RESOCONTO
In occasione della conferenza stampa che oggi si è tenuta presso la sede dellʼANCE alle 15:00, erano presenti la Presidente della Provincia dellʼAquila, Stefania Pezzopane, il Sindaco Massimo Cialente e lʼon.Giovanni Lolli.
In breve tempo, è stato esposto qual è lʼattuale intenzione del governo nazionale in merito alle misure che ci si appresta a varare con un probabile Decreto Legge, entro la fine dellʼanno.
In quella che attualmente appare essere una bozza non definitiva,(nemmeno lʼon.Lolli è riuscito ad entrare in possesso di un documento con maggiore attendibilità), si citano le seguenti misure:
-nessuna sospensione dei tributi per il lavoro dipendente.
-una probabile sospensione per 6-12 mesi per lavoratori autonomi, ma solo con riferimento allʼIRPEF, non allʼIRAp, e comunque sembra ci sia lʼintenzione di limitare questi vantaggi ai lavoratori autonomi con reddito inferiore ai 200.000€.
Ci si troverebbe pertanto di fronte allʼassurdo per cui, mentre il dipendente è tenuto a versare tributi, il suo datore di lavoro ne potrebbe essere esentato.
Nessuna traccia,infine dei 300 milioni di € promessi dal CIPE nella precedente trattativa tenutasi tra amministrazioni locali e governo.
Di fronte allo stato dei fatti, lʼon.Lolli ha prospettato la possibilità di riuscire ad ottenere un qualche miglioramento in occasione della discussione in parlamento quando,entro 60 giorni dalla presentazione di questo ancora ipotetico decreto, sarà necessario votarne in aula la conversione in legge.
Nellʼeventualità che in questa occasione si dovesse fallire, proprio lʼon.Lolli ha paventato lʼipotesi che si possa sollevare obiezione di costituzionalità, dato appunto che allo stato attuale pare si voglia introdurre quale discriminante tra beneficiari della sospensione del versamento tributario un criterio di “distinzione tra classe di lavoratori e non tra fasce di reddito”.
Per quanto concerne le posizioni del Sindaco e della Presidente della Provincia, questi si sono limitati ad osservare che le promesse fatte dal Governo, e ribadite più volte dal sottosegretario Bertolaso, non sembrano (ad oggi)essere state minimamente rispettate,è stato più volte chiesto un trattamento per LʼAquila al pari di quanto assicurato per altre popolazioni in occasione di calamità,nonostante non potevano essere considerate, come lo stesso Bertolaso ha più volte affermato,“la più grave calamità degli ultimi 100 anni”.
Da quì ad invocare la mobilitazione popolare, il passo è stato breve.
Alcuni hanno anche sollevato lʼipotesi di un blocco forzoso delle autostrade, e di altre plateali misure di opposizione alle misure che stanno per essere prese a Roma; il nostro triunvirato ha però spesso fatto notare la scarsa partecipazione della cittadinanza nelle precedenti occasioni di protesta, invitando i presenti a fare di più, auspicando che la buona presenza di cittadini alla conferenza stampa in corso fosse un segnale positivo in tal senso.
A questo punto, è stata sollevata da Federico DʼOrazio, per lʼassociazione Cittadini per i Cittadini, una serie di obiezioni: prima tra tutte, lʼincomprensibile condotta degli amministratori locali, che si sono alternati tra fasi di stringente richiamo del Governo al rispetto delle promesse fatte, a fasi di innegabile sudditanza e complicità, come testimoniato dalla premiazione di Guido Bertolaso col premio “Guerriero di Capestrano 2009, per la dedizione ed amore verso LʼAquila”, conferitagli solo una settimana fa dalla Provincia dellʼAquila e per la quale ci siamo pronunciati.
Allo stesso modo, anche il Sindaco, si è a nostro giudizio reso partecipe di un colpevole ringraziamento al Presidente del Consiglio per le misure garantite a vantaggio della popolazione aquilana, giunto del tutto prematuramente, e soprattutto a scatola chiusa, se ancora oggi il testo non gode di alcuna ufficialità.
Molto consenso tra i cittadini hanno ottenuto queste affermazioni,alle quali gli interessati hanno risposto semplicemente smentendo la gravità di tali azioni a nostro giudizio senza neppure troppa convinzione, ed invitando tutti a non dividersi, per combatteresu un fronte comune.
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2 commenti:
I parte
Credo che la scarsa partecipazione sia determinata da due cose:
- prima, il trio in questione (Cialente-Pezzopane-Lolli, giusto? No, perché a me, quando sento parlare di "trio", in genere vengono in mente Solenghi-Marchesini-Lopez, trio di ben nota e goliardica memoria) non solo risulta essere sfornito, in assoluto, di qualsiasi strategia sia a brevissimo, che a breve e a lungo termine, ma, come evidenziato nella risorsa, da poco affidamento se, dall'annunciare le barricate lo si può facilmente ritrovare poi immortalato in video e/o foto, con la controparte mentre si brinda a spumante o ci si è fatti promotori di cerimoniali dalle motivazioni quantomeno opinabili, per non dire poco opportune.
-seconda cosa, tra la gente, che in occasioni simili alle nostre si vorrebbe si lasciasse coinvolgere, la premessa di fondo è che nasca, ci sia, e sia vivo e presente, un sentimento di mutuo soccorso, di corresponsione, non necessariamente livellato, ma almeno vicendevole e reciproco: su questo si possono fare grandi aggregazioni.
Faccio un esempio: un disoccupato, in una famiglia di disoccupati, quale interesse diretto avrebbe nell'andare a Roma a protestare affinché vengano sospese le tasse a quell'altro suo concittadino che può esibire un reddito annuo che si attesti oltre i 200.000 euro?
Il disoccupato, forse, si chiederà se quest'altro suo concittadino, una volta eventualmente ottenuta la sospensione delle tasse, sarà disposto ad andare a Roma affinché al disoccupato arrivi lavoro certo?
II parte
Se si procede tenendo separati i vari settori di interesse, è chiaro, se non addirittura voluto, che le possibilità di successo diminuiscano drasticamente, ed i fatti lo dimostrerebbero.
O quanto meno quelli che si riusciranno ad ottenere saranno, come al solito, i vantaggi per più forti che, in genere, si identificano, quanto a beneficiari, in numeri molto piccoli.
Ancora: se ad uno è venuta giù la casa, o gli è stata gravemente danneggiata, e se questa era il suo unico e solo patrimonio di riferimento, di fronte al fatto che a 8 mesi dal sisma non sappia ancora di preciso come gli andranno a finire le cose (Es.: ricostruzione dal 60 all'80% rispetto alle norme antisismiche del 2009), in che misura, con un reddito di 1200 euro al mese, lo scalderà e l'entusiasmerà l'idea della sospensione delle tasse?
Cosa possono fare i nostri amministratori?
Una cosa di certo è alla loro portata: la chiarezza!
Ove ne ravvisassero la convenienza, s'intende.
C'è ancora chi bussa chiedendo chiarezza sull'assegnazione delle CASE: ci sentono, i nostri amministratori, da questo orecchio?
Rendano noto, dettagliatamente, su come si sarebbe già pensato di spendere i soldi che arriveranno per far ripartire il tessuto economico del cratere: difficile mettere insieme il voler avere carta bianca con l'approvazione ed il consenso incondizionato.
I nostri politici, non rendendo comprensibilmente noti i prossimi passi che li vedranno maneggiare, a breve, qualche milione di euro, non avrebbero già scelto, in fondo, da che parte stare?
Perché, così come si è fatto per l'assegnazione delle CASE, per l'autonoma sistemazione, per i fitti agevolati, per le sistemazioni negli alberghi, per le requisizioni e per gli espropri, non si organizzano per presentare un piano dove, con un bel censimento, si riferisca su quanti sarebbero i disoccupati e su quale lavoro, uno per uno, si prevede possano andare a fare?
Se per la gestione di decine di migliaia di sfollati è stato possibile pensare a censimenti, a moduli da riempire, a codici fiscali, certificati di residenza, stati di famiglia e nuclei familiari, a criteri da adottare (lavoro-non-lavoro, distanza dall'abitazione inagibile, presenza di bambini, di anziani, di disabili...), perché non si potrebbe immaginare qualcosa di analogo affinché i soldi per la ricostruzione del tessuto economico vadano davvero a risolvere ogni situazione di ogni singolo individuo? Senza contare tutte le strutture già presenti a monte, come gli efficientissimi Centri Per l'Impiego!
Se le cose si vogliono fare in un determinato modo, se poi si preferisce dare i soldi ai privati e lasciare che siano questi, a loro volta, a creare occupazione a loro discrezione... poi, quando molti dei disoccupati resteranno tali, non ci si aspetti anche il ovazione generale.
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