Anomali aiuti
La distribuzione anomala degli aiuti agli sfollati sta creando non pochi problemi tra le persone già da tempo, aumentando la sofferenza di chi colpito dal terremoto e dalle conseguenze di scelte governative, che di fatto garantiscono una sistemazione solo di pochi, ancora oggi si trova a vedersi penalizzato per aver scelto di non allontanarsi dall’Aquila.
E’ innegabile che le scelte fatte abbiano favorito di gran lunga chi, affidandosi pienamente alla protezione civile, ha ricevuto alloggio in alberghi spesso di alto livello e viene a ricevere ora gli alloggi del piano C.A.S.E., magari mantenendo intatto il suo congruo stipendio di impiegato, rispetto a coloro che dignitosamente hanno accettato un minimo sussidio personale o familiare, che non è assolutamente paragonabile ai costi di tendopoli o alberghi, adattandosi con soluzioni autonome e continui sacrifici giornalieri, magari supportati dalla generosità di parenti e amici ed in alcuni casi senza possedere più ne casa ne lavoro.
Ebbene paradossalmente queste persone non risultano neppure assegnatari di alloggi. La logica sino ad ora usata sembra privilegiare il furbo sull’onesto e quando non si è considerato preventivamente la condizione sociale generata dal terremoto, risultano ben poca cosa i controlli che si stanno facendo per confermare quelle assegnazioni stabilite mescolando i criteri dettati dall’amministrazione locale ai principi di vicinanza alla zona di residenza indicati dalla Protezione Civile per farne un elenco sulla base di un algoritmo matematico che casualmente conduce all’inserimento di più nuclei parentali.
A riprova di tale logica discutibile, arriva oggi nelle scuole la notizia riguardante l’esonero dal pagamento del servizio prescuola riservato alle famiglie che viaggiano dalla costa. Ancora una volta viene elargito un aiuto senza le necessarie considerazioni sullo stato economico attuale della famiglia e sulla condizione reddituale; condizione che al contrario viene citata nel decreto per la ricostruzione del centro storico.
In tal modo continua la beffa per chi, rientrato senza lavoro in case classificate B con parziale agibilità e con il mutuo da pagare, si vede costretto a pagare per un servizio che, a chi risiede al mare e viaggia per raggiungere il posto di lavoro e per portare i figli a scuola, non viene chiesto di pagare. (Enza Blundo)
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7 commenti:
Ma la norma sull'agibilità parziale, che permetterebbe di stare anche in case B è stata varata?
Non mi sembra. Quindi chi sta nelle B non credo ci risulti "ufficialmente", visto che ufficialmente per le B vale ancora l'ordinanza di sgombero del 6 aprile ed in teoria sarebbe vietato starci.
Che poi ci si stia si sa... ma chi ci sta immagino che ufficialmente risulti altrove.
Peraltro aggiungo che di quelli allocati negli hotel sulla costa, molti tornano giusto a dormirci una volta ogni tanto (week-end al mare forse?)... e tutto il resto del tempo?
Non sarà che magari stanno in casa, usufruendo comunque dei benefici riservati a chi sta fuori, pur non standoci? Tipo, appunto, i libri di scuola?
Senza fare di tutta l'erba un fascio ovviamente, però anche queste sono situzioni concrete da valutare.
Perché i campi devono mandare tutti i giorni un censimento degli ospiti presenti e gli alberghi no?
La protezione civile sta pagando vitto e alloggio 7 giorni su 7 a gente che invece sta, evidentemente, altrove.
05 ott : 14:25
fabio0579AQ
riguardo ai censimenti anche gli alberghi ogni 15 giorni fanno le comunicazioni e ogni settimana c'è il controllo delle autorità di zona....io sono uno di quelli che mi trovo senza lavoro senza casa e senza prendere un piccolo spiccio oltre i 2400 euro presi come commerciante.....anzi mi trovo pure a pagare le tasse tra poco ...e con che soldi?????
04 ott : 22:11
04 ott : 22:11
Cecco_Angiolier
Si ma non sono molto d'accordo. Non c'è a mio parere cosa più appagante che quella di poter provvedere a se stessi e alla propria famiglia. Non mi piace l'assistenzialismo, non mi piaceva quando era rivolto agli altri non mi piace ora che è elargito in maniera del tutto indiscriminata a noi aquilani. L'ho sempre detto: lo Stato deve intervenire per favprore la ricostruzione garantendo lavoro ripresa delle attività economiche ricostruzione del tessuto sociale e ricostruzione di case e monumenti, il resto non serve anzi è dannoso perchè fa abituare la gente ad aspettarsi di tutto e a non essere più autosufficiente.
04 ott : 22:16
gici
Chi sta nelle abitazioni B come me è rientrato (molti ancora ci tornano solo di giorno e dormono fuori) per disperazione dopo circa cinque mesi passati per strada alloggiati alla meglio. Sono rientrato nonostante sia vietato e penso molti come me perchè dopo aver dato mandato all'ingegnere e alla ditta che hanno già presentato la documentazione per l'inizio dei lavori e la ristrutturazione ci dicono che non ci sono i finanziamenti. Passerà ancora qualche mese prima che si possano concludere i lavori quindi riavere l'allaccio del gas......
04 ott : 23:32
rosanto_3396
La persona che ha scritto questo articolo farebbe bene ad informarsi prima di prendere in mano una penna! Chi sta negli alberghi della costa non è solo il furbo, ma anche l'impiegato monoreddito che ha fatto questa scelta perchè, una volta levate le spese per il viaggio quotidiano, (che non tutti possono fare con i mezzi pubblici perchè magari obbligati a fare straordinari o reperibilità) non riuscirebbero a far fronte alle spese di bollette per la sistemazione autonoma che oltretutto continuiamo a pagare per le abitazioni in B, C, E ed F! Oltretutto molti che hanno scelto la sistemazione autonoma lo hanno fatto rientrando abusivamente nelle proprie abitazioni, modificando anche caldaie e fornelli a GPL! Se vogliamo parlare di discriminazioni allora parliamo dei telefonini, computer, biciclette, diari e buoni per i libri che vengono dati a quelli che hanno scelto di stare in tenda! Oltretutto i ragazzi che continuano a frequentare le scuole a l'Aquila vengono sicuramente "capiti" di più per il dramma subito e trattati in maniera più umana. Mia figlia, ad esempio, costretta ad iscriversi sulla costa per non diventare una zombie come me, già ha dovuto affrontare comportamenti molto discriminatori da parte d'insegnanti e genitori!
QUINDI FINIAMOLA UNA BUONA VOLTA DI FARE RAGIONAMENTI IDIOTI CHE NON PORTANO DA NESSUNA PARTE!
05 ott : 00:11
sissy68
Guardate che i libri(telefoni e biciclette non mi risulta) non sono gratuiti, ma c'è un buono che ricopre in parte le spese per tutti i ragazzi delle scuole dell'Aquila e i computer sono stati dati a tutti gli studenti aquilani che ne hanno fatto richiesta. Questo a prescindere che le famigie abbiano la casa A, B, C o E, che stiano in albergo, in tenda o a casa propria. Sono contributi per incentivare la permanenza dei ragazzi e delle famiglie a L'Aquila, come l'esenzione dalle tasse universitarie. Sono strategie per non far morire l'Università aquilana e per evitare la fuga delle famiglie. Se proprio cerchiamo gli sprechi cominciate a chiedervi quanto sono costate le case C.A.S.E., se erano necessarie le pedane isolanti (fornite da ditte della Marcegaglia) per case di legno di per se antisismiche, se era indispensabile in ogni appartamento il mega televisore al plasma, le piasterelle e l'arredamento di lusso di prima qualità, mentre le ditte per la ristrutturazione delle case private devono scegliere i materiali economici e scadenti per poter avere il rimborso. Questi sono gli sprechi veri, che volete che siano 35 o 100 euro a ragazzo all'inizio dell'anno scolastico per comprarsi
dei libri???
05 ott : 00:18
marcom66
Posso testimoniare che Minerva sta dicendo il vero in merito ad alcuni, per non dire molti aquilani, che hanno l'alloggio in albergo qui a Pescara ma ci vengono a stare una volta ogni tanto, ma intanto lo Stato (noi) paga.
Comunque è vero pure, come dice Rosanto, che molti si stanno facendo un mazzo così andando avanti ed indietro per lavorare a L'aquila ed io li vedo perchè vado quasi tutti i giorni nei grandi alberghi di Montesilvano a trovare i miei vecchiarelli.
Altrettando vero però quello che dice l'articolo sopra, in questo terremoto ci sta chi sta usufruendo di tante agevolazioni economiche e non, e chi invece ci sta rimettendo "culo e pezze"! C'è chi con un paio di buoni stipendi in famiglia sta alloggiato in albergo, non spende una lira da mesi e magari usufruisce anche di ulteriori agevolazioni che gli stanno dando le aziende dove lavora, e chi si è arrangiato all'Aquila dall'inizio, da solo, ha perso il lavoro, magari aveva la casa in affitto con o senza contratto ed ora non gli spetta un fico secco e si ritrova in mezzo ad una strada...
Ma si sa, in queste situazioni i furbi vanno sempre avanti...
05 ott : 01:29
gici
Stiamo bisticciando tra poveri guardando le piccole spese, i rimborsi elemosina, se sta meglio chi si trova ancora nelle tende o nelle camere d'albergo. Invece di piangere ora bisognava vigilare prima e pretendere di poter scegliere noi residenti della città colpita dal terremoto COME E DOVE COSTRUIRE GLI ALLOGGI PROVVISORI perchè di questo si tratta. Il progetto c.a.s.e. costato circa 150000 euro a "casetta prefabbricata" cioè circa 2500-3000 euro a metro quadro (prezzi da villa) non interessa quasi nessuno perchè il denaro è pubblico. Ma è denaro nostro dei contribuenti italiani e giustamente occorre contestare la scelta dei televisori al plasma e altre cavolate regalate offendendo la dignità delle persone che non hanno ricevuto la casa e soffrono in città o deportate in Abruzzo. Concentriamoci sui costi spropositati delle c.a.s.e. e sul fatto che la realizzazione è stata affidata agli amici degli amici (Mercegallia e company).Si poteva costruire risparmiando sul superfluo utilizzando le somme per accallerare il rientro nelle case A B o altri interventi come la vera ricostruzione di cui ancora non si parla neanche. Guardiamo le cose importanti perchè stiamo tutti sulla stessa barca o meglio faglia.
Chi ci ha guadagnato è uno solo che ripeterà sicuramente il giochetto in Sicilia.
alexlud
Non stiamo tutti nella stessa barca: c'è qualcuno che cerca di buttare fuori la gente dalla barca e qualcuno che tenta di non farci salire chi ne sta fuori.
A noi hanno chiesto 600 euro al mese per un piccolo posticino roulotte: ecco così sono alcuni aquilani. Sono i primi a sfruttare il terremoto per guadagnarci. Quanto fa schifo questa gente....... mi viene il vomito.
05 ott : 09:52
mocerivò_214
La risorse credo che essenzialmente abbi raggiunto lo scopo, quello di sollevare un dibattito sulla disparità dei trattamenti. È vero, non tutto quanto quello sostenuto dalla Blundo è la pura e sola verità, ci sono infatti molti risvolti, pieghe e considerazioni da fare e da aggiungere, ma la questione di fondo resta: a chi molto e a chi poco (o niente).
Si è agito, per alcuni versi, come la scelta di NON ricostruire tutto a tutti, partendo, presumo, da un fattore squisitamente economico (risparmiare), ma non si è tenuto conto, una volta fatto il livellamento sul fronte costi, su chi queste di questi investimenti avrebbe beneficiato.
Parlo di redditi e patrimoni. Una gestione, secondo me, veramente equa delle risorse, a questo punto, scegliendo di voler risparmiare, avrebbe obbligatoriamente dovuto tener conto dei redditi e dei patrimoni di ognuno.
Accedono, infatti, agli stessi benefici, sia coloro che han perso il lavoro e la casa e sono costretti a vivere lontano da L'Aquila per un tempo indeterminato, e sia coloro che col terremoto, magari per l'aggiudicazione di appalti, sta decuplicando i propri normali introiti.
Si è stabilito, tanto per fare un altro esempio, che chi avesse due case, la prima crollata e la seconda di tipo A, sia escluso dalla assegnazione delle CASE, potendo andare ad abitare nella seconda di tipo A: cosa aggiungere? Niente, pare a tutti aver stabilito un principio piuttosto giusto e corretto. Ed infatti, prevalentemente è così, a parte il fatto che uno, verosimilmente, tutte le cose, gli oggetti, i mobili, gli arredi, eccetera, li ha sotto le macerie della prima casa; a parte che non sono previsti soldi per riparare la seconda casa A, che spesso necessita di riparazioni e per importi facilmente anche superiori ai 10.000 euro. Ma resta il fatto che una seconda casa, di tipo A, alla fine dei conti altro non è che un patrimonio. Ed allora, se si è stabilito, e pare giusto, che chi ha un patrimonio come una seconda casa di tipo A non abbia diritto alle CASE, perché uno che avesse un patrimonio in liquidi superiore di due volte ed oltre al valore di una casa media dovrebbe invece avere diritto alla CASE? E magari a certe condizioni come utenze gratuite, senza fitto, e cose di questo genere?
Tra due, tutti e due con la prima casa crollata, laddove uno di questi con una seconda casa di tipo A del valore di 220.000 euro, senza soldi in banca e che ha perso il lavoro, e l'altro senza seconda casa, ma con 500.000 euro in banca e che a causa del sisma stesse raddoppiando il suo reddito, chi sta meglio?
Perché dare al secondo l'accesso alle CASE? Perché il primo sarebbe tenuto, giustamente, a servirsi del proprio patrimonio ed il secondo a conservarlo intatto?
Tanto per dire.
05 ott : 13:25
dmtaq74
La cosa peggiore è innescare il circolo vizioso delle ricriminazioni sulle briciole,bisogna rimanere uniti!Solo così si potrà ottenere qualcosa,mettersi a fare i conti della serva con persone che in un modo o nell'altro,più comodi o meno,condividono il nostro stesso destino,oltre ad essere meschino è davvero contro producente.Così non si arriverà a niente e poi nessuno è stato obbligato nelle scelte,ognuno credo abbia deciso facendo delle valutazioni legate a situazioni personali ed ora si prenda le sue responsabilità.Credo che comodo comodo non stia nessuno.
05 ott : 15:32
Antonio78
cara Enza ti sei attorcigliata
comunque spezzo una lancia a tuo favore volevi solo aiutare i più poveri. ed in questo hai ragione.
ma lascia stare gli altri perchè in fondo non stannno poi tanto meglio. come vedi dalle risposte.
Bisognerebbe piuttosto fare fronte comune perchè tra un pò saremo abbandonati tutti. bisognerebbe far uscire il meglio di noi stessi perchè sia possibile un futuro nella nostra amata città. Enza in fondo aveva queste buone intenzioni per chi non ha reddito alcuno ed è stato già abbandonato dalla Protezione Civile e dalle Autorità cittadine, vedi in quel di Piazza D'Armi
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