L'associazione persegue finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, con l’obiettivo di informare e tutelare i cittadini delle zone incluse nel cratere sismico del 6-4-2009, per ottenere il pieno riconoscimento dei nostri diritti di procedere alla ricostruzione e riqualificazione partecipata delle zone danneggiate, secondo i criteri della massima trasparenza e della maggior efficacia, scongiurando il rischio di smembramento e dissoluzione socio-culturale delle popolazioni colpite.

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ULTIMO AGGIORNAMENTO 10 Gennaio 2011



MAI PIU' SENZA DI NOI

Al Presidente Berlusconi, Sottosegretario Bertolaso, Ministra Prestigiacomo, Presidente Chiodi e al Sindaco Cialente

A undici mesi dal terremoto, dopo la prima domenica con le carriole, vi siete accorti del problema macerie: riunioni ai Ministeri, grande agitazione del Commissario e del Primo cittadino, parto di un’ordinanza che stabilirebbe modi e criteri per la rimozione.
Insomma le carriole hanno posto con forza il problema e non avete potuto non dare una risposta.
Quindi, tutto finito. Cosa? Gli aquilani continuano ogni domenica con le pale e con i secchi? E a che serve, abbiamo fatto l’ordinanza, è tutto risolto! Ma che vogliono ancora?
Il fatto per voi incomprensibile è che oggi da una città distrutta parta un messaggio trasversale a tutto il Paese: MAI PIU’ SENZA DI NOI.
Che vi piaccia o no, cari signori, la realtà è questa: nelle decisioni sul nostro futuro dobbiamo avere voce in capitolo.
Lo vogliamo con determinazione, non lo chiediamo, è un diritto che ci siamo conquistati. Non vi rimane che farci i conti, non potete più ignorarci, non avete più la forza per farlo. E’ un dato di fatto ormai acquisito.
Dopo la cricca di sciacalli e iene ridens al seguito dell’Uomo solo al comando, dopo le debolezze e le incapacità dimostrate in questi mesi dai nostri amministratori locali, avete perso ogni credibilità e autorevolezza agli occhi di tutti. Fatevene una ragione.
Potete produrre immagini stile “Istituto Luce” nelle scuole mentre accarezzate bambini, protetti da un imponente schieramento di forze dell’ordine. Non serve a nulla, in cuor vostro lo sapete anche voi, la stagione del reality show, del “decido tutto io”, degli appalti agli amici degli amici è finita.
Ora ci siamo noi, rassegnatevi, il sistema gelatinoso Balducci-Anemone-Piscicelli da noi non funziona. Qui quella notte nessuno rideva.
Prima lo capite, meno tempo si perde. Troppi ritardi si sono accumulati per causa vostra.

ABBIAMO AVANZATO DA TEMPO PROPOSTE PER AFFRONTARE E RISOLVERE IL PROBLEMA DELLE MACERIE E DELLA RICOSTRUZIONE: CONCRETE, TECNICAMENTE AVANZATE, ECOLOGICHE, ECONOMICHE E DI FORTE IMPATTO PER LA RINASCITA DEL TERRITORIO: INVESTIMENTI E POSTI DI LAVORO. CI HANNO LAVORATO INGEGNERI, ARCHITETTI, PROFESSORI UNIVERSITARI, SEMPLICI CITTADINI CON DELLE IDEE CONCRETE.
Da mesi vi chiediamo udienza per poter contribuire a risolvere i nostri problemi. Nessuna risposta, non ci riconoscete nemmeno la dignità all’ascolto.
VI RINNOVIAMO L’INVITO AD APRIRE UN TAVOLO DI DISCUSSIONE APERTO TRA LE ISTITUZIONI NAZIONALI, QUELLE LOCALI E I CITTADINI PER CONCERTARE UN PIANO PER LE MACERIE E, IN GENERALE, PER LA RICOSTRUZIONE DELLE NOSTRE CITTÀ, DELLE NOSTRE ECONOMIE, DELLE NOSTRE VITE.
VI CONVIENE ADERIRE, SE CI VIENE NEGATO LO SPAZIO PER IL CONFRONTO ABBIAMO DIMOSTRATO CHE SAPPIAMO PRENDERCELO DA SOLI. Nonostante ordinanze comunali e schieramenti di polizia.

Credete di liquidarci con qualche battuta (Bertolaso: “il problema delle macerie non si risolve con le carriole”. Ma va?) e intanto decidete da soli cosa fare. Non avete il coraggio di entrare nel merito delle questioni, soluzioni concrete alla mano. Non ve lo potete permettere, siete deboli.
Non siamo così irresponsabili da lasciare nelle vostre mani le sorti dei nostri territori. Non ce lo possiamo permettere.
Avete dimostrato che da soli combinate disastri e seminate corruzione: non avete prevenuto prima (ma come fate a dormire con questo peso?), non avete ricostruito dopo, avete scritto delle ordinanze che stanno in piedi meno delle nostre case. Quando vi fu fatto notare che erano necessari dei correttivi, rispondeste sicuri “sono perfette!”. Risultato ad un anno: i lavori, in moltissimi casi, devono ancora partire. I 2-3 mesi per la riparazione delle case lievemente danneggiate, rischiano di diventare 2-3 anni. Quanti soldi buttati in alberghi e affitti!
Di abitazioni seriamente danneggiate e zona rossa usiamo la cortesia di non parlarne, sarebbe purtroppo come sparare sulla Croce Rossa.
Provate a rimpallarvi le responsabilità: dalla Protezione Civile (mai responsabile, sempre perfetti!), al Governo, passando per Regione e Comune. Il giochetto non funziona, da noi si usa la palla ovale, non puoi prevederne i rimbalzi, a volte ti sbatte in faccia.

Questo caos, il clima di incertezza che favorisce lo spopolamento delle città, questi ritardi sono purtroppo voluti, non conseguenza di errori. I soldi per la ricostruzione, voi lo sapete bene, non ci sono. Lo sa anche la Corte dei Conti quando nella sua relazione esprime forti perplessità sulla disponibilità reale del denaro (”forme di copertura finanziaria dagli esiti incerti”).
Allora meglio spendere tutti i pochi euro realmente disponibili subito per costruire nuove case (il piano regolatore della città deciso in tre giorni): lavori senza gare da affidare agli amici delle cricche, nastri miracolosi da tagliare, opinione pubblica da manipolare. In una parola: speculazione e devastazione del territorio.
Sullo sfondo una popolazione dispersa, stremata da otto mesi di tenda (questo si che un record!), un territorio militarizzato dove erano negati i diritti costituzionali di parola e di riunione. La partecipazione era “vietata”, la trasparenza derisa, nessuno doveva disturbare il Manovratore, c’era l’emergenza.

Solo una minima parte della popolazione ha avuto accesso ai nuovi alloggi. Un terzo è dovuta andare via dalla propria Terra. E della città, quella nostra che ci ha visto crescere, chi se ne frega. Diventerà un museo, una “nuova Pompei” disabitata, circondata da squallide periferie, senza le nostre 99 piazze e fontane.
Tanto tra un po di anni, quando sarà palese l’inganno della non-ricostruzione, della mancanza di fondi, l’attenzione si sarà abbassata e magari voi non sarete più al Governo del Paese e delle istituzioni locali. E dunque, a voi che vi importa?
Meno male che almeno ci godiamo i grandi vantaggi che ci avete portato con l’organizzazione del G8! Ricordate le promesse e le passerelle?

Stessa storia si profila per l’ordinanza sulle macerie: un piano senza nè capo né coda, un’ordinanza scritta senza alcuno confronto, l’ennesima occasione di spartizione del bottino e di guadagno sulle pietre centenarie della nostra città.
Al contrario per noi L’Aquila deve rinascere dalle sue macerie che debbono essere occasione di rilancio dell’economia e di lavoro per i nostri giovani.
In queste domeniche l’abbiamo dimostrato concretamente: si può fare.
Si può differenziare e riciclare con attenzione ed amore. Si possono riutilizzare gran parte dei materiali per la ricostruzione delle nostre case.
Si può fare, si deve fare.
Ce lo dicono i nostri tecnici, ce ne accorgiamo noi mentre lavoriamo: buttiamo poco materiale, gran parte è immediatamente riutilizzabile, un’altra parte è diviso tra plastica, carta e ferro. Lo possono fare i nostri giovani, organizzati in cooperative. State certi che ci impiegheranno meno dei 24 mesi da voi previsti (e le vostre previsioni …). E lo faranno per bene, con rispetto per quelle pietre.
La localizzazione dei siti di stoccaggio poi è paradossale. Li avete scelti senza consultarci? PROVATE, PER ESEMPIO, AD ANDARE A CAMARDA, A PAGANICA: AL FIANCO DEGLI ABITATI DI QUELLE FRAZIONI CI SAREMO TUTTI.

Le forze di buona volontà di questo territorio si sono unite per dare una speranza al futuro.
Tanti altri porteranno il loro contributo, al di là degli schieramenti politici.

Ogni domenica le nostre carriole vi dimostrano che riciclano più macerie di quelle che voi avete tolto in un anno.
Ogni domenica le nostre carriole mandano in pezzi la vetrina mediatica che avete costruito sul nostro dramma.
Ogni domenica le nostre carriole vi gridano che siamo montanari testardi e ostinati, attaccati alla nostra Terra.
Ogni domenica le nostre carriole vi ricordano che con noi ci dovete fare i conti. Non potete fermarci.

Pensate che guaio se, carriola dopo carriola, L’Aquila diventasse un esempio di risveglio civile per i cittadini di tutto il Paese!

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