L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

TESTO INTEGRALE DELLO STATUTO

IL NUOVO SITO INFORMATIVO




ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011



L' ATTIVITA' DELL' ASSOCIAZIONE

di Cittadini per i Cittadini

Tra A, B, C, D, e tutti gli altri problemi … cominciamo a pensare seriamente che i nostri “angeli “(poco) custodi” della Protezione Civile e, soprattutto del Comune, stiano cominciando decisamente… a perdere la bussola e l’alfabeto!

Nonostante l’imponente occupazione del territorio (1.278.748 mq) per un costo previsto in 819 milioni di euro, solo 5300 persone hanno visto rispettato l’impegno di avere un tetto , mentre altri 13.000 aquilani non vedono ancora una soluzione abitativa né, a distanza di sette mesi, è possibile formulare nei loro riguardi una qualsiasi previsione.
Ancora più lontana è la speranza di normalità per i 20.000 non assegnatari che permangono dislocati fuori del territorio, ed è inutile sottolineare i disagi continui che questa situazione sta creando all’intera regione.
Gli errori di valutazione relativi al reale bisogno abitativo rischiano di compromettere il futuro della città ormai svuotata di persone e di energie..
In questi giorni ai nostri problemi si sta aggiungendo quello relativo alla riperimetrazione della zona rossa.
Molte abitazioni vengono ad essere classificate come A, B o C sebbene le famiglie residenti abbiano partecipato a pieno titolo alle domande per gli alloggi e alcuni di loro risultano assegnatari. A fronte di quanti, avendo case B o C fuori dalla zona rossa, non hanno avuto neppure la possibilità di partecipare.
Senza dimenticare i nuclei familiari “fuori standard”, spesso proprietari di case E, rimasti fuori da qualsiasi assegnazione.
Legittimo chiedersi come verrà gestita questa contraddizione, che nel tempo rischia di creare una situazione paradossale. Come paradossale e strana ci appare la necessità di impiegare ben due ore per coprire la manciata di chilometri che separa l’ospedale dagli insediamenti abitativi attuali. Tempi di Roma, di Parigi? O semplicemente tempi aquilani imposti da malgoverno e cattiva gestione? E il “masterplan” è davvero l’occasione di partecipazione della cittadinanza alle scelte future, o sarà un’ennesima imposizione dall’alto, come per il piano C.A.S.E.?
Questa “esemplare” ricostruzione ci ha portato in realtà una serie di disagi che le cronache televisive si ostinano a non vedere, ma è soprattutto sull’assenza dei servizi sociali e sanitari ( basti pensare alla mancanza degli ambulatori ) e sul fatto che, malgrado questa scandalosa situazione, dovremo tornare a pagare le tasse comunali e statali che desideriamo richiamare l’attenzione dei lettori.

A SETTE MESI DAL SISMA

Per una scelta ideologica di saltare la fase intermedia, passando direttamente dalle tende a case vere, evitando inizialmente i M.A.P. per L’Aquila e per le sue frazioni, nonché qualsiasi forma di modulo removibile, una gran parte della popolazione aquilana continua ad essere sottoposta ad un pendolarismo difficile e pieno di disagi, che rende quasi impossibile una presenza attiva per far ripartire la città.Le scuole che hanno ripreso la loro attività non offrono tutte orari completi, nè hanno tutte spazi adeguati allo svolgimento delle lezioni. Lo shock subito e la condizione precaria in cui versa gran parte della popolazione ha favorito un totale affidamento alle istituzioni e ha limitato di molto le capacità critiche e di analisi di quanto accadeva. La rabbia e l'orgoglio sono dolorosamente comprensibili e condivisibili di coloro che si vedono costretti ad allontanarsi dal proprio territorio, oppure ad utilizzare case non sicure pur di non perdere il posto di lavoro. Si accresce quando si viene a conoscenza di tanti anziani, costretti a stare lontani dai figli e dai nipoti, nonostante aver già subito il dolore nel vedere i sacrifici di una vita distrutti in pochi minuti. La vita della città non può ripartire senza il suo tessuto sociale e i giovani che si ammassano, senza i necessari controlli, lungo la statale 80 o nello spazio dell’Aquilone ci spingono a considerare l’importanza degli spazi sociali, che in questa apparente ricostruzione sono stati finora dimenticati.
Chi ha cercato di riaprire le proprie attività commerciali è stato sottoposto spesso a cifre eccessive per gli affitti del terreno e non ha avuto quasi nessuna facilitazione dallo stato.

SCELTE INACCETTABILI

L’Associazione cittadini per i cittadini, il cui scopo è tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 2009, perché si ottenga il pieno riconoscimento dei loro diritti, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite) ribadisce il proprio dissenso per una scelta di accorpamento delle tendopoli come risposta alle richieste avanzate dai residenti per non essere allontanati dal proprio territorio, dopo aver passato sette mesi in attesa della sistemazione promessa. Un disappunto già affermato con determinazione nell’incontro con il Prefetto e la Protezione civile. Non riteniamo giusto né rispettoso della dignità personale chiedere alle persone un nuovo accorpamento delle famiglie nelle tende per riunire tutti nei due soli campi Globo e Acquasanta, invece di dare loro soluzioni dignitose che li sollevino dai disagi subiti fino ad ora.
Altrettanto ritiene doveroso intervenire per segnalare l’inaccettabile situazione che si sta creando in questi giorni a Picenze, a seguito della decisione di dislocare i nuclei familiari per la chiusura della Tendopoli in cui sono stati accolti ed assistiti per sei mesi, senza considerare le loro condizioni di salute e soprattutto senza essersi attivati con tempestività per dare loro soluzioni dignitose che li sollevino dai disagi subiti fino ad ora. Tutto ciò è stato deciso nonostante la casa Editrice De Agostini si sia adoperata per offrire solidarietà agli sfollati con la donazione di dieci casette di legno, funzionali e complete di ogni servizio. L’Associazione ritiene pretestuose le motivazioni addotte per giustificare la decisione presa, soprattutto considerando come nella stessa zona sono state posizionate piastre per la realizzazione di altre case ad opera della protezione Civile e che attualmente sono in lavorazione e non sono state completate le opere di urbanizzazione neppure per le case già pronte. Chiediamo al Sindaco di Barisciano e alla protezione civile che si mettano in atto al più presto azioni volte a consegnare le chiavi alle persone che possono rientrare piuttosto che adoperarsi per trovare per loro altri alloggi dentro o fuori del territorio

ABBONDANZA DI AIUTI MA NON PER TUTTI


Gli elenchi usciti e l'assistenza negli alberghi non sembrano corrispondere alle reali necessità della popolazione privilegiando alcuni,penalizzando altri.
La distribuzione anomala degli aiuti agli sfollati sta creando non pochi problemi tra le persone già da tempo, aumentando la sofferenza di chi colpito dal terremoto e dalle conseguenze di scelte governative, che di fatto garantiscono una sistemazione solo di pochi, ancora oggi si trova a vedersi penalizzato per aver scelto di non allontanarsi dall’Aquila. CONTINUA

AUTONOMA SISTEMAZIONE

CONTROLLI INCROCIATI E CONFUSIONE
15 novembre 2009
L'Aquila, 15 nov - Nei giorni scorsi, a mezzo stampa, il Comune ha illustrato, in relazione al contributo di autonoma sistemazione, la propria posizione che passa da un invito alle persone a comunicare la decadenza di questo sostegno economico, alla “minaccia” di controlli incrociati. L’ordinanza n. 3797 del 30 luglio 2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 10 agosto, riguarda, tra l’altro, le novità introdotte per il contributo di autonoma sistemazione (articolo 24).Quella principale si riferisce all’aumento dello stesso, così specificato: 200 euro per ogni componente il nucleo familiare e comunque fino ad un massimo di 600 euro; 300 euro se il nucleo si compone di una sola persona; se sono presenti ultrasessantacinquenni, portatori di handicap o disabili con una percentuale di disabilità non inferiore al 67%, viene concesso un contributo aggiuntivo di 200 euro per ognuno dei soggetti con questi requisiti. E’ da qualche giorno che è in pagamento il mese di agosto: di questo aumento non solo non si vede traccia, ma addirittura in molti casi gli importi sono inferiori a quanto percepito in precedenza. I miei genitori, ad esempio, ai quali spetterebbe un contributo di 800 euro, hanno ricevuto 491 euro, e vi sono decine e decine di casi come il loro. Se per 15 mila persone in autonoma sistemazione sono stati erogati per il mese di agosto 5, 8 milioni di euro, la media per ognuno è di circa 380 euro. Il Comune può spiegare i motivi di queste “incongruenze” rispetto a quanto recita l’ordinanza? Se, come è accaduto per i mesi scorsi, si procede successivamente per conguagli, i cittadini hanno difficoltà a decifrare gli importi ed il mese al quale si riferiscono, anche perché nel mandato di pagamento è indicata soltanto la somma riscossa, senza ulteriori spiegazioni. Per quanto riguarda le comunicazioni della perdita del diritto al contributo, sul sito della Protezione Civile, nella sezione approfondimenti del 2 agosto 2009, è specificato che è possibile ricevere il contributo fino al 31 dicembre 2009 (articolo 11, comma 3, dell’ordinanza n. 3754 del 9 aprile 2009). Non si ha più diritto al contributo decorsi 45 giorni dal momento in cui si riceve la comunicazione della dichiarazione di agibilità. Non capisco perché il Comune fa riferimento anche a tutti coloro che sono sistemati nella Guardia di Finanza: non si trovavano forse tutti nelle tendopoli e quindi mai hanno percepito il contributo di sistemazione autonoma? La stessa cosa vale per i numerosissimi aquilani che sono ancora nelle tende. Per quanto riguarda coloro che hanno sottoscritto il comodato d’uso per l’alloggio C.A.S.E., riporto la testimonianza diretta di quanto riferito ai miei genitori nel corso del colloquio: alla domanda relativa all’adempimento da porre in essere da parte dei miei genitori, in sistemazione autonoma dalla metà di aprile, a seguito della sottoscrizione del comodato d’uso, ci è stato risposto che assolutamente non doveva essere fatta alcuna comunicazione, in quanto, poiché è il Comune stesso che procede alla formale assegnazione dell’alloggio, di conseguenza è a conoscenza di tutti gli elementi. Questi i fatti: prima di arrivare ai controlli incrociati, forse è il caso di non continuare a mettere in croce i cittadini! E’ opportuno che il Comune chiarisca se e in che misura compete l’adempimento della comunicazione e se il decorso dei 45 giorni vale per tutte le soluzioni abitative, dall’agibilità della casa, alle C.A.S.E., all’affitto, ai Map. di Pina Lauria


DISCUTIBILE GESTIONE DELL'AUTONOMA SISTEMAZIONE

L'Aquila 9 set 09 - Gestioni con poca trasparenza e razionalità stanno generando ulteriore confusione e disagi. Un disoccupato, per esempio, non ha priorità nel ricevere il contributo di autonoma sistemazione rispetto ad un impiegato statale. E paradossalmente chi ha una seconda casa a Corvaro (25km da L'Aquila) avrà diritto al contributo perchè fuori regione, mentre chi ce l'ha a Castel di Sangro (123 km da L'Aquila) no. Nota: Articolo pubblicato e commentato da molti cittadini sul sito del Capoluogo.it (link).

DEGRADO DI PIAZZA D'ARMI l'evidenza di una gestione mediatica

Pubblichiamo anche l'accorato appello scritto su un foglietto e firmato da tutti gli irriducibili che era stato portato Martedì 29 settembre, unitamente alle firme e documenti delle altre tendopoli, all'attenzione del Prefetto Gabrielli e della Protezione Civile: Aiutiamo i concittadini di Piazza d'Armi.

ASSEMBLEA DEL CAMPO DI ACQUASANTA


"Il 25 settembre è iniziato lo smantellamento senza preavviso del campo di acquasanta e dopo una mia permanenza nel campo di alcune ore trascorse a parlare con gli ospiti, che venivano avvisati di spostamenti a breve tempo, e a chiedere permessi al Dicomac per fare assemblea abbiamo ottenuto di svolgerla. C'è stata autorizzata anche la ripresa di Ballarò e la testimonianza di due persone del campo di Piazza d'Armi che avevo invitato ad intervenire. I cittadini riuniti hanno preso la decisione finale di aderire alle iniziative del campo di Collemaggio." (Enza Blundo)
DOCUMENTO
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A DIFESA DI UN SERENO INIZIO ANNO SCOLASTICO

I docenti della scuola primaria Mariele Ventre, in riferimento alla decisione presa nell’incontro tra la Protezione Civile, la Regione, la Provincia ed il Comune riguardante l’apertura della scuola il giorno 21 settembre con la consegna dell’edificio solo nelle prime ore della mattina di Sabato 19 settembre

COMUNICANO

Il disaccordo per tale riapertura affrettata e non rispettosa della necessaria organizzazione degli spazi e dell’attività didattica di almeno tre giorni, in vista di una serena accoglienza dei bambini.
Comunicano,inoltre, l’impossibilità temporale dello svolgimento dell’incontro con gli esperti di Psicologia ritenuto necessario prima dell’apertura e richiesto dalla stessa Protezione Civile.
Come cittadini di L’Aquila dichiarano la non condivisione di procedure non atte a tutelare il singolo e la comunità ma a FAVORIRE per lo più il RISPETTO DI SCADENZE promesse, senza garantire modalità adeguate.


Comunicato sulle decisioni prese dai docenti della scuola elementare Mariele Ventre in vista di un'inopportuna apertura del 21 settembre senza tempi adeguati per l'organizzazione delle classi in particolare per i bambini di prima elementare.
ABBIAMO OTTENUTO LO SLITTAMENTO AL 28 settembre PER TUTTE LE CLASSI



PIANO C.A.S.E. QUALE ALTERNATIVA


L'Aquila, 7 set 09 - Gli alti costi del Piano C.A.S.E., i ritardi nella consegna degli alloggi, i lavori di ristrutturazione che stentano a partire. Un quadro preoccupante per il rilancio socio-economico della città. Eppure un'alternativa c'era.
Tra i comitati cittadini sono risultati evidenti le preoccupazioni per gli effetti complicati, spesso contradditori e soprattutto antidemocratici che questa grande macchina della ricostruzione della città dell’Aquila messa in piedi dal Governo e Protezione Civile ha stabilito per gli abitanti di questo territorio.
Si evidenzia l’aspetto fallimentare della ricostruzione attraverso il piano C.A.S.E., sia per quanto attiene alla mancata pianificazione iniziale ed alla errata localizzazione degli insediamenti, sia in merito agli alti costi di costruzione (peraltro destinati a lievitare nel medio e lungo periodo per varianti, riserve, contenziosi, opere strutturali a servizio, etc.).
Per quanto riguarda il tanto atteso rientro nelle case, saranno solo 2900 cittadini dell’Aquila e dintorni che potranno entrarvi dopo il 29 settembre (dato ufficiale della protezione civile, pubblicato sul numero speciale di "Abruzzo e noi" per i cinque mesi dal terremoto) ed a tale riguardo un grande problema sarà la gestione delle graduatorie che – è bene ricordarlo – coinvolgono persone già esasperate da 6 mesi di attesa e per molti nelle tende. Ad attendere una casa per l’inverno in realtà vi sono ca. 28.000 cittadini che possedevano abitazioni classificate E
e molti altri che non termineranno i lavori nelle abitazioni classificate B o C.
I lavori di riparazione delle case non gravemente danneggiate, infatti, sono iniziati da poco tempo, perché i tecnici e le imprese hanno avuto dubbi sul contenuto delle relative ordinanze, (chiariti soltanto a luglio) che si sono rivelate lacunose ed inattuabili, inducendo il Sindaco Massimo Cialente ad insistere sul piano operativo già presentato a maggio dai comitati consistente nell’utilizzo di MAP e di moduli removibili ad integrazione del piano C.A.S.E. e nella requisizione del patrimonio disponibile. Sebbene finora non ascoltati sentiamo il dovere di precisare che le spese sostenute per l’assistenza ai cittadini negli alberghi e nelle tende da maggio a settembre sono state di ca. 308 milioni di euro e che a parità di spesa potevano essere allestiti ca. 6.200.MAP per 21.000 cittadini insediabili con un utilizzo temporaneo di terreno di 860.000.mq,. Teniamo presente che il territorio requisito per la realizzazione del Piano C.A.S.E. si quantifica in un totale di 130 ettari ovvero un milione e trecento mq. Una scelta di questo tipo avrebbe permesso a fine settembre il rientro di un totale di 21.000 cittadini e, con una maggiore attenzione alle opportunità di lavoro annessa ad un eventuale salario sociale per i più bisognosi, si sarebbe favorita anche la ripresa economica.
Siamo alle porte dell’autunno e solo ora si autorizzano gli abitanti delle case classificate B, con danni non strutturali, a rientrare con parziale agibilità.
Intanto l'incertezza di quello che sarà il futuro sta spingendo alcuni proprietari di case danneggiate - con particolare riferimento agli anziani - a venderle a costruttori e immobiliaristi che offrono appena il 35% del reale valore di tali immobili, facendo addensare anche sulla ricostruzione aquilana l’ombra opprimente della speculazione edilizia.
Siamo alle porte dell’autunno e solo ora si autorizzano gli abitanti delle case classificate B, con danni non strutturali, a rientrare con parziale agibilità.
Ribadiamo che ogni scelta riguardante l’edilizia pubblica non può essere lasciata al caso o al mercato, ma deve essere, al contrario, frutto di decisioni ponderate e partecipate da parte della collettività, attraverso un dibattito pubblico nel quale ogni cittadino deve sentirsi parte in causa.
Abbiamo a che fare con un sistema politico locale palesemente non all’altezza del compito e non solo per la straordinarietà dell'evento che ha colpito L'Aquila.

Enza Blundo

(si ringrazia Piero De Santis per i dati forniti)

L'Aquila, 26 Ago - Critiche al progetto C.A.S.E. anche dal "sindaco" di Roio.
Lettera del "Sindaco" di Roio



AMPLIAMENTO DEL COSTOSISSIMO PIANO C.A.S.E.



L'Aquila 3 set 09 - Sta accadendo quanto previsto da noi più di un mese fa, da quando si parlò del Censimento del fabbisogno abitativo. Potremmo citare la famosa frase "te l'avevo detto io! te l'avevo detto!!". Proprio così. A fine Luglio avevamo saputo che ci sarebbe stato un censimento e avevamo previsto che sarebbe stato utilizzato per avallare l'ampliamento del progetto C.A.S.E. (link).
La nostra richiesta di inserire tra le varie opzioni di preferenza la voce "altri tipi di alloggi" fu ovviamente bocciata.
Rispondemmo preparando e distribuendo un volantino (link) nel quale invitavamo gli aquilani a non indicare come preferenza le C.a.s.e. Moltissimi accogliendo la nostra proposta/protesta hanno allegato una lettera nella quale si indicava come preferenza quella di un alloggio temporaneo, case mobili o casette di legno. Sono cosi pervenute ben 5000 lettere al Comune, ma di questo ovviamente nessuno ha parlato e cosi eccoci servito l'ampliamento!
Un'ultima considerazione. Molti cittadini, compresi parenti stretti di chi vi scrive, abitavano in palazzine ora inagibili (fascia E), ma a detta dei tecnici incaricati della ricostruzione massimo un anno queste saranno riabitabili. E' allora necessario costruire case completamente nuove e costose anche per chi tra un anno potrà tornare nella propria abitazione? Non sarebbe stato meglio un alloggio temporaneo e decisamente più economico per lo stato, soprattutto se è lo stesso cittadino a richiederlo? Ci piacerebbe avere una risposta.
Vi segnaliamo infine questo brevissimo video documentario (durata 2 minuti) sull'ampliamento del progetto C.A.S.E: link.

La notizia dell'ampliamento dal sito del Capoluogo.it

L'Aquila, 2 set - Sarà ampliato il progetto C.a.s.e., i moduli abitativi antisismici, che originariamente prevedeva la realizzazione di 4.500 alloggi in grado di ospitare circa 15mila persone.
La decisione è stata presa dal Dipartimento della Protezione nei giorni scorsi alla luce dei dati emersi dal censimento sulla necessità abitativa condotto nel corso del mese di agosto a L'Aquila.
L'integrazione porterà alla realizzazione di almeno altri 500 appartamenti bilocali per un investimento complessivo di circa 40 milioni di euro, in modo che tutti coloro che hanno avuto la casa dichiarata inagibile possano essere ospitati nelle strutture.
Forse già domani, alle 16 ditte che si sono aggiudicati i lavori del progetto Case, sarà affidato l'incarico di realizzare altre venti piastre, in ognuno delle quali si calcola si possano costruire 25 appartamenti che dovrebbero ospitare un migliaio di persone. I
l nuovo piano, secondo quanto si apprende da fonti della protezione civile, è stato concordato nel corso di una riunione dei vertici ed è stato voluto fortemente dal capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, che sarebbe riuscito a superare le resistenze del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che fino a ieri si era espresso negativamente su questa eventualità. Cialente aveva chiesto case mobili per tamponare l'emergenza scattata per l'insufficienza di case in rapporto al numero di richieste da parte degli sfollati. L'intesa con Cialente dovrebbe comunque esserci nel pomeriggio quando - coma ha annunciato il sindaco - ci sarà il faccia a faccia con Bertolaso. "Vedremo", si è limitato a dire il primo cittadino apparso meno inflessibile di ieri.

L'affidamento dei nuovi incarichi dovrebbe avvenire a trattativa diretta: le imprese sono state già allertate. In relazione alla tempistica, saranno confermati gli 80 giorni previsti nell'appalto del progetto Case anche se più di un tecnico sottolinea che con l'arrivo dell'autunno e dell'inverno i ritmi di lavoro non potranno essere quelli dei mesi estivi. Non è chiaro se le nuove case prefabbricate verranno realizzate nei 19 spazi già individuati o in altri ancora. La Protezione Civile punta alla consegna alla fine dell'anno.

Il dipartimento è concentrato nel mettere in campo altre iniziative per arginare in tempi brevi l'emergenza case alla luce dell'imminente rientro all'aquila di migliaia di aquilani in vista della riapertura delle scuole confermata per il 21 settembre prossimo.

QUALE OTTIMISMO ?

L'Aquila, 1 Set - La ripresa economica ed occupazionale sono ancora un miraggio. In questo articolo la descrizione di una triste realtà che ci porta a chiedere su cosa si basa l'ottimismo che alcuni sbandierano.

L’evacuazione di gran parte della popolazione aquilana che continua tuttora a protrarsi nonchè ampliarsi ed il permanere di una parte consistente di essa all’interno delle varie tendopoli dislocate sul territorio, ha determinato una forte contrazione delle vendite anche per gli esercizi non direttamente coinvolti dagli effetti distruttivi del sisma.
Tra i danni indiretti vanno innanzitutto annoverati quelli derivanti dalle minori quantità prodotte dovute ad una interruzione, parziale o totale, delle attività comprese le attività artigianali. La struttura produttiva del nostro capoluogo non è molto diversa da quella del restante territorio, tranne la minore presenza di imprese agricole e la prevalenza di un certo numero di imprese attive nell’editoria e nella fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo.
Va sottolineato, comunque, che nel comune capoluogo è concentrato anche il 50% delle imprese di tutto il cratere e accanto ad alcune multinazionali chimico-farmaceutiche con fatturato estero, esistono imprese di piccole dimensioni operanti nel settore commerciale, artigianale, agricolo ed agroalimentare che rispondono soprattutto ad una maggiore domanda interna venuta a mancare da cinque mesi.
Gli effetti economici del terremoto sono davvero proccupanti e dai sondaggi effettuati è emerso che solo in rari casi le aziende sono state costrette all’interruzione delle attività pruduttive, tra l’altro in misura limitata all’immediatezza del sisma. Le attuali scelte governative, invece, rischiano di rendere sempre più difficoltosa la ripresa economica e di fatto non offrono opportunità di lavoro. E’ da considerare il numero crescente di coloro che hanno perso o stanno perdendo il lavoro per una mancata domanda locale rivolta piuttosto alle altre imprese regionali e nazionali.
Intanto i lavori di riparazione delle case non gravemente danneggiate,sono iniziati da poco tempo,perché i tecnici e le imprese hanno avuto dubbi sul contenuto delle relative ordinanze,che si sono rivelate lacunose ed inattuabili.
L’incertezza di quello che sarà il futuro sta spingendo alcuni proprietari di case danneggiate, con particolare riferimento agli anziani, a venderle a costruttori e immobiliaristi che offrono appena il 35% del reale valore di tali immobili,facendo addensare anche sulla ricostruzione aquilana l’ombra opprimente della speculazione edilizia.
E' TEMPO DI RISPOSTE CHIARE E DEFINITIVE

L'Aquila, 23 Ago - Quattro mesi dopo: dall'insufficienza degli alloggi provvisori alla necessità di un immediato intervento di puntellamento per le case danneggiate non ci sono chiarezze.


A quattro mesi dal terremoto che ha capovolto l’assetto della nostra città e ha interessato un intero cratere ci ritroviamo ad esaminare un insieme di eventi talmente vasto ed una comunicazione spesso discordante tra tutti i soggetti politici interessati. I cittadini si attrezzano autonomamente con valide alternative più economiche come, ad esempio, le case di legno e paglia in balle intonacate nella zona di Pescomaggiore. A San Demetrio le abitazioni removibili di legno, sono state già inaugurate e di sicuro sono meno dispendiose di quelle del piano C.A.S.E. Le gigantesche piattaforme antisismiche in cemento armato, utilizzate per reggere la leggerezza di altrettante case di legno, infatti sono sovradimensionate. Il calcestruzzo 525 utilizzato è lo stesso che si usa si usa per costruire ponti e dighe perché ha una resistenza di 525 kg/cmq. Ogni piattaforma antisismica costa 600 mila euro (per 53 piattaforme previste) un progetto diretto da Gian Michele Calvi, presidente del centro di ricerca Eucentre, fondato dalla Protezione civile e dall'Università di Pavia.
Nonostante il grande dispendio di risorse ed il deturpamento del territorio solo 4.480 cittadini entreranno nelle C.A.S.E. dopo il 26 Settembre. Il problema sarà la gestione della graduatoria tra persone già esasperate da quattro mesi di attesa. Sono da poco iniziate le riparazioni delle abitazioni danneggiate in modo non grave, perchè i professionisti e le imprese hanno avuto dubbi sulle ordinanze e quest’ultime sono state chiarite solo nella metà di Luglio. Tanto che il sindaco, Massimo Cialente, che stenta a prendere decisioni chiare nell’interesse dei cittadini, ripropone il piano alternativo, già proposto in Aprile dalla Conferenza dei Comitati e ribadito nel corso dei mesi attraverso le manifestazioni: ovvero la soluzione delle case mobili e la requisizione degli alloggi sfitti. Purtroppo, però, non appena individuati gli appartamenti liberi in città e provincia, che sarebbero un migliaio, già se ne dimezza il numero perché danneggiati dal sisma o perché vengono danneggiati di proposito per non essere requisiti, mentre per i moduli temporanei ancora non c’è alcuna decisione definitiva. Inoltre non ci sono ancora sufficienti interventi per proteggere, nei modi e con tecniche adeguate, i siti danneggiati dei centri storici per preservarli da ulteriore degrado dovuto agli agenti atmosferici e per conservarne la funzione e garantirne la ricostruzione.
Anche il puntellamento e la messa in sicurezza degli edifici antistanti le scuole che dovranno essere riaperte ancora non è stato avviato.
I cittadini hanno bisogno di risposte certe e definitive in tempi brevi.

ARTICOLO SUL CENSIMENTO

L'Aquila, 23 Ago - E' uscito sul numero 14 del 24 Agosto di "L'Abruzzo e noi", l'articolo precedentemente censurato "A tre settimane da Settembre" nel quale si esemprimono dubbi e perplessità sul Censimento del fabbisogno abitativo.



"L'Abruzzo e noi"


LETTERA APERTA AL DOTT. BERTOLASO
L'Aquila, 17 Ago - Cittadini per i cittadini scrive al capo della protezione civile chiedendo la ripresa di un dialogo aperto.
Lettera aperta a Bertolaso

L'Aquila, 9 Ago - L’articolo che vi proponiamo qui di seguito doveva uscire su “L'Abruzzo e noi” ma la Protezione Civile ha deciso di non pubblicarlo Continua...


A tre settimane da Settembre. Dubbi e perplessità sul censimento



Un grazie a tutti coloro che seguono e apprezzano il nostro impegno per la cittadinanza, con l'unica speranza di contribuire alla ripresa
della nostra splendida città.