L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

TESTO INTEGRALE DELLO STATUTO

IL NUOVO SITO INFORMATIVO




ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011




Al Sindaco di L'Aquila dott. Massimo Cialente

al Capo Dipartimento della Protezione Civile dott. Guido Bertolaso
alla redazione de "Il Centro"
ai Cittadini aquilani
ai Comitati cittadini di L'Aquila,
a tutti coloro che possono pubblicare questa lettera aperta.

Cari aquilani, non è finita. Neanche a Piazza d'Armi

Oggi, 7 ottobre 2009, il Centro ospita la lunga lettera di Guido Bertolaso agli aquilani. Titolo: "Cari aquilani, non è finita".
Una lunga, accorata lettera in cui mai, nemmeno per sbaglio, viene sfiorata l'ipotesi che si siano commessi errori in questi sei mesi di gestione post-sisma.
Tutto perfetto. Tutto giusto, secondo Guido Bertolaso. Ma chi non sbaglia mai né si mette mai in dubbio, be', a noi fa un po' paura.

Sempre oggi, 7 ottobre 2009, il Centro parla di una lite con coltellata nella tendopoli di Piazza d'Armi.
Che, almeno secondo il quotidiano, sarebbe ancora una tendopoli. E che avrebbe, sempre secondo il Centro, un "rigoroso controllo agli ingressi da parte di chi gestisce il campo di accoglienza".
Ma come? Chi gestirebbe questo (ex) campo? Non era stato chiuso in pompa magna, con grandi comunicati stampa?

La Protezione Civile, peraltro, parlava, il 28 settembre, de "I supposti sfollati abbandonati nella ex tendopoli di Piazza d’Armi " e faceva presente che l'area era stata restituita all'amministrazione comunale, prendendo le distanze dalla situazione.

Situazione che dovrebbe essere motivo di vergogna per chiunque abbia contribuito a crearla e per chiunque non la stia risolvendo.
Tutti possono vedere con i propri occhi cosa succede a Piazza d'Armi.
Gli abitanti delle poche tende rimaste non hanno alcun tipo di assistenza e sicuramente non c'è più alcun controllo all'ingresso, giacché a quel che resta dell'ex tendopoli si accede liberamente (parola, questa, che ha radici sconosciute a L'Aquila, in questi sei mesi di gestione post terremoto).

Dovrebbe essere noto come la violenza trovi ragion d'essere in ambienti socialmente abbandonati.
E Piazza d'Armi e i pochi sfollati rimasti sono stati socialmente abbandonati.
Dai media, che raccontano falsità. Dalla Protezione Civile, che lascia il campo e prende le distanza. Dall'Amministrazione Comunale di L'Aquila, che si limita a pulire i rifiuti venti giorni dopo lo smantellamento ufficiale del campo, e solo dopo che Sabina Guzzanti è giunta a Piazza d'Armi, ripresa, fotografata, al termine della manifestazione del 29 settembre.
L'unica forma di assistenza che è garantita a chi ancora resta a Piazza d'Armi deriva da iniziative spontanee di cittadini.

Con la presente chiediamo che la situazione venga risolta, non già in maniera autoritaria ma con le dovute cautele: è evidente a chiunque che a Piazza d'Armi oggi sia necessario l'operato di assistenti sociali che dovrebbero riuscire a conoscere e comunicare le esigenze degli abitanti dell'(ex) campo di accoglienza e collaborare con l'amministrazione comunale per fornire a queste persone - sfollati, come tutti gli altri - una sistemazione e un'assistenza consone a una vita normale e decorosa.

Cari aquilani, non è finita. Non è finita a Piazza d'Armi ma non è finita nemmeno a L'Aquila.
Di errori se ne sono fatti, e vanno ammessi, perché ammetterli è l'unico modo per porvi rimedio.

Per cominciare, dunque, chiediamo, fortemente e fermamente, che l'errore commesso a Piazza d'Armi venga ammesso e risolto nel rispetto dei diritti di queste persone.
Di tutte le persone.

La Scossa
per l'impegno civile.

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