L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

TESTO INTEGRALE DELLO STATUTO

IL NUOVO SITO INFORMATIVO




ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011



A tre settimane da Settembre.


di Cittadini per i cittadini

Riportiamo in questo spazio l'articolo uscito sulla rivista della Protezione Civile "L'Abruzzo e noi" (edizione del 24 Agosto), articolo che in un primo momento non ci era stato pubblicato, nel quale esprimiamo con chiarezza i dubbi sul Censimento del fabbisogno abitativo. Lo pubblichiamo nella versione definitiva.

La nostra popolazione, che versa in condizioni di disagio, ha vissuto la definizione di due atti regolativi importanti e impellenti: il censimento e la definizione dei criteri di assegnazione .Le rilevazioni già effettuate in precedenza sono state insufficienti e lacunose, nonostante il grande apparato messo in campo, e questo censimento non ha assicurato “la più ampia partecipazione dei cittadini” come previsto dall’art.18 c. 1 della legge n. 225 del 1992, istitutiva della Protezione Civile. In particolare ha escluso i diversi diritti che quell’articolo è teso a garantire:
1) il diritto all’informazione preventiva e tempestiva di tutti gli interventi di ricostruzione;
2) il diritto all’esame, preventivo e tempestivo, delle varie opzioni che si prospettano;
3) il diritto di presentare proposte alternative a quelle indicate dalla Protezione Civile e l’obbligo di quest’ultima di tenerne conto;

Al contrario, bisogna denunciare il fatto che:
1) si è dato ai cittadini ed in particolare ai numerosi studenti e lavoratori residenti fuori regione, un tempo troppo breve (10 giorni), per riflettere su tutte le implicazioni prima di fare le proprie scelte;
2) la “dichiarazione sostitutiva” è stata presentata come una decisione personale irrevocabile. In realtà è uno strumento attraverso cui decisioni di vertice potrebbero essere fatte passare per scelte ”plebiscitarie”dei cittadini, in particolare per il progetto C.A.S.E. e prepara ad un ampliamento dello stesso.
3) Non è stata prevista l’opzione “altro” e solo l’opzione C.A.S.E. risultava appetibile; gli appartamenti in affitto hanno presentato grosse incognite, mentre l’ultima opzione del contributo aumentato, è sembrata una vaga promessa, dato che l’erogazione prevista finora è stata carente. Si sono presentate varie situazioni di proprietà e di condizione, non contemplate nel modulo,ad esempio chi non risulterà tra gli aventi bisogno solo perchè la proprietà certificata da atti pubblici (con la finestra temporale di 6 mesi prevista) non è ancora stata registrata dall’anagrafe dell’ufficio comunale. Ufficio questo che, di fatto, utilizzava i messi comunali per gestire le pratiche, perlopiù in modo cartaceo e non elettronico.
Dai risultati emersi sono 36.352 persone gli abitanti con esigenza abitative,senza contare i numerosi abitanti in case B e C., dunque è evidente che, come sostenuto dalla conferenza dei comitati, a settembre gli alloggi previsti non basteranno e si prospetta un nuovo esodo inaccettabile soprattutto in riferimento ai costi altissimi che ha avuto ed ha l’intera operazione: piattaforme antisismiche da 600mila euro ciascuna,165 milioni di euro per le spese degli alberghi e costi elevati e non ancora definiti anche per le tendopoli.

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