L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

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ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011



MOBILITAZIONE

MOBILITAZIONE

Il territorio aquilano colpito dal sisma del 6 aprile scorso è ancora in stato di emergenza. Un’emergenza grave e difficile i cui dati eclatanti sono nelle 20.000 persone ancora sfollate e senza casa; negli oltre 18.000 cittadini assistiti da Cassa Integrazione e altri ammortizzatori che termineranno il 31/12 la loro efficacia; nelle attività imprenditoriali e professionali ferme e nelle pochissime che solo con sforzi ingenti degli aquilani sono state riavviate in strutture di fortuna, nei centri storici sia del capoluogo che del circondario.
Si deve sapere che i nostri centri storici, fulcro sociale ed economico, sono in condizioni peggiori rispetto al 6 aprile. Le nostre sono città fantasma.
Abbiamo saputo finora dire grazie per quello che è stato fatto e nessuno lo disconosce, ma non è tutto a posto come vorrebbe il messaggio inviato all’Italia ed al mondo da questo Governo.
La Finanziaria in discussione reitera ancora questo messaggio chiedendoci di ricominciare a pagare le imposte e di differire la restituzione del 100% del sospeso già a giugno 2010. Persino l’ICI su case distrutte continuiamo a pagare.
Se così sarà non solo in questa parte d’Italia si pagherà più che altrove realizzando una zona franca all’incontrario, ma si viene meno ai patti in cui il Governo si era ufficialmente impegnato. Con una Mozione unanime infatti si era stabilito di trattare il terremotati abruzzesi come quelli di Marche, Umbria e Molise. Con la linea adottata oggi si decreta definitivamente la morte di questo territorio, mortificando la voglia di rinascere dimostrata. Un tradimento che è offesa alla nostra dignità e offesa al principio costituzionale di buoni rapporti tra istituzioni e tra istituzioni e cittadini. Stiamo chiedendo pari trattamento, senza contare che il nostro terremoto ha una sua particolare dimensione ben diversa e ben più grave di altri, avendo colpito in una volta tutti i centri nevralgici delle istituzioni, dell’economica, del sociale e di qualunque attività si possa immaginare. Cosa mai accaduta prima. Qui la vita non è normale.

Alla luce di tutto questo, istituzioni locali, sindacati, categorie, attività produttive, associazioni datoriali e professionali, liberi cittadini della Provincia dell’Aquila riuniti in assemblea unitaria chiedono:

• un trattamento fiscale adeguato all’entità della tragedia e riaggiornato a quello riservato ad analoghe vicende nel passato e dallo stesso Governo;
• la convocazione urgente di un Consiglio dei Ministri per approvare le modifiche alla Finanziaria da presentare in Parlamento;
• un incontro urgente al Presidente della Camera Fini ed ai capigruppo di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, con rappresentanti di questa assemblea;
• che sia fatta un’operazione verità sulle reali condizioni di questi territori, al netto della convenienza mediatica, anche per rispetto dei nostri morti.
Il presidente della Provincia, i sindaci dei comuni, i rappresentanti delle istituzioni locali, della Regione, del Parlamento e le categorie produttive intendono mobilitarsi in maniera permanente su questa causa cruciale, anche attivando forme collettive di disobbedienza civile e di auto-allineamento contributivo e tributario alle popolazioni di Marche, Umbria e Molise.
Un Consiglio Comunale straordinario aperto alle altre rappresentanze istituzionali si terrà mercoledì nella zona rossa dell’Aquila per portare lo sguardo sullo stato reale dei fatti.
Giovedì dalle ore 12.00, nonostante la nostra popolazione sia sparpagliata e smembrata e con molti problemi di comunicazione ed organizzazione, saremo tutti a Roma davanti al Parlamento; tutti.
L’Aquila 7 dicembre 2009

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