L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

TESTO INTEGRALE DELLO STATUTO

IL NUOVO SITO INFORMATIVO




ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011



GLOSSARIO parte 1

SFOLLATO, agg. e s. m. (f. -a) [part. pass. di sfollare].
Genìa strana, promiscua, di difficile intelligenza e dai costumi incerti. Nei bestiari medievali non trova allocazione, e nelle liste di Linneo compare come allucinata perversione del genere: di ridotta umanità, perspicacia e capacità, si distingue per una sorta di reductio absurda del principio intellettivo, quasi che in essa permanga attiva solo l’anima vegetativa, e tutto il resto si trovi trasformato in una sorta di apparato provvisorio, privo di rizomi, insomma tale che l’intero organismo si presti ad un pronto e rapido travaso, alla sistemazione, temporanea o più o meno stabile, in terreni diversi per natura e qualità. È esempio classico di arrendevolezza e indecisione (disposto a tutto pur di non avere più nulla a cui pensare). Esposto al gelo, non si lamenta; tormentato dal solleone estivo, di tanto in tanto invoca sommessamente un condizionatore.


TERREMOTATO, agg. e s. m. (f. -a) [part. pass. di terremotare].
Specifica della v. precedente. Sottogenere. Dei tanti sfollati possibili, per fame o carestia, per diaspore politiche, guerre o stragi varie, lo sfollato terremotato rappresenta l’esemplare più invidiato e ricercato dagli amministratori per la sua versatilità. Salutarmente privo di nerbo politico, reso ancor più arrendevole da mesi di permanenza in tenda, in albergo o in “autonoma sistemazione” (v.), può efficacemente essere esibito come dimostrazione vuoi dei successi, vuoi degli insuccessi dei governanti di turno. È antica e irrisolta questione la possibilità di attribuirgli responsabilità giuridica e autonomia decisionale. Purtuttavia i Padri della Chiesa gli riconoscono un’anima. Ma che sappia cosa farne, è cosa dubbia.
SINDACO TERREMOTATO, s.m. + agg.
Tipico del teatro d’antàn, evoca il passato glorioso degli scavalcamontagne delle scene italiane, di cui però perpetua l’aspetto meno eclatante e discutibile. Sostanzialmente è un generico con tendenze di promiscuo che, alla maturità degli anni, si prova a passare prim’attore e capocomico. Salto non sempre coronato da successo, per la storica incapacità del ruolo di esercitare sugli altri comprimari una qualsiasi autorevolezza. Di maggiore presenza nei drammi pirandelliani come alter-ego del “brillante”, con cui spesso intreccia un fitto dialogo fatto di impossibilità espressive e linguistiche, contorna le sue rare tirate di amletica incapacità, di cui si pasce. La progressione del ruolo è tratteggiata nella linea che da “Ma non è una cosa seria” corre fino a “Questa sera si recita a soggetto”, passando per “Il gioco delle parti”… Col celeberrimo “Il sindaco del rione Sanità” di Eduardo, si eclissa. Dubbio il tentativo di alcuni autori contemporanei di resuscitarne le funzioni, frazionando il personaggio in aspetti prismatici e poco complementari come, appunto, il sindaco, il presidente del consiglio di amministrazione, l’onorevole, il medico ecc. Coinvolto in questo gioco, si rivela sempre più vittima della sua origine di coadiuvante e deuteragonista, poco incline al passaggio al ruolo maggiore di antagonista o oppositore.


CAPO, s.m., della PROTEZIONE CIVILE (v.)
Figura sostanzialmente nuova, di derivazione indubbiamente cinematografica, unisce in sé caratteristiche che vanno da Robin Hood (in particolare quello di S. Connery, vicino alla pensione) ad Indiana Jones: come il primo, ama passeggiare nel suo bosco privato, trasformato per esigenze di scena in tendopoli; come il primo è spesso introvabile, inattaccabile, preciso e funzionale. Del secondo ha la immediata intelligenza filmica della situazione, il gusto dell’apparizione “al momento giusto” e la capacità di operare scelte che, quantunque discutibili, restano comunque irrevocabili e costituiscono il motore dell’azione a venire. In tal modo rilancia sempre al massimo il suo futuro. Sostiene nella drammaturgia il ruolo fondamentale di chi ispira fiducia e dispensa buoni consigli. La sua semplice apparizione dona sicurezza e tranquillità, che elargisce volentieri e a piene mani. Coltiva una non segreta vocazione umanitaria che potrebbe, un giorno, farlo approdare ad una “missione impossibile” africana, ultimo (per ora) atto della serie che lo ha reso celebre: “Alla ricerca dell’inceneritore perduto”, “Il capo della Protezione Civile e l’ultimo terremoto”.


C.A.S.E.
Acrostico con probabile finalità apotropaica, compare enigmaticamente in terre devastate da terremoti. Gli etnologi lo leggono in funzione del classico processo di “destorificazione del negativo” tipico del mondo magico. Simile al “breve” che ancora in Abruzzo si tramanda (S. Pio delle Camere), può essere esibito come progetto di allontanamento del male. I latinisti preferiscono leggervi una traslitterazione del “caseus abundeat semper eis”, beneaugurante e diffuso motto per gli sposi novelli, dal sottile richiamo fallico. Per altri, andrebbe sciolto tenendo conto del sistema di classificazione delle abitazioni colpite da sisma, alla più gravemente lesionata delle quali si attribuisce la lettera “E”. Dunque, CASA “E”, ovvero per crasi CAS’ “E”. Ma anche “CASA È”, dal grido di dolore degli abitanti de L’Aquila al vedersi abbattute senza appello né preavviso le abitazioni in cui risiedevano prima del sisma. Ultimamente, alcuni dialettologi propongono di leggere che a esse è, indicante un generico difetto di proprietà di un immobile, comunque tale da giustificare l’allontanamento forzoso dell’occupante il bene stesso. Sottilmente, uno storico contemporaneo ne propone l’integrazione con il motto della città dell’Aquila (dove per primo l’acrostico è comparso): P. H. S. // IMMOTA MANET // C.A.S.E.! che decifra come “La Protezione Civile (Publica Salus) resta ferma qui (Hic Immota Manet), con loro grande soddisfazione (Cum Amplissima Satisfactio Eorum)”, nel che si può leggere un velato richiamo ai costi dell’operazione Abruzzo nel 2009. Tuttavia l’interpretazione ha avuto scarso seguito. Più coerente appare l’ipotesi del frazionamento ad uso esclamativo o declamatorio, per scandire il vocabolo nei cortei di protesta dei senzatetto: C.A.S.E., C.A.S.E., ecc.”


AUTONOMA, agg., SISTEMAZIONE, s.f.
Elegante e colto richiamo all’antica arte di arrangiarsi, indica coloro che sanno spesso fare di necessità virtù. Il soggetto è in “a.s.” quando, né richiuso nelle tendopoli, né ospite forzato di una stanza d’albergo, pur di non disturbare riesce a scomparire nel nulla, evitando di essere compreso in liste, graduatorie, classificazioni o stime ufficiali. Capace di moltiplicare i pani e i pesci, perennemente in equilibrio instabile tra il biblico e il leggendario, l’autonomo-sistemato finisce spesso per vivere in un mondo solipsistico e debole, una provvisoria bolla di sapone che si frange poeticamente contro l’inevitabile durezza del reale. Assuefatto a equilibrismi e prestidigitazioni, non reagisce quando diventa egli stesso oggetto di esperimenti da baraccone; se, ad esempio, il Capo della Protezione Civile volesse gratificarlo di un 700 o 800 – facciamo per dire – euro, ecco che egli, modestamente, non potrebbe accettarne più di 100, o al massimo 200. Coltiva privatamente una sua vaga incertezza, una trasparenza sfumata ed impossibile, tanto che in fondo è il primo a dubitare della sua stessa esistenza.

Regolamento per la partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana, sociale ed economica della città

TITOLO I - OGGETTO E SCOPI DEL REGOLAMENTO
Art. 1 - Oggetto del regolamento
1. Il presente regolamento disciplina i modi e le forme attraverso cui i cittadini possono partecipare alle scelte che riguardano la ricostruzione della città e la sua futura trasformazione urbana, sociale ed economica dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

Art. 2 – Obiettivi e finalità
1. Il Comune dell'Aquila riconosce che la partecipazione dei cittadini alla vita e alle scelte dell'amministrazione è un metodo fondamentale per garantire il progressivo miglioramento della qualità democratica delle istituzioni e il buon governo della comunità.

2. La qualità, la continuità e la diffusione della partecipazione dei cittadini alla vita e alle decisioni sul proprio futuro, forniscono una misura della salute democratica di una comunità, della sua vitalità culturale, della sua socialità, della qualità delle relazioni umane, della capacità di innovazione e trasformazione economica e pertanto vanno curate e costantemente alimentate.

3. Con il presente Regolamento si intendono definire le condizioni normative ed organizzative che possano garantire il coinvolgimento delle comunità di cittadini nei processi decisionali del Comune nell'intento di fare della partecipazione dei cittadini ai processi decisionali dell'amministrazione, una pratica ordinaria e costante dell'attività politica e amministrativa.

4. Il presente Regolamento è vincolante per tutti gli Uffici, Dirigenti, Responsabili del Procedimento dell’Amministrazione Centrale che ne assicurano l’osservanza, secondo le norme di seguito definite.
Art. 3 - l soggetti della partecipazione
I titolari dei diritti di informazione, consultazione e progettazione partecipata sono quelli indicati dall'art. 6 dello Statuto Comunale (cittadini elettori del Comune, residenti che abbiano compiuto 16 anni, cittadini non residenti e stranieri che studiano o lavorano nel Comune). Questi singolarmente o in associazione con altri, interessati dalle trasformazioni urbanistiche e sociali, sono i soggetti della partecipazione.

Art. 4 - Atti sottoposti alla procedura partecipativa
1. Sono sottoposti al processo di partecipazione, secondo le modalità stabilite dal presente Regolamento:

a) Gli strumenti urbanistici attuativi, nelle diverse fattispecie definite da norme statali o regionali, i progetti urbanistici e i relativi piani attuativi, i programmi integrati, i contratti di quartiere, i piani di recupero urbano, i piani di settore, i piani dei servizi;

b) il Piano Urbano della Mobilità, Piano del Traffico e Piano Parcheggi;

c) il Piano di Azione Ambientale previsto nell'ambito di Agenda locale 21 e della Carta di Aalborg del 1994;

d) il Piano di zonizzazione acustica di cui alla legge n. 441/1995;

e) la Valutazione Ambientale Strategica;

f) il Piano di Zona dei servizi sociali di cui alla legge n. 328/2000.

2. Le disposizioni del presente Regolamento possono essere applicate anche ad altri strumenti di pianificazione urbanistica, economica, sociale e ai progetti di singole opere pubbliche e private quando ne facciano richiesta almeno 200 cittadini (vedi soggetti singoli indicati nell'art. 3) o per deliberazione della Giunta Comunale.

3. Qualora la formazione degli strumenti d'intervento di cui ai commi 1 e 2 sia finalizzata all'acquisizione di finanziamenti, perentoriamente condizionati al rispetto di termini definiti da norme sovraordinate, o qualora le stesse norme impongano comunque una particolare celerità del procedimento, la Giunta Comunale può stabilire termini più brevi di quelli di cui agli articoli 6 e 7, purché siano compatibili con le finalità e lo svolgimento di tutte le attività previste dal presente Regolamento.

TITOLO II. STRUMENTI E PROCEDURE DI PARTECIPAZIONE
Art. 5 Informazione
1. L'informazione costituisce la condizione necessaria per la partecipazione dei cittadini e deve essere garantita a tutti in conformità con quanto previsto dallo Statuto comunale e in attuazione del “Regolamento per l'Informazione e la trasparenza attraverso il sito internet del Comune dell'Aquila”.

2. La pubblica informazione avviene mediante inserimento della notizia in apposita sezione del sito internet del Comune contestualmente alla loro emanazione da parte dell'organo competente e comunque non oltre le 12 (dodici) ore successive alla loro emanazione o pubblicazione ufficiale in formati (o registri o canali) tradizionali.

3. Ogni Ufficio avente competenza sugli interventi di cui all'art. 3, in raccordo con la Casa dei Cittadini (art.10), provvede alla compilazione di una scheda informativa dello stato di avanzamento delle procedure per l’elaborazione progettuale per ciascun intervento aggiornandola fino alla conclusione dei lavori, al fine di costituire la base informativa. L'informazione comprende la documentazione idonea ad illustrare le caratteristiche essenziali del programma o progetto (presentazione di sintesi e documentazione completa in allegato) al fine di agevolare la formulazione di proposte e progetti aggiuntivi dei soggetti di cui all'art. 2.

Art. 6 Consultazione
1. Attraverso le attività di consultazione i cittadini (i soggetti di cui all'art. 3) possono esercitare il diritto di sottoporre osservazioni e indicazioni su piani e progetti di cui all'art. 4, quando questi siano in fase di progettazione preliminare, quindi prima che le decisioni siano definitive. Il diritto alla consultazione implica l'obbligo per l'amministrazione di tener conto di quanto sia stato proposto dai cittadini. Tale obbligo si esplica sia attraverso la raccolta di tutti i contributi presentati dai cittadini all'interno del “Documento della partecipazione” (vedi di seguito) che costituisce parte integrante della documentazione di progetto, sia indicando le motivazioni che hanno indotto l'amministrazione, o il privato, ad accogliere, o scartare, le proposte dei cittadini.

2. Entro 30 giorni dalla pubblica informazione di cui all'art. 5, i soggetti di cui all'art. 3 possono far pervenire contributi (osservazioni, istanze, proposte) tramite:

a) il sito internet istituzionale del Comune, nella sezione o pagina del sito dedicata al progetto (contributi in forma di commenti al progetto e documenti allegati);

b) la posta elettronica o in carta semplice, con messaggi e scritti recanti la firma, la denominazione e i recapiti dei soggetti presentatori. Questi contributi verranno pubblicati insieme agli altri presenti sul sito internet nella sezione o pagina dedicata al progetto.

3. Entro la scadenza del periodo di consultazione previsto dal precedente comma 2, l'Assessore competente convoca un incontro pubblico entro i 20 giorni successivi - in orari e giorni che permettano la massima partecipazione dei cittadini - per fornire le risposte ai contributi partecipativi pervenuti. Della data dell’incontro viene data informazione con 15 giorni di preavviso nel sito Internet del Comune e presso la Casa dei Cittadini. L'Amministrazione Comunale deve assicurare la presenza dell'Assessore competente o suo delegato, del Direttore dell’Unità organizzativa competente o suo delegato, del Responsabile del procedimento, di (….).

Nell’incontro possono essere presentate ulteriori osservazioni, proposte ed istanze delle quali è dato conto congiuntamente alle altre osservazioni, proposte ed istanze di cui al comma 2, nel Documento della Partecipazione (art.8).

4. La consultazione può inoltre essere articolata in ulteriori forme, fermo restando quanto previsto ai commi 2 e 3 del presente articolo, quali l'attivazione di forum locali o telematici, il ricorso a questionari o sondaggi tradizionali e online.

Art. 7 Progettazione urbana, sociale ed economica partecipata
1. La progettazione urbana partecipata è qui intesa come un processo volto a far emergere le esigenze della comunità dei cittadini per poi procedere ad adottare delle soluzioni condivise, frutto della collaborazione tra tutti i soggetti interessati. Si tratta di una forma di consultazione avanzata, grazie alla quale i cittadini non si limitano a fare osservazioni o proposte ma nella quale la progettazione - di un piano, di un intervento o di un'opera - viene realizzata con la partecipazione attiva dei cittadini che, con l'ausilio di personale tecnico, concorrono direttamente alla definizione delle soluzioni progettuali finali. I processi di progettazione urbana, sociale ed economica partecipata sono un metodo di pianificazione e progettazione indispensabile soprattutto quando si tratti di interventi complessi, con conseguenze importanti sul futuro del territorio e di chi lo abita, e che pertanto comportano un consenso ampio e consapevole.

2. Il processo di progettazione partecipata è promosso in aggiunta al processo di consultazione di cui al precedente articolo, su iniziativa di uno dei seguenti organismi: Consiglio Comunale, Giunta Municipale, Assessore competente, (…). Il processo di progettazione partecipata deve altresì essere avviato se richiesto almeno da 400 cittadini di cui al precedente art. 3, dei quali almeno 300 siano maggiorenni residenti.

3. Le attività di progettazione partecipata potranno svolgersi mediante l'organizzazione di incontri, forum, workshop, etc., utilizzando metodologie appropriate e personale specializzato, con il supporto tecnico della Casa dei Cittadini. In ogni caso la piena partecipazione dei soggetti interessati dovrà essere garantita sia attraverso le forme tradizionali (in presenza) che mediante la rete internet, assicurando il costante aggiornamento delle informazioni (online e offline) e la partecipazione a tutte le fasi del processo.

4. Gli esiti delle attività di progettazione partecipata sono resi pubblici nei modi indicati per le altre forme di consultazione previste dall'art. 6.

Art. 8 Documento della Partecipazione
1. Tutti gli atti relativi alla fase di informazione, consultazione e di progettazione partecipata (comprensivi delle osservazioni e dei contributi progettuali dei cittadini) di cui ai precedenti art. 6 e 7, vengono raccolti nel Documento della Partecipazione, predisposto e curato dal responsabile del procedimento con il supporto della Casa dei Cittadini.

2. Il Documento, sottoscritto dall'Assessore competente, deve essere allegato alla proposta di provvedimento di adozione degli strumenti di intervento di cui all'art. 3. Il dirigente dell'Unità Organizzativa competente, in sede di relazione tecnica, espone le proprie valutazioni sui temi emersi dal processo di consultazione e progettazione partecipata. Il Documento della partecipazione, recante le informazioni sui temi emersi accompagna il provvedimento in tutto l'iter previsto.

Art. 9 Monitoraggio e Verifica
1. Il diritto di seguire e verificare l'effettiva attuazione di quanto stabilito nei progetti e nei piani dell'amministrazione è parte indispensabile ed integrante del diritto all'informazione a alla partecipazione dei cittadini.

2. Per le finalità del precedente comma, l'Amministrazione Comunale favorisce la possibilità di accesso agli atti ed alle procedure, con modalità (tempi e forme) di massima facilitazione e nel rispetto di quanto previsto nel “Regolamento per l'Informazione e la trasparenza attraverso il sito internet del Comune dell'Aquila”.

3. Le attività di raccolta dati e informazioni dagli uffici competenti sullo stato di avanzamento dei progetti e delle opere ai fini di un monitoraggio in tempo reale degli interventi sono affidate alla responsabilità della Casa dei cittadini che si occupa anche della loro pubblicazione e divulgazione.

TITOLO III. ORGANIZZATIVE
Art. 10 Competenze organizzative
1. L'organizzazione del processo di partecipazione, come disciplinato dal presente Regolamento, è di competenza e responsabilità del Comune dell'Aquila a livello dei Settori competenti a vario titolo in materia di programmazione degli interventi sul territorio.

2. Nell'ambito delle macro-strutture sono individuate le Unità Organizzative che assicurano lo svolgimento dei processi partecipativi. La responsabilità amministrativa del processo di partecipazione è del responsabile del procedimento.

3. Con deliberazione della Giunta Comunale, da adottare entro un mese dall'approvazione del presente Regolamento, viene definito un Piano Operativo biennale per l'attivazione e l'organizzazione del processo di partecipazione.

Art. 11 La Casa dei Cittadini
1. Al fine di favorire una conoscenza diffusa, approfondita e documentata sui temi delle trasformazioni urbane, sociali ed economiche e di promuovere, nonché organizzare i processi di partecipazione, è istituito, un ufficio denominato "Casa dei Cittadini" che, ferme le competenze dei responsabili dei procedimenti, supporta le strutture tecniche centrali e periferiche e coopera all’attivazione degli strumenti di informazione e comunicazione dell'Amministrazione Comunale, al fine dello svolgimento delle seguenti funzioni:

a) rendere disponibili i materiali e la documentazione informativa su tutti i Piani o Programmi o Progetti;

b) predisporre materiale divulgativo sui Piani e Programmi o Progetti, e su ogni iniziativa o provvedimento in materia sociale, urbanistica e ambientale, aventi effetti sul territorio municipale, nonché rendere disponibile personale tecnico in grado di illustrare e fornire chiarimenti sui materiali informativi;

c) organizzare la raccolta dei contributi consultivi e progettuali di cui agli art. 6 e 7;

e) mettere a disposizione personale tecnico competente, oltre che predisporre ogni supporto logistico e organizzativo, per lo svolgimento delle iniziative ed eventi di consultazione e progettazione partecipata di cui agli art. 6 e 7.

f) contribuire alla predisposizione del Documento della Partecipazione di cui all’art. 8;

g) fornire in tempo reale la situazione sullo stato di avanzamento fisico degli interventi, la verifica in corso d'opera degli effetti derivanti dall'applicazione delle norme, la rendicontazione (alle istituzioni e all'opinione pubblica) dei tempi, delle modalità, della spesa, nonché dell'efficienza, dell'efficacia e dell'equità delle risorse impiegate

2. Date le sue funzioni, per la Casa dei cittadini andrà scelta una collocazione adeguata nella città e dotazioni logistiche e tecnologiche in grado di farne un punto di riferimento conosciuto, ampiamente frequentato e facilmente raggiungibile per chiunque sia interessato a seguire e prendere parte ai processi di pianificazione e trasformazione urbani.

Estratto da "http://stage.spaziopubblico.it/wiki/Rete-AQ/

REGOLAMENTO

Regolamento sui diritti di partecipazione, informazione dei cittadini e di iniziativa popolare
TESTO APPROVATO ALL’ASSEMBLEA CITTADINA DEL 25.07.2010

ART. 1 DISPOSIZIONI GENERALI
Il presente Regolamento stabilisce le forme e le modalità per l’attuazione delle disposizioni del
TUEL 267/2000 e s.m.i. nonché del principio di sussidiarietà, così come previsto dall’art.118 Cost.,
ed è finalizzato a promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini, singoli o associati, alla
formazione delle scelte programmatiche dell’amministrazione ed alla loro concreta attuazione,
nonché dei soggetti coinvolti nella sua attività amministrativa o utenti dei suoi servizi
Il Comune si impegna, inoltre, a garantire e incentivare la partecipazione ai cittadini iscritti nelle
liste elettorali del Comune di L'Aquila, ai cittadini residenti di età superiore a 16 anni, ai cittadini
italiani, stranieri o apolidi che nel Comune esercitino la propria attività prevalente di lavoro o
studio, o ivi abbiano il domicilio fiscale, nelle forme e nei modi previsti dagli artt.. 7, 13, 15, 16, 18
del] previsti dal presente regolamento, i quali possono essere esercitati da persone singole o in
forma associata.
ART.2 (MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELLA PARTECIPAZIONE)
I soggetti rientranti nelle categorie di cui al precedente art. 1 esercitano i loro diritti, secondo le
modalità di seguito disciplinate, dichiarando la loro residenza nel Comune e la loro età [ovvero il
nome dell’Associazione o del Comitato].
I medesimi, ove non residenti, dichiarano su apposito modulo predisposto dal Comune:
a) l'impresa o l'ente presso cui è prestata attività lavorativa;
b) il luogo, il tipo di attività e l'iscrizione alla Camera di Commercio o albo professionale, in caso di
lavoro autonomo;
c) l'istituto scolastico o di formazione professionale, la facoltà o il corso post-universitario cui è
regolarmente iscritto;
d) il motivo del loro coinvolgimento nell’attività amministrativa comunale
ART.3 ISTITUZIONE UFFICIO PARTECIPAZIONE
Per favorire le varie forme di partecipazione nell’attività comunale di cui agli articoli che seguono,
è istituito l’Ufficio di Partecipazione.
All’Ufficio di Partecipazione sono affidate le funzioni di supporto tecnico/amministrativo alle
attività necessarie all’esercizio dei diritti di partecipazione da parte dei soggetti abilitati ai sensi
dell’art. 1. L’Ufficio di partecipazione è il punto di riferimento generale intorno a cui ruota la
comunicazione interna ed esterna, inoltre, si occupa di ogni adempimento relativo alle
comunicazioni interne ed esterne al Comune, necessarie per lo svolgimento delle attività di
partecipazione; in particolare tiene i contatti con i consiglieri, gli assessori, il sindaco, nonché con
funzionari e dirigenti del Comune.
L’Ufficio di partecipazione è tenuto a rendere pubbliche tutte le attività svolte dal medesimo ai
sensi dell'art. 14 del presente regolamento nonché secondo le disposizioni del regolamento
sull'informazione.
ART.4 COMITATI ED ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE
I cittadini possono costituire gruppi organizzati esponenziali di interessi diffusi nel territorio
comunale, espressione di momenti di aggregazione rappresentativa di realtà ed interessi del
territorio comunale, definiti singolarmente "Comitato" o “Associazione”.
2
Al Comitato o all’Associazione è riconosciuto dal Comune un ruolo propositivo ed interlocutorio
nelle iniziative amministrative inerenti agli specifici interessi perseguiti, come dichiarati all'atto di
registrazione.
La registrazione del Comitato o dell’Associazione non riconosciuta è promossa da almeno sessanta
cittadini residenti nella località, i quali sottoscrivono pubblicamente, alla presenza del Segretario
Generale del Comune o di funzionario da questi delegato, un documento contenente la volontà di
costituzione e gli scopi perseguiti. La Copia autentica dell'atto resta depositata presso la Segreteria
Generale del Comune e l’Ufficio di Partecipazione, che ne possono rilasciare copie autentiche.
I cittadini promotori possono successivamente, anche singolarmente, ritirare la propria adesione alla
registrazione del Comitato, sottoscrivendo in presenza del Segretario Comunale o di funzionario
delegato specifica apposita espressione di volontà, la quale sarà al più presto inviata all’Ufficio di
Partecipazione. Qualora i ritiri facciano scendere il numero degli aderenti al Comitato ad una cifra
inferiore a sessanta, il Comitato o l’Associazione viene cancellato di diritto dal relativo albo.
Il Comitato designa un responsabile al quale è affidata la gestione ed il coordinamento delle
comunicazioni con il Comune, nonché delle attività partecipative presso l'Ufficio per la
Partecipazione legittimato a rappresentare le istanze del Comitato stesso ed a ricevere le
comunicazioni del Comune. A tal fine, all’atto della registrazione, il Comitato indica un indirizzo di
posta elettronica certificata, che sarà il mezzo privilegiato per le comunicazioni tra il Comune e il
Comitato stesso.
Al Comitato è riconosciuto dal Comune un ruolo propositivo ed interlocutorio nelle iniziative
amministrative inerenti agli specifici interessi perseguiti, come dichiarati all'atto di registrazione.
ART.5 ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE
Alle Associazioni costituite a fini sociali, culturali, sportivi, ricreativi o comunque di interesse
collettivo, a carattere generale o particolare, operanti sul territorio comunale, il Comune riconosce
un ruolo propositivo nelle iniziative amministrative inerenti agli specifici interessi perseguiti.
Il Comune si rapporta preferenzialmente con le associazioni riconosciute dalla legge 383/2000 e
s.m.i. come associazioni di promozione sociale in possesso dei seguenti requisiti:
1) essere regolarmente costituite secondo le norme di legge, come da atto costitutivo e statuto
depositati in copia presso la Segreteria Generale del Comune;
2) essere regolarmente iscritte al registro nazionale/regionale/provinciale delle associazioni di
promozione sociale;
3) aver definito uno scopo sociale (senza fine di lucro e finalizzato a svolgere attività di utilità
sociale a favore di associati o di terzi nel pieno rispetto della libertà e della dignità degli associati);
4) aver definito un ordinamento interno che consenta a tutti i soci di concorrere all'attuazione degli
scopi associativi a favore della collettività ed alla costituzione ed al rinnovo degli organi interni
dell'associazione con pari diritti;
5) reso pubblico l'elenco dei soci.
Le associazioni in possesso dei requisiti di cui al precedente comma, che abbiano provveduto al
deposito presso la Segreteria comunale dell'atto costitutivo e dello statuto, sono iscritte in apposito
Albo comunale, nel quale è annotato anche il nominativo del responsabile pro-tempore
dell'associazione, curato dall’Ufficio di Partecipazione.
A favore delle associazioni di promozione sociale iscritte all'Albo il Comune può concedere i
seguenti benefici:
a) la concessione (in comodato od in locazione) di locali comunali, spazi ed attrezzature da
destinarsi a sede o attività dell'associazione;
b) la concessione di contributi secondo le norme specifiche del regolamento approvato in
conformità ai disposti dell'art.12 della legge 7.8.1990 n.241 e s.m.i.;
c) la concessione del patrocinio ad iniziative proposte dalle associazioni stesse.
La cancellazione dall'Albo è disposta in seguito all'accertamento dello scioglimento
dell'associazione o della perdita anche di uno solo dei requisiti elencati al comma 2 o, previa
diffida, dopo ripetute inadempienze alle norme regolatrici dei rapporti tra Comune ed associazioni.
3
Alle associazioni iscritte all'Albo gli organi elettivi del Comune possono chiedere informazioni e
pareri sui provvedimenti amministrativi che attengano a materie relative la sfera di interessi
statutariamente determinata.
Alle associazioni iscritte all'Albo, qualora siano riscontrabili opportunità di maggior efficacia
sociale, il Comune può affidare attività o progetti di pubblico interesse mediante lo strumento della
convenzione nel rispetto delle modalità e delle procedure previste dalle leggi vigenti. Con la
convenzione sono stabilite le modalità del rapporto tra associazione e comune, forme di controllo e
di verifica dei risultati.
ART.6 ASSOCIAZIONI DI QUARTIERE O DI FRAZIONE
È consentita la costituzione di Associazione di Quartiere o di Frazione.
Detta associazione può svolgere le seguenti funzioni:
a) È referente territoriale per l’amministrazione, alla quale rappresenta le problematiche rilevate nel
territorio di competenza ed eventuali proposte per la soluzione delle medesime, sollevate a livello
locale in ordine a svariati problemi (viabilità, ambiente, interventi manutentivi ect.);
b) Promuove, organizza e gestisce iniziative di carattere culturale, ricreativo e sociale, quali
incontri, dibattiti e approfondimenti; si avvale di ogni strumento ritenuto idoneo a garantire la piena
partecipazione della comunità locale alla vita amministrativa del Comune.
Le associazioni di quartiere vigilano sullo sviluppo del territorio di loro competenza, promuovono il
miglioramento della qualità della vita dei cittadini della zona e operano per la valorizzazione e la
salvaguardia dei luoghi, delle tradizioni e della storia locale.
La costituzione delle associazioni di quartiere o di frazione può essere liberamente promossa da
almeno 100 (cento) cittadini, ivi residenti, riuniti in apposito gruppo promotore.
Il gruppo promotore redige l'Atto costitutivo e lo Statuto dell'Associazione di quartiere o di
frazione. L'Associazione di quartiere è organizzata secondo un ordinamento democratico attraverso
l'elezione degli organi direttivi.
Gli aspetti essenziali della relativa organizzazione, quali, in particolare, le modalità di
funzionamento, la composizione degli organi di rappresentanza e la durata sono esplicitati [in
contenuti minimi] nello schema esemplificativo che si allega. Le Associazioni potranno apportare le
più opportune integrazioni.
ART. 7 INTERROGAZIONI, ISTANZE, PETIZIONI.
I soggetti di cui all’art. 1, comma 2, possono presentare al Sindaco interrogazioni, istanze e
petizioni per il perseguimento di specifici interessi diffusi o collettivi. Non rientrano nelle ipotesi
regolate dal presente regolamento le richieste di provvedimenti destinati ad incidere, positivamente
o negativamente, nella sfera di un singolo soggetto.
Le interrogazioni, istanze e petizioni, redatte in forma scritta, devono essere supportate da adeguata
motivazione in ordine alle finalità di pubblico interesse perseguite e recare in calce almeno
cinquanta firme da raccogliersi tra i soggetti di cui all'art.1, comma 2, del presente regolamento.
Qualora le interrogazioni, istanze e petizioni riguardino problemi sui quali già esistano
pronunciamenti ufficiali del Comune, è consentito al Sindaco rispondere con rinvio ad essi. Qualora
le interrogazioni, istanze e petizioni presentate abbiano analogo oggetto, possono essere riunite in
un unico procedimento o atto di risposta.
ART. 8 INTERROGAZIONI
Le interrogazioni sono rivolte al Sindaco per chiedere ragione di determinate dichiarazioni espresse,
comportamenti tenuti o provvedimenti emanati dai rappresentanti degli organi comunali su
problematiche e materie di pertinenza comunale e, comunque, su determinati comportamenti od
aspetti dell'attività comunale, riguardo alle quali eventualmente propongono altre soluzioni
operative in grado di offrire miglior vantaggio alla comunità.
4
ART. 9 ISTANZE
Le istanze sono rivolte al Sindaco per chiedere l'emanazione di un atto o di un provvedimento
ritenuto vantaggioso in relazione a specifici interessi diffusi o collettivi.
ART. 10 PETIZIONI
Le petizioni sono rivolte al Sindaco per incentivare iniziative comunali volte a perseguire specifici
interessi diffusi o collettivi
[ART. 11 PRESENTAZIONE DELLE INTERROGAZIONI, ISTANZE E PETIZIONI
Le interrogazioni, istanze, petizioni, sono redatte in forma scritta e devono essere sottoscritte con
l'indicazione chiaramente leggibile del nome e cognome, luogo e data di nascita, indirizzo e numero
civico, eventuale numero telefonico. In presenza di ragionevole dubbio si procede d'ufficio
all'accertamento della veridicità delle sottoscrizioni ed, in caso negativo, non si dà corso alla
risposta.
In caso di pluralità di sottoscrittori, deve essere indicato il nominativo di un referente per l'invio
della risposta.
ART. 12 ESAME DELLE INTERROGAZIONI, ISTANZE, PETIZIONI
Il Sindaco o l'Assessore delegato esamina le interrogazioni, istanze e petizioni pervenute e le
trasmette prontamente al Segretario Generale perché provveda, avvalendosi dei competenti Servizi
comunali, all'istruttoria documentale ed alla formulazione dello schema di risposta.
Qualora la questione affrontata richieda particolari valutazioni o rivesta notevole grado di interesse,
il Sindaco può sottoporre l'argomento alla valutazione della Giunta comunale o, sentita la
Conferenza dei Capi Gruppo consiliari, inserirlo all'ordine del giorno della prima seduta del
Consiglio Comunale.
Su richiesta del Sindaco, della Giunta, della conferenza dei Capigruppo o di almeno un quarto dei
Consiglieri, l’istanza o la petizione viene iscritta all’ordine del giorno della prima seduta del
Consiglio successiva alla richiesta stessa. In tale caso viene data apposita comunicazione al
referente di cui all’art. 11, secondo comma, il quale è tenuto ad informare i sottoscrittori affinché
possano intervenire alla seduta pubblica.
La risposta del Sindaco alle interrogazioni, istanze, petizioni, deve essere trasmessa al referente
entro il termine di trenta giorni dalla presentazione delle medesime. Nel caso in cui della
problematica venga investito il Consiglio Comunale, oppure nel caso in cui la problematica stessa
richieda chiarimenti e precisazioni ovvero un'istruttoria particolarmente complessi, il termine
suindicato è elevato a sessanta giorni, dandone tempestiva e motivata comunicazione al referente
per le comunicazioni.
Per le petizioni ed istanze supportate da un numero rilevante di firme si osservano le speciali
procedure di cui al seguente art. 14 .
ART. 13 PROCEDURE PER ISTANZE E PETIZIONI QUALIFICATE
Se i sottoscrittori dell’istanza o della petizione sono almeno in numero di 300 o qualora siano
proposte da Comitati o Associazioni, da Associazioni di quartiere o di Frazione, con 300 o più
iscritti, l'argomento oggetto delle medesime viene iscritto, dopo il completamento dell’eventuale
istruttoria all’ordine del giorno del Consiglio Comunale nella prima seduta utile.
Il referente per le comunicazioni viene tempestivamente informato della data e del luogo della
seduta; il referente informa prontamente i sottoscrittori, i quali possono presenziare alla trattazione
della istanza o petizione ed indicare un soggetto abilitato a prendere la parola sul punto;
Il Consiglio Comunale, non oltre la seduta successiva a quella di trattazione, adotta la propria
decisione in merito; qualora la questione riguardi materia di competenza di un organo differente,
assegna al medesimo un termine non superiore a quindici giorni per provvedere;
5
ART. 13-bis CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA PUBBLICA
I soggetti di cui all’art. 1, comma 2, possono chiedere la convocazione di assemblee pubbliche, in
sede e data concordata, con la presenza del Sindaco, della Giunta, del Consiglio Comunale, ovvero
di singoli assessori e consiglieri, nonché di funzionari o dirigenti comunali, al fine di esporre
ragioni ed obiettivi della propria attività, nonché specifiche proposte di intervento.
La richiesta deve essere supportata da sintetica esplicazione dei contenuti dell'assemblea, con
particolare riferimento alle finalità di pubblico interesse perseguite; deve, inoltre, recare in calce
almeno trecento firme raccolte tra i soggetti di cui all'art.1 comma 2 del presente regolamento.
Sulle richieste di convocazione avanzate l'organo comunale competente, ovvero i singoli soggetti
interpellati rispondono entro trenta giorni dal ricevimento, esplicitando i motivi dell'eventuale
diniego.
Nel testo della richiesta di convocazione, a pena di irricevibilità, è individuato un referente per le
comunicazioni, il quale indica a tal fine apposito indirizzo di posta elettronica certificata, indirizzo e
numero civico, eventuale numero telefonico; il referente ha il dovere di informare i firmatari sullo
stato della loro richiesta.
ART. 14 PUBBLICITA'
Le interrogazioni, le istanze, le petizioni e le richieste di convocazione di assemblea pubblica sono
depositate presso la Segreteria Generale e successivamente nell'Ufficio di Partecipazione, a libera
visione del pubblico, unitamente alle successive risposte.
Le interrogazioni, istanze, petizioni e le richieste di convocazione di assemblea pubblica sono
annotate in apposito registro cronologico, contenente altresì gli estremi delle risposte e degli esiti
delle relative attività partecipative, anch'esso a libera visione del pubblico.
Le interrogazioni, istanze, petizioni e le richieste di convocazione di assemblea pubblica sono
pubblicate nei modi nei tempi stabiliti dal regolamento sull’informazione.
ART. 15 RAPPORTI AMMINISTRATORI CITTADINI
Nella sede comunale, con provvedimento del Sindaco, sono individuati appositi locali nei quali gli
Assessori Comunali ed i Consiglieri delegati dai Gruppi Consiliari, secondo un orario concordato e
definito dal Sindaco, incontrano i soggetti di cui all'art. 1, comma 2, che ne abbiano fatto richiesta,
per discutere con loro proposte e problematiche di interesse generale di pertinenza
dell'amministrazione comunale. La relativa istanza deve essere corredata in calce da almeno 50
firme raccolte tra i soggetti di cui all'art.1 comma 2.
Ove sia richiesto esplicitamente o appaia necessario in base alla natura dell’istanza, i soggetti
istituzionali devono convocare nel luogo e all'ora concordati i dirigenti o i tecnici competenti.
Se risulta necessario per l'analisi del problema o della proposta sarà cura dell'amministratore
rendere disponibile all'esame dei richiedenti qualunque atto, anche meramente endoprocedimentale,
o documento correlato all'oggetto della richiesta.
La richiesta può essere inoltrata anche per via telefonica all’Ufficio di Partecipazione, che fissa la
data e l'ora dell'incontro.
ART. 16 INIZIATIVA POPOLARE
L’iniziativa popolare per l'adozione, da parte del Consiglio Comunale, di modifiche statutarie e di
atti fondamentali è esercitata con le seguenti modalità.
L'esercizio dell'iniziativa si concreta nella redazione di una proposta scritta, debitamente motivata e
documentata e redatta in articoli qualora trattasi di norme regolamentari o statutarie, che deve essere
sottoscritta (cognome, nome, data di nascita e residenza, chiaramente leggibili) da almeno
(300)trecento dei soggetti di cui all’art.1 del presente regolamento che con la sottoscrizione si
costituiscono automaticamente in Comitato promotore e designano un responsabile dei rapporti con
l'esterno.
- La proposta, dopo la sua redazione e sottoscrizione, viene inoltrata al Sindaco ed immediatamente
depositata nella Segreteria generale e nell’Ufficio di Partecipazione a libera visione del pubblico.
6
- Il Sindaco accerta il numero e le regolarità delle sottoscrizioni e trasmette la proposta al Segretario
Generale perchè provveda, avvalendosi dei competenti Servizi comunali, all'istruttoria documentale
ed alla eventuale formulazione di uno schema di provvedimento. Terminata l'istruttoria il Sindaco,
qualora non ritenga di dover rispondere negativamente motivando con la manifesta illegittimità del
contenuto della proposta, inserisce la discussione dell'iniziativa, all'ordine del giorno dei lavori della
prima seduta del Consiglio Comunale, che deve tenersi entro sessanta giorni dallo inizio del
deposito della proposta presso la Segreteria Generale. Della convocazione della seduta consiliare è
data immediata comunicazione al Comitato promotore in persona del responsabile perchè possa
intervenire alla seduta pubblica. Il Consiglio Comunale delibera in merito, ampiamente motivando
in caso di non accoglimento della proposta di iniziativa popolare.
- Copia della deliberazione divenuta esecutiva è trasmessa a cura del Servizio Segreteria Generale al
responsabile del Comitato promotore.
- Qualora il Consiglio Comunale si sia espresso negativamente, non è ammissibile la riproposizione
della proposta di iniziativa popolare se non dopo trascorso un anno dalla data della deliberazione.
REFERENDUM CONSULTIVO
ART. 17 DEFINIZIONE
1. Il referendum sottopone ai cittadini iscritti nelle liste elettorali uno o più quesiti, relativi al
medesimo oggetto, fino ad un massimo di sei, ciascuno dei quali consenta la scelta tra due o più
alternative poste da ogni singolo quesito, in relazione ad atti da assumere da parte degli organi
comunali.
2. il quesito referendario:
a) deve riguardare materia di esclusiva competenza locale;
b) deve essere chiaro ed univoco e rispettare i principi di coerenza logica e i limiti imposti
dall'ordinamento.
3. Il quesito deve essere completato con la formula "quale, fra le seguenti proposte, ritiene più
idonea per", cui deve, parimenti, seguire l'esatta definizione dell'oggetto sul quale viene richiesto il
referendum.
ART. 18 PROMOZIONE DEL REFERENDUM CONSULTIVO
I cittadini che intendono promuovere referendum, costituiti in Comitato, composto da almeno
trecento elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune debbono presentare richiesta al Sindaco.
2. La richiesta, redatta in carta libera, deve recare in calce la firma, la data e il luogo di nascita dei
membri del Comitato promotore.
3. La richiesta deve, altresì, contenere in termini esatti la proposta che si intende sottoporre al
referendum, e deve essere articolata in modo breve e chiaro e determinare la volontà univoca dei
votanti.
4. La proposta di referendum viene sottoposta al giudizio di ammissibilità da parte della
Commissione Affari Istituzionali che può riformulare il testo dei quesiti referendari, al fine di
garantirne l'ammissibilità, nel rispetto degli intendimenti della Commissione e attenendosi ai criteri
di cui al precedente articolo 10, comma 2, lett. b).
5. Sulla proposta di modifica deve essere sentito il Comitato Promotore. La decisione finale spetta
alla Commissione.
ART. 19 RACCOLTA ED AUTENTICA DELLE FIRME
1. La raccolta delle firme è effettuata su fogli di carta libera, su cui viene stampato a cura dei
promotori, il testo della proposta formulata nella richiesta di referendum dichiarata ammissibile
dalla Commissione Affari Istituzionali.
2. I fogli di cui al comma 1 vengono previamente vidimati dal Segretario Generale o suo delegato e
restituiti senza ritardo ai promotori del referendum.
3. L'elettore appone la propria firma nei fogli di cui al comma 1, scrivendo chiaramente nome e
cognome, luogo e data di nascita e di residenza.
7
4. La firma deve essere autenticata da un notaio, dal Giudice conciliatore, dal Cancellerie della
Pretura o del Tribunale, dal Segretario Generale o da un suo delegato, dal funzionario incaricato dal
Sindaco, dal Sindaco, dagli Assessori, dal Presidente del Consiglio comunale, dai Presidenti e dai
Vice Presidenti dei Consigli di Quartiere, nonché dai Consiglieri comunali che abbiano comunicato
la propria disponibilità al Sindaco.
5. L'autenticazione deve recare l'indicazione della data in cui avviene e può essere unica per tutte le
firme contenute in ciascun foglio. In tal caso deve indicare il numero delle firme raccolte.
6. L'autenticazione delle firme effettuata dal Segretario Generale o da suo delegato, dal funzionario
incaricato dal Sindaco o dagli amministratori comunali è esente da spese.
ART. 20 CONSEGNA E DEPOSITO DEI PLICHI
1. Dopo la raccolta delle firme, il Comitato promotore provvede alla consegna dei plichi, con le
sottoscrizioni raccolte, alla Segreteria Generale entro tre mesi dalla data della prima vidimazione
dei fogli da parte dell'Ufficio medesimo.
2. Del deposito dei plichi viene rilasciata ricevuta da parte della Segreteria Generale.
ART. 21 INDIZIONE
1. Il referendum viene indetto dal Sindaco, verificata la validità del numero delle firme necessarie,
se sono state raccolte almeno cinquemila firme ritenute valide appartenenti ad elettori iscritti nelle
liste elettorali del Comune.
2. Il Sindaco provvede ad assicurare la più ampia pubblicità allo svolgimento del referendum, anche
con manifesti da affiggersi almeno trenta giorni prima della consultazione elettorale.
3.La Giunta comunale stabilisce gli spazi da destinare all'affissione referendaria individuandoli, di
norma, tra quelli utilizzati per le pubbliche affissioni e garantendo parità di trattamento fra tutti gli
aventi diritto. A tali spazi possono accedere il Comitato promotore, il Sindaco, i partiti e i gruppi
politici rappresentati in Consiglio comunale.
ART. 22 PRESENTAZIONE DI PIÙ RICHIESTE
1. Qualora, successivamente alla richiesta di referendum, siano presentate altre richieste inerenti al
medesimo oggetto, prima che sia intervenuta la verifica di ammissibilità da parte del Comitato di
cui all'art. 12, il Sindaco trasmette le richieste successive al Comitato medesimo per valutare,
d'intesa con i Comuni promotori, la eventuale unificazione delle proposte ed una eventuale
riformulazione dei quesiti.
2. Nell'ipotesi di cui al comma 1, qualora non si raggiunga un accordo, il Comitato può procedere
d'ufficio alla formulazione di quesiti congiunti; in tal caso ciascun Comitato promotore può
dichiarare di rinunciare alla richiesta di referendum.
3. Il Sindaco, prima dell'indizione del referendum, verifica che non siano state depositate richieste
di referendum sul medesimo o altro oggetti.
4. Qualora risultino presentate richieste referendarie su oggetti diversi, le cui procedure possano
concludersi entro il 31 dicembre, il Sindaco ha facoltà di procrastinare l'indizione del referendum, al
fine di consentire la pronuncia degli elettori eventualmente su più quesiti, nell'unica tornata
referendaria annuale, prevista dall'art. 7, comma 6, dello Statuto.
5. Ove vengano depositate richieste referendarie in numero superiore a sei, il referendum medesimo
viene indetto relativamente alle prime sei richieste dichiarate ammissibili dal Comitato dei garanti,
rinviando le ulteriori richieste alla tornata referendaria successiva, con diritto di priorità.
ART. 23 SEGGI REFERENDARI
1. I seggi referendari vengono individuati con provvedimento del Sindaco, e dislocati in ciascun
quartiere.
2. Ciascun seggio è composto da un responsabile e da un numero di dipendenti comunali, idoneo ad
espletare le operazioni di voto, nominati dal sindaco.
3. Il responsabile del seggio assicura il corretto svolgimento del procedimento referendario,
8
garantendo la tutela della riservatezza e la non identificazione del voto.
ART. 24 RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
1. Il responsabile del procedimento referendario, nominato dal Sindaco, sovrintende e coordina tutte
le fasi del procedimento medesimo, in collaborazione con i settori interessati.
2. In particolare, il responsabile del procedimento:
a) si avvale degli altri uffici;
b) assegna il personale comunale ai seggi per garantire la regolarità delle operazioni elettorali;
c) predispone le misure opportune per garantire la sorveglianza dei seggi, anche a mezzo della
Polizia municipale.
3. Nell'ipotesi di cui al successivo articolo 19, comma 4, lett.) b) e c), viene nominato dal Sindaco
un responsabile della fase del procedimento che si svolge informaticamente, individuato tra il
personale del Centro elaborazione dati, il quale garantisce la memorizzazione informatica dei
votanti, la regolarità delle procedure di spoglio, la sicurezza dei dati relativi ai votanti e allo spoglio.
ART. 25 DISCIPLINA DELLE VOTAZIONI
1.Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune,
risultanti dall'ultima revisione o che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età nel primo giorno
di votazione.
2.La votazione si svolge a suffragio universale, con voto personale, libero, segreto.
3.Agli aventi diritto al voto viene inviata apposita comunicazione con l'indicazione del seggio o dei
seggi referendari dove possono esercitare il diritto di voto. Tale comunicazione può essere sostituita
con altra idonea forma di pubblicità, anche a mezzo della pubblicazione di manifesti, nella ipotesi di
cui al successivo comma 4, lett. b) e c).
4. Il voto può essere espresso:
a) attraverso scheda di carta su cui sono stampati integralmente i quesiti referendari;
b) attraverso una tastiera, situata all'interno dei seggi, predisposta per consentire all'elettore di
votare elettronicamente;
c) attraverso sportelli multifunzione, mediante l'uso di carte telematiche.
5. Nel caso di votazione su più quesiti referendari, le schede devono essere di colore diverso. Nelle
ipotesi di cui alle lettere b) e c)del comma precedente, l'elettore deve poter visualizzare
distintamente, sulla scheda o sullo schermo, il quesito o i quesiti referendari.
6. Nell'ipotesi di cui al comma 4, lett. a), l'elettore vota tracciando sulla scheda, con apposita matita,
un segno sulla risposta da lui prescelta e, comunque, nel rettangolo che la contiene.
7. Le operazioni di voto si svolgono nell'arco di una o più giornate, fino a un massimo di tre giorni,
comprensivi di una domenica, secondo quanto stabilito nell'atto di indizione.
8. Durante tale periodo, il responsabile del seggio cura la custodia delle schede e dei materiali
elettorali. A tal fine, il responsabile del procedimento con proprio atto individua la dotazione di
ciascun seggio, i luoghi dove possono essere conservati i materiali elettorali, onde garantire la
sicurezza e la riservatezza delle schede.
9. Gli elettori vengono identificati attraverso un documento di identità, attraverso la conoscenza
diretta, attraverso la carta telematica, nelle ipotesi di cui al precedente comma 4, lett. b) e c), in
qualunque delle postazioni a ciò abilitate.
ART. 26 OPERAZIONI DI SCRUTINIO
1. Il responsabile del procedimento, al termine delle operazioni di voto, accerta il numero dei
votanti.
2. Le operazioni di scrutinio hanno inizio comunque non oltre le ventiquattro ore dopo la chiusura
delle urne e proseguono sino alla conclusione dello spoglio. Di tali operazioni viene redatto
apposito verbale, sottoscritto, dal responsabile del seggio e da coloro che abbiano svolto le
operazioni di scrutinio, da trasmettersi al responsabile del procedimento.
3. I rappresentanti di ciascun comitato promotore possono assistere alle operazioni di voto e di
9
scrutinio presso i seggi, nonché le operazioni dell'Ufficio comunale per il referendum.
4. Nelle ipotesi di cui al precedente articolo 19, comma 4, lett. b) e c), il responsabile di cui al
precedente articolo 18 , comma 2, provvede a trasmettere il verbale dello scrutinio, effettuato presso
il Centro di elaborazione dati, al responsabile del procedimento.
ART. 27 PROCLAMAZIONE DEI RISULTATI
1. Sulla base dei verbali di scrutinio trasmessi da tutti i seggi, il responsabile del procedimento,
avvalendosi di almeno due persone dallo stesso individuate, procede alla verifica dei risultati.
2. Delle operazioni di cui al comma 1 è redatto verbale in tre esemplari, di cui uno resta depositato
presso la Segreteria generale, uno trasmesso al Sindaco, per la proclamazione dei risultati del
referendum e uno depositato presso l’ufficio comunale per i referendum.
3. Il responsabile del procedimento trasmette al Sindaco gli eventuali reclami relativi alle operazioni
di voto e/o di scrutinio, presentati, prima della proclamazione dei risultati, a se medesimo o al
responsabile del seggio.
4. Il Sindaco giudica della fondatezza e della rilevanza dei reclami, avvalendosi, ove lo ritenga
opportuno, di un parere consultivo della Commissione Affari Istituzionali, e proclama il risultato
della consultazione.
5. Contro la proclamazione del risultato, la Commissione Affari Istituzionali per il referendum può
presentare entro sette giorni alla Commissione motivata istanza di revisione. La commissione dei
garanti si pronuncia tempestivamente e comunque non oltre i successivi quindici giorni. Il Sindaco
si pronuncia in via definitiva in ordine ai risultati del referendum.
6.la Commissione esercita la vigilanza nell'ipotesi di votazione prevista al precedente articolo 19,
comma 4, lett.) b) e c), rispondendone al Sindaco e al Consiglio.
ART. 28 DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO
1. Indipendentemente dal numero dei cittadini che ha partecipato al voto, il Consiglio comunale
entro sei mesi dalla proclamazione dei risultati, si pronuncia sull'oggetto del referendum, ai sensi
dell'art. 7, comma 5, dello Statuto del Comune.
ART. 29 INDIZIONE
L'istruttoria pubblica viene indetta, nei procedimenti amministrativi di elaborazione di atti
normativi e a contenuto generale:
a) su proposta della Giunta;
b) su proposta di due capigruppo del Consiglio comunale o di un terzo dei consiglieri;
d) su richiesta di mille soggetti di cui all’art.1 del presente Regolamento.
L'istruttoria pubblica è obbligatoria nei procedimenti amministrativi finalizzati all'approvazione dei
seguenti atti:
a) Piano regolatore;
b) Bilancio;
c) Piano integrato strategico di sviluppo;
d) Costo e fruibilità dei servizi;
e) Politica di indebitamento;
f) Calendarizzazione delle discussioni in Cons. Comunale.
ART. 30 RICHIESTA DI ISTRUTTORIA PUBBLICA
1. I soggetti di cui all’art. 1, comma 2, del presente Regolamento, possono presentare al Sindaco
una richiesta di indizione di istruttoria pubblica a tutela di interessi diffusi o collettivi.
2. La richiesta, scritta e motivata in relazione agli specifici interessi perseguiti, deve essere
sottoscritta da almeno mille cittadini titolari dei diritti di partecipazione, ai sensi dell'art. 1, comma
2, del presente regolamento. Nel testo della richiesta è individuato, a pena di irricevibilità, un
10
referente per le comunicazioni, il quale indica a tal fine apposito indirizzo di posta elettronica
certificata, indirizzo e numero civico, eventuale numero telefonico; il referente ha il dovere di
informare i firmatari sullo stato della loro richiesta.
3. La raccolta delle firme è effettuata su fogli di carta libera, vidimata dal Segretario Generale o suo
delegato, sui quali è indicato il procedimento amministrativo per cui viene richiesta l'istruttoria
pubblica.
4. Ove sia espressamente richiesto, i fogli di cui al comma 3, vengono tenuti a disposizione dei
cittadini per la sottoscrizione della richiesta, durante l'orario di ufficio, secondo le indicazioni del
responsabile del procedimento.
5. I promotori appongono la propria firma nei fogli di cui al comma 3, scrivendo chiaramente nome
e cognome, luogo e data di nascita e di residenza, in presenza di un funzionario a ciò delegato del
Sindaco, degli Assessori, del Presidente del Consiglio comunale, nonché di un Consigliere
comunale che abbia comunicato la propria disponibilità al Sindaco, che procede all'identificazione
dei sottoscrittori.
6. I fogli recanti le firme dei sottoscrittori vengono ritirati dal referente individuato ai sensi del
comma 2.
7. Verificata la regolarità delle firme presentate e il numero minimo previsto, il responsabile del
procedimento trasmette al Presidente del Consiglio comunale il fascicolo con la richiesta di
istruttoria pubblica per la decisione da parte del Consiglio.
ART. 31 PUBBLICITÀ
1. Divenuta esecutiva la deliberazione consiliare di ammissione dell'istruttoria pubblica,
l'Amministrazione ne dà avviso alla popolazione con i mezzi più opportuni; la prima seduta di
istruttoria pubblica viene convocata a cura del Segretario Generale, indicando la data ed il luogo e
deve svolgersi entro due mesi dalla pubblicazione dell'avviso.
2. In ogni caso l'avviso di istruttoria pubblica è pubblicato su almeno due quotidiani di cui uno a
carattere locale.
3. Gli esiti dell'istruttoria sono pubblicati nei modi e nei tempi stabiliti dal regolamento
sull’informazione.
ART. 32 MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELL'ISTRUTTORIA
1. Le sedute relative all'istruttoria pubblica sono convocate dal Presidente del Consiglio comunale o
suo delegato, che svolge funzioni di presidenza della seduta, e si tengono nella sala del Consiglio
comunale. Delle sedute relative all'istruttoria vengono redatti processi verbali, sottoscritti dal
Segretario Generale o suo delegato e dal funzionario verbalizzante.
2. Gli interventi delle associazioni, dei comitati, dei gruppi promotori, rappresentati da loro
responsabili o delegati, sono preceduti da una sintetica illustrazione tecnica della questione oggetto
dell'istruttoria.
3. I presenti possono presentare relazioni scritte che vengono acquisite agli atti del procedimento.
4. A conclusione dell'ultima seduta, il Presidente del Consiglio comunale dichiara chiusa la fase
dell'istruttoria pubblica. Il medesimo Presidente redige una relazione e la invia entro sessanta giorni
al Consiglio comunale, che l'acquisisce come base del dibattito relativo all'oggetto dell'istruttoria
pubblica, da concludersi entro i successivi sessanta giorni.
La Giunta nel corso del dibattito consiliare, esprime le ragioni che eventualmente la inducano a
discostarsi dalle proposte recepite dalla relazione.
ART. 33 CONFERENZA DI SERVIZI
Al fine di migliorare l’efficienza dell’azione amministrativa il Sindaco promuove, in forma
pubblica, periodiche conferenze di servizi, aperte alla partecipazione di organizzazioni sindacali e di
categoria, di associazioni, comitati e gruppi di cittadini interessati, che hanno per obiettivo l’esame
dell’effettiva incidenza delle politiche dell’Amministrazione con riguardo a particolari settori
d’intervento ed allo sviluppo di attività di pianificazione, di programmazione e di controllo.
11
Alla Conferenza sono invitate le associazioni, gli enti, le organizzazioni sindacali ed eventualmente
altre pubbliche amministrazioni interessate alle attività dello specifico settore.
ART. 34 INFORMAZIONE
1. A cura della Segreteria Generale viene assicurata ampia informazione sull'oggetto della
Conferenza di Servizi a ciascun soggetto indicato.
2. La documentazione relativa alla Conferenza viene messa a disposizione dei soggetti invitati
almeno 15 giorni prima della data fissata per la Conferenza.
3. A tali soggetti viene riconosciuto ampio diritto di informazione e di acquisizione di
documentazione, anche tecnica, negli uffici competenti.
ART. 35 LAVORI DELLA CONFERENZA
1. La Conferenza si svolge nella sala del Consiglio comunale o in altro luogo idoneo indicato
nell'avviso di convocazione spedito a cura della Segreteria Generale.
2. Il Sindaco o un suo delegato svolge le funzioni di Presidente e dirige i lavori all'ordine del
giorno.
3. Il verbale della seduta, sottoscritto dal Sindaco o dal suo delegato e dal Segretario Generale,
viene inviato agli assenti, insieme alla convocazione per la seduta successiva.
4. Dei risultati della Conferenza di Servizi viene stesa una relazione finale da trasmettersi ai settori
interessati e ai soggetti che hanno preso parte al procedimento.
DISPOSIZIONI FINALI
ART. 36 VIOLAZIONI
1. I casi di inottemperanza da parte di amministratori o dirigenti e funzionari comunali alle
disposizioni di cui al presente Regolamento, particolarmente per quanto concerne
i tempi di risposta, sono segnalati al Segretario Generale, che semestralmente ne cura l'elenco,
anche ai fini dell’applicazione dell’art. 7, L. 69/09.
2. Tale elenco viene affisso all'Albo comunale e comunicato all’Ufficio di Partecipazione ed al
Consiglio.
3. Nella determinazione dei premi di incentivazione ai funzionari, la Direzione Generale tiene conto
dei casi di cui al comma 1 del presente articolo.
ART. 37 VERIFICA DELL'ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO
Ogni sei mesi il Presidente del Consiglio verifica l'attuazione e l'efficacia degli strumenti di
partecipazione previsti dal presente Regolamento, avvalendosi dell'apporto delle associazioni
iscritte, dei Comitati e delle Associazioni di quartiere o di frazione.
12
Allegati
SCHEMA STATUTO ASSOCIAZIONE DI QUARTIERE O DI FRAZIONE
ATTO COSTITUTIVO DELL’ASSOCIAZIONE DI QUARTIERE O DI FRAZIONE
Art. 1 – Costituzione, finalità e durata dell'Associazione
E’ costituita L'Associazione senza fini di lucro di quartiere…., in seguito denominata Associazione.
Per essere validamente costituita, l’Associazione è composta da almeno 100 iscritti di età non
inferiore ai sedici anni residenti o domiciliati nell’ambito territoriale di riferimento.
L'Associazione ha le seguenti finalità:
- favorire il concorso della comunità al processo di formazione delle decisioni;
- contribuire propositivamente alla migliore gestione del patrimonio pubblico e delle risorse
collettive presenti nel territorio di riferimento.
L’Associazione ha la durata di … anni.
Art. 2 - Delimitazione territoriale dell’Associazione
L'Associazione esercita la propria attività con riferimento all'ambito territoriale del quartiere di …..,
(o della Frazione di ……), individuato in …….
Art. 3 - Funzione dell'Associazione
L’Associazione svolge le seguenti funzioni:
- esprime pareri consultivi non vincolanti, su propria iniziativa o su richiesta dell'Amministrazione
Comunale, e presenta all'Amministrazione Comunale istanze, suggerimenti e proposte su temi di
interesse della comunità;
- promuove, organizza e gestisce iniziative di carattere culturale, ricreativo e sociale organizzando
incontri, dibattiti, approfondimenti, ed utilizzando ogni strumento ritenuto idoneo a far meglio
partecipare la comunità di riferimento alla vita amministrativa della città;
- ha la possibilità di gestire, mediante apposite convenzioni con l'Amministrazione Comunale, aree
e strutture di proprietà comunale esistenti nell'ambito del territorio di riferimento garantendo la
fruizione di detti beni a tutti i cittadini.
Art. 4 – Organi dell’Associazione, loro composizione ed attribuzioni
Sono organi dell'Associazione l’Assemblea, il Consiglio e il Coordinatore.
L’Assemblea persegue le finalità dell’Associazione, si riunisce almeno due volte all'anno e
comunque ogni volta ve ne sia l'opportunità o la necessità.
L'Assemblea è validamente costituita con la presenza di almeno il 50 % degli iscritti
all’Associazione.
All’Assemblea partecipano con diritto di parola tutti i cittadini residenti o domiciliati nel quartiere,
mentre partecipano alle decisioni dell’Assemblea i soli cittadini iscritti all’Associazione.
Le decisioni dell’Assemblea vengono espresse mediante voto palese per alzata di mano.
I temi discussi dall’Assemblea e le eventuali deliberazioni assunte trovano evidenza in un verbale
redatto per sintesi a cura del Coordinatore o di un suo delegato.
In prima convocazione l’Assemblea è convocata dal Sindaco o da un suo delegato.
Il Consiglio è composto da 5 componenti individuati democraticamente all’interno degli iscritti
all’Associazione.
Il Consiglio si riunisce in via ordinaria su convocazione d’iniziativa del Coordinatore o in via
straordinaria su richiesta al Coordinatore di almeno tre dei suoi componenti.
La convocazione avviene a cura del Coordinatore, in questo anche coadiuvato dall’Assessorato alla
Partecipazione, almeno tre giorni prima della data fissata per la riunione; in caso di urgenza il
Coordinatore convoca il Consiglio con preavviso di un giorno sulla data dell'incontro.
Le riunioni del Consiglio sono pubbliche e chiunque può assistervi senza diritto di parola, salvo
diversa decisione del Consiglio.
13




ART. 1 DISPOSIZIONI GENERALI
Il presente Regolamento stabilisce le forme e le modalità per l’attuazione delle disposizioni del TUEL 267/2000 e s.m.i. nonchè del principio di sussidiarietà, così come previsto dall’art.118 Cost., ed è finalizzato a promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini, singoli o associati, alla formazione delle scelte programmatiche dell’amministrazione ed alla loro concreta attuazione.
La partecipazione è garantita ai cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune di L’Aquila, ai cittadini residenti di età superiore a 16 anni a cittadini italiani non residenti che esercitano nel Comune la propria attività prevalente di lavoro o di studio, agli stranieri ed agli apolidi che vi svolgono la propria attività prevalente di lavoro e studio.
I diritti di partecipazione, così come previsti dal presente regolamento, possono essere esercitati da persone singole o in forma associata.

ART.2 (MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELLA PARTECIPAZIONE)
I soggetti rientrati nelle categorie di cui al precedente art.1 esercitano i loro diritti, secondo le modalità di seguito disciplinate, dichiarando la loro residenza nel Comune e la loro età o il nome dell’Associazione o del Comitato.
I medesimi, ove non residenti, dichiarano su apposito modulo predisposto dal Comune:
a) l' impresa o l'ente presso cui è prestata attività lavorativa;
b) il luogo, il tipo di attività e l'iscrizione alla Camera di Commercio o albo professionale, in caso di lavoro autonomo;
c) l'istituto scolastico o di formazione professionale, la facoltà o il corso post-universitario cui è regolarmente iscritto.


ART.3 ISTITUZIONE UFFICIO PARTECIPAZIONE
- Per favorire le varie forme di partecipazione con l’attività comunale di cui agli articoli che seguono, è istituito l’Ufficio di Partecipazione cui sono affidate le funzioni di supporto tecnico/amministrativo alle attività degli istituti di partecipazione.
- L’Ufficio di partecipazione è il punto di riferimento generale ed il perno intorno a cui ruota la comunicazione interna ed esterna delle attività dei singoli servizi per quanto attiene agli istituti di partecipazione.
- L’Ufficio di partecipazione è tenuto a rendere pubbliche tutte le attività ad esso collegate e previste da codesto regolamento nei modi e nei termini previsti dal regolamento della partecipazione,

ART.4 COMITATI
- I cittadini possono costituire momenti di aggregazione rappresentativa di realtà ed interessi del territorio comunale, definiti singolarmente "Comitato".
- La costituzione del Comitato è promossa da almeno sessanta cittadini residenti nella località che sottoscrivono pubblicamente, alla presenza del Segretario Generale del Comune (o di funzionario da questi appositamente delegato), un documento contenente la volontà di costituzione e gli scopi prefissi. Copia autentica dell'atto viene depositata presso la Segreteria Generale del Comune e l’Ufficio di Partecipazione.
- I cittadini promotori possono successivamente, anche singolarmente, ritirare la propria adesione alla costituzione del Comitato, recandosi nell'ufficio del Segretario Generale e sottoscrivendo alla sua presenza apposita espressione di volontà. Tali espressioni di ritiro delle adesioni dovranno essere inviate all’Ufficio di Partecipazione. Qualora i ritiri facciano scendere il numero degli aderenti al Comitato ad una cifra inferiore a sessanta, il Comitato si intende automaticamente sciolto e non più riconosciuto come tale dal Comune.
- Per il coordinamento e per i rapporti con l'esterno, il Comitato designa un responsabile, legittimato a rappresentare le istanze del Comitato stesso ed a ricevere le comunicazioni del Comune.
- Al Comitato è riconosciuto dal Comune un ruolo propositivo ed interlocutorio nelle iniziative amministrative. Per lo svolgimento di tale ruolo il Comitato può (oltre che utilizzare gli strumenti di partecipazione previsti dal regolamento) chiedere la convocazione di assemblee pubbliche con la presenza del Sindaco, della Giunta o del Consiglio Comunale nelle sedi ed in date concordate, al fine di esporre le ragioni della propria attività e le proposte di intervento. Sulle richieste avanzate l'organo comunale competente risponde entro trenta giorni dal ricevimento, motivando le diverse decisioni.
- All’atto di costituzione, il Comitato indica un indirizzo di posta elettronica certificata che sarà il mezzo privilegiato per le comunicazioni tra il Comune e il Comitato stesso.

ART.5 ASSOCIAZIONI
- Alle associazioni costituite a fini sociali, culturali, sportivi, ricreativi o comunque di interesse collettivo, a carattere generale o particolare, operanti sul territorio comunale, il Comune riconosce un ruolo propositivo ed interlocutorio nelle iniziative amministrative.
- Il Comune si rapporta preferenzialmente con le associazioni riconosciute dalla legge 383/2000 e s.m.i. come associazioni di promozione sociale in possesso dei seguenti requisiti:
1) essere regolarmente costituite secondo le norme di legge, come da atto costitutivo e statuto depositati in copia presso la Segreteria Generale del Comune;
2) essere regolarmente iscritte al registro nazionale/regionale/provinciale delle associazioni di promozione sociale;
3) aver definito uno scopo sociale (senza fine di lucro e finalizzato a svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi nel pieno rispetto della libertà e della dignità degli associati);
4) aver definito un ordinamento interno che consenta a tutti i soci di concorrere all'attuazione degli scopi associativi a favore della collettività ed alla costituzione ed al rinnovo degli organi interni dell'associazione con pari diritti;
5) pubblicità dell'elenco dei soci.
- Le associazioni in possesso dei requisiti di cui al precedente comma, che abbiano provveduto al deposito presso la Segreteria comunale dell'atto costitutivo e dello statuto, sono iscritte in apposito Albo comunale, nel quale è annotato anche il nominativo del responsabile pro-tempore dell'associazione, curato dall’Ufficio di Partecipazione.
- All’interno dell’Albo comunale essere una associazione di promozione sociale è condizione preferenziale perchè il Comune possa attivare nei confronti delle associazioni possibili interventi di valorizzazione consistenti:
a) nella concessione (in comodato od in locazione) di locali comunali, spazi ed attrezzature da destinarsi a sede o attività dell'associazione;
b) nella concessione di contributi secondo le norme specifiche del regolamento approvato in conformità ai disposti dell'art.12 della legge 7.8.1990 n.241 e s.m.i.;
c)nella concessione del patrocinio ad iniziative proposte dalle associazioni stesse. La cancellazione dall'Albo è disposta in seguito all'accertamento dello scioglimento dell'associazione o della perdita anche di uno solo dei requisiti elencati al comma 2 o, previa diffida, dopo ripetute inadempienze alle norme regolatrici dei rapporti tra Comune ed associazioni.
- Alle associazioni iscritte all'Albo gli organi elettivi del Comune possono chiedere informazioni e pareri sui provvedimenti amministrativi che attengano a materie relative la sfera di interessi statutariamente determinata.
- Alle associazioni iscritte all'Albo, qualora siano riscontrabili opportunità di maggior efficacia sociale, il Comune può affidare attività o progetti di pubblico interesse mediante lo strumento della convenzione nel rispetto delle modalità e delle procedure previste dalle leggi vigenti. Con la convenzione sono stabilite le modalità del rapporto tra associazione e comune, forme di controllo e di verifica dei risultati.



ART.6 ASSOCIAZIONI DI QUARTIERE O DI FRAZIONE
- E’ consentita la costituzione di Associazione di Quartiere o di Frazione con le procedure esplicitate nel precedente articolo. Detta associazione svolge le seguenti funzioni:
- È referente territoriale per l’amministrazione alla quale trasmette con tempestività le problematiche sollevate a livello locale in ordine a svariati problemi (viabilità, ambiente, interventi manutentivi ect.);
- Promuove, organizza e gestisce iniziative di carattere culturale, ricreativo e sociale, organizzando incontri, dibattiti approfondimenti, utilizzando ogni strumento ritenuto idoneo a garantire la piena partecipazione della comunità locale alla vita amministrativa del Comune.
- Le associazioni di quartiere vigilano sullo sviluppo del territorio di loro competenza, promuovono il miglioramento della qualità della vita dei cittadini della zona e operano per la valorizzazione e la salvaguardia delle tradizioni e della storia locale.
- La costituzione di ciascuna associazione di quartiere o di frazione viene liberamente promossa da almeno 100 (cento) cittadini, ivi residenti, riuniti in apposito gruppo promotore.
- Il gruppo promotore provvederà a redigere l'Atto costitutivo dell'Associazione di quartiere e lo Statuto. L'Associazione di quartiere si darà ordinamento democratico attraverso l'elezione di organi direttivi.
- Le modalità di funzionamento, la composizione degli organi di rappresentanza, la durata ecc. sono esplicitate in contenuti minimi nello schema indicativo che si allega. Le Associazioni potranno apportare le più opportune integrazioni.

ART. 7 INTERROGAZIONI, ISTANZE, PETIZIONI.
- I cittadini residenti che abbiano compiuto il sedicesimo anno di vita, singoli, associati od in forma collettiva, o i soggetti che svolgano nel Comune la loro prevalente attività di lavoro o di studio, i Comitati, le Associazioni, le Consulte, le altre forme associative, possono presentare al Sindaco interrogazioni, istanze, petizioni, al fine di una migliore tutela degli interessi collettivi. Non rientrano nelle ipotesi regolate dal presente regolamento le richieste di provvedimenti destinati ad incidere, positivamente o negativamente, nella sfera di un solo soggetto.
- Le interrogazioni, istanze, petizioni, devono essere supportate da adeguata motivazione in ordine alle finalità di pubblico interesse perseguite.
- Qualora le interrogazioni, istanze, petizioni, riguardino problemi sui quali già esistano pronunciamenti ufficiali del Comune, è consentito al Sindaco rispondere per rinvio ad essi, fornendone informazione. Qualora le interrogazioni, istanze, petizioni, presentate abbiano analogo oggetto, possono essere riunite in un unico atto di risposta.

ART. 8 INTERROGAZIONI
- Le interrogazioni sono rivolte al Sindaco per chiedere ragione su determinati comportamenti od aspetti dell'attività comunale, per i quali si ipotizzano altre soluzioni operative in grado di offrire miglior vantaggio alla comunità.

ART. 9 ISTANZE
- Le istanze sono rivolte al Sindaco per richiedere l'emanazione di un atto o di un provvedimento finalizzato a concretare situazioni di miglior vantaggio per la comunità.

ART. 10 PETIZIONI
- Le petizioni sono rivolte al Sindaco per attivare l'iniziativa del Comune su questioni di interesse della comunità



ART. 11 PRESENTAZIONE DELLE INTERROGAZIONI, ISTANZE, PETIZIONI
- Le interrogazioni, istanze, petizioni, sono redatte in forma scritta e devono essere sottoscritte con l'indicazione chiaramente leggibile del nome e cognome, luogo e data di nascita, indirizzo e numero civico, eventuale numero telefonico. In presenza di ragionevole dubbio si procede d'ufficio all'accertamento della veridicità della sottoscrizione ed in caso negativo non si dà corso alla risposta.
- In caso di pluralità di sottoscrittori, deve essere indicato il nominativo di un referente per l'invio della risposta.

ART. 12 ESAME DELLE INTERROGAZIONI, ISTANZE, PETIZIONI
- Il Sindaco (o l'Assessore da esso delegato) esamina le interrogazioni, istanze, petizioni, pervenute e le trasmette al Segretario Generale perché provveda, avvalendosi dei competenti Servizi comunali, all'istruttoria documentale ed alla formulazione dello schema di risposta. Qualora la specifica problematica richieda particolari valutazioni o rivesta notevole grado di interesse il Sindaco può sottoporre l'argomento alla valutazione della Giunta comunale o, sentita la Conferenza dei Capi Gruppo consiliari, inserirlo all'ordine del giorno della prima seduta del Consiglio Comunale. In tale ultimo caso viene data apposita comunicazione ai cittadini sottoscrittori, affinché possano intervenire alla seduta pubblica.
- La risposta del Sindaco alle interrogazioni, istanze, petizioni, deve essere trasmessa ai cittadini sottoscrittori entro il termine di trenta giorni dalla presentazione al protocollo comunale. Nel caso che della problematica venga investito il Consiglio Comunale, oppure nel caso che la problematica stessa richieda chiarimenti o precisazioni o un'istruttoria particolarmente complessa, il termine suindicato è elevato a sessanta giorni: dell'elevazione del termine è data tempestiva e motivata comunicazione ai cittadini sottoscrittori. Per le petizioni ed istanze, supportate da un numero rilevante di firme, si osservano le speciali procedure di cui al seguente art. 14 .

ART. 13 PROCEDURE PER ISTANZE E PETIZIONI QUALIFICATE
- Se i sottoscrittori dell’istanza o della petizione sono almeno in numero di 500 o qualora siano proposte da Comitati, Associazioni, da Associazioni di quartiere o di Frazione, la somma degli iscritti dei quali raggiunga il numero di 500, l’oggetto dell’istanza o petizione, completata l’istruttoria nei termini di cui al precedente articolo, viene iscritto all’ordine del giorno del Consiglio Comunale nella prima seduta utile.
- Il firmatario indicato come referente viene invitato a presenziare e può prendere la parola durante la trattazione dell’oggetto;
- Il Consiglio Comunale, non oltre la seduta successiva a quella di trattazione, adotta la propria decisione in merito, assegnando, se l’affare è di competenza di un organo diverso, un termine non superiore a quindici giorni per provvedere;
- Su richiesta della Giunta o della conferenza dei Capigruppo o di almeno un quarto dei Consiglieri, l’istanza o la petizione, indipendentemente dal numero di firme, viene iscritta all’ordine del giorno della prima seduta del Consiglio successiva alla richiesta stessa.
- Per quanto riguarda il quorum richiesto sia per le istanze e petizioni qualificate e sia per l’iniziativa popolare di cui al successivo art. 16 e la richiesta di istruttoria pubblica, di cui al successivo art. 30, esso deve essere calcolato ed accertato tenendo conto del numero dei soggetti che hanno ufficialmente costituito o aderito ai Comitati, alle Associazioni ed alle Associazioni di Quartiere e di Frazione.




ART. 14 PUBBLICITA'
- Le interrogazioni, istanze, petizioni, sono depositate presso la Segreteria Generale e successivamente nell'Ufficio di Partecipazione, a libera visione del pubblico, unitamente alle successive risposte.
- Le interrogazioni, istanze, petizioni, sono annotate in apposito registro cronologico, contenente altresì gli estremi delle risposte, anch'esso a libera visione del pubblico.
- Le interrogazioni, istanze, petizioni sono pubblicate nei modi ed entro i tempi stabiliti dal regolamento sull’informazione

ART. 15 RAPPORTI AMMINISTRATORI CITTADINI
- Nella sede comunale, con provvedimento del Sindaco, sono individuati appositi locali nei quali gli Assessori Comunali ed i Consiglieri delegati dai Gruppi Consiliari, secondo un orario concordato e definito dal Sindaco, incontrano i cittadini (che ne hanno fatto richiesta) per affrontare con loro problemi di pertinenza dell'amministrazione comunale correlati agli interessi generali della comunità.
- La richiesta può essere attivata anche per via telefonica all’Ufficio di Partecipazione, che fissa la data e l'ora dell'incontro.

ART. 16 INIZIATIVA POPOLARE
- L’iniziativa popolare per l'adozione, da parte del Consiglio Comunale, di modifiche statutarie e di atti fondamentali è esercitata con le modalità previste dal presente regolamento.
- L'esercizio dell'iniziativa si concreta nella redazione di una proposta scritta, debitamente motivata e documentata e redatta in articoli qualora trattasi di norme regolamentari o statutarie, che deve essere sottoscritta (cognome, nome, data di nascita e residenza, chiaramente leggibili) da almeno trecento dei soggetti di cui all’art.1 del presente regolamento che con la sottoscrizione si costituiscono automaticamente in Comitato promotore e designano un responsabile dei rapporti con l'esterno.
- La proposta, dopo la sua redazione e sottoscrizione, viene inoltrata al Sindaco ed immediatamente depositata nella Segreteria generale e nell’Ufficio di Partecipazione a libera visione del pubblico.
- Il Sindaco accerta il numero e le regolarità delle sottoscrizioni e trasmette la proposta al Segretario Generale perchè provveda, avvalendosi dei competenti Servizi comunali, all'istruttoria documentale ed alla eventuale formulazione di uno schema di provvedimento. Terminata l'istruttoria il Sindaco, qualora non ritenga di dover rispondere negativamente motivando con la manifesta illegittimità del contenuto della proposta, inserisce la discussione dell'iniziativa, previa audizione della Conferenza dei Capi Gruppo consiliari, all'ordine del giorno dei lavori della prima seduta del Consiglio Comunale, che deve tenersi entro sessanta giorni dallo inizio del deposito della proposta presso la Segreteria Generale. Della convocazione della seduta consiliare è data immediata comunicazione al Comitato promotore (in persona del responsabile) perchè possa intervenire alla seduta pubblica. Il Consiglio Comunale delibera in merito, ampiamente motivando in caso di non accoglimento della proposta di iniziativa popolare.
- Copia della deliberazione divenuta esecutiva è trasmessa a cura del Servizio Segreteria Generale al responsabile del Comitato promotore.
- Qualora il Consiglio Comunale si sia espresso negativamente, non è ammissibile la riproposizione della proposta di iniziativa popolare se non dopo trascorso un anno dalla data della deliberazione.

REFERENDUM CONSULTIVO
ART. 17 DEFINIZIONE
1. Il referendum sottopone ai cittadini iscritti nelle liste elettorali uno o più quesiti, relativi al medesimo oggetto,
fino ad un massimo di sei, ciascuno dei quali consenta la scelta tra due o più alternative poste da ogni singolo
quesito, in relazione ad atti da assumere da parte degli organi comunali.
2. il quesito referendario:
a) deve riguardare materia di esclusiva competenza locale;
b) deve essere chiaro ed univoco e rispettare i principi di coerenza logica e i limiti imposti dall'ordinamento.
3. Il quesito deve essere completato con la formula "quale, fra le seguenti proposte, ritiene più idonea per", cui deve, parimenti, seguire l'esatta definizione dell'oggetto sul quale viene richiesto il referendum.

ART. 18 PROMOZIONE DEL REFERENDUM CONSULTIVO
I cittadini che intendono promuovere referendum,
costituiti in Comitato, composto da almeno duecento elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune debbono presentare richiesta al Sindaco.
2. La richiesta, redatta in carta libera, deve recare in calce la firma, la data e il luogo di nascita dei membri del Comitato promotore.
3. La richiesta deve, altresì, contenere in termini esatti la proposta che si intende sottoporre al referendum, e deve essere articolata in modo breve e chiaro e determinare la volontà univoca dei votanti.
4. La proposta di referendum viene sottoposta al giudizio di ammissibilità da parte della Commissione Affari Istituzionali che può riformulare il testo dei quesiti referendari, al fine di garantirne l'ammissibilità, nel rispetto degli intendimenti della Commissione e attenendosi ai criteri di cui al precedente articolo 10, comma 2, lett. b).
5. Sulla proposta di modifica deve essere sentito il Comitato Promotore. La decisione finale spetta alla Commissione.




ART. 19 RACCOLTA ED AUTENTICA DELLE FIRME
1. La raccolta delle firme è effettuata su fogli di carta libera, su cui viene stampato a cura dei promotori, il testo della proposta formulata nella richiesta di referendum dichiarata ammissibile dalla Commissione Affari Istituzionali.
2. I fogli di cui al comma 1 vengono previamente vidimati dal Segretario Generale o suo delegato e restituiti senza ritardo ai promotori del referendum.
3. L'elettore appone la propria firma nei fogli di cui al comma 1, scrivendo chiaramente nome e cognome, luogo e data di nascita e di residenza.
4. La firma deve essere autenticata da un notaio, dal Giudice conciliatore, dal Cancellerie della Pretura o del Tribunale, dal Segretario Generale o da un suo delegato, dal funzionario incaricato dal Sindaco, dal Sindaco, dagli Assessori, dal Presidente del Consiglio comunale, dai Presidenti e dai Vice Presidenti dei Consigli di Quartiere, nonché dai Consiglieri comunali che abbiano comunicato la propria disponibilità al Sindaco.
5. L'autenticazione deve recare l'indicazione della data in cui avviene e può essere unica per tutte le firme contenute in ciascun foglio. In tal caso deve indicare il numero delle firme raccolte.
6. L'autenticazione delle firme effettuata dal Segretario Generale o da suo delegato, dal funzionario incaricato dal Sindaco o dagli amministratori comunali è esente da spese.

ART. 20 CONSEGNA E DEPOSITO DEI PLICHI
1. Dopo la raccolta delle firme, il Comitato promotore provvede alla consegna dei plichi, con le sottoscrizioni raccolte, alla Segreteria Generale entro tre mesi dalla data della prima vidimazione dei fogli da parte dell'Ufficio
medesimo.
2. Del deposito dei plichi viene rilasciata ricevuta da parte della Segreteria Generale.

ART. 21 INDIZIONE
1. Il referendum viene indetto dal Sindaco, verificata la validità del numero delle firme necessarie, se sono state raccolte almeno tremila firme ritenute valide appartenenti ad elettori iscritti nelle liste elettorali del Comune.
2. Il Sindaco provvede ad assicurare la più ampia pubblicità allo svolgimento del referendum, anche con manifesti da affiggersi almeno trenta giorni prima della consultazione elettorale.
3.La Giunta comunale stabilisce gli spazi da destinare all'affissione referendaria individuandoli, di norma, tra quelli utilizzati per le pubbliche affissioni e garantendo parità di trattamento fra tutti gli aventi diritto. A tali spazi possono accedere il Comitato promotore, il Sindaco, i partiti e i gruppi politici rappresentati in Consiglio
comunale.

ART. 22 PRESENTAZIONE DI PIÙ RICHIESTE
1. Qualora, successivamente alla richiesta di referendum, siano presentate altre richieste inerenti al medesimo oggetto, prima che sia intervenuta la verifica di ammissibilità da parte del Comitato di cui all'art. 12, il Sindaco trasmette le richieste successive al Comitato medesimo per valutare, d'intesa con i Comuni promotori, la eventuale unificazione delle proposte ed una eventuale riformulazione dei quesiti.
2. Nell'ipotesi di cui al comma 1, qualora non si raggiunga un accordo, il Comitato può procedere d'ufficio alla formulazione di quesiti congiunti; in tal caso ciascun Comitato promotore può dichiarare di rinunciare alla richiesta di referendum.
3. Il Sindaco, prima dell'indizione del referendum, verifica che non siano state depositate richieste di referendum sul medesimo o altro oggetti.
4. Qualora risultino presentate richieste referendarie su oggetti diversi, le cui procedure possano concludersi entro il 31 dicembre, il Sindaco ha facoltà di procrastinare l'indizione del referendum, al fine di consentire la pronuncia degli elettori eventualmente su più quesiti, nell'unica tornata referendaria annuale, prevista dall'art. 7, comma 6, dello Statuto.
5. Ove vengano depositate richieste referendarie in numero superiore a sei, il referendum medesimo viene indetto relativamente alle prime sei richieste dichiarate ammissibili dal Comitato dei garanti, rinviando le ulteriori richieste alla tornata referendaria successiva, con diritto di priorità.

ART. 23 SEGGI REFERENDARI
1. I seggi referendari vengono individuati con provvedimento del Sindaco, e dislocati in ciascun quartiere.
2. Ciascun seggio è composto da un responsabile e da un numero di dipendenti comunali, idoneo ad espletare le operazioni di voto, nominati dal sindaco.
3. Il responsabile del seggio assicura il corretto svolgimento del procedimento referendario, garantendo la tutela della riservatezza e la non identificazione del voto.

ART. 24 RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
1. Il responsabile del procedimento referendario, nominato dal Sindaco, sovrintende e coordina tutte le fasi del procedimento medesimo, in collaborazione con i settori interessati.
2. In particolare, il responsabile del procedimento:
a) si avvale degli altri uffici;
b) assegna il personale comunale ai seggi per garantire la regolarità delle operazioni elettorali;
c) predispone le misure opportune per garantire la sorveglianza dei seggi, anche a mezzo della Polizia municipale.
3. Nell'ipotesi di cui al successivo articolo 19, comma 4, lett.) b) e c), viene nominato dal Sindaco un responsabile della fase del procedimento che si svolge informaticamente, individuato tra il personale del Centro elaborazione dati, il quale garantisce la memorizzazione informatica dei votanti, la regolarità delle procedure di spoglio, la sicurezza dei dati relativi ai votanti e allo spoglio.

ART. 25 DISCIPLINA DELLE VOTAZIONI
1.Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune, risultanti dall'ultima revisione o che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età nel primo giorno di votazione.
2.La votazione si svolge a suffragio universale, con voto personale, libero, segreto.
3.Agli aventi diritto al voto viene inviata apposita comunicazione con l'indicazione del seggio o dei seggi referendari dove possono esercitare il diritto di voto. Tale comunicazione può essere sostituita con altra idonea forma di pubblicità, anche a mezzo della pubblicazione di manifesti, nella ipotesi di cui al successivo comma 4,
lett. b) e c).
4. Il voto può essere espresso:
a) attraverso scheda di carta su cui sono stampati integralmente i quesiti referendari;
b) attraverso una tastiera, situata all'interno dei seggi, predisposta per consentire all'elettore di votare elettronicamente;
c) attraverso sportelli multifunzione, mediante l'uso di carte telematiche.
5. Nel caso di votazione su più quesiti referendari, le schede devono essere di colore diverso. Nelle ipotesi di cui alle lettere b) e c)del comma precedente, l'elettore deve poter visualizzare distintamente, sulla scheda o sullo schermo, il quesito o i quesiti referendari.
6. Nell'ipotesi di cui al comma 4, lett. a), l'elettore vota tracciando sulla scheda, con apposita matita, un segno sulla risposta da lui prescelta e, comunque, nel rettangolo che la contiene.
7. Le operazioni di voto si svolgono nell'arco di una o più giornate, fino a un massimo di tre giorni, comprensivi di una domenica, secondo quanto stabilito nell'atto di indizione.
8. Durante tale periodo, il responsabile del seggio cura la custodia delle schede e dei materiali elettorali. A tal fine, il responsabile del procedimento con proprio atto individua la dotazione di ciascun seggio, i luoghi dove possono essere conservati i materiali elettorali, onde garantire la sicurezza e la riservatezza delle schede.
9. Gli elettori vengono identificati attraverso un documento di identità, attraverso la conoscenza diretta, attraverso la carta telematica, nelle ipotesi di cui al precedente comma 4, lett. b) e c), in qualunque delle postazioni a ciò abilitate.

ART. 26 OPERAZIONI DI SCRUTINIO
1. Il responsabile del procedimento, al termine delle operazioni di voto, accerta il numero dei votanti.
2. Le operazioni di scrutinio hanno inizio comunque non oltre le ventiquattro ore dopo la chiusura delle urne e proseguono sino alla conclusione dello spoglio. Di tali operazioni viene redatto apposito verbale, sottoscritto, dal responsabile del seggio e da coloro che abbiano svolto le operazioni di scrutinio, da trasmettersi al responsabile del procedimento.
3. I rappresentanti di ciascun comitato promotore possono assistere alle operazioni di voto e di scrutinio presso i seggi, nonché le operazioni dell'Ufficio comunale per il referendum.
4. Nelle ipotesi di cui al precedente articolo 19, comma 4, lett. b) e c), il responsabile di cui al precedente articolo 18 , comma 2, provvede a trasmettere il verbale dello scrutinio, effettuato presso il Centro di elaborazione dati, al responsabile del procedimento.

ART. 27 PROCLAMAZIONE DEI RISULTATI
1. Sulla base dei verbali di scrutinio trasmessi da tutti i seggi, il responsabile del procedimento, avvalendosi di almeno due persone dallo stesso individuate, procede alla verifica dei risultati.
2. Delle operazioni di cui al comma 1 è redatto verbale in tre esemplari, di cui uno resta depositato presso la Segreteria generale, uno trasmesso al Sindaco, per la proclamazione dei risultati del referendum e uno depositato presso l’ufficio comunale per i referendum.
3. Il responsabile del procedimento trasmette al Sindaco gli eventuali reclami relativi alle operazioni di voto e/o di scrutinio, presentati, prima della proclamazione dei risultati, a se medesimo o al responsabile del seggio.
4. Il Sindaco giudica della fondatezza e della rilevanza dei reclami, avvalendosi, ove lo ritenga opportuno, di un parere consultivo della Commissione Affari Istituzionali, e proclama il risultato della consultazione.
5. Contro la proclamazione del risultato, la Commissione Affari Istituzionali per il referendum può presentare entro sette giorni alla Commissione motivata istanza di revisione. La commissione dei garanti si pronuncia tempestivamente e comunque non oltre i successivi quindici giorni. Il Sindaco si pronuncia in via definitiva in ordine ai risultati del referendum.
6.la Commissione esercita la vigilanza nell'ipotesi di votazione prevista al precedente articolo 19, comma 4, lett.) b) e c), rispondendone al Sindaco e al Consiglio.

ART. 28 DELIBERAZIONI DEL CONSIGLIO
1. Indipendentemente dal numero dei cittadini che ha partecipato al voto, il Consiglio comunale entro sei mesi dalla proclamazione dei risultati, si pronuncia sull'oggetto del referendum, ai sensi dell'art. 7, comma 5, dello Statuto del Comune.





FORME DI PARTECIPAZIONE COLLETTIVA ALLA ELABORAZIONE
E ALLA VERIFICA DELLE POLITICHE COMUNALI

ISTRUTTORIA PUBBLICA
ART. 29 INDIZIONE
L'istruttoria pubblica viene indetta, nei procedimenti amministrativi di
elaborazione di atti normativi e a contenuto generale:
a) su proposta della Giunta;
b) su proposta di due capigruppo del Consiglio comunale o di un terzo dei consiglieri;
d) su richiesta di cinquecento soggetti di cui all’art.1 del presente Regolamento.

ART. 30 RICHIESTA DI ISTRUTTORIA PUBBLICA
1. Le associazioni, i comitati e i gruppi di cittadini di cui all’art. 1 del presente Regolamento, portatori di un interesse non individuale, possono presentare al Sindaco una richiesta di indizione di istruttoria pubblica.
2. La richiesta, scritta e motivata, deve essere sottoscritta da almeno mille persone che siano titolari dei diritti di partecipazione, ai sensi dell'art. 1 del presente regolamento.
3. La raccolta delle firme è effettuata su fogli di carta libera, vidimata dal Segretario Generale o suo delegato, sui quali è indicato il procedimento amministrativo per cui viene richiesta l'istruttoria pubblica.
4. Ove sia espressamente richiesto da un gruppo, comitato o associazione portatrice di interessi non individuali, i fogli di cui al comma 3, vengono tenuti a disposizione dei cittadini per la sottoscrizione della richiesta, durante l'orario di ufficio, secondo le indicazioni del responsabile del procedimento.
5. I promotori appongono la propria firma nei fogli di cui al comma 3, scrivendo chiaramente nome e cognome, luogo e data di nascita e di residenza, in presenza di un funzionario a ciò delegato del Sindaco, degli Assessori, del Presidente del Consiglio comunale, nonché di un Consigliere comunale che abbia comunicato la propria disponibilità al Sindaco, che procede all'identificazione dei sottoscrittori.
6. I fogli comprendenti le firme dei sottoscrittori vengono ritirati dal legale rappresentante dell'entità associativa che ha richiesto la raccolta delle firme presso il Municipio.
7. Verificata la regolarità delle firme presentate e il numero minimo previsto, il responsabile del procedimento trasmette al Presidente del Consiglio comunale il fascicolo con la richiesta di istruttoria pubblica per la decisone da parte del Consiglio.

ART. 31 PUBBLICITÀ
1. Dopo l'esecutività della deliberazione consiliare di ammissione dell'istruttoria pubblica, l'Amministrazione con idonei mezzi dà avviso alla popolazione dell'istruttoria medesima, convocata a cura del Segretario Generale, indicando la data e il luogo della prima seduta, da tenersi entro due mesi dalla pubblicazione dell'avviso stesso.
2. In ogni caso l'avviso di istruttoria è pubblicato su almeno due quotidiani di cui uno a carattere locale.
3. Le istruttorie sono pubblicate nei modi ed entro i tempi stabiliti dal regolamento sull’informazione


ART. 32 MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELL'ISTRUTTORIA
1. Le sedute relative all'istruttoria pubblica sono convocate dal Presidente del Consiglio comunale o suo delegato, che svolge funzioni di presidenza della seduta, e si tengono nella sala del Consiglio comunale. Delle sedute relative all'istruttoria vengono redatti processi verbali, sottoscritti dal Segretario Generale o suo delegato e dal funzionario verbalizzante.
2. Gli interventi delle associazioni, dei comitati, dei gruppi, rappresentati da loro responsabili o delegati, sono preceduti da una sintetica illustrazione tecnica della questione oggetto dell'istruttoria.
3. I presenti possono presentare relazioni scritte che vengono acquisite agli atti del procedimento.
4. A conclusione dell'ultima seduta, il Presidente del Consiglio comunale dichiara chiusa la fase dell'istruttoria pubblica. Viene quindi predisposta, a cura del medesimo Presidente, una relazione che viene trasmessa entro sessanta giorni al Consiglio comunale, che l'acquisisce come base del dibattito relativo all'oggetto dell'istruttoria pubblica, da concludersi entro i successivi sessanta giorni.
La Giunta, nel corso del dibattito consiliare, esprime le ragioni che eventualmente la inducano a discostarsi dalle proposte recepite dalla relazione.

ART. 33 CONFERENZA DI SERVIZI
Al fine di migliorare l’efficienza dell’azione amministrativa il Sindaco promuove, in forma pubblica, periodiche conferenze di servizi, aperte alla partecipazione di organizzazioni sindacali e di categoria, di associazioni e gruppi di cittadini interessati, che hanno per obiettivo l’esame dell’effettiva incidenza delle politiche dell’Amministrazione con riguardo a particolari settori d’intervento ed allo sviluppo di attività di pianificazione, di programmazione e di controllo.
Alla Conferenza sono invitate le associazioni, gli enti, le organizzazioni sindacali ed eventualmente altre pubbliche amministrazioni interessate alle attività dello specifico settore.

ART. 34 INFORMAZIONE
1. A cura della Segreteria Generale viene assicurata ampia informazione sull'oggetto della Conferenza di Servizi a ciascun soggetto indicato.
2. La documentazione relativa alla Conferenza viene messa a disposizione dei soggetti invitati almeno 15 giorni prima della data fissata per la Conferenza.
3. A tali soggetti viene riconosciuto ampio diritto di informazione e di acquisizione di documentazione, anche tecnica, negli uffici competenti.

ART. 35 LAVORI DELLA CONFERENZA
1. La Conferenza si svolge nella sala del Consiglio comunale o in altro luogo idoneo indicato nell'avviso di convocazione spedito a cura della Segreteria Generale.
2. Il Sindaco o un suo delegato svolge le funzioni di Presidente e dirige i lavori all'ordine del giorno.
3. Il verbale della seduta, sottoscritto dal Sindaco o dal suo delegato e dal Segretario Generale, viene inviato agli assenti, insieme alla convocazione per la seduta successiva.
4. Dei risultati della Conferenza di Servizi viene stesa una relazione finale da trasmettersi ai settori interessati e ai soggetti che hanno preso parte al procedimento.

DISPOSIZIONI FINALI
ART. 36 VIOLAZIONI
1. I casi di inottemperanza da parte di amministratori o funzionari comunali alle disposizioni di cui al presente Regolamento, particolarmente per quanto concerne i tempi di risposta, sono segnalati al Segretario Generale, che semestralmente ne cura l'elenco, anche ai fini dell’applicazione dell’art. 7, L. 69/09.
2. Tale elenco viene affisso all'Albo comunale e comunicato all’Ufficio di Partecipazione ed al Consiglio.
3. Nella determinazione dei premi di incentivazione ai funzionari, la Direzione Generale tiene conto dei casi di cui al comma 1 del presente articolo.

ART. 37 VERIFICA DELL'ATTUAZIONE DEL REGOLAMENTO
1. Ogni sei mesi il Presidente del Consiglio verifica l'attuazione e l'efficacia degli strumenti di partecipazione previsti dal presente Regolamento, avvalendosi dell'apporto delle associazioni iscritte, dei Comitati e delle Associazioni di quartiere o di frazione.


Allegati

SCHEMA STATUTO ASSOCIAZIONE DI QUARTIERE O DI FRAZIONE
ATTO COSTITUTIVO DELL’ASSOCIAZIONE DI QUARTIERE O DI FRAZIONE
Art. 1 – Costituzione, finalità e durata dell'Associazione
E’ costituita L'Associazione senza fini di lucro di quartiere…., in seguito denominata Associazione.
Per essere validamente costituita, l’Associazione è composta da almeno 100 iscritti di età non inferiore ai sedici anni residenti o domiciliati nell’ambito territoriale di riferimento.
L'Associazione ha le seguenti finalità:
- favorire il concorso della comunità al processo di formazione delle decisioni;
- contribuire propositivamente alla migliore gestione del patrimonio pubblico e delle risorse collettive presenti nel territorio di riferimento.
L’Associazione ha la durata di … anni.
Art. 2 - Delimitazione territoriale dell’Associazione
L'Associazione esercita la propria attività con riferimento all'ambito territoriale del quartiere di ….., (o della Frazione di ……), individuato in …….
Art. 3 - Funzione dell'Associazione
L’Associazione svolge le seguenti funzioni:
- esprime pareri consultivi non vincolanti, su propria iniziativa o su richiesta dell'Amministrazione Comunale, e presenta all'Amministrazione Comunale istanze, suggerimenti e proposte su temi di interesse della comunità;
- promuove, organizza e gestisce iniziative di carattere culturale, ricreativo e sociale organizzando incontri, dibattiti, approfondimenti, ed utilizzando ogni strumento ritenuto idoneo a far meglio partecipare la comunità di riferimento alla vita amministrativa della città;
- ha la possibilità di gestire, mediante apposite convenzioni con l'Amministrazione Comunale, aree e strutture di proprietà comunale esistenti nell'ambito del territorio di riferimento garantendo la fruizione di detti beni a tutti i cittadini.
Art. 4 – Organi dell’Associazione, loro composizione ed attribuzioni
Sono organi dell'Associazione l’Assemblea, il Consiglio e il Coordinatore.
L’Assemblea persegue le finalità dell’Associazione, si riunisce almeno due volte all'anno e comunque ogni volta ve ne sia l'opportunità o la necessità.
L'Assemblea è validamente costituita con la presenza di almeno il 50 % degli iscritti all’Associazione.
All’Assemblea partecipano con diritto di parola tutti i cittadini residenti o domiciliati nel quartiere, mentre partecipano alle decisioni dell’Assemblea i soli cittadini iscritti all’Associazione.
Le decisioni dell’Assemblea vengono espresse mediante voto palese per alzata di mano.
I temi discussi dall’Assemblea e le eventuali deliberazioni assunte trovano evidenza in un verbale redatto per sintesi a cura del Coordinatore o di un suo delegato.
In prima convocazione l’Assemblea è convocata dal Sindaco o da un suo delegato.
Il Consiglio è composto da 5 componenti individuati democraticamente all’interno degli iscritti all’Associazione.
Il Consiglio si riunisce in via ordinaria su convocazione d’iniziativa del Coordinatore o in via straordinaria su richiesta al Coordinatore di almeno tre dei suoi componenti.
La convocazione avviene a cura del Coordinatore, in questo anche coadiuvato dall’Assessorato alla Partecipazione, almeno tre giorni prima della data fissata per la riunione; in caso di urgenza il Coordinatore convoca il Consiglio con preavviso di un giorno sulla data dell'incontro.
Le riunioni del Consiglio sono pubbliche e chiunque può assistervi senza diritto di parola, salvo diversa decisione del Consiglio.
Il Consiglio dà mandato al Coordinatore di convocare l'Assemblea in via ordinaria, elabora il programma delle attività dell'Associazione, realizza dette attività anche avvalendosi degli iscritti all’Associazione, approva le eventuali convenzioni con l'Amministrazione Comunale per la gestione di strutture pubbliche.
Il Consiglio può promuove la costituzione ed il funzionamento di appositi gruppi di lavoro consultivi su determinate materie o attività; e di tali gruppi di lavoro possono far parte tutti i cittadini del territorio di riferimento. Il Consiglio può delegare uno o più dei propri membri a seguire le attività dei gruppi di lavoro.
Il Consiglio individua democraticamente al proprio interno il Coordinatore.
I temi discussi dal Consiglio e le eventuali deliberazioni assunte trovano evidenza in un verbale redatto per sintesi a cura del Coordinatore o di un suo delegato.
Consiglieri e Assessori comunali, provinciali e regionali non possono far parte del Consiglio.
Il Coordinatore è il rappresentante legale della Associazione, convoca e presiede il Consiglio, convoca e presiede e l'Assemblea.
Il Coordinatore convoca l'Assemblea in via ordinaria su mandato del Consiglio o in via straordinaria su richiesta scritta al Coordinatore stesso di almeno 25 aderenti; la convocazione dell’Assemblea avviene a cura del Coordinatore, in questo anche coadiuvato dall’Assessorato alla Partecipazione, almeno tre giorni prima della data fissata, mediante avviso pubblico da affiggere, ben visibile, in più punti del territorio di riferimento. Il Coordinatore dà sempre notizia della convocazione dell'Assemblea all'Amministrazione Comunale e, tramite quest’ultima, alla stampa locale.
In qualità di legale rappresentante dell’Associazione, il Coordinatore risponde dei beni avuti in gestione dall'Amministrazione Comunale.
Il Coordinatore incentiva la partecipazione dei cittadini all’Associazione e si rapporta costantemente con l’Assessorato alla Partecipazione.
Consiglieri e Assessori comunali, provinciali e regionali non possono essere eletti Coordinatore.