LINEE GUIDA PER LA RICOSTRUZIONE/RICONVERSIONE DELLA CITTA’ DELL’AQUILA a cura di Collettivo 99 - Ideaq - Un Manifesto per L' Aquila - Ideas for A
La città-territorio può ritrovarsi in un progetto partecipato di processo che le consenta fin da subito di essere vissuta verso uno scenario di rinnovata bellezza e qualità urbana, sicurezza costruttiva, autosufficienza, ecocompatibilità, efficienza ed efficacia economica, fermento creativo che le consentano di adattarsi alle sfide del III millennio.
Essa dovrà costituire un modello di “riconversione” per le città del pianeta ed assolvere alle necessità dell’intera collettività secondo parametri di valutazione globale della qualità.
1. La ricostruzione deve essere raccolta in un grande documento strategico di sintesi capace di indirizzare ed ottimizzare ciascuna singola azione ricostruttiva/trasformtiva con la convergenza di tutti gli attori istituzionali secondo una strategia per “innesti” urbani ed architettonici e l’adeguamento alle prerogative ed alle normative vigenti.. Tale documento dovrà essere concepito in un luogo specifico di discussione, comunicazione ed elaborazione, depositario della stratificazione dei saperi.
2. La ricostruzione urbana deve coincidere con un grande atto collettivo capace di coinvolgere tutti i gruppi sociali interessati mediante fasi di costruzione del consenso e procedure partecipative con particolare attenzione al rapporto diretto e continuativo nelle fasi decisionali con le associazioni ed i singoli cittadini con centralità rivolta agli abitanti, al territorio, alle conoscenze ed al potenziale creativo locali.
3. Il processo di ricostruzione deve garantire fin da oggi, e per tutto il suo percorso, requisiti minimi di urbanità sia attraverso una programmazione virtuosa per comparti e per fasi, quanto mediante l’installazione reversibile di attrezzature di servizi essenziali per una piena qualità della vita e delle attività lavorative, in modo da contrastare la diaspora insediativa, con la finalità di invertire la tendenza in attrattività.
Qualunque intervento dovrà seguire il principio di non snaturature l’identità storica della città-territorio.
Nei centri storici la graduale riapertura di determinate porzioni opportunamente messe in sicurezza dovrà essere accompagnata dall’installazione temporanea di strutture puntuali dalle spiccate qualità architettoniche e spaziali, destinate a contenere attività commerciali, servizi, spazi collettivi, ecc a cui si accompagni una pianificazione dei percorsi pedonali sicuri.
L’extra-moenia va ripensato nel suo assetto spaziale per poter garantire prerogative di “città” mediante innesti urbani che con le loro qualità spaziali e funzionali possano fungere da “luoghi” dalle flessibili peculiarità in adattamento alle evoluzioni sociali ed insediative.
4. La tragica necessità della ricostruzione deve essere concepita come virtuosa opportunità di riconversione dell’intero organismo territoriale ai princìpi di sostenibilità mediante riduzione dei consumi, salvaguardia del territorio, ricorso a tecnologie a basso impatto, autosufficienza energetica e filiera corta alimentare, sistemi alternativi di mobilità no-cars in grado di conciliare il diritto alla mobilità ed alla accessibilità con l'esigenza di ridurre l'inquinamento e le esternalità negative, messa a reddito del territorio, smart grid energetica, riduzione delle emissioni di gas serra, risparmio ed uso responsabile delle risorse naturali locali che non compromettano la fruizione per le generazioni future e che inneschino processi economici e culturali virtuosi prioritari nelle scelte amministrative della città-territorio.
5. Nella consapevolezza che l’importanza delle devastazioni provocate dal sisma è dovuta all’inadeguatezza di parte del patrimonio edilizio storico aquilano nei confronti dell’evento sismico, la ricostruzione degli edifici non può prescindere da un profondo ripensamento delle tecniche e metodologie costruttive da accettarsi come requisiti minimi per garantire un futuro alla città-territorio. E’ necessario quindi che questi princìpi di sicurezza antisismica vengano considerati prioritari tanto nelle nuove edificazioni quanto nelle operazioni di restauro e recupero, facendo una attenta e profonda riflessione su quelli che sono i caratteri storici degli edifici, evitando museificazioni, falsificazioni e scimmiottamenti (no al falso storico, no al com’era-dov’era indifferenziato), nella volontà di estetiche della contemporaneità attente al contesto.
Il restauro ed il recupero vanno interpretati come “atto critico di progetto” dunque, che parta da una profonda conoscenza del tessuto storico della città-territorio e dei singoli elementi che lo compongono. Il primo passo verso la conservazione sta nella ri-conversione e nel ri-uso del patrimonio edilizio storico nel rispetto della loro identità, senza rinunciare all’integrazione con sistemi attivi e passivi per l’accumulo e la conversione delle energie rinnovabili da valutarsi caso per caso.
6. La ricostruzione andrà sostenuta da una infrastruttura tecnologica comunitaria e aperta (open source) progettata con la partecipazione dei cittadini basata sulle più avanzate tecnologie informatiche e di comunicazione nella direzione di una città intelligente (smart city) che oltre a facilitare tutte le attività ed i processi urbani ottimizzandoli nel segno della sostenibilita’ (energia, acqua, trasporti, gestione differenziata dei rifiuti, etc.) consenta la realizzazione e la fruibilita’ di servizi innovativi per il cittadino. Tali servizi coprono tutte le dimensioni di vita, da quella privata a quelle pubblica, economica, sociale, culturale ed artistica.
7. La riconversione del territorio dovrà essere intesa come occasione per un nuovo modello di sviluppo socio-economico. Improntare la fase della ricostruzione verso una green town del terzo milennio può voler dire, soprattutto, occasione per rilanciare un’economia in crisi da anni.
La presenza di fattori ambientali e sociali unici, di una istituzione universitaria votata alla ricerca e di laboratori di ricerca applicata, la particolare attenzione rivolta a livello internazionale alla tematica delle energie rinnovabili (giustificata dalle performances di settore) e la loro profittabilità in specie in territori montani, rappresentano, in questo contesto storico, una opportunità unica per la provincia aquilana.
Si può, a ragione, ritenere che la fase della (non facile) transizione verso un nuovo modello di sviluppo socio-economico locale potrà essere, nel breve termine, sostenuta dall'indotto che verrà a crearsi per effetto della ricostruzione post-sisma. Nel medio-lungo periodo, tuttavia, le scelte che la politica locale prenderà oggi, se orientate verso la green economy, potranno determinare effetti positivi in numerosi settori economici (edilizio, turistico, culturale, agricolo etc...).
Attenzione dovrà essere posta, a questo punto, nell'attrazione di investimenti privati diretti dall'esterno (il territorio come fattore di competitività per le imprese e destinatario di investimenti pubblici) improntati sui principi della responsabilità sociale d'impresa (ad esempio Bilancio Sociale Territoriale), nella creazione di un circolo virtuoso dell’innovazione ("incubatore d'impresa" - incentivi a "start-up"), in più mirate politiche di marketing territoriale, con l'obiettivo di rilanciare L'Aquila come centro politico ed economico della Regione Abruzzo.
Il presente documento verrà in futuro ampliato, dettagliato e consegnato di volta in volta a codesto Consiglio affinché sia stringente ed in nessun modo aggirabile, al fine di evitare interventi che non tengano conto del progetto generale della città-territorio e che vadano a perpetrare modalità costruttive inadeguate ed inaccettabili.
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