INUTILI RITARDI E GESTIONE OPACA
L'ARCHITETTO BAN SI OFFRE PER LA RICOSTRUZIONE DEL CONSERVATORIO
Il progetto era pronto. Ed era gratuito. I soldi per realizzarlo c’erano. Berlusconi ha sbandierato il plastico davanti alle telecamere assieme al suo omologo giapponese Taro Aso durante il G8 e alla festa organizzata nella caserma di Coppito. Poi, silenzio. Nessuna spiegazione ufficiale. Tante cose dette poi negate. Stiamo parlando del progetto per la ricostruzione del Conservatorio dell’Aquila dell’architetto giapponese Shigeru Ban, studio a Tokio, New York e Parigi, docente dell'Università Kei, membro del Voluntary Architects Network, famoso nel mondo per le sue ricerche nel campo delle tensostrutture. Progetto, costato all’architetto Ban ben 5 mesi di lavoro, che prevedeva oltre 1000 posti, da realizzare con oltre 500 mila euro messi a disposizione dall’ambasciata giapponese e i restanti 500 mila frutto di fondi raccolti personalmente dall’architetto attraverso fondazioni e gruppi finanziari in Europa e nel mondo. Un progetto definito, anche dal direttore del Conservatorio Bruno Carioti “straordinario, all’avanguardia”. Un progetto, presentato ufficialmente il 7 luglio da Ban assieme al primo ministro giapponese, a Palazzo Chigi, che avrebbe dato all’Aquila una risonanza mondiale, altro che G8. Contrariamente a quanto sostenuto dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, (“Non abbiamo visto una lira dei soldi promessi”) non avrebbe richiesto l’impiego di soldi pubblici. “Un mistero”, esclama il direttore Carioti. “Ho appreso solo oggi che sono iniziati i lavori per la realizzazione di un prefabbricato abitativo modulare scolastico Musp. Pensate che Ban, all’indomani del sisma del 1995 a Kobe, in alternativa alle tendopoli, ideò una soluzione progettando abitazioni di 16 metri quadri con pareti fatte con tubi di cartone e fondazioni di cassette per bottiglie di birra riempite con sabbia. Inoltre è stato uno dei progettisti delle Torri Gemelle”.
Tutto sembrava pronto, l’area espropriata. Ma al dunque è stata bandita una gara e l’appalto assegnato ad una ditta di carpenteria metallica, che avrebbe avuto la meglio grazie a un forte ribasso praticato sul prezzo di partenza, a fronte di bassissime garanzie ambientali e acustiche. A Parigi, nello studio dell’architetto Ban, che ora si trova a Tokio, risponde al telefono il suo più stretto collaboratore, il trentaduenne architetto italiano Alessandro Marcello Boldrini, che si dice esterrefatto per il comportamento del premier, dell’onorevole Bertolaso e del sindaco dell’Aquila. “Ban aveva messo a disposizione la sua equipe, il governo giapponese aveva stanziato i fondi, abbiamo lavorato per mesi, venivamo a L’Aquila e i referenti istituzionali non si facevano trovare. Anche alle richieste dell’ambasciata giapponese in Italia non sono seguite risposte. Mio padre mi ha detto di aver letto sul Fatto Quotidiano che Bertolaso si è lamentato dei soldi promessi non arrivati, ma non è così. Noi avevamo donato tutto. Una occasione perduta. Peccato”.
Per L’Italia, ovviamente. E una pessima figura. Che farebbe il paio con quella della Germania, che lamenta di non essere stata messa nella condizione di devolvere la sua donazione. Ma perché ad un progetto di tale rilevanza e per giunta gratuito si è preferito un prefabbricato Msp da pagare che non offre alcuna garanzia, né in termini ambientali né di acustica? Questa è la domanda a cui il dipartimento della Protezione civile ha tentato di rispondere maldestramente, dicendo che gli unici soldi certi sarebbero stati quelli garantiti dal governo giapponese. Ma così non era, come ha confermato il collaboratore dell’architetto Ban, che con lui ha inviato il progetto alle più importanti fondazioni e gruppi finanziari in Europa e nel Mondo che avevano accettato di finanziarlo.di Sandra Amurri
L’AQUILA; STOP A SALA CONCERTI GIAPPONESE,
Tre megacapannoni - realizzati con moduli edilizi allestiti per usi scolastici provvisori - al posto di una struttura progettata da uno dei più grandi architetti contemporanei, il giapponese Shigeru Ban. La qualità architettonica sacrificata e, quel che è peggio, una grossa perdita economica visto che il nuovo progetto costa circa sei milioni di euro, una cifra quasi tre volte superiore alla previsione di spesa del piano di Ban.
TOKYO, 4 NOV - Il progetto di costruzione di una sala concerti all’Aquila, che doveva essere finanziata per metà dal Giappone nell’ambito degli aiuti internazionali di ricostruzione post terremoto, è stato sospeso per mancanza di fondi e rischia di creare frizioni tra Roma e Tokyo. Lo riferisce lo Yomiuri Shimbun, il più diffuso quotidiano del Sol Levante con più di 12 milioni di copie nella sola edizione del mattino, nella corrispondenza da Roma di Kazuki Mazuhara (”assistenza giapponese sospesa unilateralmente”).
Il progetto, illustrato lo scorso luglio dall’ex premier nipponico Taro Aso al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in occasione del summit del G8, prevedeva la realizzazione in due mesi di una sala concerti innovativa, soprattutto per l’uso di cartone compresso, dell’architetto giapponese, Shigeru Ban.
Il costo, in particolare, era ipotizzato in un milione di euro, di cui la metà a carico del governo nipponico e l’altra coperta con la raccolta di fondi. Stime italiane, invece, ipotizzano, considerando le infrastrutture accessorie (parcheggi e viabilità), costi per circa 3,6 milioni di euro. “Manca il budget”, è il commento dei responsabili per la ricostruzione post terremoto, riferisce il quotidiano nipponico.
“La sospensione è fuori dal senso comune della diplomazia perché si tratta di una cosa decisa tra i capi di governo dei due Paesi”, è il commento dell’ambasciatore giapponese a Roma, Hiroyasu Ando. (ANSA)
PROT. CIVILE, DONAZIONE TOKIO POCO PER AUDITORIUM - BERTOLASO VEDRA’ AMBASCIATORE GIAPPONESE PER SCELTA ALTRA OPERA
L’Auditorium dell’Aquila non si farà, o almeno non è possibile in questo momento e si dovrà trovare un accordo per far confluire su un’altra opera la donazione del governo giapponese. Lo confermano fonti della protezione civile nazionale, interpellate dall’ANSA a proposito della notizia pubblicata da un giornale giapponese, Yomiuri Shimbun, che lamentava lo stop all’opera al quale il governo di Tokio intendeva partecipare con una donazione di 500 mila euro e un progetto firmato dall’architetto Shigeru Ban.
“L’Auditorium - spiegano le fonti della Protezione civile - costerebbe chiavi in mano 4 milioni di euro. Il problema è che per attuare tutte le opere nel territorio stiamo procedendo attraverso gare di appalto. E questo ovviamente non sarebbe possibile farlo per un’opera già progettata.
Dovremmo procedere attraverso assegnazione diretta, ma questo noi stiamo cercando sempre di evitarlo. Non potendo procedere ad assegnazione tramite gara, servirebbero ulteriori finanziamenti.
I 500mila euro offerti dal governo nipponico sono insufficienti”. Quindi l’opera non si farà? “No, al momento non è possibile. Bertolaso - annunciano le stesse fonti - ha già preso appuntamento per la prossima settimana con l’ambasciatore giapponese per trovare una soluzione alternativa che consenta con la donazione nipponica di realizzare un’opera completa”. (ANSA)
DOPO UN MESE L’ARCHITETTO CONFERMA DI LAVORARE SUL CONSERVATORIO
domenica 13 dicembre 2009
L’architetto giapponese Shigeru Ban è pronto. Dopo mesi di inutili ritardi e manovre italiane potrà avviare i lavori di ricostruzione della sala dei concerti “temporanea” del conservatorio Casella de L’Aquila, danneggiato dal terremoto del 6 Aprile. Sarà la sua filosofia orientale, la sua ammirazione per Claudio Abbado, o la sua grande esperienza per i progetti realizzati in zone d’emergenza di tutto il mondo, a fare di Ban un architetto veloce, disponibile ed efficiente senza alcun ombra di polemica per un episodio che ha rischiato, invece, di intaccare i rapporti diplomatici tra Italia e Giappone, a causa di un “plastico del suo progetto” presentato a tutta la stampa internazionale riunita in Abruzzo per il G8 e poi rinnegatogli poco prima dell’avvio dei lavori. “Sono andato a L’Aquila a fine giugno, a visitare il sito. Sapevo che il conservatorio era stato danneggiato e il tetto dell’abbazia di Collemaggio era crollato. Tanti studenti e i musicisti dell’orchestra sinfonica de L’Aquila avevano bisogno di rimettersi all’opera subito”, racconta l’architetto Ban dal suo studio di Tokyo tra un viaggio intercontinentale e l’altro, dal Far East alla Francia dove sta realizzando il nuovo Centro Pompidou di Metz.
Come mai si è impegnato in questo progetto?
Secondo la ricerca fatta dal mio studio oltre il 30 per cento degli abitanti de L’Aquila, distrutta dalle continue scosse che hanno toccato picchi del 6,3 della scala Richter, vivevano per e attorno al mondo della musica. E un intervento d’emergenza andava fatto subito per ridare speranza e lavoro a molti giovani talenti, spendendo il meno possibile.
Cosa avete fatto?
Abbiamo individuato subito il sito. Era un posto inutilizzato, una stazione per i tram che aveva un tetto di ferro già pronto. Abbiamo parlato con il sindaco Massimo Cialente proponendogli l’utilizzo di materiali a bassissimo costo: i tubi di carta riciclabili che sarebbero stati prodotti in zona. Ha approvato l’idea e siamo andati avanti.
E cosa è successo?
Abbiamo preparato il progetto, trovato i primi finanziamenti a Tokyo e il primo ministro giapponese ha presentato il progetto alla stampa durante il G8. Un progetto a bassissimo costo, da poter essere realizzato in tre mesi. Potevamo costruire una struttura di oltre 3.000 metri quadrati, che avrebbe ospitato 700 spettatori con l’aiuto di volontari e studenti.
Lei ha già costruito in zone colpite da catastrofi con l’aiuto di volontari e studenti?
Sì, in molti paesi del mondo, in Asia, in Africa e L’Aquila mi sono messo subito in contatto con la Scuola d’Arte, i professori mi hanno dato il loro sostegno. Gli studenti lavorano meglio dei costruttori, soprattutto nelle zone che sono state distrutte da calamità naturali.
Questo sistema abbatte i costi ma dà anche coraggio, aiuto psicologico a chi ha perso casa e lavoro?
Certo. Il progetto aveva un budget di mezzo milione di euro. I tubi di carta che sostituiscono il legno sono molto resistenti ed economici. Ma ci hanno fatto problemi sui tubi di carta riciclabile e a quanto pare il primo sito non è agibile, per una questione di pagamenti che non è stata risolta.
E adesso?
Le autorità italiane si sono sbagliate, si sono scusate, ma ora possiamo costruire la sala dei concerti del Conservatorio, nel sito che hanno deciso anche se il nostro intervento sarà più piccolo. Prima avevano proposto Bazzano, poi Coppito. Spero entro Natale di tornare a L’Aquila per iniziare il progetto. Ho sempre realizzato i miei progetti non ho mai fallito.
CONCLUSIONI
http://rivista.consaq.it/online/14_09/4.pdf
contiene il vero progetto che si sarebbe dovuto realizzare sotto la pensilina della metro e quindi con il recupero di uno spazio attualmente in forte degrado.
Il costo totale del progetto, comprendente sede del Conservatorio e Auditorium di circa 500 posti, era stimato intorno a 2,5 milioni di € di cui
500.000 offerti dal gov. giapponese e altri 1.500.000 attraverso finanziamenti di altri Governi.
Dopo ferragosto, quando sarebbero dovuti iniziare i lavori, c'è stata l'interruzione
del progetto senza nessuna spiegazione o valida motivazione.
In quei giorni ci fu un rimpallo di responsabilità, chi le attribuiva al Comune e chi alla PC.
Per la realizzazione di questo progetto aveva lavorato, subito dopo il terremoto, la dirigenza del Conservatorio stabilendo contatti con l'ambasciata Giapponese e l'architetto Shigeru Ban. Quest'ultimo aveva trovato persino una ditta abruzzese che era pronta a realizzare i tubi di cartone utili alla costruzione secondo il suo brevetto. C'erano contatti con la facoltà di ingegneria dell'aq e i lavori di realizzazione avrebbero visto la partecipazione, attraverso una master class tenuta dall'architetto, degli studenti della stessa facoltà.
L'Aquila avrebbe potuto avere un auditorium di cartone unico al mondo e una sede del Conservatorio che, seppur provvisoria, di indubbio valore architettonico e di sicuro richiamo per turisti fruitori ed addetti ai lavori. Il costo, 2 milioni escludendo gli altri possibili aiuti.
Attualmente la sede provvisoria finita di costruire è sicuramente funzionale ma priva di auditorium ed esteticamente molto discutibile, nessuno verrà di certo ad ammirarne l'aspetto architettonico. il costo 5,7 milioni di €.
L'architetto Ban realizzerà l'auditorium dietro la nuova sede del Conservatorio.
SUBAPPALTI NON AUTORIZZATI; LA GESTIONE OPACA DI BERTOLASO
di Angelo Venti
La gestione opaca di miliardi di euro da parte del Dipartimento di Protezione civile non è più solo un problema di trasparenza, di infiltrazioni criminali o di commistione tra Affari & Politica.
Ormai assume i contorni di un sistema ben oliato che consente ad amici e amici degli amici di spartirsi la ricca torta dell’emergenza e della ricostruzione. Un sistema che permette di aggirare regole e norme dello stato di diritto e operare, con il pretesto dell’emergenza, in deroga a tutto, anche alla Costituzione. CONTINUA
Precisazioni della Prefettura sull'articolo di Angelo Venti. LEGGI TUTTO
Risposta successiva di Angelo Venti
La storia si ripete. Il Prefetto di L’Aquila, Franco Gabrielli, ci riprova ancora una volta...
...Già la prima volta non fece una bella figura, quando a fine giugno convocò una irrituale conferenza stampa per smentire una nostra notizia rilanciata poi da un articolo di La Repubblica. In quella occasione, il Prefetto Gabrielli difese la Impresa Di Marco, salvo vedersi costretto, alcuni mesi dopo, a ritirargli il certificato antimafia. LEGGI TUTTO
ALTRI ARTICOLI DI Angelo Venti
LE DICHIARAZIONI UFFICIALI DI CIALENTE,PEZZOPANE E BERTOLASO ...RISPOSTE SENZA DOMANDE
16 novembre 2009
Le dichiarazioni del Sindaco e della Presidente della Provincia, alcuni giorni fa, evidenziavano i problemi legati all’insufficienza del progetto C.A.S.E., ai tempi già lunghi della vera ricostruzione, ad una emergenza a tempo indeterminato. Il Dr. Bertolaso è intervenuto con un “monito” rivolto alle ditte che ritardano i lavori, sia per i MAP che per gli immobili B e C, annunciando che presto partiranno verifiche al fine di controllare le situazioni patrimoniali di coloro che, assegnatari di alloggio del progetto C.A.S.E., possiedono auto di lusso, precisando che le C.A.S.E. sono state costruite per tutti coloro che non hanno alternative. Le tre dichiarazioni, sulle quali concordo, meritano, complessivamente, una qualche osservazione. Tre semplici dati, così come dal sito della Protezione Civile (aggiornamento del 14 novembre 2009): popolazione alloggiata in alberghi/caserna e case private 21.203; nelle tendopoli 671; nelle C.A.S.E. 4.764; nei MAP 480. Se delle 17.000 persone da alloggiare nei 4.600 appartamenti del progetto C.A.S.E., soltanto 4.764 hanno trovato sistemazione, è evidente che qualcosa non ha funzionato: 13.000 mila persone sono ancora fuori, e non è né tecnicamente, né umanamente possibile che il 31 dicembre 2009, come recitano le date di consegna indicate negli elenchi provvisori, sia un obiettivo temporale che possa essere rispettato. Inoltre, i cittadini del centro storico di L’Aquila e della sua estesa periferia sono stati discriminati rispetto alla tutela della territorialità che è stata riconosciuta ad altri: diverse frazioni avranno i MAP, oltre 24 frazioni sono vincolate al piano C.A.S.E. per cui i nuclei da esse provenienti devono necessariamente essere alloggiati in determinate aree specifiche, vicino o in prossimità dei luoghi abitati al 5 aprile (faccio notare che tali aree vincolate non erano specificate né nominate al momento della rilevazione del fabbisogno alloggiativo del 1°/10 agosto 2009, determinando, con la mancata informazione, un ordine nella scelta di preferenza che sarebbe sicuramente stato diverso se il cittadino fosse stato a conoscenza dei vincoli insistenti su alcune delle 19 aree). Mi chiedo, e chiedo, perché alle frazioni è garantito il giusto diritto alla territorialità, enunciato dalla normativa generale e dalle ordinanze fin qui emanate, ed i cittadini del centro storico e della città devono andare “raminghi”, sperduti, spauriti, senza relazioni sociali preesistenti, nelle 19 aree? E non sarebbe stato giusto assegnare una valutazione ai proprietari delle prime case distrutte o inagibili con esito E? Infatti, sono i proprietari che devono ricostruire, sono loro che, in moltissimi casi, devono continuare a pagare mutuo ed interessi per una casa di cui non possono avere la disponibilità; hanno perso denaro, sacrifici, hanno davanti una strada tutta in salita, tempi lunghissimi di attesa, specialmente per coloro che abitano nel centro storico. E torno alle dichiarazioni del Dr. Bertolaso: “Le C.A.S.E. noi le abbiamo costruite per tutti coloro che non avevano alternative….verranno avviati i controlli perché l’auto di lusso ed un certo tenore di vita rivelano palesemente che ci possano essere stati errori”. Ma se il criterio del reddito, invocato da tanti, non si è voluto considerare, oggi in base a cosa viene valutato il tenore di vita? E la valutazione di alternative alloggiative, tiene conto delle case di legno, nate come funghi in ogni angolo della nostra città e delle nostre frazioni? Nelle linee guida per la determinazione del fabbisogno alloggiativo del Comune di L’Aquila, all’articolo 11 “Incompatibilità dei benefici” il Comune stabilisce che chiunque abbia avviato la procedura per la realizzazione di un manufatto temporaneo (delibera C.C. n. 58 del 25 maggio 2009) …è tenuto alla immediata rimozione del manufatto, pena la decadenza dell’assegnazione”. Anche gli Enti proprietari di immobili dovrebbero fare la loro parte, procedendo alla riconsegna degli immobili che possono essere di nuovo abitati dai precedenti inquilini (i lavori di ripristino e messa in sicurezza di diversi appartamenti in A e B volge al termine e voglio credere che rientreranno nella disponibilità di coloro che l’abitavano, come affittuari, alla data del 5 aprile), altrimenti si potrebbero configurare situazioni di grave ingiustizia per cui chi ha casa in E, magari di proprietà e nel centro storico, si trova ancora in una stanza di albergo, e chi è affittuario di Enti, e può rientrare per la fine di dicembre 2009, è al momento assegnatario di alloggio del progetto C.A.S.E., Se si ha la volontà di correggere i “palesi” errori, ancora si è in tempo! Le C.A.S.E. a tutti coloro che non hanno alternative, con la garanzia che i diritti individuali ed inviolabili di ognuno vengano tutelati. Se le C.A.S.E. per tutti non ci sono, bisogna avere il coraggio di mettere dei paletti e stabilire dei criteri rispetto alle assegnazioni delle varie soluzioni alloggiative, soluzioni diversificate che chiaramente devono dare un tetto a tutti coloro che ne hanno bisogno e non hanno alternative: l’emergenza ed il vittimismo non possono più giustificare errori, ritardi e non rispetto dei diritti individuali. di Pina Lauria
BANDI PILOTATI
Pubblicato il bando per i moduli removibili con scadenza venerdì 6 novembre.
Siamo perplessi sulla eccessiva definizione di specifiche tecniche nelle richieste che sembrano privilegiare DETERMINATE DITTE, siamo perplessi sulle quantità richieste rispetto ai soldi stanziati e sul tempo di locazione garantito di UN SOLO ANNO. Tuttavia abbiamo invitato la ditta di Amsterdam TEMPOHOUSING a partecipare al bando con una loro proposta, nonostante la presenza nel suddetto bando di una specifica tecnica " tetto ventilato anticondensa" che non possono soddisfare in quanto vengono utilizzate diverse soluzioni tecniche per l'anticondensa.
L'Aquila a metà ottobre
C'è stato ritardo nel comprendere la necessità di integrare il piano C.A.S.E.con i M.A.P.aggiuntivi anche per le frazioni dell'aquilano dato che non erano assolutamente previsti fino ad Agosto. A seguito dei risultati di un Censimento, poco chiaro nelle richieste e nelle finalità,e soprattutto a seguito di 5000 lettere, allegate dagli aquilani che non potendo esprimere una preferenza di casa diversa dal Piano C.A.S.E. all'interno del modulo si esprimevano in tal modo per chiedere le casette in legno.
Gli scritti definiti "LETTERINE DI BABBO NATALE" hanno condotto ad un inserimento forzatamente per le frazioni e non del tutto rispondente a coloro che preferivano questa soluzione. Tutto ciò DOVUTO AD UNA POCO TRASPARENTE IMPOSTAZIONE DEL CENSIMENTO
Con l'Ordinanza n. 3817 pubblicata il 20 ottobre: Case mobili e altre novità per il territorio abruzzese colpito dal terremoto, il Sindaco si appresta ora a spendere 40 milioni di euro per altri alloggi provvisori esprimendo una chiara preferenza per i M.A.R.( casette su ruote) nonostante abbiano un peggior rapporto qualità prezzo e forse perchè gli verranno fornite in affitto dal Sig. DEL TOSTO
IL 14 ottobre sono stati pubblicati i destinatari dei primi FINANZIAMENTI per le ricostruzioni. Sono quelli gestiti da FINTECNA. CHIEDIAMO LA TRASPARENZA 100% DEL SUDDETTO ELENCO CON L'INSERIMENTO TEMPESTIVO DEI DATI RIPORTANTI NOME DELLE DITTE E DEL PROGETTISTA NONCHE'IL PREVENTIVO DEI DANNI RICONOSCIUTI LEGALMENTE.
IL COMUNE DI L'AQUILA HA PUBBLICATO VENERDI 9 OTTOBRE, UN BANDO PER LE ASSUNZIONI CON SCADENZA IL 14 OTTOBRE.
SOLO 5 GIORNI E CON IL SABATO E LA DOMENICA COMPRESI
NON SEMBRA ESSERE STATA UNA SCELTA DI TRASPARENZA.
"Il Comune dell’Aquila ha emesso 10 bandi per assumere complessivamente 84 unità a tempo determinato. Tale operazione è stata resa possibile grazie a quanto previsto dall’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3808 del 15 settembre. Ai vincitori del concorso sarà data la possibilità di sottoscrivere un contratto fino alla fine di giugno dell’anno prossimo."
IL BANDO HA AVUTO POI UNA PROROGA DELLA SCADENZA
CASE PRONTE TERRENI NO
L'AQUILA, 27 AGO - Le case prefabbricate per gli sfollati abruzzesi sono pronte, ma giacciono nei magazzini delle ditte appaltatrici perchè le aree che devono ospitarle non sono state ancora trovate. Lo ha detto, ai microfoni di CNRmedia.com, Marco Beltramini della Steda Spa di Rossano Veneto (Vicenza), una delle aziende costruttrici. «I nostri tempi dipendono dalla consegna delle aree da parte delle amministrazioni comunali - ha dichiarato Beltramini - perchè è demandato ai singoli Comuni l'appalto per la realizzazione delle platee. Per ora non ci è stata consegnata alcuna area, ma noi siamo pronti». La Steda è una delle dieci ditte che si sono aggiudicate l'appalto per la costruzione dei 4.500 prefabbricati previsti dal Piano della Presidenza del Consiglio: 900 quelle destinate all'azienda vicentina, che si è appoggiata a una rete di fornitori italiani ed esteri. Il costo medio di una «casetta» è di 40 mila euro.L'Aquila, 27 Ago - Case pronte, terreni no; queste le dichiarazioni di uno dei costruttori dei moduli provvisori
Il progetto era pronto. Ed era gratuito. I soldi per realizzarlo c’erano. Berlusconi ha sbandierato il plastico davanti alle telecamere assieme al suo omologo giapponese Taro Aso durante il G8 e alla festa organizzata nella caserma di Coppito. Poi, silenzio. Nessuna spiegazione ufficiale. Tante cose dette poi negate. Stiamo parlando del progetto per la ricostruzione del Conservatorio dell’Aquila dell’architetto giapponese Shigeru Ban, studio a Tokio, New York e Parigi, docente dell'Università Kei, membro del Voluntary Architects Network, famoso nel mondo per le sue ricerche nel campo delle tensostrutture. Progetto, costato all’architetto Ban ben 5 mesi di lavoro, che prevedeva oltre 1000 posti, da realizzare con oltre 500 mila euro messi a disposizione dall’ambasciata giapponese e i restanti 500 mila frutto di fondi raccolti personalmente dall’architetto attraverso fondazioni e gruppi finanziari in Europa e nel mondo. Un progetto definito, anche dal direttore del Conservatorio Bruno Carioti “straordinario, all’avanguardia”. Un progetto, presentato ufficialmente il 7 luglio da Ban assieme al primo ministro giapponese, a Palazzo Chigi, che avrebbe dato all’Aquila una risonanza mondiale, altro che G8. Contrariamente a quanto sostenuto dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, (“Non abbiamo visto una lira dei soldi promessi”) non avrebbe richiesto l’impiego di soldi pubblici. “Un mistero”, esclama il direttore Carioti. “Ho appreso solo oggi che sono iniziati i lavori per la realizzazione di un prefabbricato abitativo modulare scolastico Musp. Pensate che Ban, all’indomani del sisma del 1995 a Kobe, in alternativa alle tendopoli, ideò una soluzione progettando abitazioni di 16 metri quadri con pareti fatte con tubi di cartone e fondazioni di cassette per bottiglie di birra riempite con sabbia. Inoltre è stato uno dei progettisti delle Torri Gemelle”.
Tutto sembrava pronto, l’area espropriata. Ma al dunque è stata bandita una gara e l’appalto assegnato ad una ditta di carpenteria metallica, che avrebbe avuto la meglio grazie a un forte ribasso praticato sul prezzo di partenza, a fronte di bassissime garanzie ambientali e acustiche. A Parigi, nello studio dell’architetto Ban, che ora si trova a Tokio, risponde al telefono il suo più stretto collaboratore, il trentaduenne architetto italiano Alessandro Marcello Boldrini, che si dice esterrefatto per il comportamento del premier, dell’onorevole Bertolaso e del sindaco dell’Aquila. “Ban aveva messo a disposizione la sua equipe, il governo giapponese aveva stanziato i fondi, abbiamo lavorato per mesi, venivamo a L’Aquila e i referenti istituzionali non si facevano trovare. Anche alle richieste dell’ambasciata giapponese in Italia non sono seguite risposte. Mio padre mi ha detto di aver letto sul Fatto Quotidiano che Bertolaso si è lamentato dei soldi promessi non arrivati, ma non è così. Noi avevamo donato tutto. Una occasione perduta. Peccato”.
Per L’Italia, ovviamente. E una pessima figura. Che farebbe il paio con quella della Germania, che lamenta di non essere stata messa nella condizione di devolvere la sua donazione. Ma perché ad un progetto di tale rilevanza e per giunta gratuito si è preferito un prefabbricato Msp da pagare che non offre alcuna garanzia, né in termini ambientali né di acustica? Questa è la domanda a cui il dipartimento della Protezione civile ha tentato di rispondere maldestramente, dicendo che gli unici soldi certi sarebbero stati quelli garantiti dal governo giapponese. Ma così non era, come ha confermato il collaboratore dell’architetto Ban, che con lui ha inviato il progetto alle più importanti fondazioni e gruppi finanziari in Europa e nel Mondo che avevano accettato di finanziarlo.di Sandra Amurri
L’AQUILA; STOP A SALA CONCERTI GIAPPONESE,
Tre megacapannoni - realizzati con moduli edilizi allestiti per usi scolastici provvisori - al posto di una struttura progettata da uno dei più grandi architetti contemporanei, il giapponese Shigeru Ban. La qualità architettonica sacrificata e, quel che è peggio, una grossa perdita economica visto che il nuovo progetto costa circa sei milioni di euro, una cifra quasi tre volte superiore alla previsione di spesa del piano di Ban.
TOKYO, 4 NOV - Il progetto di costruzione di una sala concerti all’Aquila, che doveva essere finanziata per metà dal Giappone nell’ambito degli aiuti internazionali di ricostruzione post terremoto, è stato sospeso per mancanza di fondi e rischia di creare frizioni tra Roma e Tokyo. Lo riferisce lo Yomiuri Shimbun, il più diffuso quotidiano del Sol Levante con più di 12 milioni di copie nella sola edizione del mattino, nella corrispondenza da Roma di Kazuki Mazuhara (”assistenza giapponese sospesa unilateralmente”).
Il progetto, illustrato lo scorso luglio dall’ex premier nipponico Taro Aso al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in occasione del summit del G8, prevedeva la realizzazione in due mesi di una sala concerti innovativa, soprattutto per l’uso di cartone compresso, dell’architetto giapponese, Shigeru Ban.
Il costo, in particolare, era ipotizzato in un milione di euro, di cui la metà a carico del governo nipponico e l’altra coperta con la raccolta di fondi. Stime italiane, invece, ipotizzano, considerando le infrastrutture accessorie (parcheggi e viabilità), costi per circa 3,6 milioni di euro. “Manca il budget”, è il commento dei responsabili per la ricostruzione post terremoto, riferisce il quotidiano nipponico.
“La sospensione è fuori dal senso comune della diplomazia perché si tratta di una cosa decisa tra i capi di governo dei due Paesi”, è il commento dell’ambasciatore giapponese a Roma, Hiroyasu Ando. (ANSA)
PROT. CIVILE, DONAZIONE TOKIO POCO PER AUDITORIUM - BERTOLASO VEDRA’ AMBASCIATORE GIAPPONESE PER SCELTA ALTRA OPERA
L’Auditorium dell’Aquila non si farà, o almeno non è possibile in questo momento e si dovrà trovare un accordo per far confluire su un’altra opera la donazione del governo giapponese. Lo confermano fonti della protezione civile nazionale, interpellate dall’ANSA a proposito della notizia pubblicata da un giornale giapponese, Yomiuri Shimbun, che lamentava lo stop all’opera al quale il governo di Tokio intendeva partecipare con una donazione di 500 mila euro e un progetto firmato dall’architetto Shigeru Ban.
“L’Auditorium - spiegano le fonti della Protezione civile - costerebbe chiavi in mano 4 milioni di euro. Il problema è che per attuare tutte le opere nel territorio stiamo procedendo attraverso gare di appalto. E questo ovviamente non sarebbe possibile farlo per un’opera già progettata.
Dovremmo procedere attraverso assegnazione diretta, ma questo noi stiamo cercando sempre di evitarlo. Non potendo procedere ad assegnazione tramite gara, servirebbero ulteriori finanziamenti.
I 500mila euro offerti dal governo nipponico sono insufficienti”. Quindi l’opera non si farà? “No, al momento non è possibile. Bertolaso - annunciano le stesse fonti - ha già preso appuntamento per la prossima settimana con l’ambasciatore giapponese per trovare una soluzione alternativa che consenta con la donazione nipponica di realizzare un’opera completa”. (ANSA)
DOPO UN MESE L’ARCHITETTO CONFERMA DI LAVORARE SUL CONSERVATORIO
domenica 13 dicembre 2009
L’architetto giapponese Shigeru Ban è pronto. Dopo mesi di inutili ritardi e manovre italiane potrà avviare i lavori di ricostruzione della sala dei concerti “temporanea” del conservatorio Casella de L’Aquila, danneggiato dal terremoto del 6 Aprile. Sarà la sua filosofia orientale, la sua ammirazione per Claudio Abbado, o la sua grande esperienza per i progetti realizzati in zone d’emergenza di tutto il mondo, a fare di Ban un architetto veloce, disponibile ed efficiente senza alcun ombra di polemica per un episodio che ha rischiato, invece, di intaccare i rapporti diplomatici tra Italia e Giappone, a causa di un “plastico del suo progetto” presentato a tutta la stampa internazionale riunita in Abruzzo per il G8 e poi rinnegatogli poco prima dell’avvio dei lavori. “Sono andato a L’Aquila a fine giugno, a visitare il sito. Sapevo che il conservatorio era stato danneggiato e il tetto dell’abbazia di Collemaggio era crollato. Tanti studenti e i musicisti dell’orchestra sinfonica de L’Aquila avevano bisogno di rimettersi all’opera subito”, racconta l’architetto Ban dal suo studio di Tokyo tra un viaggio intercontinentale e l’altro, dal Far East alla Francia dove sta realizzando il nuovo Centro Pompidou di Metz.
Come mai si è impegnato in questo progetto?
Secondo la ricerca fatta dal mio studio oltre il 30 per cento degli abitanti de L’Aquila, distrutta dalle continue scosse che hanno toccato picchi del 6,3 della scala Richter, vivevano per e attorno al mondo della musica. E un intervento d’emergenza andava fatto subito per ridare speranza e lavoro a molti giovani talenti, spendendo il meno possibile.
Cosa avete fatto?
Abbiamo individuato subito il sito. Era un posto inutilizzato, una stazione per i tram che aveva un tetto di ferro già pronto. Abbiamo parlato con il sindaco Massimo Cialente proponendogli l’utilizzo di materiali a bassissimo costo: i tubi di carta riciclabili che sarebbero stati prodotti in zona. Ha approvato l’idea e siamo andati avanti.
E cosa è successo?
Abbiamo preparato il progetto, trovato i primi finanziamenti a Tokyo e il primo ministro giapponese ha presentato il progetto alla stampa durante il G8. Un progetto a bassissimo costo, da poter essere realizzato in tre mesi. Potevamo costruire una struttura di oltre 3.000 metri quadrati, che avrebbe ospitato 700 spettatori con l’aiuto di volontari e studenti.
Lei ha già costruito in zone colpite da catastrofi con l’aiuto di volontari e studenti?
Sì, in molti paesi del mondo, in Asia, in Africa e L’Aquila mi sono messo subito in contatto con la Scuola d’Arte, i professori mi hanno dato il loro sostegno. Gli studenti lavorano meglio dei costruttori, soprattutto nelle zone che sono state distrutte da calamità naturali.
Questo sistema abbatte i costi ma dà anche coraggio, aiuto psicologico a chi ha perso casa e lavoro?
Certo. Il progetto aveva un budget di mezzo milione di euro. I tubi di carta che sostituiscono il legno sono molto resistenti ed economici. Ma ci hanno fatto problemi sui tubi di carta riciclabile e a quanto pare il primo sito non è agibile, per una questione di pagamenti che non è stata risolta.
E adesso?
Le autorità italiane si sono sbagliate, si sono scusate, ma ora possiamo costruire la sala dei concerti del Conservatorio, nel sito che hanno deciso anche se il nostro intervento sarà più piccolo. Prima avevano proposto Bazzano, poi Coppito. Spero entro Natale di tornare a L’Aquila per iniziare il progetto. Ho sempre realizzato i miei progetti non ho mai fallito.
CONCLUSIONI
http://rivista.consaq.it/online/14_09/4.pdf
contiene il vero progetto che si sarebbe dovuto realizzare sotto la pensilina della metro e quindi con il recupero di uno spazio attualmente in forte degrado.
Il costo totale del progetto, comprendente sede del Conservatorio e Auditorium di circa 500 posti, era stimato intorno a 2,5 milioni di € di cui
500.000 offerti dal gov. giapponese e altri 1.500.000 attraverso finanziamenti di altri Governi.
Dopo ferragosto, quando sarebbero dovuti iniziare i lavori, c'è stata l'interruzione
del progetto senza nessuna spiegazione o valida motivazione.
In quei giorni ci fu un rimpallo di responsabilità, chi le attribuiva al Comune e chi alla PC.
Per la realizzazione di questo progetto aveva lavorato, subito dopo il terremoto, la dirigenza del Conservatorio stabilendo contatti con l'ambasciata Giapponese e l'architetto Shigeru Ban. Quest'ultimo aveva trovato persino una ditta abruzzese che era pronta a realizzare i tubi di cartone utili alla costruzione secondo il suo brevetto. C'erano contatti con la facoltà di ingegneria dell'aq e i lavori di realizzazione avrebbero visto la partecipazione, attraverso una master class tenuta dall'architetto, degli studenti della stessa facoltà.
L'Aquila avrebbe potuto avere un auditorium di cartone unico al mondo e una sede del Conservatorio che, seppur provvisoria, di indubbio valore architettonico e di sicuro richiamo per turisti fruitori ed addetti ai lavori. Il costo, 2 milioni escludendo gli altri possibili aiuti.
Attualmente la sede provvisoria finita di costruire è sicuramente funzionale ma priva di auditorium ed esteticamente molto discutibile, nessuno verrà di certo ad ammirarne l'aspetto architettonico. il costo 5,7 milioni di €.
L'architetto Ban realizzerà l'auditorium dietro la nuova sede del Conservatorio.
SUBAPPALTI NON AUTORIZZATI; LA GESTIONE OPACA DI BERTOLASO
di Angelo Venti
La gestione opaca di miliardi di euro da parte del Dipartimento di Protezione civile non è più solo un problema di trasparenza, di infiltrazioni criminali o di commistione tra Affari & Politica.
Ormai assume i contorni di un sistema ben oliato che consente ad amici e amici degli amici di spartirsi la ricca torta dell’emergenza e della ricostruzione. Un sistema che permette di aggirare regole e norme dello stato di diritto e operare, con il pretesto dell’emergenza, in deroga a tutto, anche alla Costituzione. CONTINUA
Precisazioni della Prefettura sull'articolo di Angelo Venti. LEGGI TUTTO
Risposta successiva di Angelo Venti
La storia si ripete. Il Prefetto di L’Aquila, Franco Gabrielli, ci riprova ancora una volta...
...Già la prima volta non fece una bella figura, quando a fine giugno convocò una irrituale conferenza stampa per smentire una nostra notizia rilanciata poi da un articolo di La Repubblica. In quella occasione, il Prefetto Gabrielli difese la Impresa Di Marco, salvo vedersi costretto, alcuni mesi dopo, a ritirargli il certificato antimafia. LEGGI TUTTO
ALTRI ARTICOLI DI Angelo Venti
LE DICHIARAZIONI UFFICIALI DI CIALENTE,PEZZOPANE E BERTOLASO ...RISPOSTE SENZA DOMANDE
16 novembre 2009
Le dichiarazioni del Sindaco e della Presidente della Provincia, alcuni giorni fa, evidenziavano i problemi legati all’insufficienza del progetto C.A.S.E., ai tempi già lunghi della vera ricostruzione, ad una emergenza a tempo indeterminato. Il Dr. Bertolaso è intervenuto con un “monito” rivolto alle ditte che ritardano i lavori, sia per i MAP che per gli immobili B e C, annunciando che presto partiranno verifiche al fine di controllare le situazioni patrimoniali di coloro che, assegnatari di alloggio del progetto C.A.S.E., possiedono auto di lusso, precisando che le C.A.S.E. sono state costruite per tutti coloro che non hanno alternative. Le tre dichiarazioni, sulle quali concordo, meritano, complessivamente, una qualche osservazione. Tre semplici dati, così come dal sito della Protezione Civile (aggiornamento del 14 novembre 2009): popolazione alloggiata in alberghi/caserna e case private 21.203; nelle tendopoli 671; nelle C.A.S.E. 4.764; nei MAP 480. Se delle 17.000 persone da alloggiare nei 4.600 appartamenti del progetto C.A.S.E., soltanto 4.764 hanno trovato sistemazione, è evidente che qualcosa non ha funzionato: 13.000 mila persone sono ancora fuori, e non è né tecnicamente, né umanamente possibile che il 31 dicembre 2009, come recitano le date di consegna indicate negli elenchi provvisori, sia un obiettivo temporale che possa essere rispettato. Inoltre, i cittadini del centro storico di L’Aquila e della sua estesa periferia sono stati discriminati rispetto alla tutela della territorialità che è stata riconosciuta ad altri: diverse frazioni avranno i MAP, oltre 24 frazioni sono vincolate al piano C.A.S.E. per cui i nuclei da esse provenienti devono necessariamente essere alloggiati in determinate aree specifiche, vicino o in prossimità dei luoghi abitati al 5 aprile (faccio notare che tali aree vincolate non erano specificate né nominate al momento della rilevazione del fabbisogno alloggiativo del 1°/10 agosto 2009, determinando, con la mancata informazione, un ordine nella scelta di preferenza che sarebbe sicuramente stato diverso se il cittadino fosse stato a conoscenza dei vincoli insistenti su alcune delle 19 aree). Mi chiedo, e chiedo, perché alle frazioni è garantito il giusto diritto alla territorialità, enunciato dalla normativa generale e dalle ordinanze fin qui emanate, ed i cittadini del centro storico e della città devono andare “raminghi”, sperduti, spauriti, senza relazioni sociali preesistenti, nelle 19 aree? E non sarebbe stato giusto assegnare una valutazione ai proprietari delle prime case distrutte o inagibili con esito E? Infatti, sono i proprietari che devono ricostruire, sono loro che, in moltissimi casi, devono continuare a pagare mutuo ed interessi per una casa di cui non possono avere la disponibilità; hanno perso denaro, sacrifici, hanno davanti una strada tutta in salita, tempi lunghissimi di attesa, specialmente per coloro che abitano nel centro storico. E torno alle dichiarazioni del Dr. Bertolaso: “Le C.A.S.E. noi le abbiamo costruite per tutti coloro che non avevano alternative….verranno avviati i controlli perché l’auto di lusso ed un certo tenore di vita rivelano palesemente che ci possano essere stati errori”. Ma se il criterio del reddito, invocato da tanti, non si è voluto considerare, oggi in base a cosa viene valutato il tenore di vita? E la valutazione di alternative alloggiative, tiene conto delle case di legno, nate come funghi in ogni angolo della nostra città e delle nostre frazioni? Nelle linee guida per la determinazione del fabbisogno alloggiativo del Comune di L’Aquila, all’articolo 11 “Incompatibilità dei benefici” il Comune stabilisce che chiunque abbia avviato la procedura per la realizzazione di un manufatto temporaneo (delibera C.C. n. 58 del 25 maggio 2009) …è tenuto alla immediata rimozione del manufatto, pena la decadenza dell’assegnazione”. Anche gli Enti proprietari di immobili dovrebbero fare la loro parte, procedendo alla riconsegna degli immobili che possono essere di nuovo abitati dai precedenti inquilini (i lavori di ripristino e messa in sicurezza di diversi appartamenti in A e B volge al termine e voglio credere che rientreranno nella disponibilità di coloro che l’abitavano, come affittuari, alla data del 5 aprile), altrimenti si potrebbero configurare situazioni di grave ingiustizia per cui chi ha casa in E, magari di proprietà e nel centro storico, si trova ancora in una stanza di albergo, e chi è affittuario di Enti, e può rientrare per la fine di dicembre 2009, è al momento assegnatario di alloggio del progetto C.A.S.E., Se si ha la volontà di correggere i “palesi” errori, ancora si è in tempo! Le C.A.S.E. a tutti coloro che non hanno alternative, con la garanzia che i diritti individuali ed inviolabili di ognuno vengano tutelati. Se le C.A.S.E. per tutti non ci sono, bisogna avere il coraggio di mettere dei paletti e stabilire dei criteri rispetto alle assegnazioni delle varie soluzioni alloggiative, soluzioni diversificate che chiaramente devono dare un tetto a tutti coloro che ne hanno bisogno e non hanno alternative: l’emergenza ed il vittimismo non possono più giustificare errori, ritardi e non rispetto dei diritti individuali. di Pina Lauria
BANDI PILOTATI
Pubblicato il bando per i moduli removibili con scadenza venerdì 6 novembre.
Siamo perplessi sulla eccessiva definizione di specifiche tecniche nelle richieste che sembrano privilegiare DETERMINATE DITTE, siamo perplessi sulle quantità richieste rispetto ai soldi stanziati e sul tempo di locazione garantito di UN SOLO ANNO. Tuttavia abbiamo invitato la ditta di Amsterdam TEMPOHOUSING a partecipare al bando con una loro proposta, nonostante la presenza nel suddetto bando di una specifica tecnica " tetto ventilato anticondensa" che non possono soddisfare in quanto vengono utilizzate diverse soluzioni tecniche per l'anticondensa.
L'Aquila a metà ottobre
C'è stato ritardo nel comprendere la necessità di integrare il piano C.A.S.E.con i M.A.P.aggiuntivi anche per le frazioni dell'aquilano dato che non erano assolutamente previsti fino ad Agosto. A seguito dei risultati di un Censimento, poco chiaro nelle richieste e nelle finalità,e soprattutto a seguito di 5000 lettere, allegate dagli aquilani che non potendo esprimere una preferenza di casa diversa dal Piano C.A.S.E. all'interno del modulo si esprimevano in tal modo per chiedere le casette in legno.
Gli scritti definiti "LETTERINE DI BABBO NATALE" hanno condotto ad un inserimento forzatamente per le frazioni e non del tutto rispondente a coloro che preferivano questa soluzione. Tutto ciò DOVUTO AD UNA POCO TRASPARENTE IMPOSTAZIONE DEL CENSIMENTO
Con l'Ordinanza n. 3817 pubblicata il 20 ottobre: Case mobili e altre novità per il territorio abruzzese colpito dal terremoto, il Sindaco si appresta ora a spendere 40 milioni di euro per altri alloggi provvisori esprimendo una chiara preferenza per i M.A.R.( casette su ruote) nonostante abbiano un peggior rapporto qualità prezzo e forse perchè gli verranno fornite in affitto dal Sig. DEL TOSTO
IL 14 ottobre sono stati pubblicati i destinatari dei primi FINANZIAMENTI per le ricostruzioni. Sono quelli gestiti da FINTECNA. CHIEDIAMO LA TRASPARENZA 100% DEL SUDDETTO ELENCO CON L'INSERIMENTO TEMPESTIVO DEI DATI RIPORTANTI NOME DELLE DITTE E DEL PROGETTISTA NONCHE'IL PREVENTIVO DEI DANNI RICONOSCIUTI LEGALMENTE.
IL COMUNE DI L'AQUILA HA PUBBLICATO VENERDI 9 OTTOBRE, UN BANDO PER LE ASSUNZIONI CON SCADENZA IL 14 OTTOBRE.
SOLO 5 GIORNI E CON IL SABATO E LA DOMENICA COMPRESI
NON SEMBRA ESSERE STATA UNA SCELTA DI TRASPARENZA.
"Il Comune dell’Aquila ha emesso 10 bandi per assumere complessivamente 84 unità a tempo determinato. Tale operazione è stata resa possibile grazie a quanto previsto dall’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3808 del 15 settembre. Ai vincitori del concorso sarà data la possibilità di sottoscrivere un contratto fino alla fine di giugno dell’anno prossimo."
IL BANDO HA AVUTO POI UNA PROROGA DELLA SCADENZA
CASE PRONTE TERRENI NO
L'AQUILA, 27 AGO - Le case prefabbricate per gli sfollati abruzzesi sono pronte, ma giacciono nei magazzini delle ditte appaltatrici perchè le aree che devono ospitarle non sono state ancora trovate. Lo ha detto, ai microfoni di CNRmedia.com, Marco Beltramini della Steda Spa di Rossano Veneto (Vicenza), una delle aziende costruttrici. «I nostri tempi dipendono dalla consegna delle aree da parte delle amministrazioni comunali - ha dichiarato Beltramini - perchè è demandato ai singoli Comuni l'appalto per la realizzazione delle platee. Per ora non ci è stata consegnata alcuna area, ma noi siamo pronti». La Steda è una delle dieci ditte che si sono aggiudicate l'appalto per la costruzione dei 4.500 prefabbricati previsti dal Piano della Presidenza del Consiglio: 900 quelle destinate all'azienda vicentina, che si è appoggiata a una rete di fornitori italiani ed esteri. Il costo medio di una «casetta» è di 40 mila euro.L'Aquila, 27 Ago - Case pronte, terreni no; queste le dichiarazioni di uno dei costruttori dei moduli provvisori