Parte 9. Manifestazione a L'Aquila, 17 Giugno.
"QUELLI DI IERI". Vana l’attesa per un gruppo di manifestanti che 24 ore prima erano sotto la casa romana del premier per la manifestazione anti-decreto. Un cartello recita: “ Siamo quelli di ieri”. Il gruppo di giovani blocca l’accesso al viale che porta alla Scuola della Finanza ripetendo gli slogan contro il governo. Ma Berlusconi nemmeno li vede. E vola via in elicottero.
"GLI INTRUSI". Un fuoriprogramma intorno alle 18 quando la digos si accorge della presenza in sala stampa di tre persone, non giornalisti, munite regolarmente di pass. Sono in attesa del presidente del consiglio. Stefano Frezza di Epicentrosolidale, intorno al quale ruotano i centri sociali della capitale, Enza Blundo del comitato 3e32 e il consigliere comunale di rifondazione comunista, Enrico Perilli.
“Vogliamo solo rivolgere una domanda al presidente del consiglio ed è questa: ma davvero pensa di ricostruire L’Aquila con i gratta e vinci? La digos si è preoccupata per la nostra presenza” aggiungono “ ma noi siamo entrati regolarmente, come visitatori. Non ci piace l’attuale testo del decreto sul terremoto in discussione alla camera” I tre che hanno partecipato alla manifestazione di martedì davanti a Montecitorio, chiedono garanzie sui percorsi che si intendono adottare per la ricostruzione. La Blundo sottolinea che il motivo per il quale vuole partecipare alla conferenza stampa è legato al messaggio 'no-falsità' (da "Il Centro" del 18 Giugno).
“Siamo riusciti ad arrivare davanti la Scuola della Finanza, mentre tutto il gruppo dei manifestanti era stato bloccato sulla strada. Dopo la delusione vissuta a Roma per le risposte del Governo e per la poca attenzione dei media nazionali, ci è sembrato necessario fare un tentativo per presentare le motivazioni dei cittadini aquilani al premier. Come spesso accade ha dato buca ai giornalisti e così, mentre le forze dell’ordine cercavano di allontanarci, hanno rivolto il loro interesse su di noi e sulla nostra insolita presenza”.
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