L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

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ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011



BANCA D’ITALIA: L’ENIGMA

L’Aquila, 14 dicembre 2009
In questi giorni gli organi di stampa danno notizia delle proteste degli inquilini del quartiere Banca d’Italia, in quali accusano che si sono consumati favoritismi ed ingiustizie. Brevemente i fatti, per come se ha conoscenza dalla stampa.
Alcuni edifici della Banca d’Italia, sottratti alla zona rossa a seguito della riperimetrazione, sono ora classificati B e C; ci si è chiesto se, coloro che avevano partecipato al fabbisogno alloggiativo del 1°/10 agosto e ricadenti in questa fattispecie, avessero diritto o meno all’alloggio C.A.S.E.

Ribadendo che, per tutti coloro con abitazioni classificate B e C delle ex zone rosse, dovevano essere trovate le soluzioni alle quali si sono attenuti tutti gli altri cittadini con case ugualmente classificate, e cioè alberghi, autonoma sistemazione o affitto concordato, ci preme evidenziare quello che abbiamo definito “Enigma Banca d’Italia”. Risulterebbe che, su un’area del progetto C.A.S.E., sono stati costruiti edifici riservati a dipendenti e pensionati della Banca d’Italia, per un totale di 90 appartamenti, di cui 60 nella piena disponibilità della Banca e 30 inseriti nel sistema Gioiello. Sul sito della protezione Civile, nella sezione “Dettaglio donazioni in corso finalizzate al progetto C.A.S.E.” risulta che la Banca d’Italia ha donato 8.100.000,00 euro. Ci chiediamo: gli 8 milioni di euro sono stati “donati” o sono serviti per costruire edifici per la gestione privata della Banca d’Italia? Comunque, ci sembra alquanto bizzarro che ad una Banca sia stato consentito costruire “per sé” appartamenti su un’area requisita per gli alloggi ai terremotati. Il dubbio sorge spontaneo: se questi appartamenti sono stati assegnati a coloro che magari erano affittuari nel quartiere Banca d’Italia, e lì resteranno, come verranno utilizzati gli appartamenti ora “sfitti”?
Questa confusione che si è creata intorno alle abitazioni della Banca d’Italia riteniamo che necessiti di un chiarimento.
L’associazione “Cittadini per i cittadini” sin da ora chiede che tutti gli edifici del progetto C.A.S.E. entrino nella piena disponibilità del Comune, così come recitano tutte le ordinanze. E’ inaccettabile che sulle aree del progetto C.A.S.E. vengano portate avanti operazioni di tipo immobiliare perché la Banca d’Italia, desiderosa di dare un aiuto ai propri dipendenti e pensionati, poteva individuare un altro sito.
Concludiamo riformulando le domande: gli 8 milioni di euro sono una donazione? Quanti sono gli edifici, e gli appartamenti, che sono stati costruiti con questa donazione? Quanti sono gli appartamenti nella piena disponibilità della Banca d’Italia? Quanti ne sono stati occupati sino ad oggi? Quanto ha pagato la Banca d’Italia per ogni edificio, per il terreno, per gli oneri di urbanizzazione e per tutte le spese che gravano sull’area?
Associazione Cittadini per i Cittadini

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