Parte 8. La manifestazione a Roma.
I preparativi per il 16 giugno.
Nelle centottanta strutture d'accoglienza gestite dalla Protezione Civile e situate intorno alla città dell'Aquila, giorno dopo giorno aumentano divieti e restrizioni. Appena due settimane fa, con una circolare firmata dal vice capo del dipartimento ministeriale, Bernardo De Bernardinis, era stata abolita la somministrazione di caffé, cioccolata e vino. Poco prima, anche le assemblee interne ai campi, promosse dalla popolazione, erano state bandite. "Occorre non turbare la quiete degli ospiti" era stato spiegato dagli uffici della Dicomac (il centro operativo della Protezione Civile).
L’impossibilità di diffondere i volantini hanno reso difficile l'organizzazione della manifestazione di protesta contro il decreto in discussione alla Camera.
"La distribuzione del materiale ci è stata impedita ovunque. Abbiamo solo potuto lasciare un volantino al responsabile di ogni singolo campo, chiedendo la garanzia che almeno venisse affisso in bacheca". "Un volontario della tendopoli di Sant'Elia ha mostrato una circolare interna, firmata dalla direzione della Protezione Civile, dove era scritto che il volantinaggio in tutti i campi è severamente vietato".
Il 14 giugno al Palasport di Roseto, oltre seicento aquilani sfollati si sono radunati in assemblea per organizzare la manifestazione pacifica di Roma, e i toni si sono fatti molti aspri. C’erano solo comitati spontanei, nessun sindaco o amministratore pubblico.
Non ci sono solo i cittadini e i comitati, però, a protestare contro il governo. Sindaci e amministratori locali hanno deciso di concentrarsi a Preturo, nell’aeroporto che sarà la base logistica per il G8 di luglio. A organizzare il presidio di Preturo è stata la presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, che ha raccolto il sostegno dei sindaci del cratere nel corso di una seduta del consiglio provinciale in cui ha spiegato la sua audizione davanti alla Commissione ambiente della Camera. Era una delle audizioni che dovevano servire a illustrare ai deputati le ragioni delle modifiche al decreto chieste dai sindaci, ma non sono state accolte dalla maggioranza.
La Manifestazione.
Alla manifestazione erano presenti alcuni parlamentari del Pd e dei radicali, Legambiente,il sindaco di L'Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e molti dei sindaci delle città colpite dal terremoto, che hanno chiesto che le promesse vengano messe "nero su bianco". La vicepresidente della Camera, Rosy Bindi ha raggiunto il sit-in dei terremotati per esprimere la sua solidarietà e ha detto: "Non sono più venuta perché in campagna elettorale, non volevo strumentalizzare le vostre difficoltà. Ma, dopo i ballottaggi - ha detto la Bindi - vi assicuro che verrò una volta alla settimana nelle tendopoli de L'Aquila e a Pescara dagli sfollati". Poi ha aggiunto: "E' finito il tempo delle passerelle e della false promesse. Il governo deve mettere risorse vere per la ricostruzione e dare certezze a tutti sul futuro dell'Aquila e di tutti gli altri centri colpiti dal terremoto. Avete pienamente ragione - ha concluso la vicepresidente della Camera - e sarebbe una vergogna se anche in questo caso il governo decidesse di porre la fiducia, rifiutando di accogliere le vostre richieste e di cambiare il decreto legge".
Critico anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Abbiamo assistito ad una passerella di ministri a L'Aquila e in Abruzzo. Oggi in aula c'è solo il sottosegretario Menia. Avrei gradito che la presenza del governo fosse adeguata al dramma che abbiamo vissuto".
Il presidente della regione, Gianni Chiodi, ha invece invitato gli aquilani "ad avere piena fiducia nell'operato del governo, che sta cercando di venire incontro a tutte le esigenze e alle necessità legate alla fase della ricostruzione".
Di seguito riportiamo alcuni interessanti video sulla manifestazione svoltasi a Roma:
La manifestazione a Roma
IL TG 1 CENSURA La manifestazione
L'intervento della Pezzopane e di Cialente
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