IL PARCO URBANO DI PIAZZA D’ARMI
“Un parco in cui entrare e non vedere la fine dell'altro lato, un parco all'inglese dove poter correre liberamente, sdraiarsi liberamente, giocare liberamente o semplicemente prendere il sole... liberamente senza avere altri impedimenti intorno e non crearne agli altri. Insomma un PARCO VERO con alberi di alto fusto, lunghi viali, e tanto tanto tanto verde e non una nuova villa comunale, un giardino o tanti impianti sportivi”….
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Il piano regolatore del 1975 ha localizzato gran parte dell’espansione urbana nelle aree comprese tra Santa Barbara e Cansatessa, spostando di fatto il baricentro del sistema urbano e lasciando irrisolte le connessioni tra le parti di città.
Il fatto urbano più rilevante di questo “disagio” urbanistico è certamente rappresentato dall’area denominata Piazza d’Armi che raggiunge le dimensioni di decine di ettari.
La sua connotazione di enorme “vuoto urbano”, nonostante parte di essa sia destinata ed utilizzata con attrezzature sportive e militari, allo snodo tra la città vecchia e la città nuova, pone uno tra i più complessi problemi urbanistici che questa città dovrà affrontare.
Anche il contesto risente di questo “disagio” urbano, lo spazio indefinito è percepito come un enorme area di risulta con tutte le accezioni ed i connotati negativi che la definizione trascina con sé.
L’armatura urbana che circonda piazza d’Armi è congestionata dal traffico e da scelte insensate riguardanti la circolazione e la mobilità attuate negli anni dalle diverse amministrazioni.
Piazza d’Armi è comunque, e nonostante tutto, un’area strategica per l’assetto futuro di tutto il sistema urbano. Su di essa vanno concentrati tutti gli sforzi per una progettazione che restituisca l’uso, la funzione, e la forma, alla città ed ai cittadini per assumere il ruolo di ricucitura tra centro storico e periferia contribuendo alla riqualificazione dell’intera zona.
La denominazione di “piazza” evoca comunque un richiamo allo spazio pubblico per eccellenza, il suo stato di fatto di area verde incolta ed abbandonata evoca il riconoscimento di parco urbano rafforzato dalla legittima aspirazione sociale ad evitarne l’aggressione con volumetrie, edifici, funzioni complesse, destinazioni polivalenti. Tutte funzioni che farebbero dell’area un’occasione di appetibili operazioni immobiliari se non di esplicite speculazioni.
Piazza d’Armi deve diventare un grande PARCO URBANO PUBBLICO che assuma il significato di grande “piazza verde” i cui fronti di definizione sono i tessuti edilizi circostanti. La funzione simbolica e reale è quella di polmone verde della città in una rete ben distribuita nel sistema urbano: La villa comunale, il parco del Castello, il parco del Sole, la pineta di Roio, la Murata Gigotti, San Giuliano con il quale è possibile realizzare un vero e proprio corridoio ecologico attraverso le aree a verde pubblico del quartiere di Santa Barbara.
Il significato ulteriore di ingresso alla città storica dovrebbe rafforzare l’orientamento a farne un parco urbano molto utile alle vocazioni turistiche e culturali della città.
Lo slogan che i cittadini hanno ripetuto spesso nel corso degli anni “no al cemento a piazza d’Armi” descrive, anche se in forma rudimentale, non solo lo stato d’animo e l’aspirazione diffusa ad avere uno spazio grande per “respirare”, ma rappresenta un contenuto programmatico ed insieme un obiettivo progettuale fondamentale per la sostenibilità urbana.
Non sono incompatibili ad essi la riqualificazione degli impianti sportivi già presenti e di grande valore storico sportivo ed eventualmente la realizzazione di una sola struttura collettiva che si può ritenere compatibile: un auditorium per la musica, attrezzatura di cui questa città ha assolutamente necessità.
Ma quando si parla di auditorium si intende una struttura di grande prestigio architettonico che diventi il simbolo della città e il centro fisico ed ideale di questa grande “piazza verde”. Il parco urbano e della musica di piazza d’Armi è un obiettivo perseguibile e realizzabile.
Spesso le strategie messe in campo dai governi cittadini hanno rappresentato un ostacolo alla realizzazione di questa idea-progetto. Esse hanno guardato soprattutto agli aspetti finanziari ed economici dell’operazione ipotizzando, ancor prima di aver fissato gli obiettivi irrinunciabili per le finalità pubbliche, fantomatiche società miste pubblico-private.
E’ forte la preoccupazione che dietro qualche buona intenzione in realtà si nasconda l’obiettivo di rendere l’area appetibile dal punto di vista edilizio ed immobiliare, quindi con l’obiettivo di costruire più funzioni (commerciali, direzionali, residenziali, di servizio) al fine di attirare capitali privati e mobilitare risorse finanziarie che solo in cambio di consistenti “cubature” avrebbero l’interesse ad intervenire.
I cittadini al contrario ritengono che su piazza d’Armi vada attivata una procedura concorsuale, eventualmente a carattere internazionale, fissando i contenuti del concorso in maniera rigorosa, limitando gli indici di edificabilità eventualmente alla sola volumetria dell’auditorium, destinando l’area a parco urbano territoriale senza destinazioni commerciali, direzionali, residenziali, progettando il verde in maniera rigorosa e con criteri naturalistici, allargando la progettazione complessiva ad un contesto più vasto che possa comprendere la riqualificazione dei quartieri circostanti.
Le richieste più volte avanzate dalla circoscrizione e dai comitati di cittadini e poi sostenute anche in consiglio comunale attraverso un odg a suo tempo votato all’unanimità si ispirano alle indicazioni e agli obiettivi precedentemente richiamati.
Progettare Piazza D’Armi deve significare anche pensare ad una generalizzata riqualificazione del quartiere tenendo conto della notevole densità edilizia e dell’elevato numero di abitanti insediati, della mancanza di infrastrutture, della concentrazione di strutture commerciali, del traffico in continuo aumento divenuto insostenibile per la tipologie delle strade del quartiere, dell’inquinamento acustico ed atmosferico, della bassa qualità architettonica degli edifici, di una mancanza cronica di effetto urbano e di qualità della vita.
I progetti che si sono susseguiti nell’area nel corso degli anni non hanno mai dato risposte convincenti e molti di essi sono stati duramente contestati: il progetto della viabilità ancora da appaltare, la metropolitana di superficie, il piano parcheggi, i tentativi più volte avanzati di fare dell’area l’occasione di investimenti immobiliari e finanziari pubblico-privati per la valorizzazione edificatoria dell’area.
Il controllo sociale e l’attivismo dei cittadini, dei comitati, delle associazioni, delle forze politiche e sociali più responsabili, della circoscrizione ha sempre impedito che fossero compiute scelte insensate nell’area più delicata del tessuto urbano. Gli eventi sismici e le conseguenti difficoltà hanno accresciuto i rischi di un’aggressione all’area anche per la necessità di reperire aree disponibili per rilocalizzare strutture, attrezzature e funzioni la cui temporaneità rimane un requisito solo formale.
Oggi all’indomani degli eventi sismici Il Master Plan di riassetto generale di Piazza d’Armi abbandona e modifica in maniera sostanziale l’impostazione del progetto originario di PARCO URBANO previsto nel programma elettorale e di mandato del Sindaco Cialente.
La proposta di quel programma raccoglieva idee, lotte e proposte di associazioni, movimenti di cittadini e prevedeva, come unica costruzione compatibile con il verde integrale, un auditorium immerso nel verde totale di un central park, come amava chiamarlo il Sindaco, da realizzarsi attraverso un concorso di progettazione di cui non si ha più traccia nella delibera che dovrà esaminare il consiglio comunale.
La nuova soluzione di assetto generale dell’area è priva delle caratteristiche e dell’identità di PARCO URBANO PUBBLICO.
Le nuove previsioni, ipotizzate anche con atti amministrativi incerti ed approssimativi, non rispondono alle esigenze della comunità ma piuttosto offrono “spazio pubblico” acquisito con ingenti costi sostenuti dall’Amministrazione, a CONFUSE PROPOSTE “PRIVATISTICHE” volte a realizzare ulteriori edifici, nuove volumetrie e costruzioni di grande impatto con discutibili ipotesi di project-financing mascherate per nuova impiantistica sportiva, foresterie, nuove palestre e parcheggi sotterranei, nuovi edifici per migliaia di mq oltre a quelli già esistenti.
L’area a vocazione sportiva che va potenziata e riqualificata esiste già: è Centi Colella. Il progetto privato più volte presentato in dimensioni finanziarie e fisiche incompatibili con Piazza D’Armi può essere dirottato a Centi Colella per realizzare una vera “cittadella dello sport”, prevista anch’essa del programma di mandato del Sindaco.
A Piazza d’Armi deve essere prevista solo la ristrutturazione degli attuali impianti a servizio dei cittadini e delle associazioni e società sportive già presenti. Questa scelta deve diventare permanente e non limitata alla prima fase attuativa del masterplan al solo scopo di impegnare i finanziamenti del dopo terremoto destinati al recupero delle strutture danneggiate dopo il sisma.
La scelta di ricollocare il Mercato di Piazza Duomo andrebbe presa valutando attentamente se nel progetto di parco urbano con auditorium sia compatibile la presenza una piazza lastricata molto più grande di piazza Duomo con un parcheggio di superficie per rendere fruibile il mercato senza inficiare la qualità e l’integrità paesaggistica e naturalistica del parco.
La salubrità complessiva è diventata negli ultimi anni un’emergenza di tutta l’area nel cui intorno abitano migliaia di cittadini esasperati dall’enorme presenza del traffico che inevitabilmente aumenterà con le previsioni contenute nel Masterplan.
Anche le strutture religiose, oggi rilocalizzate a causa del terremoto, dovranno trovare una certa e chiara definizione del carattere temporaneo della presenza con atti amministrativi inequivocabili senza demandare a future amministrazioni ciò che deve essere deciso oggi.
Su tutto il contesto di Santa Barbara-Sant’Antonio fino a Centi–Colella incombono grandi problemi e le scelte ipotizzate contribuiscono ad aggravarli. Un’amministrazione oculata non compromette un progetto strategico per alcune soluzioni che vengono definite provvisorie ed altre di carattere privato.
Bisogna anche ricordare che risolvere il problema di piazza d’Armi deve significare affrontare definitivamente la permanenza integrale delle aree verdi lungo il corridoio ecologico del Fosso di San Giuliano per rinaturalizzare uno dei percorsi più belli della città che va dal Polmone Verde fino alla Madonna Fore, luogo caro e frequentato da tutti gli aquilani.
Il progetto per Piazza D’Armi deve anche essere l’occasione per il coinvolgimento strutturato della comunità locale nella costruzione delle soluzioni. Processo che può dare un esito di natura materiale riguardante proposte concrete ed uno di natura immateriale altrettanto importante che riguarda la possibilità di riconoscere ed interpretare le immagini della città proposte dai protagonisti cittadini e nate da un’attività di costruzione della partecipazione e della condivisione che il prodotto più avanzato di cui può disporre una amministrazione.
Per percorrere un processo effettivamente partecipato si possono svolgere unitamente al concorso di progettazione:
- attività di indagine, di campionatura, di interviste individuali e per gruppi;
- giornate seminariali organizzate su temi del quartiere circostante;
- gruppo di lavoro e coinvolgimento con la circoscrizione per un “laboratorio di quartiere” dedicato alle analisi e alle proposte progettuali sui servizi, sulla qualità della vita, sulla mobilità, sulle attrezzature collettive nel quartiere anche alla luce degli eventi sismici;
- coinvolgimento delle scuole e degli studenti
- creazione di una “comunità virtuale” con sistemi di comunicazione avanzati nella quale tutti gli abitanti che lo desiderano possono essere informati su ciò che avviene nel laboratorio anche quando non si ha la possibilità di partecipare con continuità alle attività;
Il tavolo su Piazza D’Armi propone a tutti i cittadini che non si rassegnano ad una Piazza d’Armi cementificata di unirsi e si impegna ad organizzare presto assemblee, iniziative e convegni per rilanciare la difesa del futuro parco della città e per questo chiede:
- che venga riattivata la partecipazione e la condivisione di tutti i cittadini a cominciare da quelli che abitano nei quartieri circostanti per ridefinire le linee guida di un progetto di Parco Urbano Pubblico;
- che la definizione esecutiva del progetto venga attivata attraverso un concorso di progettazione che consenta ai cittadini e all’amministrazione di scegliere tra più progetti attraverso un percorso di democrazia deliberativa che coinvolga la cittadinanza attiva oltre i provvedimenti amministrativi ordinari; il concorso di progettazione avrebbe il merito di attivare contributi progettuali nazionali ed internazionali, di catapultare il tema del parco urbano e la città dell’Aquila oltre i confini locali e di coinvolgere forze culturali, dell’informazione, professionali e specialistiche locali e nazionali;
- che venga localizzato su altra area più idonea il contributo progettuale dell’associazione Forza L’Aquila incompatibile con la vocazione dell’area ed in contrasto con il recupero ed il riuso degli impianti sportivi esistenti che vanno destinati all’uso dei cittadini e delle società-associazioni sportive già operanti prima del sisma;
- che si riconsideri il contesto urbano nel suo insieme per una rigenerazione complessiva dei quartieri circostanti e per la valorizzazione del corridoio ecologico verso San Giuliano;
- che siano conservate le aree libere (comunque non ancora edificate con previsione nel Prg a servizi, verde pubblico e attrezzature collettive) e che nel bando di concorso abbiano destinazione pubblica e di uso pubblico in considerazione dell’alta densità edilizia ormai consolidata;
- che sia sospeso in attesa dell’espletamento della procedura del concorso qualsiasi provvedimento che possa compromettere l’obiettivo di mantenere uno standard di aree libere con destinazioni pubbliche nel quartiere;
- che si fermi la delibera di adozione del Piano di riassetto generale di Piazza D’Armi – variante al PRG ai sensi del dpr 327/2001 art.19 nel testo in vigore e che il Consiglio Comunale approvi contenuti e richieste progettuali da inserire nel bando di concorso sulla base degli obiettivi indicati;
- che si inserisca nelle linee guida per il concorso la presenza del contributo progettuale limitatamente al complesso auditorium rimandando al concorso la definizione di una specialistica progettazione del verde con criteri naturalistici e di uno spazio artistico per la memoria delle vittime del terremoto ;
- che siano preferiti parcheggi interrati in sostituzione di quelli in superficie;
- che si definisca oggi un indirizzo per il destino delle struttura temporanea religiosa proprio perché è compito di uno strumento di assetto generale inquadrare e definire le previsioni future;
- che si valuti attentamente se nel progetto di parco urbano pubblico sia utile e compatibile la presenza di una piazza lastricata molto più grande di piazza Duomo con un parcheggio di superficie adeguato anche per un mercato senza inficiare la qualità e l’integrità paesaggistica e naturalistica del parco;
- che sugli atti urbanistici e progettuali conseguenti siano attivate le procedure di Vas e di Via in maniera scientificamente rigorosa;
- che si collabori con comitati ed associazioni, ordini professionali per la preparazione del concorso di progettazione e che si costituisca uno specifico laboratorio aperto ai cittadini anche per la gestione delle fasi post concorso;
PER I MOTIVI INDICATI IL TAVOLO DI PIAZZA D’ARMI CHIEDERA’ INCONTRI E CONFRONTI CON L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE, CON I GRUPPI CONSILIARI, CON LE FORZE POLITICHE E SOCIALI, CON LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE, CULTURALI, CON I COMITATI, CON LE CATEGORIE PROFESSIONALI, CON LA CIRCOSCRIZIONE, CON I CITTADINI E LE CITTADINE, CON LE SCUOLE.