Sara Vegni (rappresentante dei Comitati);
Relazioni
Il Bilancio urbanistico della soluzione Piano C.A.S.E.
prof. George Frisch
Un Progetto Speciale per il Comprensorio aquilano
arch. Antonio Perrotti
Lineamenti per un Piano di Ricostruzione del Centro Storico
arch. Seccia /Lopardi
Un Piano di Riqualificazione per Valle Pretara
E. Blundo (Cittadini per i cittadini)
L’innovazione tecnologica e architettonica come fattore di rilancio
arch. Peppe Palanga

Interventi mirati : Corti, R. Innocenzi,De Marco,A. De Sanctis,Di
Matteo,Damiani;
ore 18.30

Tavola Rotonda conclusiva dei rappresentanti politico-istituzionali

Pezzopane,Cialente,
De Matteis,Ricciuti,Acerbo,Lolli

Conclusioni
Vezio De Lucia

MANIFESTAZIONE DEL 29 settembre

DALLA NOSTRA TERRA NON ANDIAMO VIA

Indetta dai comitati riuniti.
Il documentario “il Terremoto nostro”, già presentato in anteprima nell’ambito dell’incontro esperienziale “Scenari dell’emergenza in Abruzzo: proposte e interventi per il futuro”, sarà messo on-line, alle ore 16:00 del 29 settembre a supporto della manifestazione che in quelle stesse ore si svolgerà all’Aquila.
Il video – realizzato dalla documentarista Federica Iannacci – è stato girato a luglio nella tendopoli di Collemaggio all’Aquila. In 35 minuti mostra uno spaccato della vita nella tendopoli, dalle attività alle relazioni umane, passando per le criticità della situazione e per la voglia di creatività come superamento del trauma, e racconta un’esperienza di psicoteatro. Esponenti del comitato cittadino ripercorrono la loro storia e rivendicano i loro diritti, spesso tenuti lontano dai riflettori e dalle pagine dei giornali.

PARTE LA REQUISIZIONE


ABRUZZO. Scatteranno dalla prossima settimana le requisizioni degli appartamenti sfitti nella provincia dell'Aquila per far fronte all'emergenza abitativa.


«Tutti quelli che avevano appartamenti e potevano metterli a disposizione della cittadinanza lo hanno fatto e per noi il tempo è scaduto», ha detto il prefetto. «Sabato- ha aggiunto - faremo un vertice e poi cominceremo con le requisizioni che riguarderanno piccoli numeri, grandi numeri e tutte le segnalazioni che in questi giorni abbiamo ricevuto di cittadini vessati da richieste moralmente deplorevoli».
Il prefetto ha annunciato un'azione decisa contro «tutti quelli che hanno proposto richieste esorbitanti in nero verranno inseriti nell'elenco delle requisizioni che verranno fatte anche qualora vi siano comportamenti dilatori e ostruzionistici perché noi accederemo comunque delle abitazioni anche senza il consenso degli interessati, notificando anche attraverso la forza pubblica e interverremo - ha detto ancora - perché noi crediamo che non c'é solo una questione di emergenza abitativa ma anche di morale e di etica dalla quale non bisogna mai sottrarci».
Il prefetto ha annunciato anche che chi ha mentito sarà denunciato.
«Il Sottosegretario Guido Bertolaso e' buonista, quando lui chiama errori quelli che il mio mestiere mi ha insegnato a chiamarli reati. Risponderanno penalmente coloro che nella compilazione del censimento hanno dato risposte non corrette e non conformi alla verita'».
«I censimenti - ha detto il Prefetto - li abbiamo fatti acquisendo le informazioni per mezzo degli operatori delle forze di polizia e su queste cose non si scherza. Posso capire - ha detto ancora - la vecchina che magari poverina non e' nella condizione di esprimere una indicazione corretta, ma mi rifiuto di pensare che cio' possa essere fatto da persone che lavorano nella pubblica amministrazione. Mi hanno insegnato - ha concluso Gabrielli - che si presume sempre la buona fede, per questo noi verificheremo e accerteremo e, qualora vi siano dichiarazioni mendaci, ho gia' dato disposizione alle forze di polizia di denunciare alla Procura della Repubblica chi le ha prodotte perche' ognuno deve fino in fondo assumersi le responsabilita'».

Assemblea tendopoli di Collemaggio


AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SILVIO BERLUSCONI
AL COMMISSARIO BERTOLASO
AL PRESIDENTE DELLA REGIONE
AL SINDACO DEL COMUNE DI L’AQUILA

I sottoscritti cittadini del comune di L’Aquila,attualmente accolti nei campi di accoglienza, fanno presente di aver fatto questa scelta per non essere deportati e soprattutto per garantire una presenza vigile e fattiva nel processo di ricostruzione della nostra città.
A quasi sei mesi dalla data del sisma e dopo reiterati censimenti non riusciamo ancora ad avere un’organica visione delle questioni organizzative e quindi dello scenario nel quale delineare il nostro futuro.
Pensiamo che non possano essere fatte graduatorie ( magari sulla base di un censimento “aleatorio” fatto ad altro fine !) per l’assegnazione degli alloggi del Piano C.A.S.E. senza un Bando effettivo che espliciti punteggi e parametri.
Riteniamo inoltre che debbano immediatamente essere assunte decisioni per il rilancio economico del Comprensorio aquilano e per un conseguente ritorno di tutti i nostri concittadini “deportati”.

In tal senso vengono perciò a richiedere:
1) Il blocco della variante in ampliamento del Piano c.a.s.e. concentrando i fondi sulla soluzione case provvisorie (ricordiamo che con il costo a mq di un alloggio “ c.a.s.e.” se ne fanno tre provvisori e di buona qualità !!) ;
2) L’adozione di un Bando organico con relativi punteggi per l’assegnazione degli alloggi del Piano C.A.S.E.
3) Il blocco del processo di smantellamento delle tendopoli per avviare un processo concertato e condiviso con i cittadini dei Campi;
4) La requisizione di tutti gli alloggi invenduti agibili nel comune di L’Aquila;
5) La istallazione articolata di Moduli Abitativi Provvisori sulla base delle effettive esigenze espresse dagli stessi cittadini nel territorio.

Ritenendo vitale mantenere più gente possibile a L’Aquila o comunque nel nostro comune,
vi diffidiamo dall’intraprendere azioni tese a costringerci a fantomatici trasferimenti e in particolare chiediamo la trasformazione del Campo di Collemaggio in un Villaggio di moduli provvisori.
In tal senso,per le residenze, potrebbero essere utilizzate le gradonature di Parco di Sole mentre il Piazzale antistante la Basilica potrebbe essere riconvertito in una vera e propria Piazza per il commercio (magari con tipologie tecnologicamente e funzionalmente più organiche di quelle episodiche e disorganiche permesse lungo le poche strade della città !).

L’Aquila 17 settembre 2009

L'Aquila e la Manifestazione Nazionale per la Libertà di Informazione del 19 settembre.


L'Aquila grida
L'Aquila è coperta da una cortina di fumo mediatica.

La "politica del fare" adottata nell'aquilano dal Governo e dalla Protezione Civile dopo il terremoto del 6 aprile, richiede una precisa strategia mediatica che deve mostrare una facciata di efficientismo e perfezione.

Così il giornalismo che si sviluppa all'Aquila, fatte salve poche eccezioni, è embedded, come se si fosse in una zona di guerra.

Gli eventi di cronaca vengono documentati da giornalisti raggruppati in pool, accompagnati in loco per assistere alla rappresentazione di turno, poi riaccompagnati altrove
Nei campi di accoglienza è difficilissimo entrare per parlare con le persone: se si è autorizzati a farlo, si viene accompagnati da addetti della Protezione Civile e, a volte, dalle Forze dell'Ordine.
Ogni forma di negatività, di lamentela, viene rigorosamente ignorata e si cerca di farla passare sotto silenzio.

Gli slogan utilizzati da Governo e Protezione civile sono forti; la loro comunicazione si muove ad alti livelli.
Si scelgono come paradigmi i luoghi in cui ci sono fatti documentabili, si dimenticano volutamente i luoghi dove si è fatto poco o niente.

Allo stesso modo, l'uso dei termini è emblematico:
Ricostruzione, una falsità per mascherare la costruzione di nuovi edifici permanenti. Container, un termine volutamente negativo per dissuadere dalla richiesta dei moduli provvisori. Case, una promessa non mantenuta che fa dimenticare altri termini chiave, volutamente accantonati, come lavoro, tessuto sociale, scuola, zona franca.

Fuori dall'aquilano, a volte persino all'interno dell'aquilano, a causa di questa precisa strategia mediatica, si pensa che tutto vada bene. Ma non è così, e per dimostrarlo la libera informazione è indispensabile e va tutelata e incoraggiata.

Ecco perché riteniamo che L'Aquila sia, in questo momento, l'emblema del bavaglio all'informazione che è stato messo nel nostro Paese.
Ecco perché pensiamo che L'Aquila debba essere al centro della Manifestazione Nazionale per la Libertà di Informazione del 19 settembre.

I comitati cittadini

Gli sfollati della tendopoli del Globo: "Vogliamo rimanere nel nostro territorio"


L'Aquila 12 set 09 - L’assemblea si è aperta con un intervento di Sara-Vegni( comitato 3e32), che ha rimarcato che il famoso mese di Settembre è arrivato e che i nodi stanno venendo al pettine. Sara ha parlato dei fatti di Piazza d’Armi, delle 48 ore di preavviso sullo smantellamento del campo e sull’arbitrarietà e confusione che hanno caratterizzato l’assegnamento delle nuove destinazioni. Nel contesto di una resistenza allo spopolamento dell’Aquila, e del fatto che molta gente sta venendo mandata fuori dal comune, Sara ha sottolineato l’importanza della comunicazione e della necessità di fare fronte comune per evitare che ciò che è successo si ripeta al Globo.
A questo punto, un partecipante all’assemblea ha chiesto a gran voce, e con l’approvazione di molti altri, quali fossero le proposte concrete che i comitati erano venuti a portare all’assemblea. La risposta di Sara è stata: le soluzioni bisogna trovarle insieme, e i comitati in quanto tali non hanno le soluzioni in mano. Lo spopolamento va resistito, anche a costo di occupare le case sfitte.
La reazione dell’assemblea è stata di continuare a chiedere “proposte concrete”, e al contempo di denunciare la presunta “strumentalizzazione politica” che animerebbe l’azione dei comitati. “Voi venite qua a fare i maestrini e dirci cose che già sappiamo”, ha detto una signora, “che avete fatto fino ad ora” ha chiesto un altro, e “se voi foste gente seria avreste portato il sindaco”, ha aggiunto qualcun altro ancora.
Mentre la situazione degenerava, Ettore( comitato rete Aq ) è riuscito a prendere la parola e a fare due “proposte concrete”: richiedere un calendario preciso dei tempi di smantellamento del campo e di essere informati sulle destinazioni future con almeno due settimane di anticipo, in modo da avere il tempo da organizzarsi e eventualmente contestarle. Ettore ha anche proposto, in caso di assegnazioni fuori dal comune dell’Aquila, di richiedere moduli abitativi removibili. “Non ci si sposta dalla tendopoli finché non si trovano sistemazioni all’Aquila per tutti”, ha concluso Ettore, rimarcando l’importanza del coordinamento fra campi e di un’azione comune.
“Aspettiamo prima di muoverci, vediamo cosa succede” ha urlato qualcuno, accompagnato da un generale mormorio di fiducia per l’operato della Protezione Civile. Ettore ha ripetuto il riferimento all’esperienza di Piazza d’Armi, consigliando di non farsi trovare impreparati.
Roberto Aloisio ( comitato 3e32) ha rimarcato l’esigenza immediata di ufficializzare la volontà di restare all’Aquila attraverso un documento comune firmato da tutti gli abitanti dei campi da inviare al sindaco, alla Protezione Civile, alla regione, alle autorità, e alla stampa. “I problemi grandi devono essere in qualche modo risolti, quelli piccoli vengono semplicemente ignorati”, ha aggiunto Roberto, sottolineando come nel fronteggiare la Protezione Civile, i cittadini debbano agire in gruppo invece che farsi spezzettare, un po’ qua, un po’ là, e un altro po’ da qualche altra parte, non importa nemmeno dove.
“Perché non è stata fatta una politica per incentivare la riparazione delle case B?”, ha chiesto una signora dall’assemblea, aggiungendo che se ciò fosse avvenuto, per lei che ha una casa E forse adesso ci sarebbe un posto per rimanere all’Aquila. Al che Enrico ha proposto di occupare le case sfitte, tra le risate generali del pubblico e qualche timido cenno di approvazione.
Roberto Tinari ( comitato espropriati territori nordovest)
ha spiegato come la contestazione vada diretta non verso i volontari della Protezione Civile, ma verso la gestione dall’alto del Dipartimento Nazionale, e ha aggiunto che il piano C.A.S.E. andava integrato ad altre soluzioni per far fronte in modo completo all’esigenza abitativa.
Marco Mannetti ha sottolineato come a monte di tutta la gestione del dopo-terremoto ci siano state delle scelte strategiche di fondo sbagliate, e che la disgregazione sociale che ne è risultata abbia portato a decisioni prese dalle autorità senza alcuna partecipazione da parte dei cittadini, sottolineando la necessità di recuperare l’unità del tessuto sociale e della creazione di nuove strutture per permettere alla cittadinanza di fare riferimento a tecnici preparati e slegati dalle classi politiche.
A ciò è seguita una lite furibonda alquanto misteriosa.
Seguita a sua volta dall’esternazione abbastanza evidente di un certo “disagio”, per così dire, verso “quelli sulla costa”, che a quanto pare stanno benissimo, al mare, non gli manca niente.
Mannetti ha risposto che il terremoto è un’esperienza che colpisce tutti gli Aquilani, e che prendersela uno con l’altro distoglie dalle vere problematiche che la cittadinanza si trova ad affrontare. “Io sogno una manifestazione silenziosa a Piazza Duomo, senza striscioni e senza slogan politici, con lo scopo di dimostrare l’unità degli Aquilani, e la loro volontà comune di partecipare alle decisioni che determineranno il loro futuro”, ha continuato il Mannetti, aggiungendo come lo spostamento degli Aquilani al di fuori del comune abbia mantenuto le economie di Teramo e della costa, mentre L’Aquila corre il rischio di perdere attività importanti.
Cesidio, della comunità ’24 Luglio’, ha spiegato che il terremoto ha portato tutti a pensare ai propri problemi, e che quindi vi è un bisogno di rincominciare a pensare in termini di solidarietà comune, a prescindere dalle singole soluzioni che ognuno pensa siano più adatte per se e per la propria famiglia – bisogna trovare un fattore comune, e questo può essere la volontà di rimanere all’Aquila. Cesidio ha proposto di invitare il sindaco alla tendopoli del Globo, e di presentargli delle soluzioni condivise.
Ettore( rete Aq) ha sottolineato nuovamente la necessità di ufficializzare la volontà di rimanere all’Aquila attraverso un documento condiviso, mentre Fabio ha ricordato l’azione svolta dai comitati nell’offrire servizi alla cittadinanza, e ha posto tre domande riguardanti la ricostruzione. Assumendo che servono 12 miliardi per ricostruire L’Aquila, di cui solo 4 sono stati stanziati: gli altri 8 ci sono? Se ci sono, quando si inizia a ricostruire effettivamente la città? E perché per L’Aquila non è stata prevista la tassa di scopo? La risposta a questi interrogativi, ha aggiunto Fabio, deve essere trovata dagli Aquilani.
Piero de Santis ( comitato ARA) ha sottolineato nuovamente il bisogno di unità, e dell’evitare la creazione di una frattura tra quelli all’Aquila e quelli sulla costa. “Noi non ce l’abbiamo con quelli sulla costa”, ha risposto una signora, “ma con quelli che hanno creato questa divisione”. Applausi.
Piero ha continuato parlando della necessità di individuare immediatamente soluzioni abitative temporanee – in 45 giorni sarebbe possibile fare le case in legno.
Si è conclusa con la stesura di un documento per non essere spostati dal territorio.

DOCUMENTO

Siamo cittadini dell'Aquila che da mesi vivono nella tendopoli del “Globo”.
Da giorni sentiamo di un imminente smantellamento del nostro campo.
E' nostro diritto conoscere per tempo (almeno 15 giorni prima):
- La data di chiusura del campo
- La destinazione di ciascuno di noi (nome, cognome, sistemazione) e durata della sistemazione momentanea.
Sono informazioni minime necessarie per pianificare il nostro futuro a breve.

Affinchè la nostra terra e comunità possano rinascere, riteniamo che nessun cittadino debba essere costretto a trasferirsi in diverso territorio da quello di residenza.
Chiediamo misure concrete per il rilancio economico, come per esempio la zona franca, lo stanziamento immediato di fondi adeguati per la ricostruzione che tutt'ora è lentissima anche per gli edifici con lesioni meno gravi e inesistente nel centro storico.

AVVERTIAMO LE AUTORITA' COMPETENTI CHE NON PERMETTEREMO CHE NESSUN RESIDENTE DEL CAMPO VENGA TRASFERITO FUORI DAL TERRITORIO.
In questo tutto il campo è solidale e determinato

Chiediamo un incontro nel nostro campo con i rappresentanti delle istituzioni, a partire dal Sindaco, e con la Protezione civile.

Invitiamo tutti gli altri campi ad assumere la nostra stessa posizione ed a darci, all'occorrenza, reciproco mutuo soccorso.

Assemblea cittadina al "Globo"



Assemblea cittadina al Globo.

Il Prefetto: requisirò personalmente case con affitti cari.


L'Aquila, 13 set - Questa mattina nell'incontro tenuto nei locali di "VerdeAqua" tra l'associazione famiglie numerose ed il Prefetto Gabrielli questi, ad una nostra domanda diretta sulla requisizione delle case e sul problema "caro affitti" ha espressamente dichiarato che "qualora gli venga fatto presente di richieste esose sugli affitti da parte di costruttori o privati sarà lui in persona ad occuparsi della requisizione dell'immobile in oggetto e consegnarlo in fitto".
Questa per noi è una notizia incoraggiante. A noi, cittadini in difficoltà e senza casa tocca avere coraggio di chiedere ciò che è giusto, al Prefetto tocca mantenere la promessa.
I costruttori e i privati sciacalli sono avvisati.

"Cittadini per i cittadini".

Assemblee di Cittadini per i Cittadini


Cittadini per i Cittadini si riunisce tutti i lunedi alle ore 18:30 presso il circolo bocciofilo sito nella piazza antistante la Chiesa Santa Maria Mediatrice (quartiere Valle Pretara).

La Prevenzione che non ci fu.

COME HA FATTO A FUNZIONARE LA MACCHINA DI BERTOLASO SE NON SONO MAI STATI FATTI SERI CONTROLLI STRUTTURALI SUGLI EDIFICI, SE LA PROTEZIONE CIVILE NON FECE UNA SERIA MAPPATURA DELLE ZONE SISMICHE dopo 200 scosse in meno di 2 mesi, magari un verifica seria ai palazzi, come la Casa dello Studente, che segnalavano crepe.
Quindi i tecnici qualche cosa del funzionamento di un terremoto ancora non la capiscono. Perche´se si guarda su googlemap la distanza di Terni dall´epicentro, in linea d´aria e´la stessa di Goriano Sicoli, ed a Terni non c´e´neanche un danno o sembra solo un cornicione pericolante nonostante abbia palazzi di 15-20 piani. Dunque il terremoto non e´un colpo di maglio che poi espande uniformemente la sua potenza, ma e´proprio una ramificazione di energia che scorre su canali e va a scaricare come se tirasse un fulmine, verso una direzione, ed in questo caso verso Sulmona come era stato ipotizzato da Giuliani.

IL VERBALE. L’AQUILA. Era il 31 marzo scorso, un martedì. A L’Aquila si svolse una riunione della commissione grandi rischi. Da mesi la città era martoriata da scosse di media entità, la maggiore di magnitudo 4.0, registrata il 30 marzo.

I maggiori studiosi italiani di sismologia si incontrarono ed esclusero la possibilità che arrivasse una scossa come quella del 1703. Il gotha della scienza che studia i movimenti della terra e della sua struttura e che da mesi ripete che è impossibile prevedere si lanciò comunque in una previsione.
Per di più errata.
Il 6 aprile, il lunedì successivo, il terremoto che ha sventrato L’Aquila ha smentito tutti e ci si è accorti di come la sciagura del 2 febbraio di 300 anni prima era in realtà pronta a ripetersi.
Quella notte del 1703 dopo alcune scosse più lievi un tremendo terremoto distrusse l’intera città. 3 mila i morti. E nei giorni precedenti la sequenza di scosse era stata molto simile a quella ripetutasi ai giorni nostri.
Ma leggendo il verbale delle «massime autorità scientifiche del settore sismico» (così vengono definite nel documento) che dovevano fornire un quadro di quello che stava accadendo e di quello che sarebbe potuto accadere, si scopre che nessuno immaginava quello che stava per accadere.
«I forti terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno molto lunghi», spiegò Enzo Boschi dell’Ingv e uno dei più aspri oppositori di Giampaolo Giuliani sul tema dei percursori sismici. «E’ improbabile che ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in maniera assoluta». Sulla stessa linea anche il professor Barberi che parlò di previsioni temporali sulle evoluzioni del sisma «estremamente difficili».
Più cauto il professor Eva che disse che «non è possibile affermare che non ci saranno terremoti».
«Si può fare riferimento», disse, «alla conoscenza storica, da cui emerge l’elevata sismicità del territorio».
Anche il professor Calvi, però, escluse l’arrivo di scosse «in grado di produrre danni alle strutture» perché si erano registrati forti picchi di accelerazioni ma «con spostamenti spettrali molto contenuti, di pochi millimetri».
Le statistiche alla mano dissero che si prevedeva un lento diminuire dello sciame sismico.
L’assessore alla protezione civile chiese poi se si dovesse dare credito a chi da settimane (si legga Giuliani ndr) diceva di essere in grado di fare previsioni.

Barberi spiegò che la misurazione del radon «è un problema molto vecchio, a lungo studiato che non ha portato soluzioni utili».
Il 6 aprile dopo il terremoto la commissione si riunì nuovamente. Sul verbale non c’è riferimento alle previsioni di «improbabilità» di Boschi ma si dice solo che si conferma «l’impossibilità di prevedere l’evento sismico in termini geografici, temporali e dimensionali».
Dopo la scossa si è registrato inoltre un battage informativo contro gli studi di Giampaolo Giuliani che pure avrebbero destato interesse negli Usa e alla Nasa anche se finora le sue teorie non hanno avuto l’imprimatur della scientificità.
Se è vero che è impossibile prevedere i terremoti (come le autorità non fanno che ripetere da settimane) è pur vero che la scienza (tutta quella presente all’Aquila il 31 marzo scorso) si è lasciata andare in una gaffe imperdonabile.
Dire che un evento è «improbabile» significa fare una previsione (ed anche smentirsi nello stesso tempo).
Cosa molto grave se i fatti raccontano il contrario con morti e sfollati.

LETTERA APERTA DALL'AQUILA AL PRESIDENTE NAPOLITANO


Caro Presidente,
le cronache sulla sua visita di ieri nella nostra città, a cinque mesi dal terremoto del 6 aprile, parlano del calore con cui gli aquilani l'hanno accolta e riferiscono del conforto da lei espresso nel vedere, dopo tutto quello che è successo, “fiducia e gente sorridente” che “crede molto nelle istituzioni”. Altro, a parte le note di colore, non è stato riportato. Sappiamo che ha parlato con i responsabili della Protezione Civile, con i rappresentanti locali. Ha avuto modo di chiedere, di vedere e di informarsi. Ma non ha aggiunto altro.


E' vero caro Presidente. Noi, anche quelli che non erano lì a stringerle la mano o ad ascoltare l'inno di Mameli, crediamo molto nelle istituzioni. Anzi moltissimo. Perché per noi le istituzioni rappresentano la possibilità di affrontare insieme i problemi di una comunità per risolverli insieme. Quindi dato che di problemi, dal 6 aprile, ne abbiamo un po' più del normale, nelle istituzioni crediamo molto, anche perché ne abbiamo molto bisogno. Questo lei lo sa, lo ha visto. Ha visto la distruzione immensa. Sa, come tutti noi, che da un evento del genere non ci si riprende se non attraverso sforzi collettivi eccezionali e soprattutto attraverso le scelte giuste. Altrimenti, semplicemente, le città e i paesi muoiono.


Ha visto, caro Presidente, il sorriso riaffiorare su qualche volto degli abitanti di Onna. Perché dopo i troppi lutti e la sofferenza di cinque mesi di tenda, potranno avere un tetto nel piccolo villaggio di case di legno che sorge accanto al paese distrutto. Ha potuto capire, caro Presidente, che la speranza è nel poter riallacciare i fili spezzati con le persone e i luoghi. E' poter restare insieme e restare lì. Vicino alla tua casa rotta, o mezza rotta, smozzicata, scoperchiata, ma che è la tua casa. La speranza è di ricostruire la casa, la scuola, le strade e le piazze e di ritrovarsi insieme.


Ma sulla strada che dall'Aquila conduce ad Onna, caro Presidente, avrà visto anche il cantiere di Bazzano, dove si costruisce il più grande dei 19 nuovi insediamenti destinati ad ospitare chi ha perso la casa. E' il Piano C.A.S.E. voluto dalla istituzione Protezione Civile, previsto da un decreto legge dell'istituzione Governo, convertito in legge dall'istituzione Parlamento, approvato con il sostegno convinto dell'istituzione Regione Abruzzo e con l'avvallo delle istituzioni Provincia e Comune dell'Aquila. E questa è tutta un'altra storia. Ed è, purtroppo, quella vera che nulla ha a che vedere con la vicenda di Onna, è il suo contrario.


Il Piano era già pronto, ambizioso e innovativo: per la prima volta gli sfollati non sarebbero stati ridotti in roulotte o container ma, dopo qualche tempo in tenda, avrebbero avuto direttamente case vere, antisismiche, ecologiche e con tutti i comfort. Circa 5.000 abitazioni per circa 15.000 persone, che vi avrebbero abitato il tempo necessario a ricostruire la propria casa.
Così 30 mila persone sono state tenute in tenda per cinque mesi e altrettante, lontane negli alberghi della costa abruzzese, perché tutti, in autunno, avrebbero potuto avere un tetto: chi riparando i danni lievi della propria abitazione, chi trovando posto nelle nuove C.A.S.E.. Ma, caro Presidente, non è andata così. Non gliel'hanno detto?


Le tende hanno cominciato a toglierle davvero, solo che le case danneggiate non sono state riparate e le C.A.S.E., quando saranno tutte consegnate (dicembre? febbraio? aprile?), non basteranno. Per cui le persone dalle tende vengono trasportate in caserma o in albergo - la destinazione viene comunicata poco prima in modo da ridurre il rischio di rimostranze. Gli alberghi dell'aquilano sono pieni e quindi decine di migliaia di persone dovranno essere piazzate in altri territori e province. Chi ha la fortuna di avere ancora lavoro a L'Aquila o ha un figlio da mandare a scuola, potrà viaggiare con mezzi propri o autobus navetta, questi – pare – messi a disposizione dalle istituzioni. Gli altri staranno lì in attesa degli eventi.


Questa è la storia di una devastazione annunciata, caro Presidente. Lo smembramento delle comunità, praticato all'indomani del terremoto, viene proseguito dopo cinque mesi e perpetuato in quelli a venire. Perché non si è saputo e non si è voluto dare priorità alla ricostruzione ma alla costruzione del nuovo. E poi l'antico adagio resta valido: divide et impera. Se vuoi comandare sulle persone, tienile separate. Nei campi tenda, dove le persone per forza stanno insieme, è vietato distribuire volantini, è vietato riunirsi e discutere liberamente. I diritti e le libertà costituzionali, caro Presidente.


Con tutte le nostre forze, da subito, abbiamo chiesto alle istituzioni che venissero risparmiate sofferenze, denaro pubblico e le bellezze del territorio, ricorrendo a case di legno, prefabbricati e simili. Soluzioni rapide (4 settimane per averle pronte), economiche (un terzo di una C.A.S.A.), dignitose, sicure, che permettono di restare vicini nel proprio territorio da ricostruire e che possono essere rimosse quando non serviranno più. Ma non c'è stato nulla da fare. Le istituzioni non hanno voluto ascoltare.
Bisogna costruire le nuove C.A.S.E. 24 ore al giorno, spendendo tutti i soldi che ci sono davvero - oltre 700 mil. di euro - e usando pure quelli donati dagli italiani. Tirando su, in tutta fretta, insediamenti che saranno definitivi, dove capita, senza logica urbanistica, senza minimamente rispettare criteri di prossimità ai nuclei precedenti. Intanto, tutto il resto, con l'inverno alle porte, è fermo. Il riparabile non viene riparato, il centro storico resta immerso in un silenzio spettrale. Perché?


Che farebbe lei caro Presidente, se a cinque mesi dal terremoto non sapesse dove trovare una sistemazione per la sua famiglia, una scuola per i suoi figli, un lavoro che ha perso? Se non avesse la minima idea di come e quando potrà riparare la sua casa, ammesso che ne abbia ancora una? Molti, troppi, non hanno potuto fare altro che andare via. Accettare che, almeno per un po', a L'Aquila non è possibile tornare. Ma se non ora, dopo cinque mesi, quando? Lo spopolamento in atto, diventerà progressivo e definitivo se qualcosa di importante non cambierà e subito.


Tutto questo l'abbiamo denunciato, chiesto, urlato, ogni volta che abbiamo potuto e come abbiamo potuto. Di tutto questo nessuno le ha detto nulla? Perché nemmeno una perplessità, un dubbio nelle sue parole di ieri sulle scelte fatte?
Caro Presidente, ha ragione, noi ci crediamo davvero nelle istituzioni. Eppure si sbaglia, caro Presidente, perché di fiducia non ce n'è più. La supponenza, l'arroganza, l'ignoranza, la complicità, gli interessi inconfessabili, l'incapacità e l'inettitudine logorano la fiducia nelle istituzioni. Come pure il silenzio.

Vittorio Alvino e i Comitati Cittadini.

Fai girare e spedisci ANCHE TU la lettera direttamente al Presidente!(anche solo la prima parte dato che tutta non c’entra)
> Vai nella pagina del sito del Quirinale:
https://servizi.quirinale.it/webmail/missiva.asp?msg=1&t=9%2F7%2F2009+8%3A06%3A29+PM
> inserisci i tuoi dati
> copia e incolla.

Discutibile gestione dell’autonoma sistemazione.


Subito dopo il terremoto, d'accordo col Direttore Generale del Comune, Cordeschi, un’azienda ha attivato tre numerazioni telefoniche su fax server per la gestione delle comunicazioni dei cittadini in autonoma sistemazione. Tale servizio è stato offerto in forma gratuita, in un sincero spirito di collaborazione e solidarietà. L'azienda si era anche offerta di erogare altri servizi utili alla gestione dell’autonoma sistemazione al solo costo di acquisto dei programmi necessari ovvero intorno a sedicimila euro ma non è stata più contattata dal Comune ed ha continuato ad erogare solo il servizio fax server multi linea. Veniamo a conoscenza, poi, che tali servizi sono stati richiesti al Sed, una forma di esternalizzazione di pubblici servizi, che monopolizza quelli comunali, Spa a capitale misto (51% Comune e 40% Maggioli ma di fatto l’unico cliente è stato il comune). Come ben sappiamo, la Protezione Civile (su richiesta del Sindaco), tramite ordinanza ha affidato al Sed stesso, con un aumento del personale e per un importo di 240mila euro ed in deroga al Codice degli appalti, l’informatizzazione delle richieste del “contributo per l’autonoma sistemazione"; tuttavia a distanza di cinque mesi ancora non riesce ad erogarlo completamente. Risulta dagli elenchi pubblicati sul sito del Comune che molti cittadini hanno ricevuto il contributo parzialmente o con somme errate e senza l’attivazione di controlli dei redditi per aiutare prima gli aventi diritto più bisognosi.
Lo stesso sindaco, giorni fa, denunciava la situazione inaccettabile.
Veniamo a conoscenza che in questi giorni, con decisione del tutto opinabile, vogliono revocare la sistemazione autonoma alle persone proprietarie di immobili sulla costa in quanto proprietari di seconda casa all’interno della regione. Tale provvedimento, che segue la linea di allontanamento dal territorio contestata da noi ripetutamente alla Protezione Civile, è riferito alla territorialità regionale e non al raggio di distanza dal capoluogo. Un'eventuale possessore di seconda casa in Antrodoco, Borgorose o altro luogo ma in diversa regione, seppure con distanza simile se non minore rispetto al capoluogo, resta percettori del contributo. Non si comprende la razio di tale legge e tale decisione comporterà aggravio sul comune in quanto si stanno costituendo associazioni che minacciano esposti per risarcimento morale che aggraveranno le casse comunali. Si auspica una tempestiva revisione di questa decisione per una maggiore uguaglianza di trattamento nei confronti dei cittadini.
Enza Blundo (cittadinixcittadini)


09 set : 21:39
franko


Commenti: 37
Commento fin troppo "morbido".....sia nel titolo che nella sostanza!


09 set : 22:36
peace

Certamente noi "autonomi sistemati" siamo rei di aver fatto risparmiare allo stato centinaia di migliaia di euro e quindi la dobbiamo pagare.
Pretendiamo pure un contributo! Assurdo!
Hanno ragione, ci dovrebbe bastare avere avuto la fortuna di aver avuto genitori ci hanno fatto il favore di schiattare per tempo, lasciandoci la casa libera alla bisogna.

Si franko, il commento pare morbido anche a me.


09 set : 23:41
Lalla

credo che per noi "autonomi" sia arrivato il momento di "associarci" e valutare come muoverci .. la nostra situazione è inaccettabile ..

09 set : 23:56
thebitstreamer

Io sono uno degli utilizzatori del servizio FAX.
Inviata domanda l'11 di maggio solo la scorsa settimana, dopo l'ennesima litigata, ho dato per spacciata la mia domanda e l'ho ripresentata di persona.
Adesso il SED deve digitare (che faticaccia!!) le domande e sono 3 mesi che pago tutto io visto che sono in affitto con tutte le utenze intestate a me.
Mi domando come si possa essere così sprovveduti dando comunicazione alla cittadinanza di mandare i fax PRIMA di aver definito tutti i dettagli con la ditta che aveva offerto un servizio efficiente... Ovviamente questo andava contro il SED, quel pozzo senza fondo di incompetenza e raccomandazioni che eroga un sito WEB penoso ed inutile.
Una vera vergogna tutti i soldi investiti in questo SED e gli impiegati comunali che scrivino ancora come gli amanuensi del 700 informazioni che poi qualcun'altro riscriverà sul Computer........ Che amarezza

10 set : 06:35
mocerivò_214

Trovo ci siano molti ottimi spunti di riflessione nella risorsa proposta. Certo, il centro della questione resta l'autonoma sistemazione, ma personalmente fa riflettere il percorso di una società nata come privata, come appunto, se non erro, il SED, che si ritrova ad essere partecipata da un ente pubblico, dalla qual cosa derivano due, per me inquietanti, considerazioni: prima, i dipendenti come andranno considerati, pubblici o privati? E come sono stati assunti, compresi gli ultimi ritenuti necessari per il servizio di cui si parla, per concorso o per chiamata diretta? Seconda, con questa società che fa da intercettore sui lavori del comune, che possibilità ci sono per altri, nel caso siano più bravi e più competitivi, di accedere a questi bei lavori pubblici tanto vitali in un momento tragico come l'attuale?

Vedo in questi modelli qualcosa di dissonante e pericoloso: enti, società che di fatto vivono del pubblico ed al pubblico sono agganciate indissolubilmente che però hanno l'autonomia, quanto ad esempio ad assunzioni, di un privato.

L'autonoma sistemazione è, purtroppo, solo una delle sfaccettature negative quanto a gestione ed impostazione risultante da tutta l'ideazione Berlusconi-Bertolaso.
Ora non si replichi con le cose buone fatte, che magari pure ci saranno state, ma quelle buone è normale che ci debbano essere, non si possono considerare un'eccezione.
Se commissiono ad uno studio di ingegneri edili o di architetti la costruzione di una casa, e poi questa me la realizzano con la cucina ed il garage all'ultimo piano e le camere da letto nel seminterrato, dove dovrebbero stare le cantine, non mi possono chiudere la bocca col fatto che però la cucina è fatta bene e l'impianto dei termosifoni funziona a meraviglia! È normale che una cucina debba essere fatta bene e che l'impianto dei termosifoni sia funzionante, resta il fatto che per il resto, la casa, è un gran casino.
Così per la gestione Berlusconi-Bertolaso, il fatto che delle cose le si potrebbero ritenere anche fatte bene non toglie e non aggiunge nulla al fatto che altre sono soltanto un gran disastro, e l'autonoma sistemazione è una tra queste.


10 set : 08:38
pesciolina

Perchè revocare la sistamazione autonoma a chi ha una seconda casa sulla costa????che facciano allora i controlli alle tendopoli visto che ci sono persone con esito "A" dal 06/040/09 a tutt'oggi senza pagar neanche una bolletta o fare un minimo di spesa; quando invece chi ha provveduto alla sistemazione autonoma la situazione è stata come era prima(fare la spesa, pagare bollette, cucinare e quant'altro).....fa comodo andare in tendopoli o altrove e non pagare nulla e poi farsi se mai una casetta di legno....eccc!c'è chi sta in tendopoli o in albergo(esito A o E) che hanno anche le seconde case(se non sulla costa ma nell'interno ma stanno ancora lì e non le schioda nessuno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


10 set : 08:55
franko
LORO credono che noi "autonomi" non esistiamo!
Dovremmo fargli invece capire che esistiamo.....eccome se esistiamo!
Ringraziando il Signore siamo VIVI e non solo fisicamente


10 set : 08:57
franko
Scusate sopra "Dovremmo" e' "Dobbiamo".


10 set : 09:53
in moto manet

per pesciolina
io non sono convinto che si possa revocare un contributo su cui si fa legittimo affidamento. Non si tratta di un diritto quesito? Il CdS non ha dato ragione su questo ai comuni extra cratere per la revoca della sospensione dei versamenti tributari?


10 set : 09:53
QuigliuLoco_820

L'Ordinanza è assurda: si negano i 400 euro a una famiglia che non pesa minimamente sulla protezione incivile, che fa la spesa, cucina, pulisce e viaggia tutti i giorni per andare a lavorare a L'Aquila e si spendono 3500 euro al mese per una famiglia equivalente che se ne sta in albergo senza neanche doversi rifare il letto e va a mangiare al ristorante tutti i giorni. ... E io pago!!!
E' giustizia questa??!!??!?!

Poi, sul modulo del censimento per le E F e Zona Rossa, hanno messo 3 opzioni ... senza specificare a chi non spetta l'Autonoma sistemazione. Della serie: ti invitano a sceglierla per poi dirti che non ti spetta.
Non è una truffa questa?


10 set : 10:12
Lalla
certo che è una truffa, ma d'altra parte l'intero censiment era una truffa .. hai sentito la conferenza stampa del prefetto? facendo riferimento alle 2.000 e passa persone che come SECONDA opzione hanno messo la sistemazione autonoma (ma come PRIMA la "casetta") ha detto che questi potevano essere scorporati dalle casette, perchè si sarebbero accontentati della sistemazione autonoma e che quindi le casette bastavano per tutti .. mah .. strano modo di elaborare i dati ..

10 set : 15:56
attila75

E BASTA con questa storia che chi sta in albergo è servito e riverito!!!Non è una fortuna invece avere una seconda casa?La vita in albergo non è poi così rosea come pensate!!!prova a mangiare tutti i giorni in ristorante per 5 mesi!!!Non puoi cucinare e mangiare quello che vuoi, non puoi preparare una una pietanza leggera per i tuoi figli, devi mangiare tutti i giorni a pranzo e a cena in una sala afosa che puzza di mensa con 200 persone che fanno un casino della madonna, devi mangiare quello che cucinano anche se non ti piace storci il muso ma mangi lo stesso...(tra l'altro io personalmento ho un neonato di 5 mesi che allatto al seno e non sto facendo un'alimentazione adeguata per l'allattamento...poi l'altro figlio ha avuto uno sfogo sul torace per l'alimentazione troppo pesante!!!)...e la calma e la privacy del focolare domestico andata a puttane!!!EPPURE Non ci lamentiamo, siamo fortunati ad essere usciti vivi dall'inferno del 6 aprile e questo ci basta!!!non puntiamo sempre il dito contro qualcuno, daltronde OGNUNO TE LA CROCE SE!!!!
Replica a questo

10 set : 10:09
Diabolique
Trovo assurdo questo cambiamento di rotta. Io avrei a disposizione una seconda casa sulla costa, ma per me e mio marito vorrebbe dire allontanarci troppo dal luogo di lavoro. Quindi abbiamo preso in affitto un appartamento a metà strada contando sull'autonoma sistemazione e ora che abbiamo già stipulato il contratto per un anno e fatto il trasloco vorrebbero cambiare le carte in tavola? Se l'avessi saputo prima, sarei andata anch'io 5 mesi in albergo e con tutti i soldi che avrei risparmiato mi sarei pagata l'affitto per il resto dell'anno. Noi in autonoma sistemazione siamo proprio cornuti e mazziati! Con tutto che siamo stati gli unici a collaborare davvero con la Protezione Civile che dalla data del sisma non ha dovuto occuparsi di noi...ma questo è troppo!

10 set : 10:29
mimì1974

QUIGLIULOCO : "senza specificare a chi non spetta l'Autonoma sistemazione. Della serie: ti invitano a sceglierla per poi dirti che non ti spetta" ...in realtà era specificato che potevi compilare il modulo (quindi io dò per scontato che HO DIRITTO a ciò che il modulo propone)se non avevi altra casa nell'ambito della mobilità quotidiana, altro che Regione Abruzzo! Quindi hanno proprio cambiato le carte in tavola!!!

Ed inoltre, che cacchio di ragionamento è???? Cioè, se hai chiesto la C.A.S.A. ti spetta in ogni caso, se invece hai chiesto il CAS vanno a vedere se hai un'altra abitazione??? No, non mi torna qualcosa...deve esserci una spiegazione, ma per ora non la vedo!!!

Tra l'altro poco fa ho parlato con la Linea Amica e mi confermano questa cosa, anche se non hanno saputo rispondere ai miei crucci sull'incongruenza della cosa (incongruenza...ahahha...volevo dire palese ingiustizia).

10 set : 11:07
Diabolique


Che poi, scusate: chi è già in autonoma sistemazione non deve ricompilare il modulo. quindi come funziona? tra chi ha la seconda casa sulla costa, verranno penalizzati solo quelli che non hanno fatto richiesta da subito? cose da pazzi...

10 set : 11:07
maxim
e se facessimo richiesta di rientrare negli albergi,visto
che non ci danno quello che ci spetta?

10 set : 11:17
franko

........l' unica soluzione e' NON ABBASSARE LA TESTA all' ENNESIMA INGIUSTIZIA e far valere con la VOCE GROSSA i nostri DIRITTI!!

10 set : 11:51
luisa

Scusate l'ignoranza, ma da dove viene questa notizia che vogliono revocare l'autonoma sistemazione ai proprietari di una seconda casa sulla costa? E' già riportata ufficialmente su qualche sito istituzionale o fa parte ancora dei "si dice che....."?


10 set : 11:36
Direttore SED



Gentile sig.ra Enza Blundo
in relazione al suo articolo rilevo alcune imprecisioni che mi hanno indotto a intervenire.
1- Il SED è stato autorizzato ad eseguire l'inserimento delle istanze relative al contributo di autonoma sistemazione su autorizzazione della Protezione Civile Nazionale e con successiva autorizzazione del Sindaco del Comune dell'Aquila.
2- precedentemente alle autorizzazioni la società aveva presentato un preventivo per diverse tipologie di attività tra cui l'inserimento delle istanze di cui sopra.
3-il corrispettivo richiesto per l'inserimento delle istanze dell'autonoma sistemazione è di euro 11.000 circa.
4-prima del sisma la società aveva in organico 25 dipendenti, che sono rimasti tali anche dopo l'evento sismico.

La invito comunque a venirci a trovare presso la nostra sede provvisoria nei locali dell'AMA S.p.A. per altri eventuali chiarimenti in merito, che sarò ben lieto di fornirLe.
Il direttore SED Maurizio Michilli


10 set : 12:01
QuigliuLoco_820


Mimì, la cosa è ancora peggio: hanno fatto un casino.
Il censimento è stato fatto DOPO l'ordinanza che escludeva i possessori di casa in abruzzo (che è uscita a Maggio); non si può neanche dire che hanno cambiato le carte in tavola.
Quando, però, nel censimento specificavano che era rivolto a chi non ha la casa nei Comuni limitrofi a L'Aquila (mettendo anche l'autonoma sistemazione tra le scelte) si dava per scontato che il discorso della "casa in Abruzzo" fosse superato altrimenti è un'incongruenza.
Viene il dubbio che l'abbiano fatto a posta.
Bisogna farsi sentire.


10 set : 12:25
Diabolique

e poi esce il nuovo modulo per chi, abbandonati alberghi e tende, sta facendo richiesta ora, nel quale si parla di casa nella Regione Abruzzo



10 set : 12:43
luisa
Gent.ma Sig.ra Blundo, scusi, ma quanto Lei afferma sulla revoca dell'autonoma sistemazione ai proprietari di una seconda casa sulla costa è già "legge" e, quindi, reperibile già su qualche sito istituzionale o è solo una "minaccia" di chi ha scelto di continuare a vessarci con perfidia diabolica? Non ho più la mia casa (da demolire), sono in cassa integrazione, mio marito è stato licenziato, dal 7 aprile sono in autonoma sistemazione sulla costa ed affronto ogni giorno spese e disagi (come molti, per carità!) per raggiungere la Mia Città, probabilmente non avrò neanche una sistemazione con il Progetto C.A.S.A. (nucleo familiare di sole 2 persone): che cosa ancora deve accadere?
La prego di rispondermi se potrà


10 set : 13:06
mimì1974


Anche perchè, QuigliuLoco, se anche la prima ordinanza negava il contributo a chi aveva casa in Abruzzo (anche se con un giro di parole che sfido a capirlo), è vero anche che tsle contributo è poi stato dato. Quindi non capisco...o dicono chiaro e tondo che da oggi in poi a chi ha casa in Abruzzo NON SPETTA NIENTE (nè casetta nè map nè appunto contributo)(e non dico che questo sarebbe giusto, ma quantomeno equo) e quindi chi si trova in questa condizione può decidere una buona volta di trasferirsi e buonanotte al secchio, oppure qualunque altra cosa è quantomeno INIQUA.

Faccio un esempio teorico (io per fortuna non ho altre case): famiglia di 4 persone con due bimbi in età scolare, finora in autonoma sistemazione nella sua casetta di una stanza e mezzo a...boh?...facciamo Castel di Sangro? facciamolo! esce il censimento di agosto, può scegliere o la C.A.S.A. (che avrà sicuramente visto che entrambi i genitori lavorano e i figli vanno a scuola) o l'affitto o il CAS. Mettiamo che nel frattempo si sono mossi, hanno trovato all'Aquila un appartamento grande a un prezzo accettabile e abbiano perciò optato per il CAS...
E mò gli vanno a dì che non gli spetta e che se ne tornassero pure a Castel di Sangro o chi per esso e viaggiassero tutti i giorni coi bambini?????? Ma io fossi in loro farei un casino MONDIALE...
Mi sembra ASSURDA 'sta cosa...vediamo un po'...


10 set : 13:43
peace


Commenti: 22
se anche la prima ordinanza negava il contributo a chi aveva casa in Abruzzo (anche se con un giro di parole che sfido a capirlo)

Saresti così gentile da ricordarci di quale ordinanza si tratta? Grazie.
Replica a questo
10 set : 14:09
mimì1974




Commenti: 8
PEACE, l'ordinanza era la 3771 del 19/05 che all'art. 7 diceva così:

2. Decorsi quindici giorni dalla comunicazione al proprietario
della dichiarazione di agibilita' dell'abitazione occupata alla data del 6 aprile 2009, decade il beneficio del contributo per l'autonoma sistemazione di cui all'art. 11 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3754 del 9 aprile 2009, cosi' come modificato dall'art. 3 dell'ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri n. 3755 del 15 aprile 2009, nonche' il diritto a godere
dell'ospitalita' gratuita negli alberghi o altre strutture
residenziali reperite dal commissario delegato, dal presidente della regione Abruzzo o dai sindaci dei comuni abruzzesi.
3. A decorrere dalla pubblicazione della presente ordinanza, i soggetti destinatari dei benefici di cui al comma 2 sono tenuti a produrre al sindaco del comune di residenza, ai fini del mantenimento o dell'ulteriore riconoscimento dei benefici predetti, idonea
autocertificazione ai sensi del decreto del Presidente della
Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, e successive modificazioni ed integrazioni, attestante la mancata disponibilita' di unita'abitative di proprieta' dei componenti del nucleo familiare nell'ambito del territorio della regione Abruzzo."


10 set : 14:34
galdic_1085

Siamo in tanti nella stessa situazione. L'unione fa la forza!! Non c'è tra noi un buon avvocato che possa mettere su un bel ricorso al T.A.R.?
Nel frattempo non possiamo riunirci, in un giorno e luogo da stabilire, per valutare quanti in effetti siamo e discutere sul da farsi? Tipo coinvolgere i politici locali e/o nazionali, scrivere alla stampa ecc. o, se non ci stanno a sentire, adottare una diversa forma di protesta, di quelle che oggi fanno più scalpore?
La stessa associazione Cittadini x Cittadini potrebbe farsi carico di quanto sopra proposto.


10 set : 15:11
mocerivò_214

al 10 set : 11:36 Direttore SED,
pur se non personalmente coinvolto voglio esprimere tutto il mio apprezzamento per la sua risposta che trovo priva di polemica, risentimento, acrimonia, cosa sempre più rara di questi tempi. La trovo invece una risposta pulitamente chiarificatrice, cordiale nei limiti del buon gusto e nello tempo sintetica ed essenziale. Ci sono casi dove la forma diventa sostanza, e credo questo sia uno di quelli.


10 set : 15:41
peace

e successive modificazioni ed integrazioni, attestante la mancata disponibilita' di unita'abitative di proprieta' dei componenti del nucleo familiare nell'ambito del territorio della regione Abruzzo."


Grazie per la risposta, ma che succede nel caso che l'unità abitativa non sia di proprietà esclusiva, ma in comproprietà con persone esterne al nucleo familiare? Il caso, che credo abbastanza comune, non mi sembra sia stato contemplato.

10 set : 15:53
attila75

per QuigliuLoco_820
E BASTA con questa storia che chi sta in albergo è servito e riverito!!!Non è una fortuna invece avere una seconda casa?La vita in albergo non è poi così rosea come pensate!!!prova a mangiare tutti i giorni in ristorante per 5 mesi!!!Non puoi cucinare e mangiare quello che vuoi, non puoi preparare una una pietanza leggera per i tuoi figli, devi mangiare tutti i giorni a pranzo e a cena in una sala afosa che puzza di mensa con 200 persone che fanno un casino della madonna, devi mangiare quello che cucinano anche se non ti piace storci il muso ma mangi lo stesso...(tra l'altro io personalmento ho un neonato di 5 mesi che allatto al seno e non sto facendo un'alimentazione adeguata per l'allattamento...poi l'altro figlio ha avuto uno sfogo sul torace per l'alimentazione troppo pesante!!!)...e la calma e la privacy del focolare domestico andata a puttane!!!EPPURE Non ci lamentiamo, siamo fortunati ad essere usciti vivi dall'inferno del 6 aprile e questo ci basta!!!non puntiamo sempre il dito contro qualcuno, daltronde OGNUNO TE LA CROCE SE!!!!



10 set : 06:35
mocerivò_214


Commenti: 407
Trovo ci siano molti ottimi spunti di riflessione nella risorsa proposta. Certo, il centro della questione resta l'autonoma sistemazione, ma personalmente fa riflettere il percorso di una società nata come privata, come appunto, se non erro, il SED, che si ritrova ad essere partecipata da un ente pubblico, dalla qual cosa derivano due, per me inquietanti, considerazioni: prima, i dipendenti come andranno considerati, pubblici o privati? E come sono stati assunti, compresi gli ultimi ritenuti necessari per il servizio di cui si parla, per concorso o per chiamata diretta? Seconda, con questa società che fa da intercettore sui lavori del comune, che possibilità ci sono per altri, nel caso siano più bravi e più competitivi, di accedere a questi bei lavori pubblici tanto vitali in un momento tragico come l'attuale?

Vedo in questi modelli qualcosa di dissonante e pericoloso: enti, società che di fatto vivono del pubblico ed al pubblico sono agganciate indissolubilmente che però hanno l'autonomia, quanto ad esempio ad assunzioni, di un privato.

L'autonoma sistemazione è, purtroppo, solo una delle sfaccettature negative quanto a gestione ed impostazione risultante da tutta l'ideazione Berlusconi-Bertolaso.
Ora non si replichi con le cose buone fatte, che magari pure ci saranno state, ma quelle buone è normale che ci debbano essere, non si possono considerare un'eccezione.
Se commissiono ad uno studio di ingegneri edili o di architetti la costruzione di una casa, e poi questa me la realizzano con la cucina ed il garage all'ultimo piano e le camere da letto nel seminterrato, dove dovrebbero stare le cantine, non mi possono chiudere la bocca col fatto che però la cucina è fatta bene e l'impianto dei termosifoni funziona a meraviglia! È normale che una cucina debba essere fatta bene e che l'impianto dei termosifoni sia funzionante, resta il fatto che per il resto, la casa, è un gran casino.
Così per la gestione Berlusconi-Bertolaso, il fatto che delle cose le si potrebbero ritenere anche fatte bene non toglie e non aggiunge nulla al fatto che altre sono soltanto un gran disastro, e l'autonoma sistemazione è una tra queste.
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10 set : 08:38
pesciolina


Commenti: 2
Perchè revocare la sistamazione autonoma a chi ha una seconda casa sulla costa????che facciano allora i controlli alle tendopoli visto che ci sono persone con esito "A" dal 06/040/09 a tutt'oggi senza pagar neanche una bolletta o fare un minimo di spesa; quando invece chi ha provveduto alla sistemazione autonoma la situazione è stata come era prima(fare la spesa, pagare bollette, cucinare e quant'altro).....fa comodo andare in tendopoli o altrove e non pagare nulla e poi farsi se mai una casetta di legno....eccc!c'è chi sta in tendopoli o in albergo(esito A o E) che hanno anche le seconde case(se non sulla costa ma nell'interno ma stanno ancora lì e non le schioda nessuno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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10 set : 08:55
franko


Commenti: 37
LORO credono che noi "autonomi" non esistiamo!
Dovremmo fargli invece capire che esistiamo.....eccome se esistiamo!
Ringraziando il Signore siamo VIVI e non solo fisicamente!
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10 set : 08:57
franko


Commenti: 37
Scusate sopra "Dovremmo" e' "Dobbiamo".
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10 set : 09:53
in moto manet




Commenti: 9
per pesciolina

io non sono convinto che si possa revocare un contributo su cui si fa legittimo affidamento. Non si tratta di un diritto quesito? Il CdS non ha dato ragione su questo ai comuni extra cratere per la revoca della sospensione dei versamenti tributari?
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10 set : 09:53
QuigliuLoco_820


Commenti: 72
L'Ordinanza è assurda: si negano i 400 euro a una famiglia che non pesa minimamente sulla protezione incivile, che fa la spesa, cucina, pulisce e viaggia tutti i giorni per andare a lavorare a L'Aquila e si spendono 3500 euro al mese per una famiglia equivalente che se ne sta in albergo senza neanche doversi rifare il letto e va a mangiare al ristorante tutti i giorni. ... E io pago!!!
E' giustizia questa??!!??!?!

Poi, sul modulo del censimento per le E F e Zona Rossa, hanno messo 3 opzioni ... senza specificare a chi non spetta l'Autonoma sistemazione. Della serie: ti invitano a sceglierla per poi dirti che non ti spetta.
Non è una truffa questa?
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10 set : 10:12
Lalla




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certo che è una truffa, ma d'altra parte l'intero censiment era una truffa .. hai sentito la conferenza stampa del prefetto? facendo riferimento alle 2.000 e passa persone che come SECONDA opzione hanno messo la sistemazione autonoma (ma come PRIMA la "casetta") ha detto che questi potevano essere scorporati dalle casette, perchè si sarebbero accontentati della sistemazione autonoma e che quindi le casette bastavano per tutti .. mah .. strano modo di elaborare i dati ..
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10 set : 15:56
attila75


Commenti: 6
E BASTA con questa storia che chi sta in albergo è servito e riverito!!!Non è una fortuna invece avere una seconda casa?La vita in albergo non è poi così rosea come pensate!!!prova a mangiare tutti i giorni in ristorante per 5 mesi!!!Non puoi cucinare e mangiare quello che vuoi, non puoi preparare una una pietanza leggera per i tuoi figli, devi mangiare tutti i giorni a pranzo e a cena in una sala afosa che puzza di mensa con 200 persone che fanno un casino della madonna, devi mangiare quello che cucinano anche se non ti piace storci il muso ma mangi lo stesso...(tra l'altro io personalmento ho un neonato di 5 mesi che allatto al seno e non sto facendo un'alimentazione adeguata per l'allattamento...poi l'altro figlio ha avuto uno sfogo sul torace per l'alimentazione troppo pesante!!!)...e la calma e la privacy del focolare domestico andata a puttane!!!EPPURE Non ci lamentiamo, siamo fortunati ad essere usciti vivi dall'inferno del 6 aprile e questo ci basta!!!non puntiamo sempre il dito contro qualcuno, daltronde OGNUNO TE LA CROCE SE!!!!
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L'Intervento di Francesca Fabris.


Un noto e saggio cantautore un tempo recitava: “C’è solo la strada su cui puoi contare, la strada è l’unica salvezza”. Forse non immaginava che le sue parole potessero essere ascoltate da decine di migliaia di persone che oggi sono costrette sulla strada da un terremoto. Un terremoto terribile, distruttore di case, quartieri, borgate. E di vite umane. Uno sconquasso di edifici e persone che ha lasciato un segno indelebile sulla speranza della gente.
Eppure la speranza è l’ultima a morire, i greci lo sapevano bene. Come pure la saggezza popolare aquilana. Perché… “bisogna ritornare nella strada, nella strada per conoscere chi siamo”.
Ecco, anche senza scomodare il think pink, se si dovesse pensare a un aspetto positivo del terremoto, le parole di Gaber potrebbero venire in aiuto: la precarietà della strada mette l’uomo con le spalle al muro e gli accende davanti lo schermo luminoso di se stesso. Quello che è, non quello che ha. L’essere e non l’avere, perché l’avere se lo è già portato via il terremoto.
Ebbene c’è qualcuno che in quell’essere ha ritrovato un buon motivo per migliorare non solo le proprie condizioni, ma anche quelle degli altri. Perché quando l’essere non traballa più, una casa solida non fa male a nessuno. E rende pure più sereni. E se tutti si spendessero un po’ perché le case fossero un bene condiviso da tutti, allora si scoprirebbe il gusto pieno della solidarietà.
Il sito si propone proprio questo: l’informazione a servizio degli altri. I cittadini per i cittadini. Perché raccontare i fatti è già rendere un ottimo servizio alla verità e alla trasparenza. Tutti possono concorrervi, perché il sito è nato sotto la bandiera della libertà. E la libertà, come diceva Gaber, è partecipazione.


                                                              
Biografia della scrittrice Francesca Fabris.
 

Può un sito internet aiutare gli aquilani a ricostruire la loro città perduta? Può aiutarli a difendere i loro diritti?


Questo sito web, online dal 6 Agosto 2009, nasce per fornire e rendere facilmente individuabili, notizie e documenti riguardanti le azioni dei comitati che si contrappongono in modo costruttivo alle scelte errate del governo e dell’amministrazione locale per controbilanciarne gli effetti e, laddove possibile, evitarne le conseguenze con il solo fine di RICOSTRUIRE SOCIO-ECONOMICAMENTE L’Aquila, capoluogo della Regione Abruzzo.

I DOCUMENTI PER LA PARTECIPAZIONE SONO NELLA STORIA E L'ULTIMO "SI TROVA NEL FORUM "opinioni per la Ricostruzione"

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L'INTERVENTO (spazio aperto a scrittori e giornalisti)

Ringraziamo del primo intervento per noi la scrittrice Francesca Fabris.


Un noto e saggio cantautore un tempo recitava: “C’è solo la strada su cui puoi contare, la strada è l’unica salvezza”. Forse non immaginava che le sue parole potessero essere ascoltate da decine di migliaia di persone che oggi sono costrette sulla strada da un terremoto. Un terremoto terribile, distruttore di case, quartieri, borgate. E di vite umane. Uno sconquasso di edifici e persone che ha lasciato un segno indelebile sulla speranza della gente.
Eppure la speranza è l’ultima a morire, i greci lo sapevano bene. Come pure la saggezza popolare aquilana. Perché… “bisogna ritornare nella strada, nella strada per conoscere chi siamo”.
Ecco, anche senza scomodare il think pink, se si dovesse pensare a un aspetto positivo del terremoto, le parole di Gaber potrebbero venire in aiuto: la precarietà della strada mette l’uomo con le spalle al muro e gli accende davanti lo schermo luminoso di se stesso. Quello che è, non quello che ha. L’essere e non l’avere, perché l’avere se lo è già portato via il terremoto.
Ebbene c’è qualcuno che in quell’essere ha ritrovato un buon motivo per migliorare non solo le proprie condizioni, ma anche quelle degli altri. Perché quando l’essere non traballa più, una casa solida non fa male a nessuno. E rende pure più sereni. E se tutti si spendessero un po’ perché le case fossero un bene condiviso da tutti, allora si scoprirebbe il gusto pieno della solidarietà.
Il sito si propone proprio questo: l’informazione a servizio degli altri. I cittadini per i cittadini. Perché raccontare i fatti è già rendere un ottimo servizio alla verità e alla trasparenza. Tutti possono concorrervi, perché il sito è nato sotto la bandiera della libertà. E la libertà, come diceva Gaber, è partecipazione.

Francesca Fabris

DATI BIOGRAFICI DI FRANCESCA FABRIS

Nata a Venezia nel 1968, Francesca Fabris lavora come editor per Paoline nel settore ragazzi. Insieme a Luciano Scalettari dirige per Paoline la collana Nord/Sud.Pagine per capire. Collabora con testate giornalistiche per l’infanzia (Il Giornalino, Ciao Amici, Il Messaggero dei ragazzi) scrivendo reportage, servizi, rubriche, inserti di approfondimento e traduzioni di fumetti.
Ha inoltre pubblicato numerosi racconti per adulti e bambini con vari editori (Baldini&Castoldi, Zelig, Città Nuova, G Baby). Il suo romanzo Anche le galline (nel loro piccolo) indagano si è classificato 1° alla XIII edizione del premio letterario "L’Aquilone d’oro e d’argento" della città di Massa.

INUTILI RITARDI E GESTIONE OPACA

L'ARCHITETTO BAN SI OFFRE PER LA RICOSTRUZIONE DEL CONSERVATORIO

Il progetto era pronto. Ed era gratuito. I soldi per realizzarlo c’erano. Berlusconi ha sbandierato il plastico davanti alle telecamere assieme al suo omologo giapponese Taro Aso durante il G8 e alla festa organizzata nella caserma di Coppito. Poi, silenzio. Nessuna spiegazione ufficiale. Tante cose dette poi negate. Stiamo parlando del progetto per la ricostruzione del Conservatorio dell’Aquila dell’architetto giapponese Shigeru Ban, studio a Tokio, New York e Parigi, docente dell'Università Kei, membro del Voluntary Architects Network, famoso nel mondo per le sue ricerche nel campo delle tensostrutture. Progetto, costato all’architetto Ban ben 5 mesi di lavoro, che prevedeva oltre 1000 posti, da realizzare con oltre 500 mila euro messi a disposizione dall’ambasciata giapponese e i restanti 500 mila frutto di fondi raccolti personalmente dall’architetto attraverso fondazioni e gruppi finanziari in Europa e nel mondo. Un progetto definito, anche dal direttore del Conservatorio Bruno Carioti “straordinario, all’avanguardia”. Un progetto, presentato ufficialmente il 7 luglio da Ban assieme al primo ministro giapponese, a Palazzo Chigi, che avrebbe dato all’Aquila una risonanza mondiale, altro che G8. Contrariamente a quanto sostenuto dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, (“Non abbiamo visto una lira dei soldi promessi”) non avrebbe richiesto l’impiego di soldi pubblici. “Un mistero”, esclama il direttore Carioti. “Ho appreso solo oggi che sono iniziati i lavori per la realizzazione di un prefabbricato abitativo modulare scolastico Musp. Pensate che Ban, all’indomani del sisma del 1995 a Kobe, in alternativa alle tendopoli, ideò una soluzione progettando abitazioni di 16 metri quadri con pareti fatte con tubi di cartone e fondazioni di cassette per bottiglie di birra riempite con sabbia. Inoltre è stato uno dei progettisti delle Torri Gemelle”.

Tutto sembrava pronto, l’area espropriata. Ma al dunque è stata bandita una gara e l’appalto assegnato ad una ditta di carpenteria metallica, che avrebbe avuto la meglio grazie a un forte ribasso praticato sul prezzo di partenza, a fronte di bassissime garanzie ambientali e acustiche. A Parigi, nello studio dell’architetto Ban, che ora si trova a Tokio, risponde al telefono il suo più stretto collaboratore, il trentaduenne architetto italiano Alessandro Marcello Boldrini, che si dice esterrefatto per il comportamento del premier, dell’onorevole Bertolaso e del sindaco dell’Aquila. “Ban aveva messo a disposizione la sua equipe, il governo giapponese aveva stanziato i fondi, abbiamo lavorato per mesi, venivamo a L’Aquila e i referenti istituzionali non si facevano trovare. Anche alle richieste dell’ambasciata giapponese in Italia non sono seguite risposte. Mio padre mi ha detto di aver letto sul Fatto Quotidiano che Bertolaso si è lamentato dei soldi promessi non arrivati, ma non è così. Noi avevamo donato tutto. Una occasione perduta. Peccato”.

Per L’Italia, ovviamente. E una pessima figura. Che farebbe il paio con quella della Germania, che lamenta di non essere stata messa nella condizione di devolvere la sua donazione. Ma perché ad un progetto di tale rilevanza e per giunta gratuito si è preferito un prefabbricato Msp da pagare che non offre alcuna garanzia, né in termini ambientali né di acustica? Questa è la domanda a cui il dipartimento della Protezione civile ha tentato di rispondere maldestramente, dicendo che gli unici soldi certi sarebbero stati quelli garantiti dal governo giapponese. Ma così non era, come ha confermato il collaboratore dell’architetto Ban, che con lui ha inviato il progetto alle più importanti fondazioni e gruppi finanziari in Europa e nel Mondo che avevano accettato di finanziarlo.di Sandra Amurri


L’AQUILA; STOP A SALA CONCERTI GIAPPONESE,

Tre megacapannoni - realizzati con moduli edilizi allestiti per usi scolastici provvisori - al posto di una struttura progettata da uno dei più grandi architetti contemporanei, il giapponese Shigeru Ban. La qualità architettonica sacrificata e, quel che è peggio, una grossa perdita economica visto che il nuovo progetto costa circa sei milioni di euro, una cifra quasi tre volte superiore alla previsione di spesa del piano di Ban.


TOKYO, 4 NOV - Il progetto di costruzione di una sala concerti all’Aquila, che doveva essere finanziata per metà dal Giappone nell’ambito degli aiuti internazionali di ricostruzione post terremoto, è stato sospeso per mancanza di fondi e rischia di creare frizioni tra Roma e Tokyo. Lo riferisce lo Yomiuri Shimbun, il più diffuso quotidiano del Sol Levante con più di 12 milioni di copie nella sola edizione del mattino, nella corrispondenza da Roma di Kazuki Mazuhara (”assistenza giapponese sospesa unilateralmente”).
Il progetto, illustrato lo scorso luglio dall’ex premier nipponico Taro Aso al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in occasione del summit del G8, prevedeva la realizzazione in due mesi di una sala concerti innovativa, soprattutto per l’uso di cartone compresso, dell’architetto giapponese, Shigeru Ban.
Il costo, in particolare, era ipotizzato in un milione di euro, di cui la metà a carico del governo nipponico e l’altra coperta con la raccolta di fondi. Stime italiane, invece, ipotizzano, considerando le infrastrutture accessorie (parcheggi e viabilità), costi per circa 3,6 milioni di euro. “Manca il budget”, è il commento dei responsabili per la ricostruzione post terremoto, riferisce il quotidiano nipponico.
“La sospensione è fuori dal senso comune della diplomazia perché si tratta di una cosa decisa tra i capi di governo dei due Paesi”, è il commento dell’ambasciatore giapponese a Roma, Hiroyasu Ando. (ANSA)

PROT. CIVILE, DONAZIONE TOKIO POCO PER AUDITORIUM - BERTOLASO VEDRA’ AMBASCIATORE GIAPPONESE PER SCELTA ALTRA OPERA

L’Auditorium dell’Aquila non si farà, o almeno non è possibile in questo momento e si dovrà trovare un accordo per far confluire su un’altra opera la donazione del governo giapponese. Lo confermano fonti della protezione civile nazionale, interpellate dall’ANSA a proposito della notizia pubblicata da un giornale giapponese, Yomiuri Shimbun, che lamentava lo stop all’opera al quale il governo di Tokio intendeva partecipare con una donazione di 500 mila euro e un progetto firmato dall’architetto Shigeru Ban.
“L’Auditorium - spiegano le fonti della Protezione civile - costerebbe chiavi in mano 4 milioni di euro. Il problema è che per attuare tutte le opere nel territorio stiamo procedendo attraverso gare di appalto. E questo ovviamente non sarebbe possibile farlo per un’opera già progettata.
Dovremmo procedere attraverso assegnazione diretta, ma questo noi stiamo cercando sempre di evitarlo. Non potendo procedere ad assegnazione tramite gara, servirebbero ulteriori finanziamenti.
I 500mila euro offerti dal governo nipponico sono insufficienti”. Quindi l’opera non si farà? “No, al momento non è possibile. Bertolaso - annunciano le stesse fonti - ha già preso appuntamento per la prossima settimana con l’ambasciatore giapponese per trovare una soluzione alternativa che consenta con la donazione nipponica di realizzare un’opera completa”. (ANSA)

DOPO UN MESE L’ARCHITETTO CONFERMA DI LAVORARE SUL CONSERVATORIO

domenica 13 dicembre 2009
L’architetto giapponese Shigeru Ban è pronto. Dopo mesi di inutili ritardi e manovre italiane potrà avviare i lavori di ricostruzione della sala dei concerti “temporanea” del conservatorio Casella de L’Aquila, danneggiato dal terremoto del 6 Aprile. Sarà la sua filosofia orientale, la sua ammirazione per Claudio Abbado, o la sua grande esperienza per i progetti realizzati in zone d’emergenza di tutto il mondo, a fare di Ban un architetto veloce, disponibile ed efficiente senza alcun ombra di polemica per un episodio che ha rischiato, invece, di intaccare i rapporti diplomatici tra Italia e Giappone, a causa di un “plastico del suo progetto” presentato a tutta la stampa internazionale riunita in Abruzzo per il G8 e poi rinnegatogli poco prima dell’avvio dei lavori. “Sono andato a L’Aquila a fine giugno, a visitare il sito. Sapevo che il conservatorio era stato danneggiato e il tetto dell’abbazia di Collemaggio era crollato. Tanti studenti e i musicisti dell’orchestra sinfonica de L’Aquila avevano bisogno di rimettersi all’opera subito”, racconta l’architetto Ban dal suo studio di Tokyo tra un viaggio intercontinentale e l’altro, dal Far East alla Francia dove sta realizzando il nuovo Centro Pompidou di Metz.

Come mai si è impegnato in questo progetto?

Secondo la ricerca fatta dal mio studio oltre il 30 per cento degli abitanti de L’Aquila, distrutta dalle continue scosse che hanno toccato picchi del 6,3 della scala Richter, vivevano per e attorno al mondo della musica. E un intervento d’emergenza andava fatto subito per ridare speranza e lavoro a molti giovani talenti, spendendo il meno possibile.

Cosa avete fatto?

Abbiamo individuato subito il sito. Era un posto inutilizzato, una stazione per i tram che aveva un tetto di ferro già pronto. Abbiamo parlato con il sindaco Massimo Cialente proponendogli l’utilizzo di materiali a bassissimo costo: i tubi di carta riciclabili che sarebbero stati prodotti in zona. Ha approvato l’idea e siamo andati avanti.

E cosa è successo?

Abbiamo preparato il progetto, trovato i primi finanziamenti a Tokyo e il primo ministro giapponese ha presentato il progetto alla stampa durante il G8. Un progetto a bassissimo costo, da poter essere realizzato in tre mesi. Potevamo costruire una struttura di oltre 3.000 metri quadrati, che avrebbe ospitato 700 spettatori con l’aiuto di volontari e studenti.

Lei ha già costruito in zone colpite da catastrofi con l’aiuto di volontari e studenti?

Sì, in molti paesi del mondo, in Asia, in Africa e L’Aquila mi sono messo subito in contatto con la Scuola d’Arte, i professori mi hanno dato il loro sostegno. Gli studenti lavorano meglio dei costruttori, soprattutto nelle zone che sono state distrutte da calamità naturali.

Questo sistema abbatte i costi ma dà anche coraggio, aiuto psicologico a chi ha perso casa e lavoro?

Certo. Il progetto aveva un budget di mezzo milione di euro. I tubi di carta che sostituiscono il legno sono molto resistenti ed economici. Ma ci hanno fatto problemi sui tubi di carta riciclabile e a quanto pare il primo sito non è agibile, per una questione di pagamenti che non è stata risolta.

E adesso?

Le autorità italiane si sono sbagliate, si sono scusate, ma ora possiamo costruire la sala dei concerti del Conservatorio, nel sito che hanno deciso anche se il nostro intervento sarà più piccolo. Prima avevano proposto Bazzano, poi Coppito. Spero entro Natale di tornare a L’Aquila per iniziare il progetto. Ho sempre realizzato i miei progetti non ho mai fallito.

CONCLUSIONI
http://rivista.consaq.it/online/14_09/4.pdf
contiene il vero progetto che si sarebbe dovuto realizzare sotto la pensilina della metro e quindi con il recupero di uno spazio attualmente in forte degrado.
Il costo totale del progetto, comprendente sede del Conservatorio e Auditorium di circa 500 posti, era stimato intorno a 2,5 milioni di € di cui
500.000 offerti dal gov. giapponese e altri 1.500.000 attraverso finanziamenti di altri Governi.


Dopo ferragosto, quando sarebbero dovuti iniziare i lavori, c'è stata l'interruzione
del progetto senza nessuna spiegazione o valida motivazione.
In quei giorni ci fu un rimpallo di responsabilità, chi le attribuiva al Comune e chi alla PC.
Per la realizzazione di questo progetto aveva lavorato, subito dopo il terremoto, la dirigenza del Conservatorio stabilendo contatti con l'ambasciata Giapponese e l'architetto Shigeru Ban. Quest'ultimo aveva trovato persino una ditta abruzzese che era pronta a realizzare i tubi di cartone utili alla costruzione secondo il suo brevetto. C'erano contatti con la facoltà di ingegneria dell'aq e i lavori di realizzazione avrebbero visto la partecipazione, attraverso una master class tenuta dall'architetto, degli studenti della stessa facoltà.
L'Aquila avrebbe potuto avere un auditorium di cartone unico al mondo e una sede del Conservatorio che, seppur provvisoria, di indubbio valore architettonico e di sicuro richiamo per turisti fruitori ed addetti ai lavori. Il costo, 2 milioni escludendo gli altri possibili aiuti.

Attualmente la sede provvisoria finita di costruire è sicuramente funzionale ma priva di auditorium ed esteticamente molto discutibile, nessuno verrà di certo ad ammirarne l'aspetto architettonico. il costo 5,7 milioni di €.
L'architetto Ban realizzerà l'auditorium dietro la nuova sede del Conservatorio.



SUBAPPALTI NON AUTORIZZATI; LA GESTIONE OPACA DI BERTOLASO

di Angelo Venti
La gestione opaca di miliardi di euro da parte del Dipartimento di Protezione civile non è più solo un problema di trasparenza, di infiltrazioni criminali o di commistione tra Affari & Politica.
Ormai assume i contorni di un sistema ben oliato che consente ad amici e amici degli amici di spartirsi la ricca torta dell’emergenza e della ricostruzione. Un sistema che permette di aggirare regole e norme dello stato di diritto e operare, con il pretesto dell’emergenza, in deroga a tutto, anche alla Costituzione. CONTINUA

Precisazioni della Prefettura sull'articolo di Angelo Venti. LEGGI TUTTO

Risposta successiva di Angelo Venti
La storia si ripete. Il Prefetto di L’Aquila, Franco Gabrielli, ci riprova ancora una volta...
...Già la prima volta non fece una bella figura, quando a fine giugno convocò una irrituale conferenza stampa per smentire una nostra notizia rilanciata poi da un articolo di La Repubblica. In quella occasione, il Prefetto Gabrielli difese la Impresa Di Marco, salvo vedersi costretto, alcuni mesi dopo, a ritirargli il certificato antimafia. LEGGI TUTTO

ALTRI ARTICOLI DI Angelo Venti


LE DICHIARAZIONI UFFICIALI DI CIALENTE,PEZZOPANE E BERTOLASO ...RISPOSTE SENZA DOMANDE

16 novembre 2009
Le dichiarazioni del Sindaco e della Presidente della Provincia, alcuni giorni fa, evidenziavano i problemi legati all’insufficienza del progetto C.A.S.E., ai tempi già lunghi della vera ricostruzione, ad una emergenza a tempo indeterminato. Il Dr. Bertolaso è intervenuto con un “monito” rivolto alle ditte che ritardano i lavori, sia per i MAP che per gli immobili B e C, annunciando che presto partiranno verifiche al fine di controllare le situazioni patrimoniali di coloro che, assegnatari di alloggio del progetto C.A.S.E., possiedono auto di lusso, precisando che le C.A.S.E. sono state costruite per tutti coloro che non hanno alternative. Le tre dichiarazioni, sulle quali concordo, meritano, complessivamente, una qualche osservazione. Tre semplici dati, così come dal sito della Protezione Civile (aggiornamento del 14 novembre 2009): popolazione alloggiata in alberghi/caserna e case private 21.203; nelle tendopoli 671; nelle C.A.S.E. 4.764; nei MAP 480. Se delle 17.000 persone da alloggiare nei 4.600 appartamenti del progetto C.A.S.E., soltanto 4.764 hanno trovato sistemazione, è evidente che qualcosa non ha funzionato: 13.000 mila persone sono ancora fuori, e non è né tecnicamente, né umanamente possibile che il 31 dicembre 2009, come recitano le date di consegna indicate negli elenchi provvisori, sia un obiettivo temporale che possa essere rispettato. Inoltre, i cittadini del centro storico di L’Aquila e della sua estesa periferia sono stati discriminati rispetto alla tutela della territorialità che è stata riconosciuta ad altri: diverse frazioni avranno i MAP, oltre 24 frazioni sono vincolate al piano C.A.S.E. per cui i nuclei da esse provenienti devono necessariamente essere alloggiati in determinate aree specifiche, vicino o in prossimità dei luoghi abitati al 5 aprile (faccio notare che tali aree vincolate non erano specificate né nominate al momento della rilevazione del fabbisogno alloggiativo del 1°/10 agosto 2009, determinando, con la mancata informazione, un ordine nella scelta di preferenza che sarebbe sicuramente stato diverso se il cittadino fosse stato a conoscenza dei vincoli insistenti su alcune delle 19 aree). Mi chiedo, e chiedo, perché alle frazioni è garantito il giusto diritto alla territorialità, enunciato dalla normativa generale e dalle ordinanze fin qui emanate, ed i cittadini del centro storico e della città devono andare “raminghi”, sperduti, spauriti, senza relazioni sociali preesistenti, nelle 19 aree? E non sarebbe stato giusto assegnare una valutazione ai proprietari delle prime case distrutte o inagibili con esito E? Infatti, sono i proprietari che devono ricostruire, sono loro che, in moltissimi casi, devono continuare a pagare mutuo ed interessi per una casa di cui non possono avere la disponibilità; hanno perso denaro, sacrifici, hanno davanti una strada tutta in salita, tempi lunghissimi di attesa, specialmente per coloro che abitano nel centro storico. E torno alle dichiarazioni del Dr. Bertolaso: “Le C.A.S.E. noi le abbiamo costruite per tutti coloro che non avevano alternative….verranno avviati i controlli perché l’auto di lusso ed un certo tenore di vita rivelano palesemente che ci possano essere stati errori”. Ma se il criterio del reddito, invocato da tanti, non si è voluto considerare, oggi in base a cosa viene valutato il tenore di vita? E la valutazione di alternative alloggiative, tiene conto delle case di legno, nate come funghi in ogni angolo della nostra città e delle nostre frazioni? Nelle linee guida per la determinazione del fabbisogno alloggiativo del Comune di L’Aquila, all’articolo 11 “Incompatibilità dei benefici” il Comune stabilisce che chiunque abbia avviato la procedura per la realizzazione di un manufatto temporaneo (delibera C.C. n. 58 del 25 maggio 2009) …è tenuto alla immediata rimozione del manufatto, pena la decadenza dell’assegnazione”. Anche gli Enti proprietari di immobili dovrebbero fare la loro parte, procedendo alla riconsegna degli immobili che possono essere di nuovo abitati dai precedenti inquilini (i lavori di ripristino e messa in sicurezza di diversi appartamenti in A e B volge al termine e voglio credere che rientreranno nella disponibilità di coloro che l’abitavano, come affittuari, alla data del 5 aprile), altrimenti si potrebbero configurare situazioni di grave ingiustizia per cui chi ha casa in E, magari di proprietà e nel centro storico, si trova ancora in una stanza di albergo, e chi è affittuario di Enti, e può rientrare per la fine di dicembre 2009, è al momento assegnatario di alloggio del progetto C.A.S.E., Se si ha la volontà di correggere i “palesi” errori, ancora si è in tempo! Le C.A.S.E. a tutti coloro che non hanno alternative, con la garanzia che i diritti individuali ed inviolabili di ognuno vengano tutelati. Se le C.A.S.E. per tutti non ci sono, bisogna avere il coraggio di mettere dei paletti e stabilire dei criteri rispetto alle assegnazioni delle varie soluzioni alloggiative, soluzioni diversificate che chiaramente devono dare un tetto a tutti coloro che ne hanno bisogno e non hanno alternative: l’emergenza ed il vittimismo non possono più giustificare errori, ritardi e non rispetto dei diritti individuali. di Pina Lauria





BANDI PILOTATI

Pubblicato il bando per i moduli removibili con scadenza venerdì 6 novembre.
Siamo perplessi sulla eccessiva definizione di specifiche tecniche nelle richieste che sembrano privilegiare DETERMINATE DITTE, siamo perplessi sulle quantità richieste rispetto ai soldi stanziati e sul tempo di locazione garantito di UN SOLO ANNO. Tuttavia abbiamo invitato la ditta di Amsterdam TEMPOHOUSING a partecipare al bando con una loro proposta, nonostante la presenza nel suddetto bando di una specifica tecnica " tetto ventilato anticondensa" che non possono soddisfare in quanto vengono utilizzate diverse soluzioni tecniche per l'anticondensa.









L'Aquila a metà ottobre
C'è stato ritardo nel comprendere la necessità di integrare il piano C.A.S.E.con i M.A.P.aggiuntivi anche per le frazioni dell'aquilano dato che non erano assolutamente previsti fino ad Agosto. A seguito dei risultati di un Censimento, poco chiaro nelle richieste e nelle finalità,e soprattutto a seguito di 5000 lettere, allegate dagli aquilani che non potendo esprimere una preferenza di casa diversa dal Piano C.A.S.E. all'interno del modulo si esprimevano in tal modo per chiedere le casette in legno.
Gli scritti definiti "LETTERINE DI BABBO NATALE" hanno condotto ad un inserimento forzatamente per le frazioni e non del tutto rispondente a coloro che preferivano questa soluzione. Tutto ciò DOVUTO AD UNA POCO TRASPARENTE IMPOSTAZIONE DEL CENSIMENTO


Con l'Ordinanza n. 3817 pubblicata il 20 ottobre: Case mobili e altre novità per il territorio abruzzese colpito dal terremoto, il Sindaco si appresta ora a spendere 40 milioni di euro per altri alloggi provvisori esprimendo una chiara preferenza per i M.A.R.( casette su ruote) nonostante abbiano un peggior rapporto qualità prezzo e forse perchè gli verranno fornite in affitto dal Sig. DEL TOSTO


IL 14 ottobre sono stati pubblicati i destinatari dei primi FINANZIAMENTI per le ricostruzioni. Sono quelli gestiti da FINTECNA. CHIEDIAMO LA TRASPARENZA 100% DEL SUDDETTO ELENCO CON L'INSERIMENTO TEMPESTIVO DEI DATI RIPORTANTI NOME DELLE DITTE E DEL PROGETTISTA NONCHE'IL PREVENTIVO DEI DANNI RICONOSCIUTI LEGALMENTE.


IL COMUNE DI L'AQUILA HA PUBBLICATO VENERDI 9 OTTOBRE, UN BANDO PER LE ASSUNZIONI CON SCADENZA IL 14 OTTOBRE.
SOLO 5 GIORNI E CON IL SABATO E LA DOMENICA COMPRESI
NON SEMBRA ESSERE STATA UNA SCELTA DI TRASPARENZA.
"Il Comune dell’Aquila ha emesso 10 bandi per assumere complessivamente 84 unità a tempo determinato. Tale operazione è stata resa possibile grazie a quanto previsto dall’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3808 del 15 settembre. Ai vincitori del concorso sarà data la possibilità di sottoscrivere un contratto fino alla fine di giugno dell’anno prossimo."
IL BANDO HA AVUTO POI UNA PROROGA DELLA SCADENZA

CASE PRONTE TERRENI NO

L'AQUILA, 27 AGO - Le case prefabbricate per gli sfollati abruzzesi sono pronte, ma giacciono nei magazzini delle ditte appaltatrici perchè le aree che devono ospitarle non sono state ancora trovate. Lo ha detto, ai microfoni di CNRmedia.com, Marco Beltramini della Steda Spa di Rossano Veneto (Vicenza), una delle aziende costruttrici. «I nostri tempi dipendono dalla consegna delle aree da parte delle amministrazioni comunali - ha dichiarato Beltramini - perchè è demandato ai singoli Comuni l'appalto per la realizzazione delle platee. Per ora non ci è stata consegnata alcuna area, ma noi siamo pronti». La Steda è una delle dieci ditte che si sono aggiudicate l'appalto per la costruzione dei 4.500 prefabbricati previsti dal Piano della Presidenza del Consiglio: 900 quelle destinate all'azienda vicentina, che si è appoggiata a una rete di fornitori italiani ed esteri. Il costo medio di una «casetta» è di 40 mila euro.L'Aquila, 27 Ago - Case pronte, terreni no; queste le dichiarazioni di uno dei costruttori dei moduli provvisori

Parte 20 .


Partecipazione e Ricostruzione, le richieste dei Comitati.

Il 27 Luglio In sede di Consiglio Comunale la Conferenza dei Comitati ha presentato Le linee guida per il coinvolgimento PARTECIPAZIONE dei cittadini nelle scelte sul futuro dei territori dell’aquilano, unitamente alle Linee guida per la RICOSTRUZIONE/RICONVERSIONE della città di L’Aquila. Lo statuto del comune già fa riferimento ad una partecipazione che di fatto non ancora è stata realizzata.
La delega è stata data a Lattanzi Antonio che, nell’incontro con la Conferenza dei Comitati del 3 agosto insieme a Bernardi Giuseppe, Bernardi Antonello, Luigi D’Eramo e Stefano Tinari, ha offerto la disponibilità a creare un gruppo di lavoro per portare la proposta definita in Consiglio Comunale.

Provocazione sul Decreto n°39.

Documento della CONFERENZA COMITATI CITTADINI

Linee guida per la ricostruzione/riconversione della città dell'Aquila.

Linee guida per il coinvolgimento (la partecipazione) delle comunità nelle scelte sul futuro dei terriori dell'aquilano.

Definizione della parte riguardante l'informazione

La definizione della parte riguardante la concreta partecipazione dei cittadini è stata elaborata e consegnata al comune per un incontro con l'Assessore Lattanzi che non si è verificato poichè quest'ultimo ha dato le dimissioni.
REGOLAMENTO PER LA PARTECIPAZIONE

L' ATTIVITA' DELL' ASSOCIAZIONE

di Cittadini per i Cittadini

Tra A, B, C, D, e tutti gli altri problemi … cominciamo a pensare seriamente che i nostri “angeli “(poco) custodi” della Protezione Civile e, soprattutto del Comune, stiano cominciando decisamente… a perdere la bussola e l’alfabeto!

Nonostante l’imponente occupazione del territorio (1.278.748 mq) per un costo previsto in 819 milioni di euro, solo 5300 persone hanno visto rispettato l’impegno di avere un tetto , mentre altri 13.000 aquilani non vedono ancora una soluzione abitativa né, a distanza di sette mesi, è possibile formulare nei loro riguardi una qualsiasi previsione.
Ancora più lontana è la speranza di normalità per i 20.000 non assegnatari che permangono dislocati fuori del territorio, ed è inutile sottolineare i disagi continui che questa situazione sta creando all’intera regione.
Gli errori di valutazione relativi al reale bisogno abitativo rischiano di compromettere il futuro della città ormai svuotata di persone e di energie..
In questi giorni ai nostri problemi si sta aggiungendo quello relativo alla riperimetrazione della zona rossa.
Molte abitazioni vengono ad essere classificate come A, B o C sebbene le famiglie residenti abbiano partecipato a pieno titolo alle domande per gli alloggi e alcuni di loro risultano assegnatari. A fronte di quanti, avendo case B o C fuori dalla zona rossa, non hanno avuto neppure la possibilità di partecipare.
Senza dimenticare i nuclei familiari “fuori standard”, spesso proprietari di case E, rimasti fuori da qualsiasi assegnazione.
Legittimo chiedersi come verrà gestita questa contraddizione, che nel tempo rischia di creare una situazione paradossale. Come paradossale e strana ci appare la necessità di impiegare ben due ore per coprire la manciata di chilometri che separa l’ospedale dagli insediamenti abitativi attuali. Tempi di Roma, di Parigi? O semplicemente tempi aquilani imposti da malgoverno e cattiva gestione? E il “masterplan” è davvero l’occasione di partecipazione della cittadinanza alle scelte future, o sarà un’ennesima imposizione dall’alto, come per il piano C.A.S.E.?
Questa “esemplare” ricostruzione ci ha portato in realtà una serie di disagi che le cronache televisive si ostinano a non vedere, ma è soprattutto sull’assenza dei servizi sociali e sanitari ( basti pensare alla mancanza degli ambulatori ) e sul fatto che, malgrado questa scandalosa situazione, dovremo tornare a pagare le tasse comunali e statali che desideriamo richiamare l’attenzione dei lettori.

A SETTE MESI DAL SISMA

Per una scelta ideologica di saltare la fase intermedia, passando direttamente dalle tende a case vere, evitando inizialmente i M.A.P. per L’Aquila e per le sue frazioni, nonché qualsiasi forma di modulo removibile, una gran parte della popolazione aquilana continua ad essere sottoposta ad un pendolarismo difficile e pieno di disagi, che rende quasi impossibile una presenza attiva per far ripartire la città.Le scuole che hanno ripreso la loro attività non offrono tutte orari completi, nè hanno tutte spazi adeguati allo svolgimento delle lezioni. Lo shock subito e la condizione precaria in cui versa gran parte della popolazione ha favorito un totale affidamento alle istituzioni e ha limitato di molto le capacità critiche e di analisi di quanto accadeva. La rabbia e l'orgoglio sono dolorosamente comprensibili e condivisibili di coloro che si vedono costretti ad allontanarsi dal proprio territorio, oppure ad utilizzare case non sicure pur di non perdere il posto di lavoro. Si accresce quando si viene a conoscenza di tanti anziani, costretti a stare lontani dai figli e dai nipoti, nonostante aver già subito il dolore nel vedere i sacrifici di una vita distrutti in pochi minuti. La vita della città non può ripartire senza il suo tessuto sociale e i giovani che si ammassano, senza i necessari controlli, lungo la statale 80 o nello spazio dell’Aquilone ci spingono a considerare l’importanza degli spazi sociali, che in questa apparente ricostruzione sono stati finora dimenticati.
Chi ha cercato di riaprire le proprie attività commerciali è stato sottoposto spesso a cifre eccessive per gli affitti del terreno e non ha avuto quasi nessuna facilitazione dallo stato.

SCELTE INACCETTABILI

L’Associazione cittadini per i cittadini, il cui scopo è tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 2009, perché si ottenga il pieno riconoscimento dei loro diritti, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite) ribadisce il proprio dissenso per una scelta di accorpamento delle tendopoli come risposta alle richieste avanzate dai residenti per non essere allontanati dal proprio territorio, dopo aver passato sette mesi in attesa della sistemazione promessa. Un disappunto già affermato con determinazione nell’incontro con il Prefetto e la Protezione civile. Non riteniamo giusto né rispettoso della dignità personale chiedere alle persone un nuovo accorpamento delle famiglie nelle tende per riunire tutti nei due soli campi Globo e Acquasanta, invece di dare loro soluzioni dignitose che li sollevino dai disagi subiti fino ad ora.
Altrettanto ritiene doveroso intervenire per segnalare l’inaccettabile situazione che si sta creando in questi giorni a Picenze, a seguito della decisione di dislocare i nuclei familiari per la chiusura della Tendopoli in cui sono stati accolti ed assistiti per sei mesi, senza considerare le loro condizioni di salute e soprattutto senza essersi attivati con tempestività per dare loro soluzioni dignitose che li sollevino dai disagi subiti fino ad ora. Tutto ciò è stato deciso nonostante la casa Editrice De Agostini si sia adoperata per offrire solidarietà agli sfollati con la donazione di dieci casette di legno, funzionali e complete di ogni servizio. L’Associazione ritiene pretestuose le motivazioni addotte per giustificare la decisione presa, soprattutto considerando come nella stessa zona sono state posizionate piastre per la realizzazione di altre case ad opera della protezione Civile e che attualmente sono in lavorazione e non sono state completate le opere di urbanizzazione neppure per le case già pronte. Chiediamo al Sindaco di Barisciano e alla protezione civile che si mettano in atto al più presto azioni volte a consegnare le chiavi alle persone che possono rientrare piuttosto che adoperarsi per trovare per loro altri alloggi dentro o fuori del territorio

ABBONDANZA DI AIUTI MA NON PER TUTTI


Gli elenchi usciti e l'assistenza negli alberghi non sembrano corrispondere alle reali necessità della popolazione privilegiando alcuni,penalizzando altri.
La distribuzione anomala degli aiuti agli sfollati sta creando non pochi problemi tra le persone già da tempo, aumentando la sofferenza di chi colpito dal terremoto e dalle conseguenze di scelte governative, che di fatto garantiscono una sistemazione solo di pochi, ancora oggi si trova a vedersi penalizzato per aver scelto di non allontanarsi dall’Aquila. CONTINUA

AUTONOMA SISTEMAZIONE

CONTROLLI INCROCIATI E CONFUSIONE
15 novembre 2009
L'Aquila, 15 nov - Nei giorni scorsi, a mezzo stampa, il Comune ha illustrato, in relazione al contributo di autonoma sistemazione, la propria posizione che passa da un invito alle persone a comunicare la decadenza di questo sostegno economico, alla “minaccia” di controlli incrociati. L’ordinanza n. 3797 del 30 luglio 2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 10 agosto, riguarda, tra l’altro, le novità introdotte per il contributo di autonoma sistemazione (articolo 24).Quella principale si riferisce all’aumento dello stesso, così specificato: 200 euro per ogni componente il nucleo familiare e comunque fino ad un massimo di 600 euro; 300 euro se il nucleo si compone di una sola persona; se sono presenti ultrasessantacinquenni, portatori di handicap o disabili con una percentuale di disabilità non inferiore al 67%, viene concesso un contributo aggiuntivo di 200 euro per ognuno dei soggetti con questi requisiti. E’ da qualche giorno che è in pagamento il mese di agosto: di questo aumento non solo non si vede traccia, ma addirittura in molti casi gli importi sono inferiori a quanto percepito in precedenza. I miei genitori, ad esempio, ai quali spetterebbe un contributo di 800 euro, hanno ricevuto 491 euro, e vi sono decine e decine di casi come il loro. Se per 15 mila persone in autonoma sistemazione sono stati erogati per il mese di agosto 5, 8 milioni di euro, la media per ognuno è di circa 380 euro. Il Comune può spiegare i motivi di queste “incongruenze” rispetto a quanto recita l’ordinanza? Se, come è accaduto per i mesi scorsi, si procede successivamente per conguagli, i cittadini hanno difficoltà a decifrare gli importi ed il mese al quale si riferiscono, anche perché nel mandato di pagamento è indicata soltanto la somma riscossa, senza ulteriori spiegazioni. Per quanto riguarda le comunicazioni della perdita del diritto al contributo, sul sito della Protezione Civile, nella sezione approfondimenti del 2 agosto 2009, è specificato che è possibile ricevere il contributo fino al 31 dicembre 2009 (articolo 11, comma 3, dell’ordinanza n. 3754 del 9 aprile 2009). Non si ha più diritto al contributo decorsi 45 giorni dal momento in cui si riceve la comunicazione della dichiarazione di agibilità. Non capisco perché il Comune fa riferimento anche a tutti coloro che sono sistemati nella Guardia di Finanza: non si trovavano forse tutti nelle tendopoli e quindi mai hanno percepito il contributo di sistemazione autonoma? La stessa cosa vale per i numerosissimi aquilani che sono ancora nelle tende. Per quanto riguarda coloro che hanno sottoscritto il comodato d’uso per l’alloggio C.A.S.E., riporto la testimonianza diretta di quanto riferito ai miei genitori nel corso del colloquio: alla domanda relativa all’adempimento da porre in essere da parte dei miei genitori, in sistemazione autonoma dalla metà di aprile, a seguito della sottoscrizione del comodato d’uso, ci è stato risposto che assolutamente non doveva essere fatta alcuna comunicazione, in quanto, poiché è il Comune stesso che procede alla formale assegnazione dell’alloggio, di conseguenza è a conoscenza di tutti gli elementi. Questi i fatti: prima di arrivare ai controlli incrociati, forse è il caso di non continuare a mettere in croce i cittadini! E’ opportuno che il Comune chiarisca se e in che misura compete l’adempimento della comunicazione e se il decorso dei 45 giorni vale per tutte le soluzioni abitative, dall’agibilità della casa, alle C.A.S.E., all’affitto, ai Map. di Pina Lauria


DISCUTIBILE GESTIONE DELL'AUTONOMA SISTEMAZIONE

L'Aquila 9 set 09 - Gestioni con poca trasparenza e razionalità stanno generando ulteriore confusione e disagi. Un disoccupato, per esempio, non ha priorità nel ricevere il contributo di autonoma sistemazione rispetto ad un impiegato statale. E paradossalmente chi ha una seconda casa a Corvaro (25km da L'Aquila) avrà diritto al contributo perchè fuori regione, mentre chi ce l'ha a Castel di Sangro (123 km da L'Aquila) no. Nota: Articolo pubblicato e commentato da molti cittadini sul sito del Capoluogo.it (link).

DEGRADO DI PIAZZA D'ARMI l'evidenza di una gestione mediatica

Pubblichiamo anche l'accorato appello scritto su un foglietto e firmato da tutti gli irriducibili che era stato portato Martedì 29 settembre, unitamente alle firme e documenti delle altre tendopoli, all'attenzione del Prefetto Gabrielli e della Protezione Civile: Aiutiamo i concittadini di Piazza d'Armi.

ASSEMBLEA DEL CAMPO DI ACQUASANTA


"Il 25 settembre è iniziato lo smantellamento senza preavviso del campo di acquasanta e dopo una mia permanenza nel campo di alcune ore trascorse a parlare con gli ospiti, che venivano avvisati di spostamenti a breve tempo, e a chiedere permessi al Dicomac per fare assemblea abbiamo ottenuto di svolgerla. C'è stata autorizzata anche la ripresa di Ballarò e la testimonianza di due persone del campo di Piazza d'Armi che avevo invitato ad intervenire. I cittadini riuniti hanno preso la decisione finale di aderire alle iniziative del campo di Collemaggio." (Enza Blundo)
DOCUMENTO
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A DIFESA DI UN SERENO INIZIO ANNO SCOLASTICO

I docenti della scuola primaria Mariele Ventre, in riferimento alla decisione presa nell’incontro tra la Protezione Civile, la Regione, la Provincia ed il Comune riguardante l’apertura della scuola il giorno 21 settembre con la consegna dell’edificio solo nelle prime ore della mattina di Sabato 19 settembre

COMUNICANO

Il disaccordo per tale riapertura affrettata e non rispettosa della necessaria organizzazione degli spazi e dell’attività didattica di almeno tre giorni, in vista di una serena accoglienza dei bambini.
Comunicano,inoltre, l’impossibilità temporale dello svolgimento dell’incontro con gli esperti di Psicologia ritenuto necessario prima dell’apertura e richiesto dalla stessa Protezione Civile.
Come cittadini di L’Aquila dichiarano la non condivisione di procedure non atte a tutelare il singolo e la comunità ma a FAVORIRE per lo più il RISPETTO DI SCADENZE promesse, senza garantire modalità adeguate.


Comunicato sulle decisioni prese dai docenti della scuola elementare Mariele Ventre in vista di un'inopportuna apertura del 21 settembre senza tempi adeguati per l'organizzazione delle classi in particolare per i bambini di prima elementare.
ABBIAMO OTTENUTO LO SLITTAMENTO AL 28 settembre PER TUTTE LE CLASSI



PIANO C.A.S.E. QUALE ALTERNATIVA


L'Aquila, 7 set 09 - Gli alti costi del Piano C.A.S.E., i ritardi nella consegna degli alloggi, i lavori di ristrutturazione che stentano a partire. Un quadro preoccupante per il rilancio socio-economico della città. Eppure un'alternativa c'era.
Tra i comitati cittadini sono risultati evidenti le preoccupazioni per gli effetti complicati, spesso contradditori e soprattutto antidemocratici che questa grande macchina della ricostruzione della città dell’Aquila messa in piedi dal Governo e Protezione Civile ha stabilito per gli abitanti di questo territorio.
Si evidenzia l’aspetto fallimentare della ricostruzione attraverso il piano C.A.S.E., sia per quanto attiene alla mancata pianificazione iniziale ed alla errata localizzazione degli insediamenti, sia in merito agli alti costi di costruzione (peraltro destinati a lievitare nel medio e lungo periodo per varianti, riserve, contenziosi, opere strutturali a servizio, etc.).
Per quanto riguarda il tanto atteso rientro nelle case, saranno solo 2900 cittadini dell’Aquila e dintorni che potranno entrarvi dopo il 29 settembre (dato ufficiale della protezione civile, pubblicato sul numero speciale di "Abruzzo e noi" per i cinque mesi dal terremoto) ed a tale riguardo un grande problema sarà la gestione delle graduatorie che – è bene ricordarlo – coinvolgono persone già esasperate da 6 mesi di attesa e per molti nelle tende. Ad attendere una casa per l’inverno in realtà vi sono ca. 28.000 cittadini che possedevano abitazioni classificate E
e molti altri che non termineranno i lavori nelle abitazioni classificate B o C.
I lavori di riparazione delle case non gravemente danneggiate, infatti, sono iniziati da poco tempo, perché i tecnici e le imprese hanno avuto dubbi sul contenuto delle relative ordinanze, (chiariti soltanto a luglio) che si sono rivelate lacunose ed inattuabili, inducendo il Sindaco Massimo Cialente ad insistere sul piano operativo già presentato a maggio dai comitati consistente nell’utilizzo di MAP e di moduli removibili ad integrazione del piano C.A.S.E. e nella requisizione del patrimonio disponibile. Sebbene finora non ascoltati sentiamo il dovere di precisare che le spese sostenute per l’assistenza ai cittadini negli alberghi e nelle tende da maggio a settembre sono state di ca. 308 milioni di euro e che a parità di spesa potevano essere allestiti ca. 6.200.MAP per 21.000 cittadini insediabili con un utilizzo temporaneo di terreno di 860.000.mq,. Teniamo presente che il territorio requisito per la realizzazione del Piano C.A.S.E. si quantifica in un totale di 130 ettari ovvero un milione e trecento mq. Una scelta di questo tipo avrebbe permesso a fine settembre il rientro di un totale di 21.000 cittadini e, con una maggiore attenzione alle opportunità di lavoro annessa ad un eventuale salario sociale per i più bisognosi, si sarebbe favorita anche la ripresa economica.
Siamo alle porte dell’autunno e solo ora si autorizzano gli abitanti delle case classificate B, con danni non strutturali, a rientrare con parziale agibilità.
Intanto l'incertezza di quello che sarà il futuro sta spingendo alcuni proprietari di case danneggiate - con particolare riferimento agli anziani - a venderle a costruttori e immobiliaristi che offrono appena il 35% del reale valore di tali immobili, facendo addensare anche sulla ricostruzione aquilana l’ombra opprimente della speculazione edilizia.
Siamo alle porte dell’autunno e solo ora si autorizzano gli abitanti delle case classificate B, con danni non strutturali, a rientrare con parziale agibilità.
Ribadiamo che ogni scelta riguardante l’edilizia pubblica non può essere lasciata al caso o al mercato, ma deve essere, al contrario, frutto di decisioni ponderate e partecipate da parte della collettività, attraverso un dibattito pubblico nel quale ogni cittadino deve sentirsi parte in causa.
Abbiamo a che fare con un sistema politico locale palesemente non all’altezza del compito e non solo per la straordinarietà dell'evento che ha colpito L'Aquila.

Enza Blundo

(si ringrazia Piero De Santis per i dati forniti)

L'Aquila, 26 Ago - Critiche al progetto C.A.S.E. anche dal "sindaco" di Roio.
Lettera del "Sindaco" di Roio



AMPLIAMENTO DEL COSTOSISSIMO PIANO C.A.S.E.



L'Aquila 3 set 09 - Sta accadendo quanto previsto da noi più di un mese fa, da quando si parlò del Censimento del fabbisogno abitativo. Potremmo citare la famosa frase "te l'avevo detto io! te l'avevo detto!!". Proprio così. A fine Luglio avevamo saputo che ci sarebbe stato un censimento e avevamo previsto che sarebbe stato utilizzato per avallare l'ampliamento del progetto C.A.S.E. (link).
La nostra richiesta di inserire tra le varie opzioni di preferenza la voce "altri tipi di alloggi" fu ovviamente bocciata.
Rispondemmo preparando e distribuendo un volantino (link) nel quale invitavamo gli aquilani a non indicare come preferenza le C.a.s.e. Moltissimi accogliendo la nostra proposta/protesta hanno allegato una lettera nella quale si indicava come preferenza quella di un alloggio temporaneo, case mobili o casette di legno. Sono cosi pervenute ben 5000 lettere al Comune, ma di questo ovviamente nessuno ha parlato e cosi eccoci servito l'ampliamento!
Un'ultima considerazione. Molti cittadini, compresi parenti stretti di chi vi scrive, abitavano in palazzine ora inagibili (fascia E), ma a detta dei tecnici incaricati della ricostruzione massimo un anno queste saranno riabitabili. E' allora necessario costruire case completamente nuove e costose anche per chi tra un anno potrà tornare nella propria abitazione? Non sarebbe stato meglio un alloggio temporaneo e decisamente più economico per lo stato, soprattutto se è lo stesso cittadino a richiederlo? Ci piacerebbe avere una risposta.
Vi segnaliamo infine questo brevissimo video documentario (durata 2 minuti) sull'ampliamento del progetto C.A.S.E: link.

La notizia dell'ampliamento dal sito del Capoluogo.it

L'Aquila, 2 set - Sarà ampliato il progetto C.a.s.e., i moduli abitativi antisismici, che originariamente prevedeva la realizzazione di 4.500 alloggi in grado di ospitare circa 15mila persone.
La decisione è stata presa dal Dipartimento della Protezione nei giorni scorsi alla luce dei dati emersi dal censimento sulla necessità abitativa condotto nel corso del mese di agosto a L'Aquila.
L'integrazione porterà alla realizzazione di almeno altri 500 appartamenti bilocali per un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro, in modo che tutti coloro che hanno avuto la casa dichiarata inagibile possano essere ospitati nelle strutture.
Forse già domani, alle 16 ditte che si sono aggiudicati i lavori del progetto Case, sarà affidato l'incarico di realizzare altre venti piastre, in ognuno delle quali si calcola si possano costruire 25 appartamenti che dovrebbero ospitare un migliaio di persone. I
l nuovo piano, secondo quanto si apprende da fonti della protezione civile, è stato concordato nel corso di una riunione dei vertici ed è stato voluto fortemente dal capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, che sarebbe riuscito a superare le resistenze del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che fino a ieri si era espresso negativamente su questa eventualità. Cialente aveva chiesto case mobili per tamponare l'emergenza scattata per l'insufficienza di case in rapporto al numero di richieste da parte degli sfollati. L'intesa con Cialente dovrebbe comunque esserci nel pomeriggio quando - coma ha annunciato il sindaco - ci sarà il faccia a faccia con Bertolaso. "Vedremo", si è limitato a dire il primo cittadino apparso meno inflessibile di ieri.

L'affidamento dei nuovi incarichi dovrebbe avvenire a trattativa diretta: le imprese sono state già allertate. In relazione alla tempistica, saranno confermati gli 80 giorni previsti nell'appalto del progetto Case anche se più di un tecnico sottolinea che con l'arrivo dell'autunno e dell'inverno i ritmi di lavoro non potranno essere quelli dei mesi estivi. Non è chiaro se le nuove case prefabbricate verranno realizzate nei 19 spazi già individuati o in altri ancora. La Protezione Civile punta alla consegna alla fine dell'anno.

Il dipartimento è concentrato nel mettere in campo altre iniziative per arginare in tempi brevi l'emergenza case alla luce dell'imminente rientro all'aquila di migliaia di aquilani in vista della riapertura delle scuole confermata per il 21 settembre prossimo.

QUALE OTTIMISMO ?

L'Aquila, 1 Set - La ripresa economica ed occupazionale sono ancora un miraggio. In questo articolo la descrizione di una triste realtà che ci porta a chiedere su cosa si basa l'ottimismo che alcuni sbandierano.

L’evacuazione di gran parte della popolazione aquilana che continua tuttora a protrarsi nonchè ampliarsi ed il permanere di una parte consistente di essa all’interno delle varie tendopoli dislocate sul territorio, ha determinato una forte contrazione delle vendite anche per gli esercizi non direttamente coinvolti dagli effetti distruttivi del sisma.
Tra i danni indiretti vanno innanzitutto annoverati quelli derivanti dalle minori quantità prodotte dovute ad una interruzione, parziale o totale, delle attività comprese le attività artigianali. La struttura produttiva del nostro capoluogo non è molto diversa da quella del restante territorio, tranne la minore presenza di imprese agricole e la prevalenza di un certo numero di imprese attive nell’editoria e nella fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo.
Va sottolineato, comunque, che nel comune capoluogo è concentrato anche il 50% delle imprese di tutto il cratere e accanto ad alcune multinazionali chimico-farmaceutiche con fatturato estero, esistono imprese di piccole dimensioni operanti nel settore commerciale, artigianale, agricolo ed agroalimentare che rispondono soprattutto ad una maggiore domanda interna venuta a mancare da cinque mesi.
Gli effetti economici del terremoto sono davvero proccupanti e dai sondaggi effettuati è emerso che solo in rari casi le aziende sono state costrette all’interruzione delle attività pruduttive, tra l’altro in misura limitata all’immediatezza del sisma. Le attuali scelte governative, invece, rischiano di rendere sempre più difficoltosa la ripresa economica e di fatto non offrono opportunità di lavoro. E’ da considerare il numero crescente di coloro che hanno perso o stanno perdendo il lavoro per una mancata domanda locale rivolta piuttosto alle altre imprese regionali e nazionali.
Intanto i lavori di riparazione delle case non gravemente danneggiate,sono iniziati da poco tempo,perché i tecnici e le imprese hanno avuto dubbi sul contenuto delle relative ordinanze,che si sono rivelate lacunose ed inattuabili.
L’incertezza di quello che sarà il futuro sta spingendo alcuni proprietari di case danneggiate, con particolare riferimento agli anziani, a venderle a costruttori e immobiliaristi che offrono appena il 35% del reale valore di tali immobili,facendo addensare anche sulla ricostruzione aquilana l’ombra opprimente della speculazione edilizia.
E' TEMPO DI RISPOSTE CHIARE E DEFINITIVE

L'Aquila, 23 Ago - Quattro mesi dopo: dall'insufficienza degli alloggi provvisori alla necessità di un immediato intervento di puntellamento per le case danneggiate non ci sono chiarezze.


A quattro mesi dal terremoto che ha capovolto l’assetto della nostra città e ha interessato un intero cratere ci ritroviamo ad esaminare un insieme di eventi talmente vasto ed una comunicazione spesso discordante tra tutti i soggetti politici interessati. I cittadini si attrezzano autonomamente con valide alternative più economiche come, ad esempio, le case di legno e paglia in balle intonacate nella zona di Pescomaggiore. A San Demetrio le abitazioni removibili di legno, sono state già inaugurate e di sicuro sono meno dispendiose di quelle del piano C.A.S.E. Le gigantesche piattaforme antisismiche in cemento armato, utilizzate per reggere la leggerezza di altrettante case di legno, infatti sono sovradimensionate. Il calcestruzzo 525 utilizzato è lo stesso che si usa si usa per costruire ponti e dighe perché ha una resistenza di 525 kg/cmq. Ogni piattaforma antisismica costa 600 mila euro (per 53 piattaforme previste) un progetto diretto da Gian Michele Calvi, presidente del centro di ricerca Eucentre, fondato dalla Protezione civile e dall'Università di Pavia.
Nonostante il grande dispendio di risorse ed il deturpamento del territorio solo 4.480 cittadini entreranno nelle C.A.S.E. dopo il 26 Settembre. Il problema sarà la gestione della graduatoria tra persone già esasperate da quattro mesi di attesa. Sono da poco iniziate le riparazioni delle abitazioni danneggiate in modo non grave, perchè i professionisti e le imprese hanno avuto dubbi sulle ordinanze e quest’ultime sono state chiarite solo nella metà di Luglio. Tanto che il sindaco, Massimo Cialente, che stenta a prendere decisioni chiare nell’interesse dei cittadini, ripropone il piano alternativo, già proposto in Aprile dalla Conferenza dei Comitati e ribadito nel corso dei mesi attraverso le manifestazioni: ovvero la soluzione delle case mobili e la requisizione degli alloggi sfitti. Purtroppo, però, non appena individuati gli appartamenti liberi in città e provincia, che sarebbero un migliaio, già se ne dimezza il numero perché danneggiati dal sisma o perché vengono danneggiati di proposito per non essere requisiti, mentre per i moduli temporanei ancora non c’è alcuna decisione definitiva. Inoltre non ci sono ancora sufficienti interventi per proteggere, nei modi e con tecniche adeguate, i siti danneggiati dei centri storici per preservarli da ulteriore degrado dovuto agli agenti atmosferici e per conservarne la funzione e garantirne la ricostruzione.
Anche il puntellamento e la messa in sicurezza degli edifici antistanti le scuole che dovranno essere riaperte ancora non è stato avviato.
I cittadini hanno bisogno di risposte certe e definitive in tempi brevi.

ARTICOLO SUL CENSIMENTO

L'Aquila, 23 Ago - E' uscito sul numero 14 del 24 Agosto di "L'Abruzzo e noi", l'articolo precedentemente censurato "A tre settimane da Settembre" nel quale si esemprimono dubbi e perplessità sul Censimento del fabbisogno abitativo.



"L'Abruzzo e noi"


LETTERA APERTA AL DOTT. BERTOLASO
L'Aquila, 17 Ago - Cittadini per i cittadini scrive al capo della protezione civile chiedendo la ripresa di un dialogo aperto.
Lettera aperta a Bertolaso

L'Aquila, 9 Ago - L’articolo che vi proponiamo qui di seguito doveva uscire su “L'Abruzzo e noi” ma la Protezione Civile ha deciso di non pubblicarlo Continua...


A tre settimane da Settembre. Dubbi e perplessità sul censimento



Un grazie a tutti coloro che seguono e apprezzano il nostro impegno per la cittadinanza, con l'unica speranza di contribuire alla ripresa
della nostra splendida città.