L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

TESTO INTEGRALE DELLO STATUTO

IL NUOVO SITO INFORMATIVO




ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011



STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO

«Cittadini per i Cittadini»

ART. 1
(Denominazione e sede)

1. È costituita l’organizzazione di volontariato, denominata: «Cittadini per i Cittadini» che assume la forma giuridica di associazione senza scopi di lucro. Essa si dichiara apartitica ed aconfessionale.

2. L’organizzazione ha sede in via S. Sisto, 57 nel Comune di L’Aquila. L’associazione potrà istituire sedi secondarie e rappresentanze anche altrove, con regolare deliberazione dell’assemblea assunta secondo le norme statutarie.

ART. 2
(Statuto)

1. L’organizzazione di volontariato «Cittadini per i Cittadini» è disciplinata dal presente statuto, ed agisce nei limiti della legge 11 agosto 1991 n. 266, delle leggi regionali di attuazione e dei principi generali dell’ordinamento giuridico.

2. L’assemblea delibera l’eventuale regolamento di esecuzione dello statuto per la disciplina degli aspetti organizzativi più particolari.

ART. 3
(Efficacia dello statuto)

1. Lo statuto vincola alla sua osservanza gli aderenti alla organizzazione; esso costituisce la regola fondamentale di comportamento dell’attività della organizzazione stessa.

ART. 4
(Modificazione dello statuto)

1. Il presente statuto è modificato con deliberazione della assemblea adottata con la presenza almeno dei tre quarti degli aderenti e il voto favorevole della maggioranza dei presenti.

ART. 5
(Interpretazione dello statuto)

1. Lo statuto è interpretato secondo le regole della interpretazione dei contratti e secondo i criteri dell’articolo 12 delle pre leggi al codice civile.

TITOLO II
FINALITÀ DELL’ORGANIZZAZIONE

ART. 6
(Finalità nell’obiettivo)

1. La specifica finalità dell’organizzazione di volontariato è quella di perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale, civile e culturale con l’obiettivo di tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 2009, perché si ottenga il pieno riconoscimento dei loro diritti e si proceda alla ricostruzione globale, partecipata e totale delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite e proponendo piani virtuosi di ricostruzione e riqualificazione ambientale, edilizia, architettonica ed urbanistica, nonché iniziative volte alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e storico e allo sviluppo delle attività ad esso connesse. In tal senso, l’associazione intende operare per il miglioramento della qualità della vita urbana e dell’ambiente in toto, con specifico richiamo ad interventi volti all’ottimizzazione dei servizi sociali ed assistenziali.

ART. 7
(Ambito di attuazione delle finalità)

1. L’organizzazione di volontariato opera nel territorio della Regione Abruzzo, con possibilità – ove la maggior efficacia della strategia lo richiedesse – di attuare programmi particolari, da sola o in collaborazione con altri centri, comitati, associazioni aventi finalità analoghe o compatibili, estendendo la propria attività anche nelle altre Regioni o, addirittura, nei territori extra-nazionali. L’associazione intende realizzare i propri scopi attraverso riunioni, dibattiti e manifestazioni pubbliche, promuovendo studi e analisi, pubblicazioni, diffondendo attraverso i mass media il proprio pensiero e, soprattutto, proponendosi come interlocutore dei vari organismi politici, legislativi, giuridici e amministrativi interessati alle problematiche del territorio e della ricostruzione/riqualificazione.

TITOLO III
GLI ADERENTI

ART. 8
(Ammissione)

1. Sono aderenti dell’organizzazione tutte le persone che condividono le finalità della stessa e sono mossi da spirito di solidarietà.

2. L’ammissione all’organizzazione è deliberata dal consiglio direttivo, su domanda scritta del richiedente.

ART. 9
(Diritti)

1. Gli aderenti all’organizzazione hanno il diritto di eleggere gli organi dell’organizzazione.

2. Essi hanno i diritti di essere informati sulle attività dell’associazione e di controllo sull’andamento della medesima come stabilito dalle leggi e dallo statuto.

3. Gli aderenti all’organizzazione hanno il diritto di essere rimborsati dalle spese effettivamente sostenute per l’attività prestata, ai sensi di legge qualora preventivamente autorizzata dal consiglio direttivo.

ART. 10
(Doveri)

1. Gli aderenti all’organizzazione devono svolgere la propria attività verso gli altri in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro.

2. Il comportamento verso gli altri aderenti ed all’esterno dell’organizzazione, è animato da spirito di solidarietà ed attuato con correttezza, buona fede, onestà e trasparenza nelle intenzioni e nelle procedure.

ART. 11
(Esclusione)

1. L’aderente all’organizzazione che contravviene ai doveri stabiliti dallo statuto, può essere escluso dall’organizzazione.

2. L’esclusione è deliberata dall’assemblea con voto segreto e dopo avere ascoltato le giustificazioni dell’interessato.

3. Soci receduti e/o esclusi che abbiano cessato di appartenere all'associazione non possono richiedere la restituzione dei contributi versati né hanno diritto alcuno sul patrimonio dell'associazione.
TITOLO IV
GLI ORGANI

ART. 12
(Indicazione degli organi)

1. Sono organi dell’organizzazione: l’assemblea, il consiglio direttivo ed il Presidente.

CAPO I: L’assemblea

ART. 13
(Composizione)

1. L’assemblea è composta da tutti gli aderenti all’organizzazione.

2. L’assemblea è presieduta dal presidente.

ART. 14
(Convocazione)

1. L’assemblea si riunisce ogni mese, oppure su convocazione del presidente dell’organizzazione.

2. Il presidente convoca l’assemblea con avviso scritto contenente l’ordine del giorno almeno cinque giorni prima.

ART. 15
(Validità della assemblea)

1. In prima convocazione l’assemblea è regolarmente costituita con la presenza della metà più uno degli aderenti, presenti in proprio o per delega da conferirsi ad altro aderente.

2. In seconda convocazione l’assemblea è regolarmente costituita qualunque sia il numero degli aderenti presenti, in proprio o in delega.

3. Non è ammessa più di una delega per ciascun aderente.

4. Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio e in quelle che riguardano la loro responsabilità, gli amministratori non hanno diritto di voto (art. 21 codice civile).

ART. 16
(Votazione)

1. L’assemblea delibera a maggioranza dei voti dei presenti ferme le limitazioni previste per l’approvazione e modificazione dello statuto e per lo scioglimento dell’associazione.

2. I voti sono palesi, tranne quelli riguardanti persone (e le qualità delle persone).

ART. 17
(Verbalizzazione)

1. Le discussioni e le deliberazioni dell’assemblea sono riassunte in verbale redatto da un componente dell’assemblea e sottoscritto dal presidente.

2. Il verbale è tenuto, a cura del presidente, nella sede dell’organizzazione.

3. Ogni aderente dell’organizzazione ha diritto di consultare il verbale e di trarne copia.

CAPO II: Il consiglio direttivo
ART. 18
(Composizione)

1. Il consiglio direttivo è composto da 7 membri, eletti dall’assemblea tra gli aderenti.

2. Il consiglio direttivo è validamente costituito quando è presente la maggioranza dei componenti.

ART. 19
(Presidente del Consiglio direttivo)

1. Il presidente dell’organizzazione è il presidente del consiglio direttivo ed è nominato dal Consiglio direttivo.

ART. 20
(Durata e funzioni)

1. Il consiglio direttivo dura in carica per il periodo di 3 anni.

2. Il consiglio direttivo è l’organo di governo e di amministrazione dell’associazione ed opera in attuazione delle volontà e degli indirizzi generali dell’assemblea alla quale risponde direttamente.

3. Le deliberazioni del consiglio direttivo sono assunte a maggioranza dei presenti.


CAPO III: Il presidente
ART. 21
(Elezione)

1. Il presidente è eletto da parte del Consiglio direttivo.

ART. 22
(Durata)

1. Il presidente dura in carica quanto il consiglio direttivo.

2. Almeno un mese prima della scadenza del proprio mandato, il presidente convoca l’assemblea per la elezione del nuovo presidente.

ART. 23
(Funzioni)

1. Il presidente rappresenta l’organizzazione di volontariato e compie tutti gli atti che impegnano l’organizzazione.

2. Il presidente presiede il consiglio direttivo e cura l’ordinato svolgimento dei lavori.

3. Sottoscrive il verbale dell’assemblea, e cura che sia custodito presso la sede dell’organizzazione, dove può essere consultato dagli aderenti.


TITOLO V
LE RISORSE ECONOMICHE (O I BENI)

ART. 24
(Indicazioni delle risorse)

1. Le risorse economiche dell’organizzazione sono costituite da:
a. beni, immobili, e mobili;
b. contributi e quote associative;
c. donazioni e lasciti;
d. proventi da attività marginali di carattere commerciale e produttivo;
e. ogni altro tipo di entrate ammesse ai sensi della L 266/1991.

ART. 25
(I beni)

1. I beni dell’organizzazione sono beni immobili, beni registrati mobili e beni mobili.

2. I beni immobili ed i beni registrati mobili possono essere acquistati dall’organizzazione, e sono ad essa intestati.

3. I beni immobili, i beni registrati mobili, nonché i beni mobili che sono collocati nella sede dell’organizzazione sono elencati nell’inventario, che è depositato presso la sede dell’organizzazione e può essere consultato dagli aderenti.

4. L’associazione ha il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la propria vita, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre associazioni che per legge, statuto o regolamento, perseguono scopi analoghi.

5. L’associazione ha l’obbligo di impiegare gli eventuali utili o avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse.

ART. 26
(Contributi)

1. I contributi ordinari sono costituiti dalla quota associativa degli aderenti, stabilita dall’assemblea.

2. I contributi straordinari sono elargiti dagli aderenti, o dalle persone fisiche o giuridiche estranee all’associazione.

ART. 27
(Erogazioni, donazioni e lasciti)

1. Le erogazioni liberali in denaro, e le donazioni sono accettate dall’assemblea, che delibera sulla utilizzazione di esse, in armonia con le finalità statutarie dell’organizzazione.

2. I lasciti testamentari sono accettati, con beneficio di inventario, dall’assemblea, che delibera sulla utilizzazione di essi, in armonia con le finalità statutarie dell’organizzazione.

ART. 28
(Proventi derivanti da attività marginali)

1. I proventi derivanti da attività commerciali o produttive marginali sono inseriti in apposita voce del bilancio dell’organizzazione.

2. L’assemblea delibera sulla utilizzazione dei proventi, che deve essere comunque in armonia con le finalità statutarie dell’organizzazione e con i principi della L. 266/91.

ART. 29
(Devoluzione dei beni)

1. In caso di scioglimento o cessazione dell’organizzazione, i beni, dopo la liquidazione, saranno devoluti ad altre organizzazioni di volontariato o enti non lucrativi socialmente utili aventi scopi analoghi a quelli indicati nel presente statuto e comunque al perseguimento di finalità di pubblica utilità sociale.

TITOLO VI
IL BILANCIO

ART. 30
(Bilancio e conto consuntivo)

1. I documenti di bilancio della organizzazione sono annuali e decorrono dal primo gennaio di ogni anno.

2. Il conto consuntivo contiene tutte le entrate intervenute e le spese sostenute relative all’anno trascorso.

3. Il bilancio preventivo contiene le previsioni di spesa e di entrata per l’esercizio annuale successivo.

ART. 31
(Formazione e contenuto del bilancio)

1. Il bilancio preventivo per l’esercizio annuale successivo è elaborato dal consiglio direttivo. Esso contiene, suddivise in singole voci le previsioni delle spese e delle entrate relative all’esercizio annuale successivo.

2. Il conto consuntivo è elaborato dal consiglio direttivo. Esso contiene le singole voci di spesa e di entrata relative all’anno trascorso.

ART. 32
(Approvazione del bilancio)

1. Il bilancio preventivo è approvato dalla assemblea con voto palese e con la maggioranza dei presenti.

2. Il bilancio preventivo è depositato presso la sede della organizzazione quindici giorni prima della seduta, e può essere consultato da ogni aderente.

3. Il conto consuntivo è approvato dalla assemblea con voto palese e con la maggioranza dei presenti entro il 31 marzo.

4. Il conto consuntivo è depositato presso la sede della organizzazione quindici giorni prima della seduta, e può essere consultato da ogni aderente.

TITOLO VII
LE CONVENZIONI

ART. 33
(Deliberazione delle convenzioni)

1. Le convenzioni tra l’organizzazione di volontariato ed altri enti e soggetti sono deliberate dal Consiglio Direttivo.

2. Copia di ogni convenzione è custodita, a cura del presidente, nella sede dell’organizzazione.

ART. 34
(Stipulazione della convenzione)

1. La convenzione è stipulata dal presidente della organizzazione di volontariato.

ART. 35
(Attuazione della convenzione)

1. Il Consiglio direttivo esecutivo delibera sulle modalità di attuazione della convenzione.

TITOLO VIII
DIPENDENTI E COLLABORATORI

ART. 36
(Dipendenti)

1. L’organizzazione di volontariato può assumere dei dipendenti, nei limiti previsti dalla L. 266/91.

2. I rapporti tra l’organizzazione ed i dipendenti sono disciplinati dalla legge e da apposito regolamento adottato dall’organizzazione.

3. I dipendenti sono, ai sensi di legge e di regolamento, assicurati contro le malattie, infortunio, e per la responsabilità civile verso i terzi.

ART. 37
(Collaboratori di lavoro autonomo)

1. L’organizzazione di volontariato, per sopperire a specifiche esigenze, può giovarsi dell’opera di collaboratori di lavoro autonomo.

2. I rapporti tra l’organizzazione ed i collaboratori di lavoro autonomo sono disciplinati dalla legge.

3. I collaboratori di lavoro autonomo sono, ai sensi di legge e di regolamento, assicurati contro le malattie, infortunio, e per la responsabilità civile verso i terzi.

TITOLO IX
LA RESPONSABILITÀ
ART. 38
(Responsabilità ed assicurazione degli aderenti)

1. I volontari dell’organizzazione sono assicurati per malattie, infortunio, e per la responsabilità civile verso i terzi ai sensi dell’art. 4 della L. 266/91.

ART. 39
(Responsabilità della organizzazione)

1. L’organizzazione di volontariato risponde, con le proprie risorse economiche, dei danni causati per inosservanza delle convenzioni e dei contratti stipulati.

ART. 40
(Assicurazione dell’organizzazione)

1. L’organizzazione di volontariato può assicurarsi per i danni derivanti da responsabilità contrattuale ed extra contrattuale della organizzazione stessa.

TITOLO X
RAPPORTO CON ALTRI ENTI E SOGGETTI

ART. 41

1. L’organizzazione disciplina con apposito regolamento i rapporti con gli altri soggetti pubblici o privati.

TITOLO XI
DISPOSIZIONI FINALI
ART. 42
(Disposizioni finali)

1. Per quanto non è previsto dal presente statuto, si fa riferimento alle normative vigenti, ed ai principi generali dell’ordinamento giuridico.


TITOLO II
FINALITÀ DELL’ORGANIZZAZIONE


ART. 6
(Finalità nell’obiettivo)

1. La specifica finalità dell’organizzazione di volontariato è quella di perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale, civile e culturale con l’obiettivo di tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 2009, perché si ottenga il pieno riconoscimento dei loro diritti e si proceda alla ricostruzione globale, partecipata e totale delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite e proponendo piani virtuosi di ricostruzione e riqualificazione ambientale, edilizia, architettonica ed urbanistica, nonché iniziative volte alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e storico e allo sviluppo delle attività ad esso connesse. In tal senso, l’associazione intende operare per il miglioramento della qualità della vita urbana e dell’ambiente in toto, con specifico richiamo ad interventi volti all’ottimizzazione dei servizi sociali ed assistenziali.

ART. 7
(Ambito di attuazione delle finalità)

1. L’organizzazione di volontariato opera nel territorio della Regione Abruzzo, con possibilità – ove la maggior efficacia della strategia lo richiedesse – di attuare programmi particolari, da sola o in collaborazione con altri centri, comitati, associazioni aventi finalità analoghe o compatibili, estendendo la propria attività anche nelle altre Regioni o, addirittura, nei territori extra-nazionali. L’associazione intende realizzare i propri scopi attraverso riunioni, dibattiti e manifestazioni pubbliche, promuovendo studi e analisi, pubblicazioni, diffondendo attraverso i mass media il proprio pensiero e, soprattutto, proponendosi come interlocutore dei vari organismi politici, legislativi, giuridici e amministrativi interessati alle problematiche del territorio e della ricostruzione/riqualificazione.

LE NOSTRE PROPOSITIVITA'


Riteniamo che quella di martedì debba essere un'assemblea introduttiva del dopo emergenza.Nella quale si chieda l'impegno preciso per istituire incontri regolari con la popolazione. I punti pochi e chiari. E preliminari a future richieste.

La città ed il territorio possono rinascere solo se i cittadini tornano sulla propria terra. La richiesta prioritaria è quella del
RIPOPOLAMENTO, favorito dal reperimento veloce di alloggi per tutti coloro che sono ancora lontani e l'immediata creazione di spazi sociali di aggregazione.
Solo il ripopolamento può consentire la
PARTECIPAZIONE dei cittadini alla rinascita del territorio, favorita dalla trasparenza sulle decisioni fin'ora intraprese e le future da intraprendere in comunione con la popolazione.
Per favorire la formazione di comitati, consorzi ed associazioni di cittadini,che abbiano compito propositivo e di controllo, si chiede l'aiuto concreto delle istituzioni attraverso sollecitazione diretta della popolazione. I comitati hanno fin'ora lavorato fra enormi difficoltà, spesso osteggiati, se non palesemente stigmatizzati dalle stesse istituzioni. Si chiede il riconoscimento del loro ruolo fondamentale alla RICOSTRUZIONE.
Come il Piano C.A.S.E. è stato imposto dall'alto, altrettanto il master plan che prevedono per la ricostruzione rischia di essere una nuova imposizione per i cittadini soprattutto nelle zone che verranno indicate come zone a gestione speciale della ricostruzione.

I problemi purtroppo ci sono ma sicuramente è prioritario elencare problemi in un documento come evidenza da consegnare, previa rapida lettura, alla stampa ed alla considerazione delle controparti che più che impegnarsi a parole in pubblico, devono operare per risolvere.
Nella nuova fase dobbiamo anche capire chi fa che cosa e quindi le competenze, oltre che definire:

1) La composizione delle parti in gioco

comitati (tutti, gli attuali ed i futuri, sottoposti solo a regole di pubblicità e trasparenza della formazione di volontà)
competenze di Fontana
competenze di Chiodi
competenze di Pezzopane
competenze di Cialente

2) Le modalità di rapporto:
Sviluppare la partecipazione significa mettere in comune informazioni, esperienze e difficoltà, idee e dubbi, fare in modo che si possa affrontare un periodo difficile, in cui tutti riconosciamo la buona volontà dell'altra parte.
E' forse opportuno, considerando la straordinarietà della situazione, che a livello locale si istaurino finalmente regole nuove di comunicazione in modo sistematico ed efficace.
Pubblicità degli atti e delle decisioni, trasparenza assoluta, dei briefing regolari e pubblici (ma non solo televisivi e di facciata): insieme dobbiamo affrontare la ricostruzione della nostra città, insieme forse riusciremo a utilizzare al meglio anche l'ulteriore decentramento impostoci da circostanze e potere burocratico centrale, minimizzare l'inevitabile disagio.

Si tratta, in questa nuova fase, di capire come intendano muoversi gli attori, soprattutto se con logica inclusiva, o escludente come è stato fino ad ora.
Si tratta anche di capire come e se intendano farsi carico delle "code" dell'emergenza (documento che può essere pubblicizzato e consegnato: a noi non interessa la scena, basta che chi di dovere faccia quello che deve fare), tra cui il RIPOPOLAMENTO, cominciando dal reperimento veloce di alloggi per tutti coloro che sono ancora lontani e l'immediata creazione di spazi sociali di aggregazione (e su questo è opportuno interloquire e chiedere risposte)
Si tratta anche di capire se c'è la reale volontà di riconoscere , e facilitare, con impegni concreti, in termini di disponibilità, il ruolo fondamentale che i Comitati possono avere nella RICOSTRUZIONE. (e su questo è opportuno interloquire e chiedere risposte)L'iniziativa degli sms ha avuto un grande seguito.
In coordinamento con altri comitati e con i cittadini stiamo organizzando un incontro con le istituzioni affichè le autorità possano fornire alla cittadinanza
i chiarimenti necessari.

TESTO DELL'INVITO INOLTRATO


Al Commissario Straordinario dott. Bertolaso
Al Presidente della Regione Abruzzo, dott. Chiodi
Alla Presidente della Provincia, dott. S.Pezzopane
Al sindaco Massimo Cialente


I comitati, le associazioni ed i cittadini invitano le SS.LL. a partecipare ad un confronto pubblico alla presenza della stampa sui seguenti temi:

1) Le scelte sulla tipologia e la quantità degli alloggi provvisori, che dovrebbero essere finalizzati a coprire: il fabbisogno abitativo eccedente le possibilità di insediamento non coperta dal progetto C.A.S.E .ed a risolvere il problema dei posti letto per gli universitari.

2) Accelerazione - semplificazione dell'istruttoria degli edifici classificati in categorie A B e C (conflitti CINEAS )

3) Ordinanza per i centri storici e Piani di Ricostruzione.

4) Modalità e tempi di smobilitazione della Protezione Civile.

5) Ruoli e compiti dell’Unità di Missione.

ULTIME NOVITA'

LE TASSE NON VENGONO PROROGATE MA LA PROTEZIONE CIVILE DIVENTA Spa

17 dicembre
C’è poco da ringraziare, per il sindaco di L’aquila,riguardo la proroga delle tasse da pagare nel cratere, perché il provvedimento è stato rinviato al “decreto milleproroghe” tuttavia è stato varato il decreto-legge che privatizza funzioni importantissime della Protezione Civile. Un processo di trasformazione che è iniziato con il METODO AUGUSTUS
In tal modo si verrà ad accentrare nel Presidente del Consiglio dei Ministri gli indirizzi strategici e i programmi, con una infinita' di attivita' che saranno svolte dalla ''Protezione Civile Spa che agirà con metodi privati e con soldi pubblici. L'esatto contrario di cio' che servirebbe. La Protezione Civile e' materia troppo importante e delicata per essere affrontata con un decreto-legge, che rischia di essere approvato con la fiducia e sottratto alla discussione libera del parlamento. Il 50 per cento dei posti è riservato al personale precario del dipartimento, dunque saranno stabilizzate persone che hanno lavorato nella Protezione Civile e resi dirigenti senza concorso. cittadini per i cittadini
DAL SETTIMANALE LEFT NOTIZIE PREOCCUPANTI
Chi pagherà le assunzioni e le promozioni del grande capo in via di pensionamento Guido Bertolaso? Che domanda! Gli sfollati del terremoto de L’Aquila, gran parte dei quali vive ancora negli alberghi lontano da casa. Vale la pena citare il comma. Le assunzioni costeranno «6,52 milioni nel 2010 a cui si provvede, quanto a 3,70 milioni di euro, a valere sulle risorse disponibili di cui all’articolo 7 comma 4 bis della legge 24 giugno 2009, n. 77». Ora, la legge 77 è la conversione del famoso decreto Abruzzo.
http://www.avvenimentionline.it/content/view/3232/770/







ANDIAMOCI PIANO CON LE O.N.O.R.I.F.I.C.E.N.Z.E.


L’Associazione “cittadini per i cittadini” ritiene prematuro conferire qualunque onorificenza, soprattutto a soggetti comunque coinvolti nell’indagine della magistratura a proposito del mancato allarme e dell’assenza del piano di emergenza e di evacuazione della della città, almeno fino a quando la Procura della Repubblica non avrà accertato le responsabilità dirette e derivate. Ritiene, inoltre, opinabile “il successo”nella gestione dell’emergenza considerando i dati attuali:
solo 8400 cittadini nelle C.A.S.E.
18000 in virtuale autonoma sistemazione
20000 che restano assistiti in alberghi e caserme
? in case agibili
? in case con parziale agibilità
? in camper o roulotte
L’Associazione che segue da tempo con attenzione i rapporti tra le istituzioni locali ed il governo centrale, non comprende l’ambiguità di fondo che caratterizza il comportamento dei nostri amministratori, improntato ora al confronto più aspro -con tanto di “chiamata alle armi”della popolazione – ora alla più acritica subordinazione.


CONSEGNA DEL GUERRIERO DI CAPESTRANO A BERTOLASO


15 dicembre (aggiornato)
Nella mattina, poco prima che gli venisse consegnato il “Guerriero di Capestrano” dalla presidente della Provincia, il Dott. Bertolaso ha ricevuto personalmente il nostro volantino e, nel suo intervento finale a ringraziamento dell’omaggio ricevuto, da una parte ha elogiato la nostra tenacia ed il nostro senso critico, dall’altra ci è sembrato che volesse far passare le nostre perplessità come negative per la città.
Avvertiamo, pertanto, la necessità di precisare ai nostri concittadini che il 23 giugno avevamo consegnato personalmente al dott. Bertolaso un documento redatto da noi e da altri 15 comitati cittadini, nel quale lo invitavamo a procedere immediatamente, come misura prioritaria, alla requisizione delle abitazioni sfitte esistenti e ad una tempestiva integrazione del Piano C.A.S.E. con i M.A.P. e i moduli removibili anche nell’aquilano. Come è noto, l’integrazione è stata fatta solo successivamente ad un censimento (contestato con 5000 lettere) che prevedeva tra le opzioni solo il Piano C.A.S.E. e l’alloggio in affitto. A tutt’oggi la cittadinanza paga questi colpevoli ritardi di gestione ed intelligenza, se è vero – com’è vero – che non si è ancora a capo della questione C.A.S.E. e che NON SI SA se e quante disponibilità esistano per gli affitti, né minimamente si è fatto cenno ai tempi di consegna e ai criteri per l’elaborazione di una graduatoria di quest’ultimi.
Al posto delle requisizioni è stato costituito, in seguito, un fondo immobiliare, che viene citato solo alla data del 1 dicembre nell’ordinanza 1959, e che tuttavia non inserisce neppure al primo posto i nuclei da una o due persone, né chi – fiducioso - è rimasto in camper o in roulotte reperite in proprio, o in altre situazioni fortunosamente o virtualmente di “autonoma sistemazione”.
Per quanto riguarda il mancato allarme e piano di evacuazione, precisiamo che non ci riferivamo alla previsione di Giuliani, come ha sostenuto il dott. Bertolaso, bensì alla necessaria predisposizione di un piano di emergenza ed evacuazione del territorio, o quantomeno alla necessità di evitare un contro-allarmismo altrettanto dannoso per la cittadinanza che, troppo tranquillizzata dalle prese di posizione della Commissione Grandi Rischi (quelle sì “scientifiche ed affidabili”, e si è visto con che effetto!), è restata in totale balia della furia del terremoto. Si auspica un confronto aperto per avere risposte anche su queste tematiche.
Dunque non per preconcetta opposizione alla persona di Bertolaso e al suo operato abbiamo manifestato il nostro dissenso, ma perché siamo ancora convinti – e le sue parole, dott. Bertolaso, non ci hanno per nulla persuasi del contrario – che ancora tanto, troppo ci sia da fare per arrivare ad una visione ragionata ed obiettiva delle responsabilità prima e dopo il sisma. E al proposito ci permettiamo di ripetere ancora una domanda, per noi tutti fondamentale: dopo mesi di attività sismica atipica, di fronte ad una scossa di magnitudo 4,5, siamo proprio sicuri che non fosse il caso di dare l’allarme?
Ci perdoni, dottor Bertolaso, e si tenga caro il suo “Guerriero di Capestrano”: ma affidi a quella preziosa riproduzione anche il compito di ricordarle quel che si doveva fare e non è stato fatto. a cura di cittadini per i cittadini

TERREMOTO ED EFFICENZA ?

Le fondamenta dell’efficientismo della Protezione Civile, cavallo di battaglia di Berlusconi e Bertolaso nella gestione terremoto all’Aquila, scricchiolano.
Bertolaso si infuria per i ritardi nelle consegne dei moduli abitativi (e delle case del Piano C.A.S.E., anche se non si dice ufficialmente) e se la prende con gli imprenditori che non rispettano i tempi. Ma questi si difendono:
Lavoriamo in condizioni difficili.
Di 15mila aquilani non si hanno notizie ufficiali (molti vivono in camper, roulotte, baracche, case di legno abusive). 19.587 sono ancora assistiti in alberghi, caserme, case private fuori dall’Aquila (dati ufficiali P.C.), a fronte di appena 7.922 accolti nelle C.A.S.E. e 882 nei M.A.P. (dati ufficiali P.C.). Le infiltrazioni mafiose nei subappalti sono una realtà, come documenta l’inchiesta di Angelo Venti, direttore di Site.it.
Ma l’efficientismo scricchiola anche a monte, quando si parla di previsione e prevenzione, compiti fondamentali della Protezione Civile. Almeno, prima che diventasse anche un’organizzatrice di Grandi Eventi.
Un duro colpo, lo sferrano le recenti dichiarazioni del Prof. Boschi, direttore di quell’INGV che rischia di vedersi scippare il monitoraggio terremoti dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile grazie al decreto-calderone in via di approvazione da parte del Governo.
Boschi, a proposito della riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo, afferma, in un’intervista pubblicata nell’ultimo numero di Left:
Ridicolo. In tanti anni non ho mai visto una riunione del genere della Commissione grandi rischi.
Ma cosa accade, esattamente, il 31 marzo?
Alla riunione della Commissione si parla dello sciame sismico in atto da mesi nell’aquilano. Sono presenti le personalità italiane ritenute più autorevoli in tema di terremoti, prevenzione e costruzioni antisismiche. Fra di essi, il Prof. Calvi, (Eucentre) e il Prof. Dolce (Dipartimento Nazionale della Protezione Civile), che in seguito, proprio in nome di questa autorevolezza, collaboreranno per la progettazione e realizzazione del Progetto C.A.S.E. (quelle che, all’Aquila, si chiamano, senza ironia, le case di Berlusconi); il prof. De Bernardinis; il prof. Boschi e altri. C’è anche il Sindaco dell’Aquila.
Ci si sbriga in fretta, quel giorno: secondo il verbale (che si può scaricare qui), la riunione dura appena un’ora, e Boschi sottolinea come anche questo sia molto strano, vista la situazione.
Nella sostanza, il verbale (altra anomalia: i presenti lo firmeranno solo il pomeriggio del 6 aprile. Dopo la scossa devastatrice) ricalca il comunicato stampa diramato dalla Protezione Civile il giorno prima, 30 marzo:
È utile precisare che non è possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un terremoto e che non c’è nessun allarme in corso da parte del Dipartimento della Protezione Civile, ma una continua attività di monitoraggio e di attenzione.
Impossibile prevedere un terremoto. Nessun allarme. Monitoraggio e attenzione. Sono le parole chiave di quei giorni. Ma il Sindaco Cialente non si tranquillizza affatto e il 1° Aprile manda un telegramma alla Protezione Civile:
[...] chiedesi urgente e congruo stanziamento di fondi per prime emergenze, nonché dichiarazione stato emergenza ai fini dell’effettuazione dei necessari interventi di ripristino idoneità degli edifici pubblici e privati. Inoltre, si segnalano in particolare gravissimi danni strutturali in due edifici scolastici ospitanti cinquecento alunni.
Il telegramma resta inascoltato: niente fondi, niente stato di emergenza. Il 6 aprile, ecco la scossa. E la prevenzione, che fine ha fatto? Le dichiarazioni di Boschi riaprono la questione, insieme ad altre testimonianze.
Il 18 aprile, per esempio, Stefania Pezzopane è durissima:
Lanciavamo continui appelli, la gente fuggiva in strada per paura delle scosse. Ci era stato detto che la nostra era una psicosi, che avremmo dovuto avere un atteggiamento diverso, di serenità. Invece…
L’Avvocato Antonio Valentini, aquilano, rileva dolo nelle mancanze in tema di prevenzione. Così, ad agosto, presenta una denuncia per omicidio colposo:
Le rassicurazioni che giornalmente ci venivano date tramite la stampa dagli organi ufficiali, il messaggio che hanno mandato, hanno indotto in errore tante persone e tante persone, di queste che sono state indotte in errore, purtroppo non sono più tra noi”. Per conoscere gli sviluppi della denuncia, occorrerà aspettare dopo Natale.
Da queste rassicurazioni, comunque, Boschi si chiama fuori:
Sarei folle ad andare in una zona che il mio istituto definisce ad altissimo rischio a tranquillizzare tutti.
L’Avvocato Simona Giannangeli, il 30 ottobre, nel corso di un incontro organizzato dal Legal Team Italia, afferma:
Un terremoto non si può prevedere. Ma qui è stato previsto un non terremoto.
Un medico aquilano, in piazza a Montecitorio il 10 dicembre, racconta che l’ospedale non aveva nemmeno un piano di evacuazione, non era stato predisposto nulla per un’eventuale accoglienza di feriti.
Berlusconi e Bertolaso si dichiarano, oggi come il 6 aprile, orgogliosi della loro Protezione Civile.
Ma la sensazione che questo orgoglio sia immotivato è molto forte e ha fondamenta più solide di quelle dell’efficientismo sbandierato mediaticamente.




PALESE DISTORSIONE DELL'INFORMAZIONE

La riapertura di un locale storico e simbolico situato nel centro di L'Aquila, dopo la rimozione di una parte delle macerie e dopo la messa in sicurezza degli edifici della zona,ha regalto gli aquilani una piccola immersione nel vissuto affettivo che era venuto a mancare.
Il giorno successivo le autorità locali hanno svolto il consiglio comunale nel centro e accanto alle macerie per denunciare una ricostruzione ritardata, e tutto ciò viene presentato dal tg5 come festeggiamento di una ripresa della normalità.

CONSIGLIO COMUNALE
DICHIARAZIONE DEL TG 5

QUESTA ERA LA NOSTRA CITTA' NEL NATALE DELLO SCORSO ANNO

GUARDA IL VIDEO

3 DOMANDE AL FUNZIONARIO DELLA P. C:

1) perché non sono stati pubblicati i punteggi accanto ai nomi dell’elenco per l'assegnazione piano C.A.S.E. e M.A.P.?

2) perché non sono mai stati pubblicati i risultati dei 2 censimenti fatti nelle tendopoli e sulla costa?

3) come fate ad avere un quadro preciso delle reali esigenze abitative a L'Aquila se c'è parte della popolazione ad oggi ancora non censita?
-Tutti coloro che hanno la casa A-B-C
-che non hanno avuto residenza sulla costa o in tendopoli,ovvero
il famoso popolo di fantasmi che si è adattato con container, roulotte e camper?

A SETTE MESI DAL SISMA


Per una scelta ideologica di saltare la fase intermedia, passando direttamente dalle tende a case vere, evitando inizialmente i M.A.P. per L’Aquila e per le sue frazioni, nonché qualsiasi forma di modulo removibile, una gran parte della popolazione aquilana continua ad essere sottoposta ad un pendolarismo difficile e pieno di disagi, che rende quasi impossibile una presenza attiva per far ripartire la città. Lo shock subito e la condizione precaria in cui versa gran parte della popolazione ha favorito un totale affidamento alle istituzioni e ha limitato di molto le capacità critiche e di analisi di quanto accadeva. La rabbia e l'orgoglio sono dolorosamente comprensibili e condivisibili di coloro che si vedono costretti ad allontanarsi dal proprio territorio, oppure ad utilizzare case non sicure pur di non perdere il posto di lavoro. Si accresce quando si viene a conoscenza di tanti anziani, costretti a stare lontani dai figli e dai nipoti, nonostante aver già subito il dolore nel vedere i sacrifici di una vita distrutti in pochi minuti. La vita della città non può ripartire senza il suo tessuto sociale e i giovani che si ammassano, senza i necessari controlli, lungo la statale 80 o nello spazio dell’Aquilone ci spingono a considerare l’importanza degli spazi sociali, che in questa apparente ricostruzione sono stati finora dimenticati.
Chi ha cercato di riaprire le proprie attività commerciali è stato sottoposto spesso a cifre eccessive per gli affitti del terreno e non ha avuto quasi nessuna facilitazione dallo stato.

Uniamoci per smuovere


Dopo aver raccolto firme di numerose tendopoli e dopo averle presentate al PREFETTO ALLA PROTEZIONE CIVILE e per conoscenza al SINDACO, abbiamo visto arrivare il freddo e i nostri concittadini sono ancora sotto le tende o vengono invitati ad allontanarsi dal territorio.
Alcuni senza pesare sullo stato si sono adattati a stare da Aprile con provvisorie autonome sistemazioni, pur avendo perso la casa e ora non sono neppure considerati in una graduatoria o elenco. Ci sono case classificate B dove ci si può adattare ma ve ne sono altre, totalmente disastrate, dove non ci si può entrare. Ebbene neppure per costoro vi sono graduatorie o elenchi. Aprono finalmente uno sportello per il cittadini e contemporaneamente ne vengono aperti altri due dell'ufficio C.A.S.E. per ricreare nuova confusione nella raccolta dei documenti. CHIEDIAMO UNITI PIU' TRASPARENZA E PIU' ASCOLTO.

Dopo assemblea con Cialente del 28 ottobre


Solidarietà aquilana
A seguito della nostra iniziativa per raccogliere le opinioni della cittadinanza, e con riferimento al notevole numero di SMS che continuano a pervenire (finora stimati circa 1500), si è fatta presente la necessità di riconsiderare gli aiuti economici sulla base delle effettive necessità e delle condizioni economiche dei nuclei familiari. A tal proposito vi sono state, in sede assembleare, testimonianze di chi, avendo perso casa e lavoro, riceve un sussidio del tutto insufficiente e con ritardi: agosto pagato a fine ottobre. Per contro vi sono nuclei familiari, verosimilmente abbienti che, pur avendo conservato la condizione lavorativa precedente, accedono al piano CASE e alle agevolazioni che prevede.
Le nostre richieste fanno leva anche sulla doverosa solidarietà tra aquilani che il terremoto avrebbe dovuto far nascere e che, in alcune tendopoli, si è sperimentata creando legami nuovi tra le persone.
A tal proposito sarebbe auspicabile che gli affittuari, con condizioni economiche invariate, assegnatari delle CASE, corrispondessero un fitto al fine di creare un fondo sociale spendibile per coloro che hanno perso casa e lavoro.
Piano C.A.S.E. insufficiente
Per il piano CASE, che si è rivelato di limitate vedute, ed eccessivo in apparenze e costi, si è resa necessaria un’integrazione di MAP per le frazioni dell’aquilano; ciò sia a seguito delle 5000 lettere allegate ai modelli del censimento –dal 1° al 10 agosto- (chiamate denigratoriamente “letterine di Babbo Natale”) da coloro che, non trovando l’opzione: “altro tipo di alloggio”, segnalavano in tal modo la propria diversa preferenza. Questa integrazione, è stata stabilita anche in ragione di iniziative di auto costruzione a Pescomaggiore (case in paglia e fango).
Attualmente si è pianificato l’acquisto di 500 case mobili che impegnerebbero la cifra di 40 milioni di euro (80.000 euro per unità). Il nostro comitato ha già fatto presente la possibilità, con tale somma, di offrire alloggio ad 8.000 persone, in quanto vi sarebbero ditte, con prodotti di qualità (da noi invitate a partecipare), che utilizzano soluzioni analoghe anche per alberghi, offrendo moduli coibentati, comprensivi di servizi, impianti, trasporto e montaggio, per la cifra, indicativa, di 20.000 euro/60mq per 4 persone e non 36mq/4pers. come previsto dal bando (sito: http://www.tempohousing.com con brochure consegnate al sindaco).
Resta tuttavia la necessità di effettuare un censimento attendibile degli attuali bisogni abitativi, comprendendo anche coloro che non figurano nei precedenti elenchi, per evitare di dire, poi, “Ji te l’ero ittu a ottobbre”, considerando inoltre che parte delle 500 case mobili saranno riservate come alloggi universitari.
Residenza o domicilio?
Secondo quanto dichiarato dal nostro sindaco, per l’organizzazione del comune, questi ritiene opportuno il cambio di residenza per tutti gli assegnatari del piano C.A.S.E.; a nostro avviso, invece, sarebbe sufficiente il solo cambio di domicilio: il cambio di domicilio rispecchierebbe l’effettiva provvisorietà della sistemazione, laddove il cambio di residenza ne indicherebbe un carattere senz’altro più definitivo.